Capitolo 6

Missouri

<solo io sono preoccupato per Signor Splendore?> Doc indica Murphy che si è allontanato per pisciare.
<non sei l'unico, forse il vaccino ha questo effetto, forse è un po' come una chemio zombie> Cassandra sale sul pick-up mentre continua a guardare l'ormai calvo Murphy.
<dai ragazzi non guardatelo, è l'apocalisse nessuno di noi è al meglio> Addy fa la voce della ragione.
<tu che pensi Doc?> gli faccio cenno per poi indicare Murphy.
<mah non saprei... ho visto Z stare meglio di lui>
<dici che può arrivare in California?> lo guarda Garnett.
<se muoviamo il culo forse>
<e se si dovesse trasformare?> carica il fucile Diecimila.
<mi prenoto per graziarlo!> mi sporgo in avanti quasi cadendo dal bordo del cassone dell'auto.
<oh solo dopo di me, ragazza> Warren e io ci scambiamo uno sguardo complice.
<quello sarà l'ultimo dei nostri problemi>
<CHE C'È?!> urla mastro lindo camminando verso di noi.
<pausa finita, dobbiamo muoverci> urla di rimando Garnett per poi salire davanti insieme a Warren.
<che posso farci se ho una vescica gigantesca?>
Si lamenta salendo con Cassandra e Doc nei sedili posteriori.
Partiamo diretti verso Kansas City, sperando di trovare qualcosa di commestibile, i due giorni passati a digiuno si stanno facendo sentire.
<quanto darei per una pizza> sposto i capelli all'indietro per non farli andare davanti per colpa del vento.
<qualcuno di voi si ricorda com'è una pizza?> sbuffa Mack mentre accarezza dolcemente il braccio di Addy.
<oh fidati che mai riuscirò a scordarmi quel sapore> sento lo stomaco attorcigliarsi per i crampi al solo pensiero di una pizza all'italiana.
<vi prego smettetela di parlare di cibo o inizio a sbavare> Addy sposta lo Sfracella Zombie infondo ai suoi piedi, di fianco a Diecimila.
<eh va bene...qualcuno ha idea di dove stiamo andando?> mi rivolgo a Mack e a Addy visto che Diecimila non si rende molto partecipe, mi stupisco appena risponde lui.
<Province town. Hammond, il militare che ha portato Murphy fino a New York, l'ha segnato come un posto sicuro e poi Garnett dovrebbe conoscere qualcuno dell'esercito>
Annuisco, siamo a circa 80 miglia da Kansas City e quindi ci manca ancora un bel pezzo di strada.
Diecimila si alza e posiziona il fucile sul tettuccio dell'auto, lo guardo sottecchi incuriosita.
Prende la mira contro qualcosa, mi sporgo per vedere meglio, uno zombie si alza con la testa di un'altro zombie in mano, colpisce prima la testa e poi quello tutto intero.
<1553 e 54> sussurra fra se.
<bel colpo>
Sorride appena e torna a sedersi, stavolta davanti a me.

Entriamo in città e troviamo subito l'accampamento di sopravvissuti.
Dei cartelli sono posti su delle staccionate in bella vista prima delle recinzioni.
<'preparatevi a lasciare le armi', fanno sul serio?> afferro il mio fucile e carico uno dei pochi proiettili rimasti mentre chiedo conferma agli altri con lo sguardo, guardo oltre al pick-up in piedi di fianco a Diecimila.
Ci fermiamo davanti al cancello, una donna armata esce e ci punta contro un fucile seguita da tre uomini anche loro armati.
<girate il vostro mezzo e andatevene, questa è una zona privata>
Garnett scende disarmato con le mani in vista e va dalla donna.
<stiamo cercando il Maggiore Joe Williams, io sono Charles Garnett sergente della Guardia Nazionale. Io e il Maggiore ci conosciamo dai tempi Pre-zombie>
Lei abbassa l'arma e scruta ogniuno di noi soffermandosi su Diecimila e me, più in vista degli altri.
<gli altri restano nel pick-up, se cercano di uscire o se vedo delle armi apriamo il fuoco, siete avvertiti>
Abbasso la canna del fucile che sporge dal tettuccio, Diecimila fa lo stesso, Mack e Addy nascondono sotto alle borse lo Sfracella Zombie.
Arriva un uomo in uniforme, alto, non molto giovane e con un gran sorriso stampato in faccia, ha riconosciuto Garnett e va verso di lui.
<da quanto tempo, Joe>
<credevo non ce l'avessi fatta, ho perso i contatti con New York da un paio di mesi>
<ci hanno invaso, ne siamo usciti per miracolo>
<qual buon vento ti porta qui?>
<mi servirebbe un favore in nome dei vecchi tempi. Io e la mia squadra siamo in missione per il governo, se ancora ne esiste uno, dobbiamo portare un uomo in California, ha delle informazioni essenziali per creare una cura.
Siamo esausti, non mangiamo da un paio di giorni e abbiamo quasi finito le munizioni. Se puoi ospitarci per un paio di giorni ci salveresti la vita>
Il Maggiore Williams sorride ancora più di prima.
<certo Charles, però il mezzo rimane fuori e dovete consegnare le armi...in quanti siete?>
<9 incluso un dottore>
<un vero dottore?>
<era un grande fan di E.R.> Doc sentendosi preso in causa si fa notare dal finestrino uscendo per metà e salutando sventolando entrambe le mani.
<va bene, ora entriamo>
Scendiamo dal pick-up prendendo tutte le armi con noi, seguiamo Williams che ci ferma all'ingresso.
<date le vostre armi a loro, svuotate gli zaini, vi passeremo il metal detector addosso e se siete puliti passate subito> spiega il Maggiore mentre Cassandra lascia le sue cose allo sportello di una guardia, come quelli in prigione, le passano quella macchinetta su braccia, petto e gambe e poi la lasciano passare.
Va Addy, Mack, Murphy, Garnett e poi Warren.
Doc scherza con il ragazzo che gli controlla le tasche della giaccia e fa passare velocemente una mano su quelle dei pantaloni.
Tocca a Diecimila, mentre gli controlla pure a lui le tasche faccio finta di allacciarmi una scarpa facendo scivolare fra la calza e gli anfibi un coltello, il più piccolo che ho e anche due proiettili per fucili nell'altra, spero non mi controllino così a fondo.
Diecimila ha nascosto una catena nei pantaloni...si una catena, secondo me quel ragazzo ha armi pure nelle mutande.
<vieni avanti> mi chiama quel ragazzo, anche lui in tenuta militare.
<lascia le armi qui e svuota lo zaino> indica il suo collega che raccoglie tutte le nostre cose in una scatola a parte con il numero 13 sopra.
Prendo dalle tasche i proiettili rimasti, la fionda, un coltellino svizzero, la pistola dalla fondina e pure il coltello dalla cintura, il fucile già me l'hanno preso.
Il militare indica il mio zaino con diffidenza, come se ci potessi nascondere una bomba.
Lascio il resto delle mie cose come caricatori ormai vuoti, pistole scariche e corde all'uomo che mi guarda stupito oltre il pannello di plastica.
Torno dal mio caro amico militare che fa passare quel coso elettronico sul viso, lungo le braccia, lungo le gambe fermandosi prima dei piedi per poi tornare su passandolo sul petto.
Inizia a suonare.
<aspetta> tolgo la collana e la tengo in mano mentre fa passare un'ultima volta il metal detector.
Passa velocemente le mani sulle mie braccia, sui fianchi e sulle gambe riportandomi ricordi che speravo rimanessero sepolti a lungo.
Appena mi sfiora il seno faccio un passo indietro, ignoro il suo sguardo e lo lascio fare quando passa una mano prima sulla schiena poi velocemente sul seno, continuo a guardare da un'altra parte anche quando si sposta.
<potete andare>
Guardo un'ultima volta il mio fucile, la fonte della mia sopravvivenza, mentre viene chiuso all'interno di un armadietto con un lucchetto.
Raggiungo Addy e Cassandra che mi aspettavano dietro agli altri.
<tutto bene?> Cassandra mi passa una mano sulla spalla, mi volto verso di lei e sfodero uno dei sorrisi più finti che abbia mai fatto.
<certo!> continuiamo a camminare finché la donna di prima non ferma Williams.
<Maggiore Williams non ci crederai ma ci sono tre del gruppo di Jacob che sono tornati> tre ragazzi dietro alla recinzione implorano di poter entrare.
<ci siamo sbagliati, Jacob è solo il leader di una folle setta, ti prego abbiamo anche del cibo> mostrano della frutta che teneva in mano l'unica ragazza fra i tre.
Lei non mi convince, ha qualcosa di strano glielo si legge in faccia.
<cosa facciamo?> la donna si rivolge al Maggiore.
<se sono puliti fateli entrare, non sono i primi e non saranno gli ultimi a tornare>

<mi sento più leggero senza quel martello> Garnett è in testa al gruppo affiancato dal suo amico.
<io mi sento nuda, e non nel senso buono> ribatte Warren.
Cara Roberta, ti capisco.
<all'inizio tutti avevano le armi poi un uomo ha deciso di sparare all'amante della moglie, si è trasformato e sono morte 5 persone. Allora ho deciso di lasciare solo alle guardie le armi poi sono arrivati dei commercianti, hanno preso una pistola a una guardia e ne sono morte 7.
Poteva andare peggio. Abbiamo un perimetro forte e tutti i problemi erano all'interno, ho eliminato la minaccia e ora si vive meglio>
<io preferisco avere qualcosa con cui proteggermi, mi da speranza> sorride raggiante Garnett, è sempre così ottimista.
<è una gabbia per Zombie quella?> Warren indica una gabbia abbastanza piccola in mezzo alla cortile.
È vecchia e arrugginita, mi avvicino e la studio meglio. Il lucchetto è nuovo ma i cardini della porta sono talmente arrugginiti che solo uno Z potrebbe aprirla.
<non la usiamo, il problema sono le persone non gli zombie. Perlustriamo il perimetro due volte al giorno e i morti non sono mai entrati>

Ci guida per corridoi e stanze che sembrano non finire più continuando a spiegare la sua grande opera nel tenere sicuro questo posto.
<è passato un anno senza disgrazie. Questo posto è un po' come un sottomarino, le porte si sigillano da sole dividendo ogni settore, in pratica qui tutto è a prova di zombie>
<mai sentito del Titanic?> ribatte Murphy.
<se non ti sta bene puoi aspettare nel tuo veicolo> si avvicina con fare minaccioso a Murphy.
<devi perdonare il mio amico, ne ha passate tante>
<come tutti, d'altronde>
Ci scambiamo tutti un'occhiata.
<andiamo, vi mostro la mensa>
Ci fa strada verso le cucine.
<tutta la frutta e la verdura viene coltivata da noi, siamo pienamente autonomi con 4 ore di elettricità al giorno>
<sembra tutto perfetto>
<ci si avvicina>
Da una porta entrano i tre che abbiamo visto prima, la ragazza ha un cesto con della frutta che va a consegnare alla cuoca.
<qual è la loro storia?> domanda Warren.
<poco tempo fa abbiamo avuto dei problemi con un predicatore, sosteneva che gli zombie dovessero venire salvati e non uccisi, pensava che l'apocalisse fosse una sorta di seconda venuta, li chiama i Resuscitati>
<non sono un'esperta della Bibbia ma sono quasi certa che non parli di zombie>
<è uno psicopatico. Quando lo abbiamo scoperto abbiamo cacciato lui e i suoi seguaci, la follia si espande in fretta>
<allora perché li ha fatti rientrare> si intromette Addy.
<dopo un po' di tempo là fuori tutti tornano, molti di loro hanno una famiglia qui dentro e come potete vedere, puntuali come orologi, eccoli qui>
<non sono molto devoti> sintetizza Garnett.
<è difficile credere a uno stomaco vuoto. A proposito, mangiate qualcosa, il primo piatto è per me prendete quel che volete. Niente carne spero siate vegetariani>
<oh si> si fa avanti Cassandra prima di tutti.

Sembra di essere in una di quelle mense scolastiche, con cibo migliore però.
La ragazza dei tre "credenti" si separa dagli amici ed esce dalla mensa, Diecimila si alza pochi secondi dopo e la segue tenendola d'occhio.
Garnett e Warren si siedono nel tavolo a fianco per parlare con Williams mentre noi mangiamo per conto nostro.
Dopo 5 minuti si siedono con noi e fanno il resoconto della situazione.
<allora... gli zombie si stanno spostando verso Ovest ma noi dobbiamo continuare. Abbiamo chiesto al Maggiore di unirsi a noi, ci serve uno come lui per arrivare fino in California. In più hanno una camera dove possono dormire 2/3 persone e il resto di noi starà nei dormitori>
<la stanza è mia> esulta Murphy beccandosi un'occhiataccia da tutti.
<che c'è? Se non sanno chi sono rischieremo di meno> si "giustifica".
Gli tiro un calcio da sotto al tavolo, mi guarda torvo e gli faccio capire con uno sguardo che deve starsene zitto e buono.
<io direi di darla a quei due> Almeno Doc ci è arrivato.
Warren e Garnett si guardano imbarazzati.
<cosa? No no noi non siamo una...> prova a ridire ma io e Addy scoppiamo a ridere divertite dalla situazione.
<si nota così tanto?> domanda sempre Garnett imbarazzato.
<beh allora se dobbiamo scontare la pena tanto vale commettere peccato> Warren si alza e tira per un braccio Garnett fino fuori dalla porta.
Lo sentiamo dire "fai sul serio?" E poi torniamo a ridere.
Finisco di mangiare con calma, parliamo del posto dove siamo finiti e di come io odio il fatto di non avere armi. Addy mi capisce, le manca lo Sfracella Zombie come a me manca il mio fucile.
<Diecimila non è ancora tornato, dove può essere?> mi domanda Doc, come se fossi Wikipedia.
<che ne so io, vallo a cercare no?> ignoro gli sguardi confusi che si lanciano.
<ed è scazzata pure oggi> sussurra Murphy.
Sto per ribattere ma uno dei ragazzi tornati dalla setta si alza sul tavolo catturando l'attenzione di tutti i presenti.
<ascoltate fratelli! Il Maggiore Williams non credeva nelle parole di Jacob ma ora lo farà! Vi verrà data un'altra possibilità di ascoltare la sua parola e di unirvi alla chiesa della resurrezione!>
Dei ragazzi provano a farlo scendere però lui si libera dalla loro presa, afferra la collana che porta al collo e la mostra a tutti, una croce rovesciata. Eretici. Estrae da essa un coltello sottilissimo ma molto affilato.
<Ha un'arma!> urla qualcuno dietro di me.
Balzo in piedi, faccio per prendere la pistola ma non ho niente con me.
<così come il Padre da la vita, lui darà la resurrezione a tutti i suoi fedeli!>
Il ragazzo guarda tutti uno per uno e mentre pronuncia quest'ultima frase si sofferma con lo sguardo su di me poi si taglia la gola.
<si trasformerà!> Mack cerca oggetti appuntiti sul tavolo ma nemmeno i coltelli posso essere d'aiuto, sembrano fatti in plastica.
Il ragazzo si trasforma e cade all'indietro, per terra, trascinando con se i due ragazzi che cercavano di farlo scendere, poi si sentono le loro urla.
<presto in cucina!> urlo trascinando con me Murphy, bisogna proteggerlo anche se non vorrei essere io a farlo.
Trovo un solo coltello abbastanza tagliente da poter trapassare un cranio, lo lascio a Doc mentre io prendo dalla scarpa il mio. Adoro il mio istinto in questi momenti.
<non c'è niente qui!> Cassandra scaraventa stoviglie, ciotole e di tutto finché non trova dei coltelli.
Arrivano i primi che si scaraventano su Mack e Cassandra.
Lei lo atterra subito, Mack non riesce a colpirlo, Addy va in suo aiuto e insieme lo uccidono.
<muovetevi!> urla Doc mentre prende Cassandra per un braccio e corrono verso una porta.
<vai Murphy!> gli urlo spingendolo per fargli raggiungere gli altri mentre altri tre piombano su di noi.
Uno lo prendo nell'occhio, il secondo va su Addy che gli frulla letteralmente il cervello con uno sbattitore elettrico, il terzo viene spinto via da Mack facendolo sbattere contro il muro e cadere, rialzandosi cambia preda e mi salta addosso.
Vengo spinta contro uno scaffale, poi su un tavolo, lo tengo il più lontano possibile dalla mia faccia ma non riesco a colpirlo.
<Mack!> lo chiamo, si volta e colpisce lo zombie nella tempia.
Lo spingo a terra e corriamo verso Doc e Cassandra, oltre la porta.
Doc cerca di chiudere la porta ma uno di loro passa e ci insegue fino alla stanza dopo, chiudo la porta alle nostre spalle e quello zombie si scaraventa su Mack, tenta di morderlo ma Addy lo strattona via e Cassandra lo finisce.
<dov'è Murphy?> non lo vedo e se abbiamo perso lui addio missione.
<l'ho visto passare per un'altra porta> risponde Cassandra riprendendo fiato.
<gli servirebbe un guinzaglio!> sentenzia Doc esasperato.
Ha ragione però, un bel guinzaglio con collare e targhetta...ho trovato il regalo perfetto da fare a Murphy.
<veloci dobbiamo trovare gli altri> guido il resto del gruppo per stanze e corridoi, armata del mio fedele coltello.
Mi fermo nel sentire dei rumori che poi diventano voci, le riconosciamo tutti. Sono Garnett e Warren.
Finalmente li troviamo, stanno parlando con il Maggiore Williams.
<Garnett!> lo chiamo appena li vedo.
<state tutti bene? Dov'è Murphy?> chiede preoccupato non vedendolo.
<quel figlio di puttana è scappato lasciandoci in pasto agli zombie!> gesticolo indicando la direzione da cui siamo arrivati.
<Diecimila?>
<è là fuori da qualche parte> risponde Cassandra mentre riprendo fiato.
<è stata colpa dei ragazzi di Jacob, si sono tagliati la gola> prova a giustificarsi Williams.
Un peso mi cade addosso, un enorme paura, spalanco gli occhi ma nessuno ha fatto il mio ragionamento, nessuno ha collegato le cose.
<Diecimila ha seguito quella ragazza quando è uscita, se tutti e tre si sono tagliati la gola allora lui è...> lascio in sospeso la frase, ora tutti hanno capito dove volevo arrivare.
<no. Se è là fuori c'è l'ha fatta, è l'unico che c'è la può fare> sentenzia Doc più per se stesso che per tutti noi.
<io lo vado a cercare> afferro un piede di porco trovato sul tavolo e lo impugno.
<ti farai ammazzare, Doc ha ragione, lui se la caverà> Cassandra mi afferra un braccio per fermarmi.
La guardo negli occhi e annuisco, lui c'è la farà.
<se solo avesse il suo fucile!> Warren fulmina con lo sguardo il Maggiore.
<andate all'uscita d'emergenza passando da questo corridoio, troverete una porta blindata superatela e uscite dal retro, raggiungete il vostro veicolo e andate verso il bosco, li sarete al sicuro>
<e tu cosa farai?> Domanda Garnett preoccupato per il suo amico.
<devo restare e salvarne il più possibile>
Gli da una pacca sulla spalla e si volta verso di noi.
<pronti?>
<andiamo> facciamo la strada che ci ha indicato il Maggiore, arriviamo alla porta ma è bloccata.
Piccoli gruppi di persone si riversano contro di noi mentre cercano di sfuggire agli zombie.
<indietro! Andate indietro!> continuiamo ad urlare ma loro si spingono fra loro schiacciandoci e non facendoci quasi respirare.
<non c'è la faremo mai!> urlo a Cassandra che mi è praticamente salita in braccio per non farsi schiacciare.
<Charlie ho paura> sussurra Warren alle mie spalle.
<respingete quegli zombie!> da ordini Garnett.
<non riesco nemmeno a girarmi> si lamenta Mack, mi volto verso di lui che tenta di reggere Addy. È svenuta? Non ora cazzo!
<non reggeremo molto!> i primi zombie arrivano mordendo le persone che spingono verso di noi.
È un effetto domino, i primi morsi si trasformano in pochi secondi poi mordono altri davanti a me e a Cassandra, si bloccano fra le pareti perché sono in troppi a spingere e lascio il piede di porco a Cassandra che ne infilza qualcuno mentre io provo a prendere il coltello.
Appena lo tiro fuori dalla tasca uno di loro mi salta addosso facendomi cadere a terra, mi scivola di mano l'arma, sento la lama del coltello tagliarmi il fianco.
Tiro calci e ginocchiate tenendolo lontano con le braccia.
La porta alle nostre spalle si apre, tutti escono urlando 'Diecimila!', Cassandra continua a infilzare alcuni di quelli che riescono a scappare non trovando il tempo di ammazzare quello sopra di me.
Poi sento degli altri passi, lei corre via e lo zombie sopra di me smette di muoversi ritrovandosi un spranga nel cranio.
Il corpo viene spinto via e sopra di me compare Diecimila.
Mi porge una mano, prima di afferrarla estraggo la lama dal fianco gemendo appena, afferro la sua mano e usciamo mentre Mack e Garnett sbarrano la porta alle nostre spalle con una croce in legno, quella che prima la bloccava.
Riprendo fiato ringraziandolo, tengo una mano sul fianco mentre si riempie di sangue.
<come usciamo di qui?> domanda Garnett a Diecimila.
<io ho camminato sui tetti, quelli della setta sono qui>
<Murphy?> aggiunge Warren.
<non l'ho visto>
<ci servono le armi poi lo troveremo> sentenzia Garnett iniziando a correre verso l'armeria.
Degli uomini ci bloccano puntandoci le armi contro, riconosco il mio fucile in mano al ragazzo in prima linea.
Guardo Diecimila e Cassandra, siamo i tre più in fondo, possiamo scappare e cavarcela.
<salute fratelli e sorelle, la chiesa della resurrezione vi da il benvenuto! Alzate le mani al cielo o vi farò risorgere lì dove siete>
Mi sento afferrare la mano e poi tirare, corriamo sentendo gli spari alle nostre spalle.
Dietro di me Cassandra ci raggiunge illesa, mentre proviamo a schivare alcuni dei morti che ci vengono addosso.
<entriamo da qui!> urla Diecimila portandomi verso la porta socchiusa davanti a noi, varchiamo la soglia ed è tutto tranquillo, Cassandra blocca la porta, stiamo per continuare ma li fermo.
<aspettate!> sussurro tirando Diecimila per la mano.
Passo quella libera sul fianco e premo leggermente, tolgo la mano e osservo il sangue che gocciola dalle dita.
Alzo leggermente il lembo della maglia e controllo quanto è profondo il taglio.
<magnifico> commento sarcastica.
Abbasso la maglia e tengo la mano premuta per far smettere di sanguinare.
<andiamo> indico la strada davanti a noi.
Corriamo cercando delle scale, dobbiamo salire il più possibile per vedere meglio.
Inchiodo appena sento dei passi, Cassandra si ferma alle mie spalle, apre una porta di fianco a lei ed entra aspettandoci, Diecimila va prima di me.
Resto a guardare il corridoio non capendo se i passi che sento sono di uno zombie o di un'umano, sto per scoprirlo ma mi tira per un braccio facendomi sbattere contro il muro e chiudendo la porta.
Gemendo mi piego per il dolore.
Cassandra si ferma davanti alla porta per bloccarla, Diecimila mi mette una mano sulla bocca per farmi tacere e tiene l'altra sul fianco sopra alla mia, premendo la ferita.
Con la mano libera gli stringo il braccio, gli faccio capire che mi sta facendo male, come se la mia espressione non bastasse a farlo intendere.
<le stai facendo male> sussurra piano Cassandra.
Non dice niente ma aspetta che i passi si allontanino prima di spostare la mano dalla mia bocca lasciandomi respirare a pieni polmoni.
<scusa> sussurra mentre stringe un'ultima volta la mia mano prima di togliere la sua dal fianco.
Lascio cadere le mani lungo i fianchi e mi sposto dal muro.
<che facciamo adesso?> domando guardando entrambi.
<appena te la senti dobbiamo correre, trovare una guardia e prendergli le armi. Poi pensiamo un modo per salvare gli altri> Diecimila guarda Cassandra che annuisce alla sua proposta.
<allora andiamo> sistemo i vestiti sgualciti e impugno il coltello.
Cassandra apre la porta, Diecimila va per primo usando un bastone come arma, lo seguo facendo attenzione a non fare rumori e Cass chiude la fila.
Percorriamo nemmeno 5 minuti che sentiamo di nuovo dei passi, di fianco a me c'è una scala antincendio che porta di sopra.
<nascondetevi> Diecimila ci indica il sottoscala, vorrei aiutarlo ma Cassandra mi prende per un braccio facendomi accovacciare ben nascoste sotto le scale.
Lui si appiattisce contro il muro, uno degli eretici spunta dal corridoio davanti al nostro, guarda velocemente in tutte le direzioni per poi tornare a camminare davanti a lui.
Diecimila salta fuori e prima che quell'uomo si possa accorgere di lui gli ha già tirato una bastonata in testa, mi stupirei se si alzasse dopo una botta del genere.
Gli afferra subito il fucile e mentre controlla i colpi nel caricatore io frugo nelle tasche trovando una fantastica Sig Sauer semiautomatica con più di mezzo caricatore e una daga.
Saliamo le scale e ci fermiamo a una finestra che dà perfettamente sul lato di cortile dove tengono i nostri amici, Diecimila si posiziona con il fucile e prende la mira.
<quanti colpi hai?> gli domando.
<3, tu?>
<8...non credo ci basteranno>
Lo vedo prendere la mira, seguo la traiettoria del suo fucile e vedo a chi vuole sparare. Jacob.
Sta per premere il grilletto ma dalla gabbia piena di zombie davanti a lui esce Murphy...come diavolo fa a essere vivo?
<ho Murphy nella traiettoria, se sparo rischio di farlo fuori>
Guardo Cassandra che dietro di me assiste alla scena e mi viene un'idea.
<Cassandra prendi questa ed esci da qui, prova andare all'armeria e prendi tutto quel che è rimasto le nostre cose sono nella cassa numero 13, poi raggiungi il pick-up e portalo il più vicino possibile alla recinzione però senza farti vedere. Se tutto va bene ci vediamo lì il prima possibile> afferra la pistola e controlla il caricatore.
Mi abbraccia sussurrandomi 'fai attenzione', poi se ne va.
Spero non le succeda niente.
Torno a osservare Murphy mentre prende dalla gabbia uno zombie e gli mette un dito in bocca, letteralmente, ma non lo morde.
<ma che cavolo è diventato Murphy, il messia degli zombie?> lo fisso finché un luccichio dal muro di fianco a loro non attira la mia attenzione.
Sposto lo sguardo su di esso e capisco subito.
Spingo Diecimila a terra facendo da scudo su di lui, mi guarda confuso ma appena sente gli spari capisce.
Resto ferma finché non smettono i colpi, mi alzo leggermente credendo di aver scampato il pericolo ma un'altra serie di spari colpisce la parete già scalfita da quelli precedenti.
Vengo tirata per le spalle contro di lui finendo a pochi centimetri dal suo viso.
Gli occhi di uno immersi negli occhi dell'altro, cercandoci. Le sue mani si spostano dietro alle mie spalle, poi sulla schiena, lentamente mi avvicina a se, abbracciandomi, sposto il viso di fianco al suo tenendo un mano sulla sua spalla mentre con l'altra sposto i capelli di lato, così da non farglieli finire in faccia.
Anche questa serie di spari finisce, sta volta aspetto qualche secondo.
Vorrei restare in quella posizione, stretta fra le sue braccia sicure come già altre volte è successo ma la fretta del momento non ce lo permette.
Non si sente nulla, mi sollevo sulle mani e sulle ginocchia, le sue scivolano prima sui miei fianchi e poi per terra afferrando il fucile con decisione.
<andiamo sul tetto> mi comunica.
Mi sposto restando bassa, per non farmi vedere in caso ci sia ancora qualcuno pronto ad ammazzarci.
Gattono fino a superare del tutto la finestra poi mi alzo raccogliendo la daga e il bastone caduti nella fretta di prima. Appena anche Diecimila si è alzato cerchiamo la direzione giusta e corriamo alla ricerca delle scale.
Con cautela ci fermiamo ad ogni angolo o incrocio, lui sempre davanti a me con il fucile ad altezza d'uomo pronto a fare fuoco.
Incontriamo solo zombie solitari, facili da atterrare con un paio di calci senza neanche doverli uccidere del tutto, basta essere veloci.
Questa tecnica non è bastata per i tre adorabili mangiatori di carne che mi sono saltati addosso tutti insieme facendoci sprecare ben due proiettili, mi sento tremendamente in colpa per questo.
Troviamo le scale, prima normali con le rampe in acciaio e poi arrivati all'ultimo piano della palazzina c'è una scala a pioli che porta direttamente sul tetto.
<vado io> afferro i primi scalini con le mani tirandomi su e facendo il più velocemente possibile, non avevamo molto tempo.
Arrivata in cima faccio passare l'avambraccio fra due scalini per non cadere e con la mano libera apro lo sportello, salgo gli ultimi scalini con un po' di fiatone.
Controllo che non ci siano pericoli, faccio forza sulle braccia e mi siedo sul tetto, spostando poi anche le gambe che penzolavano nel vuoto.
Diecimila sale in meno tempo, mi allunga il fucile e fa i miei stessi movimenti per arrivare qui.
Cerca con lo sguardo Warren mentre io penso a Cassandra, scorgo il pick-up oltre la recinzione alla mia sinistra, c'è l'ha fatta per fortuna.
Sotto di noi sta succedendo qualcosa di strano, non riesco a capire perché Murphy è ancora davanti alla gabbia a non fare niente tranne i suoi giochetti con gli zombie.
<ho solo un proiettile, speriamo in bene> sospira visibilmente teso.
<c'è la farai, hai un'ottima mira e poi ho questi> sfilo i due proiettili dalla scarpa che già da qualche minuto iniziavano a fare male contro l'osso del piede, ricordandomi della loro presenza.
<non so se vanno bene ma meglio di niente, no?> glieli lascio cadere in mano, mi guarda raggiante.
<dove li hai trovati?> intanto li mette nel caricatore.
Mi sdraio a pancia in giù come lui, la solita posizione da cecchino.
<erano alcuni di quelli che mi sono rimasti, nelle scarpe non fanno i controlli>
<sono perfetti> fa scattare il caricatore e prende la mira.
<se ti avanza un colpo spara a quello biondo, ha il mio fucile> indico l'uomo di fianco a Jacob.
Sorride divertito nonostante sappia che non sto affatto scherzando.
Trattengo il respiro sussultando appena Jacob estrae una pistola e la punta contro Murphy, lo ucciderà, ne sono certa.
<sbrigati> sussurro temendo il peggio.
Un colpo parte di fianco a me assordandomi per qualche istante.
Jacob si tiene un braccio mentre la veste da parroco si macchia del suo stesso sangue, poi la sua espressione cambia... da spaventata a profondamente incazzata.
Punta di nuovo l'arma contro Murphy, deciso a far ragione ai suoi ideali, deciso a far "resuscitare" l'unica speranza dell'umanità.
Un proiettile abbandona la pistola.
È finita.
Mi aspetto di vedere Murphy cadere a terra, dissanguarsi e poi trasformarsi in pochi secondi, insieme alla speranza di una cura.
Sono paralizzata da ciò che vedo.
Warren a terra ha spintonato Jacob prima dello sparo cercando di fargli cambiare traiettoria, di non ferire mortalmente Murphy.
E davanti a Murphy c'è Garnett, steso a terra in un lago di sangue che si tiene una mano tremante sul cuore, sotto gli occhi attoniti di Roberta.
Vorrei urlare, saltare giù e raggiungere Garnett, aiutarlo o almeno provarci, vorrei prendere Jacob e colpirlo con una mazza da baseball fino a farlo crepare dissanguato.
<no> sussurro quasi senza voce.
Afferro il fucile e prendo la mira pronta a colpire quel figlio di puttana ma prima che possa premere il grilletto mi strattona la mano togliendola dall'arma.
<dobbiamo andare ad aiutarli! Non c'è tempo per queste cose!> urla riappropriandosi del ormai proprio fucile.
<glielo dobbiamo! Lui non deve morire così, non in questo modo, non adesso!> grido di getto sull'orlo delle lacrime.
Garnett mi aveva salvata, lui aveva convinto Warren a prendermi con loro, lui aveva ideato il piano per tirarmi fuori da Philadelphia e sempre lui ha trovato una soluzione ad ogni nostro singolo problema in questi mesi, mettendo il bene del gruppo prima di se stesso.
Lui è il nostro leader.
Lui è Charles.
<muoviamoci o moriremo qui!> si alza tirandomi per un braccio e costringendomi a scendere dopo di lui.
È tutto così confuso.
Corriamo fra i corridoio schivando zombie che ci voglio mordere, persone che ci vogliono uccidere e saltando per non pestare chi è già morto.
Usciamo dall'edificio e scappiamo da un buco nella recinzione, raggiungiamo Cassandra che non sa ancora cosa è successo ma lo deduce dal mio sguardo.
<chi?> domanda preoccupata.
<Garnett> le sussurro.
Cassandra si mette alla guida, io e Diecimila invece stiamo nel cassone con le poche armi che ha trovato, ci prepariamo a fare fuoco.
Arriviamo davanti alla loro recinzione, è un vero e proprio casino.
Persone che si trasformano, che vengono morse di continuo, Garnett a terra con Warren e che gli parla non curante del rischio che corre, Mack pensa a liberare chi è ancora legato uccidendo con una spranga di metallo gli zombie che si avvicinavano troppo.
Cassandra rompe il lucchetto della recinzione con delle tronchesi, io mi butto in quel caos sparando a ogni singola cosa che si muove, che sia vivo o morto poco importa.
La gabbia di zombie sta per sfondarsi, la porta cigola e i cardini si stanno svitando.
<dobbiamo andare! Fuori di qui, ora!> continuo ad urlare correndo da Addy impegnata ad atterrare uno zombie.
<tu vai ci pensiamo noi qui> dò una piccola spinta a Addy mentre Diecimila mi spalleggia.
Con la coda dell'occhio la vedo afferrare lo Sfracella Zombie da un cadavere e poi correre da Cassandra.
Gli Z arrivano anche da dietro prendendoci alla sprovvista, dopo averne atterrato uno con un colpo di canna in faccia, mi metto di spalle, schiena contro schiena per colpire in tutte le direzioni.
Warren china sul corpo di Garnett viene tirata via da Mack e Doc mentre urla <dobbiamo concedergli la grazia!> sapendo che nessuno si sarebbe fermato, dovevano salvarsi almeno loro.
Murphy sale in auto non curandosi della scia di sangue che si lascia alle spalle.
<Grace! Diecimila! Andiamo!> Mack fa salire Warren di forza e si mette al posto di guida.
È ora di andarcene.
Mi giro pronta a correre ma qualcuno mi spinge a terra, cado di schiena, serro gli occhi dal dolore appena li riapro su di me c'è l'uomo biondo che carica un pugno sferrandomelo in faccia.
Provo ad alzarmi ma è troppo pesante, tiro calci e pugni, urlando per lo sforzo, sperando di fargli male ma la cosa non sembra toccarlo minimamente.
Poi porta le mani al collo, stringendolo e facendomi mancare l'aria, cerco di afferrare qualcosa con le mani non c'è altro che ghiaia e terra intorno a noi.
Lo sento stringere, ogni secondo di più, ho sempre meno aria, la testa inizia a girare e diventa tutto molto confuso.
Non ce la faccio più, me lo sento sto per morire.
Del sangue mi esce dal lato della bocca per il colpo di prima mentre tiro gli ultimi calci prima che le forze mi abbandonino.
Poi uno sparo, i suoi occhi sbarrati e le mani non stringono più lasciandomi prendere fiato, una spinta fa cadere il corpo di lato facendolo scivolare via.
Tossendo mi impadronisco del mio fucile caduto a fianco al cadavere e con l'aiuto di Diecimila riesco a mettermi in piedi.
Rubiamo tutto quello che ci può servire dai malcapitati stesi a terra, per lo più armi e munizioni.
Arrancando riusciamo ad arrivare al pick-up, buttiamo tutte le armi dentro, mi solleva per i fianchi per farmi salire in fretta, con un salto sale anche lui, Addy da una manata sulla carrozzeria e partiamo seguiti dagli spari di chi è sopravvissuto.
Siedo di fianco a Cassandra che si china su di me facendo passare la mano su e giù per la schiena, più per confortarmi che per altro, mentre cerco di prendere fiato.
Dopo pochi minuti sto meglio se non fosse per il collo tremendamente dolorante, ci inoltriamo fra gli alberi ciò sta a indicare che siamo al sicuro o almeno è quello che ha detto l'ormai zombie Williams.
Ci fermiamo, Roberta scende spedita verso di noi, mi avvicino per vedere cos'ha intenzione di fare.
Passa davanti a me fermandosi da Diecimila, senza dire niente gli prende il fucile dalle mani e si posiziona guardando nel mirino. Punta verso il campo.
<Charles Garnett ti concedo la grazia> sussurra.
Lo sparo fa sussultare tutti, segno che era finita, il nostro amico è morto.
Abbasso lo sguardo presa da un'ira disumana verso l'autore di tutto quello, l'artefice di quel dolore.
Senza pensarci afferro il mio fucile, scendo dall'auto e mi allontano di qualche metro, voglio avere una visuale migliore per non sbagliare.
Osservo la mia vittima da lontano, poi con il mirino, a terra a fianco a lui c'è Garnett.
Vederlo così aggiunge un fremito alle mie mani che tremano appena. Era troppo buono per una fine del genere.
I pensieri tornano su Mary, trovando in quel finto prete per una qualche strana ragione la causa della sua morte.
Premo il grilletto.
Il primo colpo finisce nella spalla.
Un'altro sparo.
Il secondo lo prende nello stomaco.
L'ultimo proiettile lo colpisce alla gamba facendolo sbilanciare e cadere nelle grinfie degli zombie ancora rinchiusi nella gabbia.
Le sue urla si sentono fino a qui facendomi rabbrividire, risuonando in tutta la foresta circostante.
Una mano sulla spalla mi fa voltare, scambio un fugace sguardo con Diecimila da sopra al mirino, sta soffrendo, glielo leggo negli occhi.
Appoggia l'altra mano sull'arma prendendola, lo lascio fare, tanto non ho più colpi.
<andiamo> sussurra aspettando che mi incammini.
La mano che poco prima era sulla mia spalla ora teneva saldamente il fucile insieme all'altra.
Salgo di nuovo nell'auto tenendo gli occhi bassi, mi siedo di fianco a Cassandra portando le ginocchia al petto, sospirando.
La testa si fa pesante, tormentata da mille pensieri, la lascio cadere sulla spalla di Cassandra che dona una carezza al mio viso.
Una mano finisce sul fianco che non ha intenzione di smettere di sanguinare mentre l'altra accarezza delicatamente il collo dove si stanno già formando dei piccoli lividi.
Guardo verso ciò che resta di quell'accampamento mentre partiamo.
Abbiamo perso uno di noi oggi.
Anzi no.
Abbiamo perso e basta.

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