Capitolo 34

Furlan sollevò il capo, liberando il volto dall'impiccio della sciarpa. Strinse gli occhi e ciò che riuscì a distinguere nonostante il vento furioso, fu la sagoma lontana di un antico palazzo vermiglio.

<<Sei certo che sia quello?>> domandò, allungandosi sulla groppa del proprio cavallo come un felino pronto a scattare.

L'uomo che lo accompagnava si limitò a studiare la figura attraverso un cannocchiale che aveva vissuto giorni migliori; Furlan lo sentì borbottare qualcosa tra sé, prima di scoprire i grandi occhi celesti.

<<Si, ne sono sicuro>> mormorò, celando il cannocchiale tra le sue vesti ingombranti.

<<Il mio informatore mi ha garantito che all'interno di quel palazzo vi è un ragazzo che corrisponde alla descrizione del tuo amico>>

Furlan annuì, silenzio.

<<E per quanto riguarda la tua compagna?>>

L'uomo scosse la testa mandando un sospiro, in un gesto che significava che di lei non aveva ancora trovato traccia.

Era stata la necessità a legarli.
Ad entrambi era stata portata via una persona cara e da un anno avevano unito le forze nella speranza di ritrovarle.

Furlan aveva imparato ad apprezzare la compagnia di quell'uomo alto dai modi gentili e la voce pacata.
Erwin.
Questo era il suo nome.

Lo aveva incontrato in una delle città libere, poco dopo il rapimento di Levi; all'inizio era stato difficile fidarsi di quel gigante biondo ma alla fine, spinto forse da una cieca disperazione, aveva finito col cedere.

Sto arrivando Levi, si ritrovò a pensare.

<<Che proponi di fare?>>

Erwin abbozzò un sorriso furbesco, che ne strappò uno identico a Furlan; <<I cacciatori di Tesori non si fidano degli sconosciuti-  disse col sorriso che si allargava -A meno che...>>

<<A meno che?>>

<<A meno che non vogliano concludere qualche affare>>

***

Furlan tentò per l'ennesima volta di aggiustare la casacca raffinata, in cui era avvolto, senza successo.

Per convincere che fossero davvero dei mercanti di tesori avevano dovuto liberarsi delle loro logori vesti per sostituirle con qualcosa di più adatto.
Inutile descrivere l'enorme disagio che si scatenò in Furlan nel vedersi vestito come un ruffiano viziato.

<<Smettila di agitarti tanto. Finirai col dare nell'occhio>> lo sgridó Erwin, nonostante una nota divertita gli riecheggiasse nella voce.

<<Inizio a credere che sia stata una pessima idea>> borbottó il ragazzo di rimando, mentre lasciava che un piccolo broncio gli incurvasse le labbra.

Erwin non gli prestò attenzione. Erano affiancati da un'altra coppia di mercanti con cui avevano finto di voler entrare in affari, in attesa dell'arrivo del "padrone", il proprietario di palazzo di piacere.

<<Erwin?- la flebile voce del ragazzo lo distolse dai suoi pensieri -È se fosse un altro buco nell'acqua?>>

Era da troppo tempo che seguivano indizi e dicerie che non facevano altro che portarli fuori pista.
L'uomo poteva capire cosa stesse provando il povero Furlan; ogniqualvolta facevano un passo avanti nella loro ricerca, finivano col ritrovarsi un po' più lontano dalla loro meta.

Abbozzò un sorriso di circostanza, che restó legato alle labbra senza riuscire a raggiungere gli occhi.

<<Non questa volta>> commentò sbrigativo.

<<Signori>> un Chain dalla pelle più nera dell'ebano, salutó i quattro con un rigido inchino; <<Il padrone aspetta di ricevervi nel salone principale>>

Furlan ed Erwin si scambiarono un cenno d'intesa mentre seguivano il servitore lungo l'ampio corridoio decorato.
Il nervosismo cominció a farsi sentire.

<<Mantieni la calma e cerca di non dare nell'occhio>> si raccomandò ancora l'uomo, rivolgendogli un'occhiata severa.
Furlan non gli prestò la benché minima attenzione.

Nel salone addobbato a festa si erano riversati centinaia di tesori: tutti vestiti splendidamente, nonostante il taglio eccessivamente volgare e voluttuoso e il collare stretto al collo a ricordare la loro miserabile condizione.

Un inteso odore di incenso pizzicó le narici del ragazzo.

<<Benvenuti nella mia umile dimora>> il "padrone" se ne stava seduto tra una pila di morbidi cuscini,   a gambe larghe, con in mostra la sua virilità a riposo, avvolto in una vestaglia sporca di vino.
Nella mano stringeva il boccuccio collegato a un grosso narghilé blu notte.

Si presentò col nome di Duncan.

Al suo fianco stavano un uomo e un ragazzo poco più grande dello stesso Furlan. Da quel che capì dalle presentazioni frettolose si trattava di padre e figlio ed erano amici intimi del padrone di casa.

<<Bertholdh, Reiner...bentornati>> salutó Duncan rivolgendosi alla coppia di mercanti.

<<I nostri clienti sono rimasti molto entusiasti dell'ultimo carico...>> mormorò quello più tozzo.
<<Ne hanno richiesto altri>> terminò quello alto.

Il padrone sorrise, deliziato da quelle parole.
Ma, con la stessa rapidità, il sorriso si spense non appena il suo sguardo si posò su Erwin e Furlan.

<<Voi invece...- il ragazzo sentì la propria fronte riempirsi di goccioline -Non credo di avervi mai visti>>

<<Sono con noi>> lo tranquillizzó quello più alto, che Erwin aveva intortato a puntino.
<<Io sono Erwin e questo- l'uomo premette una mano sulla spalla di Furlan -È il mio apprendista>>

Il ragazzo abbozzò un inchino, proprio come lo aveva istruito il compagno; <<Siamo in affari da poco...ma speriamo che, con il vostro aiuto...- e così dicendo Erwin strappò una smorfia vanesia a Duncan -...riusciremo presto ad ampliarci>>

Duncan assentí, permettendo ai quattro di accomodarsi.

<<Cerca di stare calmo>> fu rimbottato un'ultima volta Furlan, mentre affossava tra i cuscini.

<<Dunque- inizió Duncan dopo aver preso una lunga aspirata di fumo - Che cosa cercate?>>

Furlan sentì il proprio essere fremere:  si comincia, pensò.

<<Beh, i nostri clienti hanno richiesto parecchi...- il ragazzo dovette sforzarsi, ricacciando il disgusto che gli suscitava quella parola sulla lingua -...tesori. Femmine per la precisione>>

Una risatina sfuggì dalle labbra del padrone di casa; <<La nostra casa possiede parecchie bellezze. Ditemi le vostre preferenze e vedrò di accontentarvi>>

<<Noi...>>

<<Speravamo che, vista la sua esperienza, sareste stato così gentile da consigliarci>> intervenne Erwin, con un sorriso di circostanza dipinto sul viso.

Duncan sorrise, lusingato dalle parole dell'uomo e con la cura che si riserva agli animali di razza, prese a mostrare la sua "merce" con un sincero orgoglio a riempirgli la voce: <<Se amate il genere femminile, i nostri pezzi forti sono Mikasa, Talitha e Kyra>>
Per ogni nome l'uomo ci indicò una donna (o ragazza che fosse) appartata da sola o in compagnia con qualcuno dei clienti.

Furlan si scambió un'occhiata di sottecchi con Erwin, ma dopo appena un istante lui scosse il capo. Nessuna di quelle era la sua compagna.

<<Niente donne... Mmh... mature?>> azzardò allora ancora il biondo.

Un altro sorriso fece capolino sul viso di Duncan.

<<Le donne troppo vecchie non sono molto apprezzate>> Si strinse nelle spalle, scacciando il finto rammarico con un gesto della mano.
<<Tuttavia, abbiamo merce giovane cui, sono certo, i vostri clienti potranno "insegnare" l'arte dell'amore- schioccò le dita, richiamando il suo Chain -Portate Isabel>>

Furlan osservò il grosso Chain afferrare una ragazzina dai capelli rossi per un braccio e trascinarla con durezza fino al loro tavolo.

La giovane teneva la testa bassa, nascondendosi dietro i ciuffi cremisi, mentre il Chain metteva in mostra il suo piccolo corpo ancora acerbo perché Erwin lo potesse ammirare.

Furlan nello scorgerlo rimase a bocca aperta: Isabel era la creatura più bella che avesse mai visto. Le vesti provocanti, che adesso giacevano raggomitolate ai suoi piedi, risaltavano alla perfezione sul suo fisico asciutto e proporzionato, senza oscurare la lucentezza che quella pelle emanava spontaneamente.

I capelli erano legati in due codini bassi, che si sposavano alla perfezione  con  il viso da bambina e con i grandi occhi verdi.

La bocca rosea era trattenuta tra i denti, donando al suo viso una sfumatura di tristezza.

<<Allora?- domandò Duncan
-Bellissima, non trovate?>>

Il ragazzo non poté evitare di scorgere la cupidigia nello sguardo di Duncan, ma, per il bene della ragazza e dell'intera missione, s'impose di restare indifferente.
<<Meravigliosa>> si azzardò a constatare.

<Vorresti provarla?>>

Furlan si sorprese ad arrossire, riscosso dalla voce del padrone.

<<C-come?>>

<<La merce deve essere perfetta. È vostro dovere accertarlo, no?>>

La ragazza lo fissó di sottecchi, incuriosita dalla sua risposta; Furlan si obbligó a sfuggire a quegli occhi innocenti.
<<Credo...credo di avere deciso>> balbettò infine, scambiandosi un'occhiata con Erwin che significava: reggimi il gioco.

<<Ottimo! Vada per la Piccola Isabel>> Duncan batté le mani e indicò Isabel a uno dei servitori, che fu in un attimo condotta via, senza possibilità di rivestirsi, su al piano superiore.

Ora bisognava pensare a Levi.

Dove sei Fratello? Non poté fare a meno di chiedersi Furlan.

<<E voi, signore?- Duncan si rivolse ad Erwin con tono gentile -Volete provare qualcosa?>>

È la nostra occasione.

Erwin si strinse nelle spalle, chinandosi in avanti, verso Duncan, ammiccando nella sua direzione.

<<Avremo bisogno anche di un altro genere di compagnia>>

Quella risposta maliziosa rubò a Duncan l'ennesimo sorriso, che annuì, concorde.

<<I travestiti della casa sono eccellenti. Dolcezza...>>

<<Oh no! Mi avete...mi avete frainteso!- Erwin mandò un sospiro, facendo leva sulla complicità di quel bastardo pervertito -Abbiamo la richiesta per un ragazzo. Giovane, se è possibile>>

Duncan aspirò dal narghilé, pensoso.

<<Giovane eh? Voi mi state chiedendo la luna...>>

<<La luna?- il gigante biondo ridacchió -Sono certo che la vostra splendida casa sia perfettamente in grado di esaudire la mia richiesta>>

Duncan aprì la bocca per rispondere, quando si videro interrotti dall'arrivo del grosso Chain di colore; Erwin e Furlan osservarono il guardiano inchinarsi e borbottare qualcosa nell'orecchio del suo padrone.

Lo sta facendo di nuovo...
Ho provato...
Rifiuta di mangiare....
Furono le poche parole che i due riuscirono a carpire.

Una furia disumana si accese sul volto di Duncan, distorcendolo in una smorfia grottesca.

<<Problemi con il tua angioletto, Duncan?>> lo derise quello che si era presentato come Kev.

Duncan non gli prestò attenzione; <<Vogliate scusarmi...- borbottó furioso -Devo occuparmi di una piccola...faccenda. Riprenderemo i nostri affari più tardi>>

Quindi si rivolse al Chain: <<Accompagna il giovane apprendista da Isabel. E porta altro vino ai nostri ospiti>>.

Detto ciò si allontanò in fretta.

Furlan restò qualche minuto a fissare la scala dove era appena scomparso Duncan, mentre il Chain lo fissava in attesa.

<<Da questa parte>> provò a spronarlo questo, forse leggendo la titubanza sul suo viso. Fu Erwin a riscuoterlo; <<Fai come dice. E cerca di scoprire il più possibile>>

Come se fosse semplice, fu il pensiero che dilagò nella testa del ragazzo mentre si avviava ubbidiente dietro al grosso Chain.

La ragazza lo aspettava nella sua stanza distesa sul letto, in silenzio, avvolta in una candida camicia da notte.

La bocca di Furlan si seccó, mentre le gote si infiammavano di imbarazzo.

Restarono soli.
Uno di fronte all'altra.
Il disagio era palpabile.

<<Come ti chiami?>> la voce di lei.
Sembrava ancora più giovane adesso.

<<Fu-furlan>> perché la voce non smetteva di tremare?

<<Furlan?>> pareva sorpresa.
<<Hai detto...- si alzò in piedi, avvicinandosi a Furlan fino a trovarsi a un soffio da lui -...hai detto Furlan?>>

Il ragazzo annuì. Non sapeva dove guardare, attirato da quel seno che si intravedeva appena sotto la stoffa trasparente.

<<L'amico di Levi?>>

D'improvviso l'imbarazzo e il disagio svanirono. E Furlan incroció per la prima volta lo sguardo della ragazza; <<Tu lo conosci?>>

Un allegro sorriso mandò via la nuvola scura che fino a un istante prima adombrava il viso da bambina di Isabel; <<Lui diceva che saresti venuto...mi ha parlato così tanto di te...>>

<<Lui è qui?!>>

Non poteva crederci.
Non riusciva a crederci.

Levi.
Sono qui Levi.

<<Dove si trova?!>>

Isabel mandò un sospiro, prima di iniziare a raccontare.



Pensavate che sarebbero trascorsi altri tre secoli prima del nuovo capitolo eh?

Beh si tratta di un capitolo di passaggio ma spero che vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, l'ultima volta mi sono divertita un sacco a leggere le vostre minacce di morte😆😆

Mirphys

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