CAPITOLO 4 ULTIMO SECONDO
"Mi ricordo ancora cosa ho provato quando li ho visti.
Stavo andando scortato dai due poliziotti a casa di Ester e Clarence.
Ero sicuro che non fossero ancora andati via perché stavano aspettando la nonna in arrivo dal Canada. Adesso non so neanche perché siano rimasti ad aspettarla. Forse erano solamente ottimisti, come lo eravamo tutti all'inizio.
Una volta giunto nel vialetto della loro casa i due poliziotti mi chiesero se volessi che restassero per verificare se effettivamente quella famiglia fosse ancora in casa.
Notando che la macchina dei loro genitori era ancora parcheggiata a lato dissi a loro che potevano andare.... che cazzata ho sparato! Mai avrei pensato che la situazione fosse già precipitata nel quartiere dei miei amici.
Una volta avvicinato alla porta d'ingresso notai che non era chiusa. Era appoggiata. La cosa mi sembrava piuttosto strana visto l'emergenza diramata e tutte le raccomandazioni fatte dal presidente in persona.
Non so cosa mi abbia detto il cervello in quel momento, ma volevo essere sicuro che stessero bene e così ho varcato la soglia. Da quel momento mi resi conto che la situazione era davvero grave come la dipingevano in televisione.
Mi guardai attorno, c'era un silenzio quasi surreale in salotto così pensai bene di chiamare
"Ester! Clarence! Ci siete?"
Mi feci strada lungo il corridoio che separava l'ingresso alla cucina. Fu lì che vidi una scena che mai avrei voluto vedere. Ho ancora gli incubi in realtà.
Notai che in cucina c'era qualcosa di strano. L'odore. Un odore forte, acre. Istintivamente mi tappai bocca e naso con la mano, era davvero insopportabile. Nessuno lo dice mai nei film o nelle serie, ma gli zombie puzzano di morte! Pazzesco che non abbiano mai descritto questo particolare, probabilmente perché non sapevano, essendo finzione. Finzione.... avrei voluto trovarmi in un film. Almeno sarebbe finito tutto in un centinaio di riprese.
Iniziai a sentire dei rumori strani. Rantolii e come qualcuno che masticasse in maniera rumorosa dalla voracità con cui lo faceva.
Mi avvicinai dove provenivano quei rumori, alla penisola della cucina. Fu lì dietro che la vidi. Ester sopra Clarence. Una scena alla quale non ero assolutamente pronto e penso nessun'altra con una mente sana.
Stava staccando brandelli di carne dal corpo esamine del fratello con i denti. C'era sangue ovunque e notai l'espressione di Clarence, terrorizzata, teneva in una mano il telefono. Probabilmente un disperato tentativo di chiamare qualcuno anche se i telefoni non funzionavano più da ore.
Non riuscii a trattenere un grido di terrore. Avrei dovuto. Non appena emisi quel rumore, Ester si girò verso di me.
Era orribile! La pelle come consumata, tumefatta. Gli occhi iniettati di sangue. Aveva la bocca che le grondava sangue. Sangue del fratello con la quale stava banchettando.
Io rimasi come pietrificato da quella scena orribile. Lei invece si alzò di scatto, ancora famelica e inquietante.
I suoi movimenti erano strani, convulsi.
Inizialmente era come se si trascinasse un corpo che faceva fatica a gestire. Forse era dovuto alla trasformazione... io riuscii a schiodarmi da quel torpore e iniziai a correre, a correre più velocemente possibile. Non mi ricordo nemmeno bene come successe ma ricordo solo la fuga da quella casa.
Non mi voltai nemmeno una volta per vedere se mi stesse correndo a dietro. Avevo paura. Una paura fottuta che lo stesse facendo.
Mi ricordo che ero arrivato a metà strada e girai l'angolo per nascondermi.
Vidi un'auto completamente aperta.
Era come se fosse stata lasciata aperta apposta, pronta per caricarci delle cose, ma era vuota.
Non c'era nessuno al suo interno.
Notai poi la casa difronte, probabilmente ci abitavano i proprietari. Improvvisamente da lì iniziai a sentire delle grida terrificanti, grida di aiuto.
Sentivo piangere un bambino, cercai di avvicinarmi ma mentre lo feci una figura grondante di sangue, reduce da una feroce lotta per sopravvivere per poco non mi travolse. Quello che vidi ancora mi sconvolse terribilmente e non vi saprei dire se mi ha più sconvolto vedere Ester mangiare suo fratello o questo... ma è stupido chiederselo adesso perché era solo l'inizio di quello che da lì in avanti avrei visto. Purtroppo.
La sagoma si rivelo' essere una donna, camminava a fatica, non arrivò in tempo proprio verso di me. Le troppe ferite l'avevano dissaguanta. Era piena di morsi ovunque.
Le mancava un grosso pezzo di carne nella guancia destra e nel braccio sinistro. Si vedeva tutto. Tutto quello che mai avrei voluto vedere.
Tra le braccia teneva qualcosa, un fagottino, un neonato. Con un filo di voce riuscì solamente a dire
"Ti prego! Salva il mio bambino ti prego!" Poi perse i sensi o non saprei.
Io mi avvicinai per vedere se il bambino stesse bene... Mi ricordo ancora con terrore quello che vidi. Un faccino contorto, gli occhi bianchi e uno sguardo famelico e crudele. Non era più un neonato. Ma un piccolo essere che non poteva classificarsi come bambino.
Improvvisamente dalla casa uscì un uomo che balzò verso l'altezza dell'auto.
Probabilmente era il marito della donna.
Anche lui era trasformato. Alto quasi due metri perché era la sua statura, ma in quelle condizioni faceva davvero paura!
Mi guardò come se avesse la rabbia, con la bava alla bocca, ringhiava, sporco di sangue ovunque, e le mani ricolme di esso.
Mi ricordo che urlai è corsi via. Disperato.
Non c'era più un solo angolo sicuro. Quella strana e assurda epidemia o trasformazione aveva iniziato a colpire in maniera spietata e con gran velocità.
Improvvisamente mi ritrovai inseguito da un orda di zombie inferociti.
Lo zaino mi pesava. Avevo di tutto qui dentro. Ma non lo svuotai.
Corsi, corsi come non avevo mai corso in tutti i miei 17 anni.
Decisi di arrampicarmi su uno degli alberi del parco antico. Uno dei più antichi alberi, sperando che gli zombie non fossero in grado di arrampicarsi.
Fu così in effetti. Gli zombie hanno movimenti molto elementari. Corrono e mangiano. Ma non hanno altre funzioni più complesse.
Restai su quell'albero per giorni....
Ma non poteva durare per sempre....
Dal diario di Colin Ston
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