CAPITOLO 36 HENK WENTON (parte seconda)


"Sapete cosa non è più scontato fare in piena apocalisse zombie? Uscire di casa o comunque uscire da dove si è.
È normale pensare di prendere la porta e uscire per andare dove si vuole o si deve, è sempre stata un'azione del tutto normale. Ora non lo è più.
Uscire da un posto sicuro è quasi come condannarsi a morte da soli.
Non sai mai se ritornerai o se raggiungerai il luogo che vuoi raggiungere.
Essere armati aiuta, ma non è detto che possa aiutare ogni volta.
Andare via da Henk era solo una decisione mia, non lo avrebbe messo in pericolo in alcun modo, anche se mi dispiaceva saperlo da solo in quel grande edificio perché avevo capito, che benché cercasse di sdrammatizzare ogni cosa con battute e una risata, Henk si sentiva solo.
Aveva dedicato una vita a difendere il fratello e ora si era ritrovato da solo. Ho visto il suo sguardo quando finalmente aveva l'opportunità di poter aiutare nuovamente qualcuno, la donna nel palazzo difronte.
Quello sguardo seguito da 'dobbiamo andare ad aiutarla' mi aveva fatto sorridere perché Henk è davvero una brava persona.
Annuì verso di lui, guardando poi sotto di noi. C'era il solito mare di morti viventi, un mare lento e spietato, grigio come la loro pelle tumefatta e il rumore non di onde spostate dal vento ma di versi inquietanti e che sanno fare solo loro.
Era lo stesso mare di zombie che comunque avrei dovuto affrontare una volta fuori dalla stazione radio.
Guardai Henk
'Andiamo!'
Gli dissi solo quello.
Henk si preparò come ogni volta che doveva uscire. Spranga di ferro alla mano, una pistola alla cintura dei pantaloni e ovviamente, la sua moto.
Una volta montato in sella, Henk mi diede il via per togliere le assi che avevamo messo per rafforzare la porta d'ingresso e una volta aperta saltai dietro tenendomi forte perché da quel momento la moto di Henk avrebbe fatto da ariete contro gli zombie e quindi doveva andare molto forte.
Loro erano lì.
Non appena ci videro uscire impazzirono, sia per il rumore che per noi, i vivi, pasto succulento per quelle carcasse.
Henk inizialmente pensò di allontanarli facendoci seguire come le altre volte ma ovunque andasse, uscivano zombie, da ogni angolo.
Tutta quella zona brullicava di morti viventi.
Henk sembrava esasperato perché non sapeva dove girarsi.
Eravamo arrivati in una via parallela a quella della stazione radio.
Henk sfrecciava con la moto investendo ogni zombie gli si parasse davanti, io colpivo con la mazza quelli che arrivavano ai lati ma andando così forte non si riusciva a colpire sempre il loro punto vitale, la testa, e così si rialzavano sempre tornando alla carica, più rabbiosi di prima, se non fossi stato sulla moto di Henk molto probabilmente adesso non sarei qui a scrivere.
Henk poi estrasse la pistola ma servi' solamente ad agitarli ulteriormente.
Eravamo circondati ormai.
Henk non sapeva dove potersi spostare. Continuava a tenere la moto accesa e a girare in tondo mentre gli zombie si stringevano sempre di più a noi.
Lì accadde quello che mai avrei potuto immaginare.
Il rumore di uno sparo fece distogliere l'attenzione su di noi.
Una donna bionda, con i capelli corti e l'aria sicura di sé si paleso' davanti a noi

"Alla fine sono dovuta venire io a salvarvi!"
Si presentò così con grande stupore di Henk e anche mio.
Henk accellero' per andare verso di lei perché alcuni zombie le stavano arrivando alle spalle e la donna non se ne stava rendendo conto. Così la prese su con una velocità e una facilità degna di un film d'azione.
Lei non sembrava molto contenta della cosa inizialmente perché urlò di farla scendere immediatamente.
Ora, capisco che non si può stare in tre su una moto, ma quella era una circostanza molto particolare.
Henk si recò immediatamente alla stazione radio mentre l' orda di zombie ci stava alle calcagna.
Fu difficile farli stare fuori perché molti di loro erano riusciti ad infilarsi mentre entravamo con la moto.
Mentre Henk rimetteva le assi io e la donna bionda li facevamo fuori finché la porta non venne nuovamente messa in sicurezza.
Una volta al sicuro guardammo la donna curiosi, volevamo sapere chi fosse e cosa ci facesse in quel palazzo.
Inizialmente sembrava voler attaccare briga. Onestamente non ho mai capito il motivo perché era stata proprio lei ad attirare la nostra attenzione per farsi aiutare ad uscire da quel palazzo.
Ci guardò puntando la sua arma contro di noi
'Come posso fidarmi di voi? Ditemi chi siete'
Io e Henk ci guardammo spiazzati per la reazione della donna e risposi io tenendo le mani alzate
'Sono Colin Ston e lui è Henk Wenton, comunque le ricordo che è stata lei a fare dei segnali per farsi aiutare ad uscire da quel palazzo..'
Lei abbassò l'arma annuendo e alzando le spalle
'Volevo essere certa di non dover avere problemi con voi due. Mi presento. Sono Emily Royler, avvocato.
La mattina dell' eclissi ero nel mio ufficio proprio nel palazzo difronte alla stazione radio..'
Ci raccontò di come aveva vissuto quella mattina e di come era riuscita a sfuggire sempre agli zombie, i suoi colleghi in realtà.
Ci raccontò ancora piuttosto provata che nessuno si era salvato dalla furia di chi si era trasformato.
Lei si era chiusa in un posto sicuro finché non si rese conto di essere l'unica sopravvissuta in quel palazzo.
Anche lei aveva studiato gli zombie per capire come potersi muovere notando tutti i loro limiti ma anche le loro pericolosità.
Lei se l'era passata bene con le macchinette presenti in tutto l'edificio e i boccioni dell' acqua nel magazzino.
Conosceva molto bene l'edificio e sapeva a memoria dove si trovasse ogni cosa.
Aveva mangiato quello che c'era ed era riuscita a non mettere mai piede fuori dal palazzo ma ora, aveva finito tutto.
Aveva già visto Henk. Ci raccontò che l'aveva visto uscire dalla stazione radio per le sue ricognizioni per il cibo e di rivederlo tornare sano e salvo con quello che aveva trovato e così, da quando aveva visto me, notando che Henk non mi aveva fatto sparire, si era decisa a richiamare la nostra attenzione per farsi aiutare ad uscire dal palazzo, l'idea della moto che richiamava gli zombie facendoli spostare da lì sotto era perfetta.
Fu anche molto soddisfatta del fatto che Henk, senza neanche essersi parlati, aveva capito che lei volesse avere via libera per uscire..
In realtà non era proprio così, ma non dissi nulla e nemmeno Henk, che notai che per tutto il tempo restò a guardarla come se avesse visto un'attrice famosa o una modella. In quel momento sorrise.
Era strano ma per un momento mi sentii come a scuola. Henk aveva avuto il classico colpo di fulmine e non potevo che sentirmi felice per lui.
D'altro canto anche Emily sembrava nutrire un certo interesse per lui, ma era troppo presto per poterlo dire.

Restai da Henk altri due giorni, giusto perché Emily non si fidava del tutto di lui ma poi, come me, aveva capito che Henk Wenton era l'uomo più buono del mondo.
Li salutai. Sembravano già una coppia stabile e di lunga data.
Me ne andai dalla stazione radio con la gioia di sapere che Henk aveva trovato qualcuno per affrontare questa apocalisse. Mi dissero di farmi sentire non appena fossi riuscito a raggiungere Drew perché loro sarebbero rimasti sintonizzati.
Drew era diventato l'ultimo spiraglio di una normalità che era stata spazzata via ma anche Henk e Emily, così come Jenny e lo scuolabus e Ted lo erano senza rendersene conto.
Quando la porta venne aperta da Henk, non c'erano zombie. Provai una sorta di sollievo ma non avrei ovviamente abbassato la guardia. La mia destinazione era raggiungere Drew ma la vita è imprevedibile.

Dal diario di Colin Ston

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