CAPITOLO 18 LO SCUOLABUS DEI BAMBINI (parte seconda)
Quello che era successo subito dopo che avevo varcato l'entrata dello scuolabus fu tutto un caos.
I bambini mi applaudirono felici. Era come se non vedessero una persona da secoli, forse era effettivamente così.
La ragazza cercò di farli stare in silenzio
"Bambini! Bambini, per favore. È importante ora che stiate in silenzio.
I mostri sono là fuori. Ora il nostro guidatore metterà in moto lo scuolabus.
Tenetevi fermi, ben saldi nei vostri posti e chiudete gli occhi.. "
Sembrava sicura, anche se notavo che stava tremando.
Ted mise in moto lo scuolabus, premette il piede sull' acceleratore e la ragazza mi spinse di forza sopra uno dei seggiolini liberi dicendomi
"Anche per te vale quello che ho detto ai bambini! Tieniti ben stretto!"
Mi ricordo che restai stupito dal suo modo di fare ma feci quello che mi aveva detto, e aveva ragione.
Da lì a poco lo scuolabus fece un rumore molto forte e sobbalzo' diverse volte. Dei versi inquietanti si udirono molto nitidamente da fuori.
Ted andò contro di proposito al muro di zombie investendoli e facendoli saltare come birilli in aria per poi sfrecciare ancora più forte.
Ted poi si girò verso di noi.
Tutto soddisfatto disse che aveva aggirato l'ostacolo..
Mi ricordo che restai appiccicato a quel sedile con lo sguardo fisso verso il parabrezza dello scuolabus che era intriso di sangue e pezzi di cervella o di chissà cosa degli zombie che Ted aveva investito.
La ragazza mi guardò un po' preoccupata chiedendomi se stessi bene
Io la guardai mostrando un piccolo sorriso sforzato e lei si presentò
"Scusami, io sono Jenny Pherl, lui è Ted e..." si guardò dietro
"I bambini. So che è una situazione particolare. Onestamente lo è anche per me... è tutto così difficile"
Mi ricordo che abbassò lo sguardo, il suo sconforto era palese. Capivo benissimo come si sentiva ma la sua situazione era ancora più complessa.
Io non avevo altro da proteggere se non me stesso. Lei si era ritrovata con un autobus pieno di bambini piccoli.
Ted, l'uomo che guida, aveva compiuto il suo dovere e li stava difendendo portandoli verso l'ignoto.
Mi presentai anche io con un po' di timore, avevo paura che la morte mi seguisse e non avrei mai voluto farla arrivare da loro
"Sono Colin, Colin Ston..." dissi con la voce tremante guardando Jenny.
I suoi occhi erano comunque bellissimi. Un po' mi ricordava Alissa
"Sei giovane... vai all'ultimo anno?" Mi domandò cercando di creare un'atmosfera normale anche se di normale non c'era nulla.
Annuì
"Ho 18 anni, ne dovrei compiere 19 a fine luglio.."
Lei sorrise, sembrava per un attimo distaccarsi da questa realtà atroce.
Mi disse che ero poco più piccolo di lei, che aveva 22 anni e si sarebbe laureata l'autunno che doveva arrivare.
Mi raccontò di come era riuscita ad essere assunta alla scuola materna, che il personale era carente perché la paga era bassa ma che a lei bastava per mantenersi agli studi.
Parlammo di tante cose, ora non ricordo nemmeno di cosa di preciso ma credo quasi sicuramente che tutte le nostre conversazioni cadevano poi su questa maledetta APOCALISSE.
Ci facevamo le stesse domande su come poteva essere successo, perché subito dopo l'eclissi e soprattutto se prima o poi ci saremo trasformati anche noi che sembravamo i sopravvissuti, i miracolati.
Lei aveva davvero tanta paura di trasformasi. Aveva paura di lasciare i bambini da soli. Ted non era sicuramente in grado di fare fronte alle loro esigenze.
Mi disse che appena avevano sentito l'annuncio, Ted corse da un suo amico che aveva un negozio di alimentari.
L'uomo si stava affrettando a chiudere.
Lei rimase chiusa dentro il bus con i bambini e Ted arrivò con un carico di generi di prima necessità.
Era convinto, amaramente, che i bambini non sarebbero più tornati dalle loro famiglie e così fu.
Avevano ancora cibo e acqua e prodotti per l' igiene, che erano fondamentali per loro.
Mi raccontò del loro disperato tentativo di riportare i bambini dai loro cari, ma che non trovarono più nessuno vivo...
Le raccontai dei miei amici, Ester e Clarence. Di come mi aveva devastato quella scena orribile di Ester che si divorava il fratello.
Le raccontai dei miei genitori, che durante l'eclissi erano su un aereo diretti in un altro stato per motivi di lavoro e che io non li avevo seguiti per via della scuola e che non si avevano notizie degli aerei di linea da quel preciso istante.
Mi trovavo bene a parlare con lei. Era da parecchio che non facevo una chiacchierata con una persona viva e mi aveva dato in un certo senso conforto e speranza.
Le domandai perché non si fossero recati ancora in uno dei distretti militari come aveva detto il nostro presidente ma mentre mi stava per rispondere Ted interrompe' la nostra chiacchierata
"Sta finendo la benzina. Mi devo fermare a rifornire"
Gli domandai dove pensava di fare benzina ma lui mi disse che aveva sempre una scorta per le emergenze.
Ted era molto organizzato.
Nel mentre una bimba si alzò dal suo posto e andò verso Jenny per dirle che gli scappava pipi' così altri 5 o 6 bimbi si unirono a quella esigenza.
Jenny mi guardò spaventata. Fermarsi comportava innumerevoli rischi, ma senza benzina sarebbe stato peggio e i bambini avevano bisogno di fare una sosta per esigenze.
Guardò Ted che di rimando gli rispose
"Cerco un luogo tranquillo, faremo quello che dovremo fare e poi ripartiamo .."
Peccato che posti tranquilli erano quasi un utopia e lo sono ancora.
Non sai mai cosa potrebbe arrivare alle tue spalle..
Continua
Jenny
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top