Capitolo 10
<Cassandra fai attenzione ti prego!> il rumore di quelle maledette scatole rimbomba in tutto il corridoio.
<scusa, non ho fatto apposta> porta davanti a se la pistola mentre la prendo sotto braccio.
<riesci a stare in piedi?> le chiedo indicando la gamba ferita.
<si, non restiamo in dietro> appena mette il peso sulla gamba le scappa un gemito di dolore.
<okay fermiamoci> sussurro aiutandola a sedersi lungo la parete.
<voi andate, vi rallenteremo e basta. Trovate quel Chester di cui ha parlato Cittadino Z, noi veniamo tra un po'>
Doc non è convinto a lasciarci da sole e nemmeno a Warren la cosa piace molto ma Diecimila li convince ponendo piena fiducia in me.
Li guardo allontanarsi lungo quello stretto corridoio buio e mi siedo di fianco a Cassandra, entrambe appoggiate alla parete.
<vi sto solo rallentando> accenna lei sconfortata.
<non importa, sei mia amica e non ti lascerei mai indietro, sai come sono fatta>
Le sorrido incoraggiante.
<e poi se Cittadino Z ha detto che qui c'è cibo di sicuro troveremo anche qualcosa per farti stare meglio>
Sembra un po' meno preoccupata, sposta lo sguardo sulla ferita e la sfiora sussultando per il dolore.
<posso?> domando, annuisce e mi chino per controllare che non sia peggiorata.
Prende la torcia che prima tenevo io e punta la luce sulla gamba, sposto il tessuto strappato dei jeans e sospiro vedendo il profondo taglio infetto.
<è brutta eh?> scherza lei sapendo già la mia risposta.
<non così tanto, ne ho viste di peggiori che sono riuscite a guarire del tutto. Basteranno degli antibiotici, spero> provo a non sembrare preoccupata ma il tremolio nella mia voce mi tradisce.
<ammettilo, non ce la farò>
<non dire stronzate>
<non sono stronzate, è la realtà>
Vorrei risponderle ma vengo interrotta da dei passi, uno pesante e uno più leggiadro.
Le faccio segno di stare in silenzio, prendo la pistola dalla cintura e lei porta la luce della torcia in quella direzione.
Intravedo qualcosa nella penombra, una mazza chiodata.
<Addy?> chiedo incerta.
<Grace? Cassandra? Cosa ci fate qui?>
<Cittadino Z>
<quell'uomo è sempre un passo avanti a noi> ride lei mentre mi accorgo di Mack alle sue spalle.
<ciao ragazze, Warren e gli altri?> si guarda intorno e non trovando nessuno oltre a noi sembra preoccuparsi.
Mi alzo e abbraccio velocemente entrambi.
<sono andati avanti, Cassandra non riesce a camminare e siamo rimaste un po' indietro> spiego velocemente indicando la gamba della ragazza.
<cosa ti è successo?> le chiede il ragazzo.
<stavo scavalcando una recinzione e mi sono tagliata con del filo spinato>
Mack si china di fianco a lei e la solleva delicatamente.
<da che parte?> chiede mentre Cassandra si regge a lui.
Faccio strada nella direzione che hanno preso Diecimila e gli altri, Addy mi affianca tenendo lo sfracella zombie alto pronta a fermare qualsiasi cosa che la intralci.
<è tutto okay Addy?>
<si perché?>
<sembri strana e anche Mack lo sembra> sussurro per non farmi sentire dal ragazzo alle mie spalle.
<già beh...non è stato facile là fuori, voi come state invece?>
<Grace ti deve aggiornare su certe cose avvenute con un certo Diecimila> dice Cassandra con un tono malizioso.
Addy e Mack scambiano uno sguardo con Cassandra e arrivano alle peggio conclusioni.
<oh quindi c'è l'avete fatta> mi da una gomitata Addy, la fulmino con lo sguardo e divento rossa per l'imbarazzo.
<n-non è successo niente, è Cassandra che si annoia troppo e si fa i suoi viaggi mentali>
<si come no, avanti. Vogliamo parlare del Nebraska? Oh no! Forse è meglio parlare del Sud Dakota. Magari ci sono state altre cose successe prima che non mi hai ancora detto come della notte in cui vi siete addormentati abbracciati come due dolci innamorati> fa verso alzando la voce.
<Cassandra smettila! Sei davvero incorreggibile> urlo scaturendo la risata di Addy.
<facciamo che dopo ne parliamo noi tre> ammicca e velocizza un po' il passo, mi volto verso Cassandra regalandole uno dei miei sguardi più terrificanti.
<noi due facciamo i conti più tardi> le sussurro mentre lei mima un 'ops' ridendo.
Arriviamo alla fine del corridoio dove ad aspettarci c'è solo un'altra stanza come quelle in cui siamo passati in precedenza.
Ci guardiamo intorno per capire dove andare, sento dei passi alle mie spalle, estraggo la pistola e mi volto di scatto.
Mi ritrovo un fucile puntato in faccia, abbasso l'arma appena riconosco il ragazzo dai capelli corvini.
<pensavo fossi uno Z> diciamo all'unisono, alle mie spalle sento delle risate malamente trattenute e nel voltarmi guardo torva Addy.
Rinfodero la pistola mentre Doc, Warren e Diecimila salutano Mack e Addy, Murphy invece se ne sta in disparte un po' come sempre.
Quell'uomo sta diventando davvero strano e non sto parlando solo del look apocalittico, quello lo abbiamo tutti, parlo di quando si sofferma sui corpi degli zombie già uccisi o quando non parla con nessuno per giorni, nemmeno battute squallide o imprecazioni.
Oddio, non che non mi dispiaccia non sentire le sue continue lamentele su quanto è monotona l'apocalisse o di come è importante per la razza umana, però è comunque la missione e siamo praticamente costretti a prenderci cura di lui.
<Cittadino Z vi ha detto di venire qui?> chiede Doc.
<già, ha detto che ci sarebbe stato del cibo e ha parlato di un certo Chester ma sto iniziando a dubitare che sia ancora qui> risponde Mack.
<credo di sapere dove sia, di qua> Warren punta la torcia verso un corridoio, l'ultimo rimasto.
<muoviamoci> vado da Cassandra e la prendo sottobraccio per aiutarla a camminare.
Mack si propone per portarla ma lei si ostina a voler fare da sola anche se è visibilmente stanca.
Passiamo nel corridoio, è stretto e umido, c'è un'unica porta alla fine, è solo accostata.
Entrano Warren, Mack e Addy, Cassandra si lascia aiutare da Doc lasciandomi maneggiare il mio fucile, Murphy viene seguito da Diecimila e rimango sola in quel corridoio.
Con l'arma in una mano faccio per entrare ma un verso alle mie spalle mi fa voltare di scatto.
Spingo l'arma al collo dello zombie facendolo finire contro il muro, premo con tutte le forze per non farlo muovere, sono talmente vicina che l'odore nauseante di quell'essere è l'unica cosa che riesco a respirare.
Con una mano prendo la pistola dalla cintura ma non trovo nemmeno il tempo di puntarla che con una forza sovrumana vengo spinta contro il muro opposto.
Perdo la presa sulla pistola che cade a terra provocando un rumore metallico dannatamente fastidioso, lo zombie addenta l'aria, sempre più vicino alla mia pelle.
Facendo forza sulle braccia lo spingo nuovamente contro la parete, cade anche il fucile intralciandomi ma il morto sembra essere ostinato e con un verso degno dei peggiori film horror riesce a fare peso sul mio corpo.
Cadiamo entrambi, lui sopra di me tenuto distante solo dalle mie mani che gli bloccano le braccia serrandole sul collo.
Senza volerlo inizio ad urlare, ormai senza forze e disarmata.
Sento i passi dei miei compagni, o almeno spero che siano loro.
<toglietemelo di dosso!>
Mack lo prende per le spalle e poi Addy lo colpisce alla testa con la sua mazza con una ferocia che non le avevo mai visto prima.
Appena mi libero dello zombie mi trascino fino alla parete lasciandomi cadere portando le mani sul viso e sui capelli, sposto le ciocche finite davanti agli occhi.
Non dicono niente, nessuno di loro, semplicemente tornano nella stanza lasciandomi sola.
O almeno pensavo di esserlo finché non sento un fruscio alla mia sinistra, convinta che sia un'altro zombie mi alzo in fretta e provo a colpirlo senza nemmeno preoccuparmi di guardarlo in faccia ma vengo afferrata per i polsi e bloccata contro la parete, ancora una volta.
Il suo petto preme con forza contro il mio, trattengo il respiro e lo guardo negli occhi.
Riconosco il freddo sguardo di Diecimila che è impegnato a studiarmi attentamente il viso.
<pensavo fossi...>
<uno zombie, immaginavo> conclude per me.
Solo ora vedo alle sue spalle Addy e Cassandra darsi un cinque silenzioso e ammiccarmi con fare provocatorio.
La presa sui polsi si allenta fino ad estinguersi, fa cadere le mani lungo i fianchi ed esitando si sposta tornando nella stanza ignorando gli sguardi delle ragazze.
Ancora leggermente scossa riprendo le mie armi rinfoderando la pistola e mettendo il fucile dietro alle spalle.
<te l'ho detto che c'era qualcosa da raccontare> dice Cassandra a Addy.
<se non mi dite tutti i dettagli giuro che faccio una strage di Z>
<non ne voglio parlare> le supero ed entro nella stanza, chino su una scrivania c'è il corpo ormai decomposto di quello che una volta doveva essere il famoso Chester.
Per lo stato in cui si trova direi che Addy gli ha concesso la grazia in modo molto amorevole.
Non sembra più in lei.
Anche Mack è preoccupato, glielo vedo dal modo in cui la guarda, la tiene d'occhio.
<Chester? La mia squadra è già arrivata?> la voce inconfondibile di Cittadino Z ci guida in una piccola sala collegata a questa.
Appena entriamo vediamo subito un piccolo schermo appeso al muro, in trasmissione c'è il nostro caro amico, è la prima volta che lo vedo per davvero.
<Grace? Sei davvero tu?> domanda sorpreso.
<proprio io, in carne ed ossa> rispondo divertita mentre entrano tutti.
<avete trovato Chester allora, lui come se la passa?>
<oh, non tanto bene per la verità, Addy gli ha appena dato la grazia>
Il ragazzo guarda la rossa e le sorride, ricordo della fase stalking di Cittadino Z verso di lei, poi passa in rassegna tutti noi soffermandosi su Murphy, per niente in forma.
<comunque ho ripreso i contatti con la California, sono online, sono vivi e si stanno preparando per voi! Buone notizie infondo, no?> esclama entusiasta saltando sulla sedia.
<una buona notizia sarebbero un pacco di biscotti e due bottiglie di latte> dice Diecimila ricordandomi che non tocchiamo cibo da un po' ormai.
<certo scusate. Lungo il corridoio la prima porta a sinistra, dovrebbe esserci di tutto> sulla schermata si forma una mappa della struttura, il corridoio in questione non è molto lontano.
<è bello vedere che state tutti bene>
<anche per noi> e detto ciò Doc esce portando Cassandra seguito da Warren, Mack e Murphy; Addy esita, guarda me e poi Diecimila ed infine se ne va.
Mi volto verso il ragazzo.
<vai con gli altri, arrivo subito> imbraccia il fucile ed esce in silenzio.
Rimango da sola con Cittadino Z.
<prima di andare volevo farti vedere una cosa>
Tolgo la collana, apro il ciondolo e lo avvicino alla webcam.
<lei è...era Mary, non hai avuto la possibilità di vederla>
<siete identiche...riguardo ai tizi che mi hai chiesto di rintracciare non ho ancora trovato nulla rispetto all'ultima volta, continuo a seguirli ma loro cambiano spesso stazione radio>
<non preoccuparti, se non riesci non è importante>
<ne hai parlato con i ragazzi di questa faccenda?>
<si ma i dettagli lì sa solo Diecimila>
<capisco...posso fare qualcos'altro per te?>
<in effetti potresti...non molto tempo fa ho parlato con mio padre e i miei fratelli, mi chiedevo se potresti parlare con loro, dirgli che sto bene, raccontargli di cosa facciamo in modo che non mi vengano a cercare. Però non devi dirgli ne di Mary, ne i dettagli dell'Operazione Morso>
<certamente, sarà un piacere parlare con qualcuno ogni tanto. E non preoccuparti, sarò discreto>
<Grace!> sento chiamare da Doc.
<devo andare, tienici informati> imbraccio il fucile e mi preparo all'evenienza.
<vai, e resta viva>
<contaci> lo saluto con un cenno della mano e corro nella stanza di prima.
<trovato qualcosa?> chiedo a Doc e a Mack, entrambi girati di spalle.
<poca roba ma è ora di rimetterci in marcia> accenna felicemente Doc passandomi quelli che sembrano biscotti, quale celestiale visione.
Monticello, Utah
Con il nostro furgone, puntualmente appena rubato, sfrecciamo nelle praterie tentando di recuperare il tempo perduto con quella sosta alla stazione di prima che, a detta di Cittadino Z, era un centro della CIA.
Io seduta nel retro con le gambe conserte mi godo quel minimo d'ombra creato dal tettuccio dell'abitacolo mentre penso a come se la starà passando Jason a casa, probabilmente addormentato sul suo comodo letto mentre io sono costretta a dormire in un auto da ormai troppo tempo.
Chissà se stanno bene, continuo a ripetermi.
Chissà se Scott sta facendo pratica con la fionda o Jason gli sta insegnando a usare alcune delle mie armi.
Chissà se tornerò mai a casa.
Quell'ultima frase prevale sulle altre, passa da un lato all'altro della mente mettendo in confusione anche i pensieri più reali.
Se fossero morti? Se mi venissero a cercare? Se tornassi a casa e loro non ci fossero?
Mi stendo sentendo una forte stanchezza, do le spalle al cecchino che punta il proprio fucile sulla strada, sempre pronto ad aggiungere qualche zombie al suo conto.
Girata su un fianco ascolto il rumore delle ruote sull'asfalto, vorrei riposare ma qualcosa mi dice di stare sveglia, in allerta.
Seguo il mio istinto chiudendo gli occhi ma restando comunque vigile.
Diecimila spara a qualcosa, o meglio a qualcuno. Mi volto sulla schiena e lo guardo dal basso.
<un altro ragazzino?> chiedo.
<si, è il terzo ormai>
Quella strada era piena di ragazzini zombie, non sto scherzando, abbiamo visto i corpi di almeno altri 3 o 4 di loro già ridotti in carcasse.
È piuttosto inquietante.
Prende di nuovo la mira, passa il dito sul grilletto. <c'è n'è un altro> ma non gli spara.
L'auto rallenta e qualcuno esce dai sedili posteriori, mi metto in piedi affiancando Diecimila che guarda la scena.
Addy di avvicina decisa verso quel ragazzino dallo zaino blu, alza la mazza e fa per colpirlo ma proprio a pochi centimetri dal suo viso si blocca.
Lo fissa immobile senza riuscire a muoversi mentre lui la sta raggiungendo.
<Addy!> urliamo io e Mack sperando di farla tornare in se mentre Diecimila punta il fucile verso lo zombie, prima di poter sparare la ragazza lo colpisce con forza indietreggiando.
Warren la raggiunge, non le lascia dire niente e si sposta urlando terrorizzata.
<che c'è?!>
Sale in auto senza dire nulla.
Ripartiamo subito dopo, nessuno ha capito cosa diavolo sia successo.
Io e Diecimila passiamo il tempo a sfidarci a chi riesce a colpire uno Z da maggiore distanza, inutile dire che mi batte sempre.
Ne avvista un'altro, sembra anche questo un bambino, è il suo turno, guardo nel mirino anch'io e sussulto alla vista di un ragazzo non morto ma vivo e vegeto.
<aspetta!> lo fermo mettendo una mano sul suo fucile <è uno vivo>
<cosa ci fa un ragazzino qui?> domanda abbassando il fucile.
Ci fermiamo, di nuovo.
Sta volta scende Warren, porge dell'acqua al ragazzo che la beve avidamente e la ringrazia, sembra molto educato.
<come ti chiami?> chiede Warren.
<Sam> risponde timidamente.
<tua madre sa che sei qui fuori da solo?>
<si! Mi ha detto lei di andare, vado a trovare mio padre a Salt Lake City>
<non ti conviene, non è più un posto sicuro>
<ma ormai sono grande e potrò finalmente conoscere mio padre! Brendon e Alex sono già lì> piagnucola il ragazzino.
<Sam, Salt Lake City è stata invasa dagli zombie> prova a convincerlo ma sembra irremovibile.
<si certo> fa il ragazzo superandola e ricominciando a camminare.
Warren sembra aver perso le speranze ma a me è venuta un idea, scendo in fretta lasciando il fucile a Diecimila e mi avvicino al ragazzino.
<ciao Sam, io sono Grace...e sai cosa? Hai ragione, sei abbastanza grande per andare da tuo padre>
Lui annuisce contento.
<Di sicuro tua madre sarà qui vicino, vero?>
Fa di si con la testa.
<noi siamo senza cibo ormai, facciamo un accordo, ti va?>
<dipende che accordo>
<tu ci porti da tua madre e appena ripartiremo ti prometto che ti accompagno da tuo padre, come ti sembra?>
Sembra pensarci qualche secondo e poi mi fa un grande sorriso.
<si, grazie Grace! Helen vi darà una mano> e saltando dalla gioia mi avvolge il busto abbracciandomi, presa alla sprovvista guardo interdetta i miei compagni alle spalle del ragazzino che sembrano trattenere delle gran risate.
Sam mi arriva giusto all'altezza del seno, quindi nel stritolarmi diciamo che si è comodamente appoggiato, il che rende il tutto ancora più imbarazzante di quanto già non possa essere.
Appena si sposta Warren lo fa salire insieme agli altri mentre Cassandra viene dietro con noi, anche per via della gamba.
<sei brava con i bambini> dice Diecimila mentre mi aiuta a salire.
<sai com'è, 3 fratelli da sopportare hanno portato a qualcosa>
<e quindi sarebbe questo il posto?> indico i cancelli rinforzati e circondati da grandi rocce, numerosi cartelli "invitano" a non entrare nella zona.
Ci fermiamo davanti ad essi, non sembra esserci nessuno di guardia o in generale, non si sente il minimo rumore.
Mack scende da solo, si guarda intorno puntando una pistola per aria, ma sembra deserto questo posto.
Sto seriamente pensando che Sam ci abbia detto un enorme cazzata finché un rumore metallico tipico dei fucili non mi fa guardare in alto.
Su quelle rocce spuntano una mezza dozzina di donne armate fino ai denti, una in particolare è davvero inquietante con delle trecce bionde non molto lunghe e lo sguardo da psicopatica.
<Andatevene! Non siete i benvenuti> urla una di loro, non riesco a vedere chi.
Io, Diecimila e Cassandra cerchiamo di stare il più nascosti possibile contro il furgone ciò nonostante siamo tutti e tre sotto tiro.
<aspetta, siamo amici! Non vogliamo farvi niente> cerca di dire Mack mettendo via l'arma ma una di loro inizia a sparare, per fortuna non colpendolo.
Diecimila sta per spostarsi per prendere il fucile ai suoi piedi ma lo fermo portandogli le mani sulle spalle e costringendolo a sedersi.
<ma sei scemo?! Quelle lì non si faranno problemi a spararti!>
<dimmi allora cosa hai intenzione di fare!>
<una cazzata, come sempre> sorrido beffarda per la stupida idea che mi è appena venuta in mente.
Mi alzo e salto giù dal furgone tenendo le mani bene in vista.
<ferme! Non sparate!> urlo mentre mi avvicino a Mack.
<sali in macchina> gli sussurro mentre mi metto davanti a lui.
Per fortuna fa come gli dico e non sembra che il gruppo di donne abbia intenzione di uccidermi, per ora.
Mi affianca Warren, probabilmente ha avuto la mia stessa idea.
<non sparate! Abbiamo il vostro ragazzo, vieni Sam!> Roberta fa segno al ragazzino di uscire e con tutta tranquillità si mette fra me e lei.
Le donne abbassano le armi e un'altra donna ordina di aprire il cancello, lei è al di là di quest'ultimo.
Ci viene in contro scortata da altre due ragazze più giovani armate, di uomini non ce ne è traccia per ora.
<signorina Helen! Sono buoni, mi hanno portato fino qui e hanno bisogno di aiuto> corre verso di lei Sam, più che felice di vederla.
Lei invece sembra sorpresa di trovarselo davanti, gli tocca una spalla, una guancia e poi gli fa cenno di entrare e di andare da sua madre.
Questa Helen è una donna autoritaria, forse il capo, con capelli biondi e raccolti in un'accurata acconciatura, alta e in carne, gli occhi scuri e ipnotici nascondono un qualcosa di spaventoso facendola apparire come un demone vestito da angelo.
<grazie per averlo riportato. a volte i nostri ragazzi smaniano per avventurarsi là fuori da soli, ignari del pericolo> spiega Helen.
<avremmo bisogno d'aiuto, se sarete così gentili da offrircene> arrivo al punto per non perderci in chiacchiere.
Guardo Cassandra sostenuta da Doc e le indico la gamba.
<sembra infetta> dice la donna aguzzando la vista e sporgendosi leggermente per guardare Cassandra.
<lo è>
<potrebbe essere pericoloso> aggiunge.
<si, potrebbe>
<va bene, fatele entrare. Ma loro restano fuori, sono ammesse solo donne e bambini> Helen indica i ragazzi alle mie spalle, guardo Warren visto che è lei che comanda, mi annuisce d'accordo con la donna.
<siamo una squadra> aggiungo nel tentativo di farle magari cambiare idea.
<ripeto: solo donne e bambini. Potrete restare 24 ore ma dopo dovrete andarvene>
Vorrei ribattere ma vengo interrotta da Roberta che riprende in mano la situazione.
<è molto gentile da parte vostra> si stringono la mano, "accordo" concluso.
Mentre loro due seguono Helen oltre ai cancelli io torno dietro per prendere le mie armi.
Mi sporgo nel furgone e prendo il fucile però prima di poter andare vengo fermata dalla mano di Diecimila che stringe il mio braccio.
<aspetta> mi volto verso di lui e lo guardo confusa.
<dimmi>
<tieni d'occhio Addy e...non fare cazzate>
<tu pensa a Murphy e non farti uccidere, intesi?> porto lo sguardo sulle donne armate ancora appostate e che ci fissano aspettando solo un piccolo errore per ucciderci.
<intesi> gli do le spalle, scambio un veloce sguardo con Doc e Mack e raggiungo Addy che mi aspetta già dentro le mura.
Il cancello alle nostre spalle viene chiuso e ciò che ho davanti sembra davvero un miraggio.
Sembra davvero di essere in paradiso.
Ci scortano con un'auto fino a delle abitazioni, l'unico rumore che si sente è il cinguettio degli uccelli e un ruscello che passa fra gli alberi.
Ci sono ponti in legno per passare i piccoli corsi d'acqua, panchine e giochi per bambini.
Questi ultimi corrono tranquilli sui prati sotto il vigile occhio di alcune donne, forse le loro madri.
Una ragazza che avrà pochi più anni di me aiuta Cassandra e la porta in infermeria, una dolce bambina dai capelli scuri e lunghi si avvicina a Addy e le prende la mano trascinandola verso gli orti, lei sembra davvero felice della compagnia della piccola.
Rimaniamo solo io e Warren, Helen ci fa fare un giro del posto passando prima per il grande orto e poi sulla riva di un ruscello fino a una baita in legno.
<produciamo tutto noi. Frutta, verdura, medicine come la penicillina che è quella che serve alla vostra amica poi abbiamo anche mucche e polli da cui ricaviamo uova, latte, burro e molto altro> spiega lasciandoci sbalordite.
<sembra davvero perfetto>
<lo è. Comunque Kayla vi mostrerà dove potrete darvi una ripulita e vi darà dei vestiti puliti, spero che vi uniate a noi per pranzo> sorride cortesemente.
<sarà un piacere>
Helen indica una ragazza fuori dalla baita davanti a noi.
Dopo esserci date una più che bella ripulita raggiungiamo tutta la comunità che si è riunita davanti a casa di Helen per pranzare.
Cassandra ed Addy ci fanno segno di raggiungerle dal fondo del tavolo dove ci sono giusto due posti per me e Warren.
<come ti senti?> chiedo a Cassandra appena mi siedo di fianco a lei, le altre invece sono davanti a noi.
<molto meglio, quella roba che mi hanno dato fa miracoli, giuro> esclama entusiasta.
<ottimo! Avete visto un po' questo posto? Sembra davvero bello qui> dice Addy.
<si ma ti ricordo che l'apparenza può ingannare> non vorrei che andasse a finire come nel Missouri con Garnett.
<parliamo d'altro, che ne dite?> propone Cassandra iniziando a mangiare.
<del tipo?> domanda Warren.
Dall'espressione compiaciuta di Addy capisco che l'è venuta un idea, una pessima idea.
<di Grace e Diecimila, ad esempio>
Di poco non sputo l'acqua che ho in bocca.
<non c'è niente da dire> affermo per l'ennesima volta, possibile che mai nessuno mi ascolti?
<oh andiamo! Non dire cazzate, lo abbiamo visto tutti. Se me ne sono accorta io che sono stata via per settimane figuriamoci a cosa avranno assistito loro> Addy indica le altre che si scambiano uno sguardo di intesa.
<in effetti non puoi negare che qualcosa sia successo, in più occasioni vi abbiamo beccati e sembravate più che intimi> ammicca Warren reggendo il gioco alle altre.
<intimi?! Io direi 'situazioni imbarazzanti o di alto disagio' mi sembra più corretto> quasi urlo beccandomi un paio di occhiatacce.
<c'è feeling tra voi due>
<ah si? E per cosa, solo perché usiamo le stesse armi? E poi 'feeling'? Ma che razza di parola è 'feeling'!>
<te l'ho detto tempo fa, tra voi due c'è uno strano rapporto, a volte non vi serve parlare e riuscire a capirvi solo con gli sguardi>
<è allora? Siamo amici, non c'è bisogno di ingigantire la cosa. È come se io andassi a dire che fra Roberta e Murphy c'è qualcosa> faccio uno stupido esempio che fa scoppiare a ridere le tre donne.
<oh dai, non c'è paragone e comunque non c'è niente di male se vi doveste piacere> si aggiunge di nuovo Warren molto che pare molto più interessata dalla conversazione.
<ti prego Roberta almeno tu! Non mettetemi cose in testa che non stanno né in cielo né in terra> quasi mi metto a implorare, sta diventando davvero snervante.
<come vuoi però voglio sapere solo una cosa...c'è mai stato un bacio?> probabilmente sente la ragazzina che è in lei fare capolino sulla serietà mandandola a puttane.
<no e mai ci sarà>
<che peccato...> sussurra Cassandra, le tiro una gomitata.
Poco prima di finire di pranzare Cassandra mi ha chiesto di accompagnarla di nuovo in infermeria quindi ora sono qui, seduta su una comoda poltrona mentre una ragazza le medica la gamba.
Entra Warren, da sola, la ragazza se ne va lasciandoci sole.
Warren si avvicina e si china verso di noi bisbigliando per non farsi sentire.
<prima ho parlato con una signora, suo figlio è poco più grande di Sam e non è qui. Indovinate perché>
<è andato a Salt Lake City a trovare suo padre, o almeno è quello che vogliono fare credere> sussurra a sua volta Cassandra.
L'idea che quelle donne caccino i loro stessi figli è disumana, come potrebbero mai farlo e soprattuto perché?
<le ragazze posso restare ma i ragazzi se ne devono andare appena compiono 13 anni, me l'ha detto lei> specifica sempre Warren.
<mi sembrava troppo perfetto questo posto> accenno sospirando, possibile che certa gente abbia queste idee folli?
<quindi? Cosa facciamo ora?> domando.
<io parlerò con Helen, Cassandra tu pensa solo a riposarti e Grace tu perlustra la zona, dobbiamo avere una via di fuga in caso si metta male>
<e Addy? Dov'è?> guardo verso la porta ma di lei non c'è traccia.
<è ancora con quella bambina di prima, pare si stia trovando bene>
Arriccio il naso, è meglio che non si abitui troppo a questo posto, entro domani dovremo andarcene.
Prendo il fucile e lo metto in spalla, esco dalla baita e percorro una delle tante stradine che portano al piccolo parco giochi.
Mi fermo sopra a un piccolo ponte dove sotto passa un ruscello, appoggio le braccia alla ringhiera a guardo il corso d'acqua, la superficie fa delle increspature a ogni folata di vento rivelando il fondale composto da sassi.
<è rilassante, vero?> chiede una donna alle mie spalle.
Mi volto e incontro lo sguardo di Helen.
<si molto> torno a guardare l'acqua, assorta nei miei pensieri.
Spero che se ne vada ma ha l'aria di una che ha da dire qualcosa.
<sai prima ho parlato un po' con Addy, la tua amica. Mi ha raccontato di tutte voi, del vostro gruppo e cose di questo tipo>
Mi volto di nuovo verso di lei dando le spalle al ruscello.
<mi ha parlato molto di te e della tua storia, per quel poco che sa, ha specificato che sei una ragazza molto riservata>
<è così e ci tengo a rimanerlo> le lancio uno sguardo di sfida che però ignora totalmente.
<non voglio di certo metterlo in dubbio. Ti ha descritta come una ragazza forte, intraprendente, altruista e alle volte anche testarda ma...>
<ma?>
<si è confidata con me su quello che vi è successo a Philadelphia, dei cannibali, di Tobias, quel che quegli uomini vi hanno fatto, c'eri anche tu non è vero?>
La guardo perplessa, perché Addy le ha parlato di quelle cose ma soprattutto perché mi ha messa in mezzo? Non ho già abbastanza problemi di mio?
<si ma l'ho superato grazie a Diec-. Grazie a Addy e gli altri> mi sono fermata giusto in tempo per non dire il suo nome, a quel punto non so cosa avrei fatto.
<stai mentendo sia a me che a te stessa. Lo so che hai incubi tutte le notti, che ti svegli di soprassalto in preda a ricordi terrificanti, so della tua famiglia, di tua madre e dei tuoi fratelli, di Mary e di tutto quello che ti è accaduto in questi mesi da quando sei con loro. Sono a conoscenza dei particolari di come hai ucciso tua sorella e tua madre e delle torture che i cannibali ti hanno inflitto>
Per un attimo rivedo Tobias, guardarmi con quegli occhi che facevano rabbrividire, poi anche gli uomini che mi hanno picchiata, percepisco il dolore di tutti quei calci, pugni, schiaffi, le loro mani addosso e tutto quel sangue, non solo il mio ma anche quello di persone innocenti, vittime di quegli psicopatici.
Dopo qualche secondo torno in me.
<non sono affari tuoi, se sto male mi passerà. Chi è morto resta morto, quel che abbiamo passato non si può cambiare e ci ho imparato a convivere. Non so perché Addy te lo abbia detto ma ripeto: non sono affari tuoi> rispondo freddamente sperando che il concetto sia arrivato.
<perché si preoccupa per te e perché ha visto in questo posto una possibilità per ricominciare, non solo per lei ma anche per te>
La guardo negli occhi tremando di rabbia e stringendo i pugni per cercare di controllarmi.
<in questo posto io vedo solo delle donne spaventate e che si segregano dal resto del mondo, che pensano che tutto questo sia solo colpa degli uomini, voi cacciate i vostri stessi figli mandandoli a morte certa, probabilmente avete ucciso tutti gli uomini che erano rimasti. Credete di essere forti e al sicuro ma siete deboli, voi non sapete quanto. Vivete in un castello di carte, meraviglioso all'apparenza ma che con un po' di vento crolla. Non mi aspetto che tu mi ascolti ma almeno non mettere in testa a me o ad altre donne cose che non stanno né in cielo né in terra. Non posso nemmeno immaginare cosa ti abbia spinta ad avere un atteggiamento del genere, cosa ti stia costringendo a manipolare queste persone e a provare a proteggerle ma almeno abbi la decenza di lasciare a ognuna la propria scelta senza influenzare nessuno> mi ritrovo ad urlare con tutto l'odio che ho in corpo, mi aspetto che si arrabbi, che inizi ad urlare e che magari mi cacci da questo posto ma inaspettatamente sorride compiaciuta.
<Addy mi aveva avvertita, sei una ragazza forte e con la testa a posto. Non ti fai condizionare dagli altri e questo potrebbe essere utile sai? Qui c'è posto per te se vorrai rimanere, potrai tornare a vivere normalmente e dimenticarti di quel che c'è là fuori. Come hai detto tu non sai la mia storia ma posso assicurarti che non è diversa dalla tua, possiamo aiutarti a superare tutto questo, ho visto delle potenzialità in te>
<non sono interessata mi disp-> non finisco la frase che un rumore di ruote ci fa voltare verso la strada qui accanto.
<adesso ti mostrerò cosa facciamo> dice fiera andando verso il veicolo da cui scendono due donne che accompagnano una terza, solo a guardarla capisco che è terrorizzata a morte.
La seguo ma rimango in disparte confondendomi fra le persone radunate ai margini della strada.
La ragazza dice di chiamarsi Alexa, Helen le da il benvenuto assicurandole di essere al sicuro.
Poi dal retro scendono tre donne armate che trascinano un uomo che prova in tutti i modi di ribellarsi insultandole e tirando calci che però non colpiscono altro che l'aria.
Mentre Alexa continua a piangere sulla spalla di Helen, quest'ultima si volta verso di noi e in particolare punta lo sguardo su di me.
<è questo che facciamo noi, forniamo un posto sicuro dal mondo creato dagli uomini, un mondo distruttivo e violento che trova noi come vittime! In più consegnamo i colpevoli alla giustizia, facciamo loro ciò che farebbe a noi!>
Si volta di nuovo verso l'uomo e dà l'ordine di portarlo via, viene spinto fino a poco lontano seguito da tutte le donne che si erano fermate.
Helen viene da me con fare compiaciuto per il discorso appena fatto.
<dovresti assistere, potrebbe farti cambiare idea>
<cosa gli succederà?> chiedo.
<giustizia, solo la pura giustizia>
Decido di seguirla, tutti sono riuniti davanti a una specie di fienile le cui porte sono chiuse da due grosse sbarre di metallo, da dentro arrivano dei versi davvero inquietanti.
Non faccio in tempo a chiedere spiegazioni che Helen si precipita davanti a tutte, prende un bastone elettrificato e lo porge alla ragazza nuova, Alexa.
Lei lo prende con diffidenza ma dopo essersi scambiata uno sguardo con Helen lo punta verso l'uomo che ha le mani legate dietro alla schiena.
Due ragazze armate tolgono le sbarre dalla porta e ne aprono solo un anta, non riesco a vedere cosa ci sia dentro così mi sposto.
Nello stesso momento Alexa colpisce alla schiena l'uomo che viene spinto dentro al fienile per colpa delle scosse elettriche, lui inizia ad urlare non appena ci mette piede rivelando davanti a se un orso zombie.
Indietreggio spaventata da quell'essere, le porte vengono chiuse alle sue spalle e ora si sentono solo le sue grida di dolore.
Nessuna delle donne ha fiatato, deve essere di routine in questo posto.
Vedo Warren venirmi in contro, la raggiungo vedendo nella sua espressione solo dello stupore, io invece sono letteralmente terrorizzata.
<io non resto qui dentro, non mi interessa quanto bello possa sembrare> le dico appena ce l'ho davanti.
<lo so, non ti preoccupare ci penso io a Addy e Cassandra, tu vai dagli altri e digli quel che abbiamo visto>
<okay ma fai attenzione, sono delle psicopatiche> indico Helen che sta parlando allegramente con delle bambine.
Warren annuisce, mi abbraccia di sfuggita e mi fa segno di andare.
Raggiungo i cancelli, le donne che stanno di guardia li aprono guardandomi torva, finalmente esco da quella gabbia di matti e raggiungo il furgone.
Hanno allestito una specie di tenda dove è evidente che ci sia solo Murphy, il resto di loro sono nel retro dell'auto e per riparasi dal sole hanno attaccato un telo con due aste di metallo.
<dobbiamo andarcene al più presto> comunico prendendoli di sorpresa, Doc e Mack sobbalzano dallo spavento mentre Diecimila pare semplicemente confuso.
<perché? Cosa è successo?> chiede Mack, sicuramente sta pensando a Addy.
<quelle là dentro sono fuori di testa, ve lo dice una che di psicopatici ne ha incontrati> metto il fucile nel retro sedendomi poi fra Doc e Diecimila.
<cosa hai visto?> insiste ancora Mack.
<Helen ha provato a farmi il lavaggio del cervello usando il mio passato contro di me partendo dalla mia famiglia fino a Philadelphia>
<ma come faceva a sapere quelle cose? Non l'avevi mai vista prima no?>
<Addy, gliele ha dette lei credendo di farmi del bene> abbasso lo sguardo per non incontrare quello del biondo, abbiamo tutti capito che Addy ormai è sotto il controllo di Helen e che la sta manovrando a suo piacimento.
<in più abbiamo scoperto che mandano via tutti i bambini maschi non appena compiono 13 anni, per questo Sam era per strada>
<Dio ma sono davvero psicopatiche...hai ragione, ce ne dobbiamo andare> afferma Doc prima di scendere dal furgone e andare verso la tenda di Murphy, seguito poi anche dal ragazzo.
<c'è qualcos'altro, vero?> domanda Diecimila.
<si...mentre stavamo parlando sono arrivate alcune del suo gruppo e hanno portato una ragazza nuova. Con lei c'era un uomo che le aveva fatto del male e loro lo hanno giustiziato>
<davanti a tutti?> domanda sbalordito.
<più o meno. Lo hanno portato in un fienile dove c'era una specie di orso zombie e l'hanno chiuso lì dentro> mi trema la voce e non solo quella, porto le ginocchia al petto e mi appoggio con la schiena all'auto.
<E Murphy? È troppo impegnato a poltrire invece che farsi tenere d'occhio?> domando guardando verso la sua tenda.
<oh fidati che è in compagnia> lo guardo confusa.
<cosa?>
<sai la donna bionda con occhi azzurri e da psicopatica?>
Annuisco, è la stessa che fino a qualche ora prima ci puntava addosso un fucile.
<bene, è lì dentro da quasi un ora. Non voglio sapere cosa stanno facendo> specifica storcendo il naso.
<sinceramente spero solo che non la metta incinta, immaginati un piccolo Murphy come dovrebbe essere> l'idea di un bambino idiota e arrogante come lui non è di certo piacevole.
Il solo pensiero fa ridere entrambi.
Sento un improvvisa stanchezza addosso, mi sdraio, Diecimila mi fa segno di appoggiarmi a lui e lentamente mi addormento, con la testa sulle sue gambe e una mano che mi accarezza i capelli.
Diecimila POV'S
La faccio sdraiare sulle mie gambe, è terribilmente stanca e non ci vuole un genio a capirlo.
Si addormenta subito, le passo una mano sui capelli, giocandoci.
Adoro guardarla dormire, ha sempre quel sorrisetto sulle labbra che la fa sembrare una bambina.
La ragazza che fino a poco prima era con Murphy va verso i cancelli che vengono aperti non solo per far entrare lei ma anche per far uscire due auto.
Una delle due si ferma davanti a noi, Doc e Mack vanno incontro a Warren che però non si ferma e viene da me.
<sta bene?> indica Grace che non si è accorta di niente.
<si era solo stanca, perché?>
<era terrorizzata quando le ho detto di venire da voi, quella psicopatica di Helen le ha ricordato di Tobias> guarda di sfuggita alle sue spalle dove da sopra l'auto che l'aspetta intravedo quella donna che di normale ha ben poco.
Si scorge dal posto del guidatore per vedere oltre alle spalle di Warren e appena si accorge che è Grace scende venendo verso di noi.
<sta arrivando> la avviso.
<tienila al sicuro lontana da quelle donne, ho già dei problemi con Addy e non voglio che ci finisca in mezzo anche lei, di nuovo> detto questo si volta e raggiunge Helen facendola tornare alle auto.
Appena partono mi raggiungono sia Mack che Doc.
<ti ha detto dove stanno andando?> domanda Mack.
<no, ha detto di tenerla lontana da loro e che ha avuto dei problemi con Addy ma non ha specificato quali>
<giuro che se la stanno convincendo a rimanere mi incazzo> urla Mack.
<fa piano Mack!> porto lo sguardo da lui alla ragazza soffermandomi su di lei.
<scusa, hai ragione>
È passata quasi un ora, le due auto sono appena rientrate, sono riuscito a vedere Addy di sfuggita e Warren prima che venisse da noi.
<quindi? Cosa avete fatto?> domanda impaziente Mack.
<siamo tornate dove avevano trovato quella ragazza e Helen ha fatto giustiziare uno di quegli uomini a Addy lasciando gli altri in balia dello zombie> spiega brevemente.
<devo vederla>
<non è in un buon momento> cerca di convincerlo ma non vuole sapere ragioni.
<non mi importa, le farò cambiare idea!>
<Tobias> sento sussurrare, tutti guardiamo Grace che ha iniziato a tremare e ad agitarsi nel sonno.
<no...Tobias...>
<Grace! Non è reale> cerco di svegliarla ma non smette di muoversi, di poco non mi ha tirato uno schiaffo e sono costretto a bloccarle le mani.
Mi avvicino di più scuotendola con una mano e per fortuna riesco a svegliarla.
Subito si sposta disorientata, prende grandi boccate d'aria e ci guarda confusa.
<hai visto cosa le hanno fatto? Io vado a prendere Addy, non mi interessa quel che possono dirmi> Mack si allontana con Warren e Doc che cercano di trattenerlo, si mettono tutti e tre ad urlare ma non riesco a capire tutto il loro discorso, preferisco lasciar perdere.
<stai bene?> le chiedo voltandomi verso di lei.
Annuisce ma riesco ancora a vedere il terrore nei suoi occhi.
Non è la prima volta che ha questi incubi e non è nemmeno la prima volta che dice di star bene nonostante si veda che stia male.
<okay> mi limito a rispondere provando ad essere impassibile.
Mack torna indietro imprecando mentre Doc a stento trattiene la sua preoccupazione verso Addy e Cassandra, ancora chiuse là dentro.
Warren è tornata nella comunità per convincere Addy a venire con noi, sperando che le dia ascolto.
Tengo d'occhio Grace che sembra ancora un po' scossa anche se non vuole darlo a vedere, non si è accorta che la sto osservando, è troppo impegnata a giocare con un coltello.
Dopo una buona mezz'ora di silenzio scende con disinvoltura dal furgone e mi rivolge un veloce sguardo.
<vado...vado a fare un giro> indica un punto a caso alle sue spalle.
La guardo allontanarsi.
Dovrei seguirla? Ho una bruttissima sensazione.
Grace POV'S
Non so bene che direzione ho preso ma ho davvero bisogno di schiarirmi le idee.
Dopo mesi ero riuscita a non avere più quegli incubi ed ora per colpa di quella donna sono punto e a capo.
Il solo pensiero che Addy possa voler rimanere con queste persone mi mette angoscia, in queste settimane deve essere successo davvero qualcosa di brutto per averla resa così vulnerabile.
Dopo essermi riposata qualche minuto su delle rocce mi preparo a tornare dagli altri, da un momento all'altro potremmo dover ripartire.
Prima ero così frastornata che mi sono pure dimenticata di prendere il fucile.
Non ho nemmeno il tempo di superare le rocce che vengo spinta a terra.
Mi volto in tempo per vedere un uomo ricoperto di sangue ma prima di poter dire qualsiasi cosa mi copre la bocca con una mano mentre porta l'altra al collo facendomi alzare di forza.
<se provi ad urlare ti ammazzo, chiaro?>
Provo in tutti i modi a liberarmi ma stringe le dita intorno al collo impedendomi di respirare.
<chiaro?!> urla in altra volta, annuisco ripetutamente finché non mi molla tenendomi però le mani bloccate dietro alla schiena.
<adesso andiamo dal tuo capo e forse non ti farò niente> sussurra con malizia lasciando trasparire tutte le sue cattive intenzioni.
Sicuramente pensa che io stia con Helen, il che potrebbe essere un problema visto che sono praticamente scappata dalla sua comunità.
Appena arriviamo davanti ai cancelli le donne che stanno di guardia puntano le armi verso l'uomo, il problema è che ci sono di mezzo io.
Riesco a liberare una mano, sto per prendere la mia pistola ma mi afferra il polso stringendolo così forte che potrebbe rompermelo da un momento all'altro.
L'arma cade a terra mentre continua a stringere la presa, fa scivolare l'altra mano dalla bocca sul collo fino al petto soffermandosi sul seno.
<stai calma dolcezza che a te ci penso più tardi> sussurra in un sibilo, rabbrividisco al solo pensiero.
<dov'è la donna alta, il capo. Voglio solo parlare in amicizia!> urla l'uomo assordandomi.
<sparategli> ordina Helen dall'alto.
L'uomo precede la sua mossa lasciandomi il polso e puntandomi una pistola alla tempia, mantiene però la mano sul petto spingendomi contro di lui.
<ho il grilletto molto veloce, se mi sparate lei muore prima che io cada a terra> minaccia togliendo la sicura.
Guardo verso Helen che sta evidentemente pensando ma in questi casi non si deve pensare, si deve agire.
<non mi lasciate altra scelta! 5...>urla iniziando a contare.
<4...> guardo verso Helen che non sembra voler far niente.
<3...> provo a liberarmi ma finisce con stringermi una mano al collo.
<2...> chiudo gli occhi pronta all'inevitabile.
Uno sparo e cado a terra.
<1> sussurra Mack con ancora il braccio alzato all'altezza dell'uomo, butta l'arma vicino al cadavere mentre i cancelli si aprono.
Solo ora mi accorgo di non essere finita effettivamente a terra ma fra le braccia di Diecimila che continua a stringermi.
Ancora stordita dallo sparo lo guardo, sento gli occhi diventare lucidi e la vista annebbiarsi.
Lentamente il fastidioso fischio si attenua e riesco a sentire tutti loro discutere non molto amichevolmente, sono uscite anche Warren e Cassandra o meglio, sono state spinte fino si cancelli e poi si sono messe ad urlare contro Helen.
Mi alzo a fatica aiutata da Diecimila che mi regge per un fianco, andiamo nel furgone fermo al ciglio della strada e saliamo nei sedili posteriori.
Chiude la portiera alle sue spalle e poi si volta verso di me, credo che stia per farmi la solita stupida domanda che invece fortunatamente non arriva.
Mi avvolge le spalle con le braccia facendomi avvicinare così tanto che se mi sporgessi leggermente gli cadrei in braccio.
Fa scivolare le mani fino ai fianchi e mi solleva facendomi sedere sulle sue gambe.
Lascio cadere la testa sulla sua spalla nascondendoci il viso che lentamente si bagna di lacrime mentre con una mano accarezza la gamba.
Ignoro tutto ciò che ci circonda finché uno sparo non mi riporta violentemente alla realtà.
Ci guardiamo confusi e un attimo dopo tutti salgono, Doc mette in moto e partiamo senza dire una parola.
<Addy, Mack e Warren?> domando a Cassandra, seduta di fianco a me.
<Mack e Warren sono dietro, Addy non verrà>
<come no? Non possiamo lasciarla con quelle persone!>
<se ci avvicineremo di nuovo quelle ci spareranno esattamente come hanno sparato a Mack!>
<hanno sparato a Mack?!> urliamo all'unisono io e Diecimila, ci scambiamo un fugace sguardo e poi torniamo entrambi a guardare Cassandra.
<si alla spalla, non è nulla di grave ma Addy non ne ha voluto sapere di venire con noi>
Mack urla a Doc di fermarsi ma lui segue gli ordini di Warren e continua ad allontanarsi.
Poi però anche Warren gli urla di fermarsi, appena si ferma scendiamo tutti a vedere che sta succedendo.
Mack si è buttato dal furgone e ora sta tornando da Addy, Warren prova a fermarlo ma lui le punta la pistola al petto.
Lo lascia andare, appena scompare fra la vegetazione si sentono degli spari poi altri indirizzati a noi, corriamo sul furgone e ripartiamo.
Warren impreca mentre Cassandra al suo fianco fa passare lo sguardo da me al ragazzo seduto sotto di me.
<tieni> mi da la mia pistola, nella confusione di prima mi ero scordata di prenderla.
<come ti senti?> indico la gamba.
<meglio, tu?>
<meglio> sorrido mentre la mano di Diecimila torna a stringere la mia, nascosta da occhi indiscreti.
Non doveva andare a finire come nel Missouri, noi non lasciamo mai nessuno indietro, sta volta però è successo ed ora siamo rimasti in 6.
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