Capitolo 1
Il sole sta sorgendo e ancora non riesco a trovare Mary.
Ho perlustrato tutto il perimetro di questo piccolo centro commerciale ma niente, solo zombie qua e là e sto anche per finire le munizioni.
Salgo sul tetto nella speranza di vederla e per attirare meno Z.
Sul retro c'è una scala a pioli in metallo che porta direttamente sopra ai negozi disabitati.
Sono stanca, non dormo da due giorni e ho quasi finito il cibo; non ho la minima intenzione di entrare in una struttura dove ci possono essere dozzine e dozzine di zombie da sola e senza munizioni.
Lascio cadere lo zaino e mi ci butto sopra sbuffando, l'apocalisse è noiosa.
Lo apro e metto in ordine ciò che mi è rimasto.
Da mangiare ho solo dei crakers e pochi biscotti mentre il bere non è un problema.
Rimetto tutto in ordine e allaccio la felpa sui fianchi, la pistola è nella fodera attaccata alla cintura e il fucile è per terra insieme alla dozzina di proiettili rimasti.
Bevo e mi preparo per cercare ancora Mary, forse mi conviene entrare a dare un occhiata.
Mi preparo.
C'è qualcosa di strano.
Sento dei rumori ma non di zombie.
Ruote.
Umani che parlano.
Mi sporgo sul lato che da sull'entrata e vedo un pick-up nero opaco.
Alla guida c'è una donna di colore, a fianco un uomo bianco dai capelli scuri e riccioluti, non riesco a vedere nei sedili posteriori ma dietro, nella parte aperta, c'è un ragazzo.
Bianco, tenebroso, capelli scuri e sta imbracciando un fucile.
Di fianco a lui un uomo anziano con capelli e barba lunghi e bianchi gli parla e ride, non è una minaccia.
Arrivano davanti alla palazzina e si fermano, riesco a sentirli.
<cerchiamo del cibo, carburante e acqua, se trovate qualcos'altro d'utile avvisatemi> è l'uomo riccio credo.
<come una doccia visto che non guasterebbe>
Chi è? Uno di quelli nei sedili posteriori... alto, bianco, disarmato e sarcastico, viene tenuto d'occhio dalla donna di colore.
<smettila di lamentarti e cammina> ragazzo biondo, bianco e affiancato da una ragazza rossa, avranno più o meno la stessa età.
<Cassandra, Diecimila e Doc andate in perlustrazione. Io, Garnett e gli altri controlliamo da questa parte e nel parcheggio la in fondo. Se succede qualcosa, correte e sparate> la donna nera è autoritaria, mi piace.
<si capo> il vecchio, simpatico.
Mi affaccio e li vedo dividersi.
Il ragazzo tenebroso li guida. La ragazza, Cassandra, mi sembra di conoscerla. Ha lineamenti asiatici e la pelle più scura, l'ho decisamente vista da qualche parte.
Controllo di avere tutto: pistola alla cintura, coltello alla caviglia, fionda in tasca, zaino e fucile in spalla.
Un orda di zombie si avvicina da ovest, non sembra che il tenebroso li abbia visti, prendo la mira.
Eccoli.
Manca poco.
Sentono le voci dei 3 e iniziano a correre.
Il ragazzo se ne accorge e spara a due di quelli con un solo proiettile, ci sa fare.
Il vecchio ha una pistola minuscola, all'inizio credevo fosse finta.
La ragazza ha un coltello e una calibro 45 ma non sembra molto pratica con i coltelli.
5 zombie si fiondano su di loro, perché gli altri del gruppo non sono ancora arrivati?
Il ragazzo è alle prese con uno di loro, il vecchio spara a uno e l'altro lo infilza con una spranga e la ragazza accoltella quello davanti a lei.
Il quinto, dove è il quinto?
Mi alzo in piedi sul cornicione e lo avvisto, dietro all'asiatica, a pochi metri dal suo corpo.
Prendo la mira e prego che non si sposti.
Premo il grilletto.
Lo zombie cade e lei guarda verso il tenebroso che però si è già accorto di me e mi fissa.
Intensamente.
Sento la pelle bruciare sotto il suo sguardo.
Mi giro e corro verso il cornicione opposto.
Guardo di sotto e vedo un balcone, di un ristorante probabilmente.
Prendo le misure e butto sia lo zaino che il fucile.
Faccio un respiro e mi butto.
Atterro e rotolo di lato.
Mancano circa 5 o 6 metri e sono a terra.
Intravedo un'asta, di quelle per le insegne, è circa a metà fra me e il terreno.
Un po' di fortuna e sono giù.
Butto di nuovo a terra il mio equipaggiamento e prendo la rincorsa.
Il vuoto.
La afferro con una mano.
L'altra scivola ma mi riaggrappo subito.
Mi dondolo un po' e mi lascio cadere.
Prima di toccare terra mi sbilancio e cado sulle ginocchia scoperte.
<merda> sussurro.
Rialzandomi noto che la sinistra sanguina.
Slego dallo zaino la bandana bianca e la lego stretta sul ginocchio.
Recupero lo zaino e il fucile e corro verso il magazzino che stava a sinistra.
Prendo già la mira per sparare a chiunque mi intralci. Devo trovare Mary.
Avanzo lentamente sperando di trovarla ogni qualvolta io volti lo sguardo ma niente, si è volatilizzata.
Ormai sono all'angolo, se lo volto e ci sono i ragazzi di prima spero solo che non mi sparino, se ci sono degli Z li uccido io per prima.
Un respiro profondo.
Scatto in avanti con la stessa frenesia di quando ho ucciso il primo non-morto.
Loro sono di spalle.
Non mi hanno sentita, sono molto silenziosa.
Avanzo di qualche passo.
Sento un verso dietro di me.
Troppo vicino per usare il fucile.
Lancio il fucile, mi abbasso e prendo il coltello, mi alzo e lo colpisco in testa.
Il suo sangue mi inonda le mani e le braccia sporcando la bandana legata al polso.
Tolgo il coltello e mi giro per riprendermi il fucile.
Mi fissavano.
<ragazzo avevi ragione, quella ci sa fare> il vecchio mi guarda da capo a piedi fermandosi sul ginocchio che era fasciato.
<sei ferita?> domanda sempre il vecchio.
<non è niente> rispondo senza tanti giri di parole.
Faccio un passo verso di loro e solo allora mi rendo conto di stare zoppicando.
<mi sembra un po' più di 'niente'>
Si avvicina ma il ragazzo lo ferma.
<aspetta. Prima giù le armi>
<che cosa?> era come chiedermi di spogliarmi davanti a tutta la scuola.
<hai capito bene> mi punta contro il fucile, è simile al mio se non identico.
Butto a terra il fucile, il coltello e la fionda che sporgeva dalla tasca.
Mr Tenebroso fa cenno al vecchio di avvicinarmi.
<calmati ragazzo, è solo una ragazza>
Il vecchio mi aiuta a sedermi e mi toglie la bandana.
<è un bel taglio>
<sei un dottore?>
<una specie>
<che sarebbe a dire>
<uno psichiatra bravo coi farmaci>
Sorrido, mi fa ridere, non rido da così tanto.
<hai del disinfettante o qualcosa del genere?>
Mi chiede il "dottore"
<oh, qualcosa di meglio>
Tolgo lo zaino dalle spalle e prendo una delle bocciettine di vodka che tenevo per questi casi.
<l'acqua santa>
Rido di nuovo finché il liquido non scivola nella ferita facendomi gemere dal dolore.
Stringo i denti e i pugni.
Mi allaccia di nuovo la bandana.
<ho finito, qualche giorno e tornerà come nuovo>
Mi alzo e mi rimetto in tasca la fionda, il coltello negli anfibi e il fucile sulla spalla.
<avete per caso visto una ragazzina con i capelli lunghi e biondi e gli occhi verdi? Ha una giacca rossa e le scarpe lilla>
<come quella la?> indica l'asiatica.
Mi giro e vedo lei.
Mary. La dolce e piccola Mary.
Zombie.
Per un attimo vedo sfuocato, poi con le lacrime agli occhi mi avvicino a lei cautamente.
<Mary sono io, Mary se sei lì dentro ascoltami>
Lei mi guarda con occhi vuoti.
Ha un grosso morso sul collo che espone i muscoli, ho la nausea.
Sembra catatonica, come se non mi vedesse.
Faccio un passo avanti e sento qualcosa spezzarsi sotto il mio piede, abbasso lo sguardo e vedo uno stupido ramoscello.
Lei scatta in avanti, mi sposto e la schivo, finisce contro il muro e trovo il tempo di prendere il coltello dal piede.
Corro verso di lei e la blocco, sto per trapassarle il cranio ma mi spinge indietro, è più forte della mia Mary.
Cadiamo sul terreno, lei è sopra di me, cerca di mordermi ma il mio braccio sotto al suo mento la blocca.
Riesco a ribaltarla e a finire sopra di lei, sento le sue mani sulla mia schiena che cerca di graffiarmi ma non ci riesce.
<mi dispiace, ti concedo la grazia> sussurro.
La colpisco in fronte.
Le sue mani scivolano lunga la mia schiena, lungo i miei fianchi fino a terra.
Lentamente estraggo il coltello pieno del suo sangue e lo faccio cadere di fianco a lei.
Mi passo una mano tra i capelli e mi giro verso gli altri.
<la conoscevi?> chiede il tenebroso.
<Si>
Mi volto dando loro le spalle.
Torno a guardarla.
Ero ancora seduta sul suo corpicino ormai deformato.
La sollevo dalla schiena e la abbraccio un ultima volta.
Dopo quei 5 secondi interminabili mi stacco e faccio ciò che faccio sempre: controllo le tasche, lo zaino, ogni posto dove può avere qualcosa di utile.
Lei aveva soltanto due coltelli, acqua, corda e qualcosa da mangiare; se le avessi riempito troppo lo zaino non sarebbe riuscita a correre veloce, quindi ho tenuto io la maggior parte della roba.
Una volta preso tutto ciò che le rimaneva mi alzo, metto tutto nello zaino e poi mi avvicino di nuovo.
Sposto i suoi lunghi capelli indietro per scoprire il suo ciondolo, lo prendo e lo metto in tasca.
Come ultima cosa faccio il rito di famiglia: prendo il coltello e mi faccio un taglio sulla mano non troppo profondo, faccio una X sulla sua guancia e ci faccio cadere sopra qualche goccia del mio sangue poi strappo un lembo della bandana che ho al polso e glielo chiudo nella mano.
Mi asciugo la mano e le lacrime con l'altra mano.
<addio sorellina, ti voglio bene> sussurro così che nessuno possa sentirmi.
Mi giro e sono ancora lì, tutti, che mi fissano.
Mi alzo in piedi.
<come ti chiami?> il vecchio ancora.
<Grace> mi avvicino a loro cercando di zoppicare il meno possibile.
<io sono Doc, la ragazza è Cassandra e il ragazzo è Diecimila>
Mi fermo a guardarlo. Diecimila? Non può essere il suo vero nome.
Faccio un cenno con la testa e sorrido appena, solo con le labbra.
<sei già entrata nei negozi qui?>
<no, da sola era impossibile, è troppo grande e stavo cercando mia sorella>
<allora vieni con noi, potresti trovare qualcosa di utile>
Annuisco e li seguo.
<Cassandra dalle una mano> il vecchio parla molto, troppo per i miei gusti.
Lei si avvicina e mi prende un braccio per passarselo dietro alla nuca.
<grazie> mi sussurra Cassandra.
<tranquilla>
Ci incamminiamo verso il lato anteriore dello stabilimento, Diecimila e Doc vanno apposta più piano.
Arrivati dal loro pick-up vediamo il resto del loro gruppo che corre verso di noi.
Cassandra mi lascia e io metto meglio il fucile sulla spalla visto che sta per cadermi.
<state tutti bene?>la donna di colore.
<si grazie a lei> e Cassandra mi indica.
Il riccio e la donna mi guardano, resto impassibile e tengo la mano sulla corda del fucile.
<Grazie>
<dovere, comunque dobbiamo entrare adesso, abbiamo poco tempo per trovare ciò che vi serve>
<perché? E come sai che ci serve qualcosa?>
<vi ho sentiti dal tetto. Ogni giorno tra le 8 e le 9 arrivano 3 orde da 7/8 Zombie. Sono veloci e silenziosi, come quelli che vi hanno attaccato>
<allora entriamo, su sbrighiamoci> il tipo trasandato che la nera teneva d'occhio.
<comunque io sono Charles Garnett, lei è Roberta Warren, Mack, la rossa è Addy e lo spiritoso la dietro è Murphy, credo che gli altri tu li abbia già conosciuti>
Passo in rassegna tutti loro: Warren e Garnett sono armati, Addy e Mack hanno poca roba ma efficace mentre quel Murphy è completamente disarmato.
<Grace, è bello vedere degli umani> scherzo io.
<fa bene a tutti>
<hai una piantina della struttura?> chiede Warren, la donna nera.
<no ma so più o meno com'è fatta.
Qui l'entrata principale, a sinistra quella del magazzino, a destra il parcheggio per i capi, dietro un'entrata di servizio e sempre dietro una scala che porta sul tetto>
<secondo te qual'è più sicuro>
<anteriore e posteriore le escluderei visto che sono bloccate, parcheggio dei capi direi di no per convenienza... io andrei dal tetto. Quando sono scesa sono atterrata prima su un terrazzo di un ristorante, rompiamo un vetro ed entriamo. Il magazzino è già stato svaligiato visto che è aperto>
<dentro hai la minima idea di come sia?>
<no, però ce n'è uno simile nel mia città...3 ristoranti, scale mobili e negozi. Se abbiamo fortuna troviamo la stazione delle guardie e la farmacia, ho quasi finito i proiettili per il fucile e mi servono dei medicinali>
<bene, Doc e Cassandra restate con Murphy nel pick-up, io e Garnett entriamo per primi, Addy e Mack dietro di noi. Diecimila e Grace copriteci da dietro>
Fa un cenno con la testa e andiamo verso il retro.
Io sono l'ultima a salire dopo il tenebroso...non so il perché, mi piace chiamarlo così.
A ogni scalino il ginocchio prende contro a quello superiore e fa un male insopportabile.
Gli ultimi sono i più faticosi visto che sono sempre più distanti, se scivolo e cado sono morta.
Appena arrivo in cima mi siedo sul cornicione e mi fissò il ginocchio.
Slego il nodo fatto da Doc e tolgo la fascia, prendo dallo zaino la vodka e imbevo la benda, faccio un respiro profondo e ce la appoggio sopra.
Aspetto qualche secondo che passi il bruciore e la rilego più stretta, non mi deve scivolare mentre corro.
Mi alzo e vado verso il cornicione opposto.
Gli altri mi stavano aspettando, guardandomi.
<bene, dobbiamo saltare su quel terrazzo non è troppo distante ed è facile da raggiungere. Ci sono domande?> nessuno fiata alla mia domanda.
<ottimo>
Vado sul cornicione, lascio cadere lo zaino e il fucile, mi giro, li guardo e mi butto.
Atterro bene e recupero subito le mie cose mentre sento il fucile di diecimila cadere a fianco a me.
Mi sposto e controllo la porta scorrevole in vetro che ci separa dalla struttura.
Ha una semplice serratura di quelle che usi per separare gli uffici, facile da scassinare.
Prendo due forcine da sotto la bandana sulla fronte e le infilo dove andrebbe la chiave.
Diecimila si butta e cade di fianco a me, intanto io inizio a muovere i pezzi di metallo.
Quando arrivano anche Warren e Garnett ho già aperto la serratura.
Aspettiamo gli altri, mi affaccio dal terrazzo che diventa sempre meno spazioso ogni volta che arriva qualcun altro e controllo che anche chi è rimasto a terra stia bene.
Due zombie si stanno avvicinando a Doc che sta discutendo con Murphy.
Prendo la fionda, un sasso che tengo in tasca e prendo la mira.
<DOC> urla Mack di fianco a me.
Lui si gira.
Il primo cade e al secondo ci pensa Doc.
Gli faccio un cenno con una mano e mi ringrazia urlando.
<andiamo noi per primi> Warren entra seguita da Garnett.
Siamo nel ristorante al piano superiore, loro stanno cercando acqua e cibo e questo è il posto adatto, direi che farebbe comodo anche a me qualcosa in più di semplici crakers e biscotti.
Diecimila mi fa cenno di andare a sinistra verso le cucine mentre lui va nella parte della mensa.
È libero, prendo una bottiglia d'acqua e porto l'altra che ho trovato ai ragazzi; niente cibo qui.
Esco e raggiungo gli altri, do a Addy la bottiglia e continuo a perlustrare.
Nel ristorante troviamo cibo e acqua per tutti, passiamo agli altri negozi ma non c'è niente di utile se non qualche maglietta o felpa.
Al piano inferiore ci dovrebbe essere una farmacia, ho bisogno di disinfettanti, sto finendo la vodka, e di kit per suture.
Sento Warren che avanza per le scale mobili ormai spente seguita dagli altri.
C'è troppa calma.
Non sono convinta.
<fermi> sussurro.
Si girano a guardarmi tranne diecimila che mi guarda alle spalle e intorno.
<hai ragione> mi dice.
Come può sapere a cosa sto pensando?
<troppa calma>
Annuisco e mi porto un dito sulle labbra per far stare muti gli altri.
Mi preparo con la mira già pronta verso dove guarda il ragazzo.
Faccio due note con un fischio.
Dal piano di sotto spuntano una dozzina di Z.
Subito inizia la pioggia di proiettili.
Continuano ad arrivare, più ne uccidiamo e più arrivano.
Non smetto di sparare, di mettere proiettili e di sentire corpi che cadono.
Non sento più il metallo in tasca, quello dei proiettili.
<ho finito i proiettili, ne hai?> urlo a diecimila che è dall'altra parte delle scale mobili.
<ne ho un paio> urla anche lui.
Prendo dalla fodera la pistola.
<coprimi> e corro giù dalle scale sorpassando gli altri e mi fiondo fra gli zombie.
Gli altri mi seguono nella mischia e facciamo una strage.
Ne prendo uno in faccia, l'altro dall'orecchio e con una spranga infilzo una da un occhio.
Addy mi si avvicina e con la sua mazza ne colpisce uno di fianco a me, le faccio un cenno per ringraziarla.
Corro verso Warren che è in difficoltà, 3 contro uno non è equo.
Ne faccio fuori uno mentre Warren pensa agli altri.
Gli zombie erano quasi tutti morti, non ne spuntavano più e in campo avevamo gli ultimi da fare fuori.
Guardai in alto verso diecimila che stava tenendo d'occhio gli altri in caso fosse andato storto qualcosa.
Controllai i negozi che si trovano esattamente a cerchio intorno alle scale.
Stavo per entrare in un negozio di scarpe quando sento un corpo cadere alle mie spalle e la pelle della mia spalla lacerarsi.
Il rumore metallico di un bossolo riecheggia nell'atrio mentre mi tengo la spalla destra con la mano.
La tolgo dopo pochi secondi per vedere se sanguino e cavolo si, sto sanguinando e parecchio.
Tengo ancora la mano sopra la ferita e sto allerta finché anche l'ultimo zombie non è caduto.
<state tutti bene?>urla Addy mentre spiaccica con lo stivale l'ultimo Z rimasto.
<si, più o meno> dicono sparpagliati gli altri e io accenno un veloce si.
<no che non stai bene> si avvicina il ragazzo che aveva sceso in fretta la rampa di scale.
<ho sparato a uno di loro ma era nella traiettoria e l'ho colpita>
Si avvicina Warren, mi sposta i capelli e mi controlla la ferita spostandomi la mano.
<ha ragione Diecimila, hai bisogno di punti>
<cerchiamo qualcosa nella farmacia> si aggiunge Mack.
Ci spostiamo direttamente nella farmacia.
È praticamente vuota, l'hanno svaligiata.
Troviamo qualche antibiotico, garza, disinfettante, pastiglie per febbre, nausea e mal di gola, siringhe e per fortuna anche qualche kit per suture.
<ho trovato della morfina> esulta Garnett.
<non la voglio quella roba>
<come no?> è seriamente sconcertato.
<tenetela per cose più importanti. Questo lo posso sopportare> mi siedo sul bancone.
<come vuoi tu>
Mi si avvicina Warren con in mano il kit ancora sigillato, quando mi sposta i capelli dietro alla schiena le afferro il polso e la guardo negli occhi.
<sai quel che stai facendo, vero?>
<si, ne ho viste di peggiori nell'esercito>
Le lascio il polso, abbasso lo sguardo e chiudo gli occhi.
Mentre apre la busta sigillata, io prendo io mano il ciondolo di Mary e lo stringo. Come strinsi la sua mano quando le spararono e le dovetti ricucire la gamba per poi portarla in braccio i successivi giorni.
Mi abbassa la spallina del reggiseno e della canottiera, pulisce la ferita con del disinfettante.
Sento l'ago che buca e tira la mia pelle, lentamente e dolorosamente.
Ogni volta che il filo tira un lembo di pelle verso l'altro trattengo il respiro, come se potesse aiutarmi.
Appena finisce mi accorgo di avere il respiro affannato e ho caldo.
Mi alza il braccio e fa passare una benda da sotto al braccio sopra alla ferita e fa tre o quattro giri.
Poi usa una spilla per tenere ferma la benda e mi passa una mano sulla schiena.
Quel tocco quasi materno non mi infastidisce, anzi mi consola dal dolore.
Rimetto in tasca il ciondolo e chiudo lo zaino dove ho messo le medicine, l'acqua e il cibo.
Mi alzo e metto lo zaino sulla spalla sinistra mentre il fucile lo tengo in mano.
<dobbiamo trovare delle munizioni> annuncio uscendo dal locale.
Esattamente a destra c'è la stazione della guardia.
Entriamo e andiamo direttamente sul retro dove tengono le armi.
Rovistiamo in tutti i cassetti, ne scassiniamo alcuni e finalmente troviamo qualcosa di utile.
<bingo> esclamo muovendo la scatola di proiettili per pistole.
Warren mi sorride e glielo lancio, lo prende al volo e lo mette via.
<avete trovato qualcosa?> Garnett parla a Mack e a Addy.
<qui ho un teaser, una manciata di proiettili per pistole, un bastone di quelli pieghevoli e due coltelli>
<fa vedere i coltelli> mi avvicino e ne prendo uno mano. Me lo giro e rigiro fra le mani, ne pulisco un lato per vedere se è marchiato e lo metto contro luce per vedere bene le seghettature.
<sembra adatto a tagliare il legno, tu cosa ne dici?> passo il coltello a diecimila dalla parte del manico.
<è simile al mio ma più lungo, è la versione vecchia. Ottimo per gli Z> me lo passa e lo metto nella cintura.
Prendo l'altro in mano e mi stupisco di quello che mi trovo davanti.
Appoggio il fucile su una parete qualsiasi.
<oh questo non è affatto un coltello da caccia>
Sorrido maneggiandolo.
<avete presente le stelle in metallo che usano nei film i ninja? Ecco questo è il formato a pugnale>
Faccio passare il dito nell'anello finale e lo faccio girare.
Lo prendo in mano, lo impugno dalla parte finale e lo lancio.
Si conficca nella parete in legno davanti a me, esattamente sul naso del coniglio pasquale che è disegnato sul poster.
Faccio un po' fatica a staccarlo perché l'ho tirato troppo forte visto che ero a pochi metri.
Dopo qualche secondo in cui tiro e muovo il manico finalmente si stacca, lo metto nello zaino.
Controllo negli ultimi cassetti rimasti e trovo due scatole di proiettili per fucili, spero vadano bene.
Mi avvicino a diecimila e glieli faccio vedere.
<secondo te vanno bene?>
<proviamoli>
Prende in mano il suo fucile e carica un proiettile, si avvicina alla finestra, la apre e mira verso un albero.
Spara e lo colpisce.
Funziona.
Si mette il fucile sulla spalla e prende il mio dalla parete, lo carica e spara.
<funzionano> mi passa il mio e lo tengo in mano.
<bene, direi che abbiamo preso tutto>
Warren fa cenno a Garnett di andare di sopra.
Li seguiamo.
<sei scesa dal terrazzo, giusto?>
<si ma ve lo sconsiglio, è pericoloso e tanto>
Mi guardo il ginocchio con la bandana sporca di sangue.
<be credo sia il modo più veloce a meno che non vogliamo togliere tutte quelle macerie dall'entrata>
Ha ragione, però con un solo braccio non c'è la posso fare.
Saliamo le scale e andiamo dal ristorante, sul terrazzo spiego come devono fare.
<salite sul cornicione, vi buttate e pregate Dio di prendere l'asta, se c'è la fate vi buttate e basta>
Warren annuisce e si arrampica sul cornicione, guarda di sotto e si butta, prende l'asta e si lancia di nuovo. Atterra bene.
Ora va Garnett.
Poi Mack e dopo Addy che viene aiutata dal ragazzo.
Adesso va diecimila, lancia il fucile e un paio di coltelli e poi salta. Controllo che anche lui prenda l'asta e poi lo vedo lanciarsi.
Ora tocca a me. Ho due alternative: uso la corda è un coltello, lo lancio attorno all'asta e mi calo oppure mi lancio e basta.
Non ho intenzione di sacrificare una corda e un coltelo.
Lancio lo zaino e sopra atterra il fucile, la fionda e i coltelli.
Salgo sul cornicione e guardò giù, mi stavano aspettando ed essere osservati non aiuta affatto.
Un respiro profondo e mi butto.
La afferro, la mano destra scivola, fa male tutto il braccio, non riesco ad attaccarmi.
Mi lascio cadere.
Appena tocco terra mi sbilancio e cado sul braccio destro.
Mi giro sulla schiena, tengo stretta la spalla nella mano.
Sento qualcuno che corre poi mi spunta davanti Warren, mi dà una mano per mettermi a sedere.
<grazie Warren> dico a fatica.
<stai bene?> è preoccupata.
<si>
<bene> mi accarezza una guancia e mi aiuta a mettermi in piedi.
Prendo la mia roba e sono pronta ad andarmene, senza mia sorella.
La seguo fino alla loro auto.
<ti serve un passaggio?>
La guardo accigliata.
Dice sul serio?
Faccio spallucce.
Lei mi sorride e sale al posto di guida.
Gli altri sono già saliti, diecimila mi guarda e mi porge una mano.
La afferro e salgo.
Mi siedo e sorrido a Doc che sembrava felice della mia presenza.
Tirò fuori dallo zaino una bottiglietta di vodka e gliela passo.
<tieni Doc, per avermi aiutata>
<è stato un piacere> la stappa e se la sgola.
Poi fa un finto ululato che fa scoppiare a ridere sia me che il tenebroso.
Poi torno seria, prendo il medaglione di Mary e lo apro.
La foto ritrae lei, la mamma e il papà.
Continuò a fissarla mentre l'auto parte.
<chi era?> mi chiede Diecimila.
<mia sorella> sospiro e metto via il ciondolo.
<so dove possiamo trovare del carburante> mi ricordo di quella stazione della benzina. Sarà più o meno a un giorno o due di auto.
<siamo a cavallo> esulta Doc sorseggiando un altro po' di vodka.
Ci sarà da divertirsi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top