Capitolo 29

Lo so sono un mostro.
Sono sparita per due mesi senza dire niente.
Ma ho avuto due esami parecchio difficili e non sono riuscita ad aggiornare prima.
Promettendo di pubblicare con maggior frequenza, ecco a voi il capitolo 29.

<<Cosa voleva dire?>>

Levi sbatté le palpebre un paio di volte, lottando contro la stanchezza che lo pervadeva; si accoccoló maggiormente nell'abbraccio di Eren, sfregando il naso contro il petto ambrato del  più piccolo.

<<Cosa?>> gracchió con la voce.

<<Quello che hai detto... quel Je...Je->>

<<Intendi "Je t'aime"?>> lo tolse dall'imbarazzo Levi, nonostante lo divertisse vedere il modo in cui Eren si mordicchiava il labbro nel tentativo di ricordare.

Il piccolo annuì, spalancando gli occhi verdi:

<<Cosa significa?>>

Levi si strinse nelle spalle, mandando uno sbuffo annoiato;

<<Niente>>

<<Avanti! Dimmelo!>>

<<Non è importante>>

<<Ma...ma sembrava essere...qualcosa di bello>>

Levi sollevò un poco la testa, celando il fremito di piacere che lo avvolse dietro a un ghigno malizioso; si strinse nelle spalle e premette con dolcezza le labbra contro quelle morbide e carnose di Eren, arricciate in un delizioso broncio.

<<È un segreto>>

Eren rispose al bacio, mantenendo però quella infantile espressione offesa.

<<Sei perfido>> borbottó solo.

Levi sogghignó appena, prima di tornare a nascondersi in quella conca ambrata tra il collo e la spalla del moccioso.

Restarono così per un po', ognuno perso nei propri pensieri, beandosi del tocco delle rispettive carezze.

Fu Eren a rompere quella pace:

<<Levi?>>

<<Mmmh?>>

<<Perché sei andato al primo piano quella sera?>>

La domanda non sorprese Levi, anzi.
Aspettava da tanto che gliela facesse.

<<Mi hanno ingannato>> sibiló secco.

<<In-ingannato?>>

Levi si sollevò a sedere, sfuggendo al caldo abbraccio di Eren e si strinse nelle ginocchia, fissando un punto impreciso di fronte a sé.
Nei suoi occhi vuoti si rifletteva ancora l'orrore di quei momenti.

<<Armin... lui è venuto da me. Mi ha detto che volevi incontrarmi>> persino la sua voce pareva diversa. Svuotata. Incolore. Finta.

<<So che non vi parlate- sibiló secco, prima che Eren avesse la possibilità di interromperlo -Ma aveva senso. Nessuno avrebbe sospettato un nostro incontro con lui come l'intermediario>>

Il moro schioccò la lingua scocciato, mentre lasciava ciondolare la testa all'indietro.

<<Sono stato un idiota,vero?>>

<<Levi...>>

<<Ha cercato di avvertirmi- proseguì il moro, ignorando le proteste del minore -Armin, intendo. Mi ha fatto delle domande su di te...su di noi...e pareva sorpreso. Come se non si aspettasse quel genere di risposte...non l'ho ascoltato>>

Eren ascoltava in silenzio, serrando, di tanto in tanto, il lenzuolo fra le dita emettendo un flebile ringhio con la bocca.

<<Quindi...- borbottó ad un tratto  -Armin...>>

<<Armin non c'entra. Credo volesse proteggerti. Da me>>

Levi omesse il nome di Mikasa. Sapeva quanto Eren fosse legato alla ragazza e l'ultima cosa che voleva era farlo soffrire ancora. Inoltre non aveva prove, oltre alla propria parola, sulla sua reale colpevolezza.
Era impotente.

Quando tornó a posare lo sguardo sul suo moccioso, scorse  sul suo viso un'espressione di puro dolore che mai prima aveva visto.

Mio dolce e stupido moccioso...

Fu l'affettuoso pensiero che attraversò la mente di Levi.

Gli si strinse contro, posandogli la nuca sulla spalla come in cerca di coccole e gli schioccò un bacio sulla gota bagnata di lacrime.

<<Mi dispiace Eren>>
Non riuscì ad aggiungere altro.

Eren gli afferrò i polsi e lo spinse giù, schiacciandolo con il proprio peso contro il materasso.

Il loro visi erano divisi da pochi centimetri.

<<Che combini moccioso?!>>

<<Non. Chiedere. Scusa>> sillabó furente il ragazzino, ricacciando a fatica le lacrime indietro.

Levi lo guardò in silenzio: sul viso imperscrutabile si stagliava il solito freddo cipiglio. Nessuna emozione riusciva a emergere da quel viso perfetto.
Mandò uno sbuffo.

<<Sto comiciando a stancarmi di essere continuamente afferrato e sbattuto qua e là da chi gli pare e piace- la voce piatta si sollevò più flebile di un sibilo -Lasciami Eren>>

<<Io ti porterò via di qui>>

Quelle parole dipinsero un improvviso e sincero stupore sul volto del moro, lasciandolo interdetto per un lungo istante;

<<Ce ne andremo. Io e te. Lasceremo questo posto e ce ne andremo lontano>>

Un largo sorriso si allargó sull'ambrato viso di Eren; i suoi occhi verdi sprizzavano fuori una gioia mai provata prima.

<<Troveremo un posto sicuro. E costruiremo una casa. Potremmo coltivare la terra o allevare animali!>>

Uno sbuffo divertito sfuggì alle sottili labbra di Levi: <<Tu non sai niente su come coltivare la terra... tanto meno sull'allevare animali>>

<<Imparerò!>>

<<Ci sono le radiazioni. Potrebbe non crescere mai nulla o ucciderci il cibo che mangiamo>>

<<Allora viaggeremo. Fino a trovare un posto perfetto. Senza radiazioni e senza pericoli>>

<<Non esiste un luogo del genere>>

Eren sorrise ancora, prima di deporre un piccolo bacio sulla punta del naso di Levi.

<<Lo creeremo insieme>>

Ci fu il silenzio. Levi sembrava davvero disposto a valutare quell'assurda idea, mentre il piccolo attendeva nervoso il suono di una risposta.
D'improvviso il moro scoppiò a ridere: una risata vera, ben diversa dai suoi soliti sbuffi, una risata che nasceva dal profondo del cuore.
Eren se ne innamorò immediatamente.

<<Idiota di un moccioso- mormorò allora Levi, tra una risata e l'altra -Potrei quasi crederci>>

Il bacio che Eren gli depose sulle labbra fu improvviso e passionale, ricolmo di un profondo amore; Levi sorrise contro quella bocca carnosa e si affrettò a ricambiare il bacio, succhiando con piacere la piccola lingua impavida che gli stuzzicava il palato.

<<Je t'aime>> mormorò Eren con le guance in fiamme, cercando di ricordare la pronuncia corretta.

Levi gli baciò la fronte e si lasciò sfuggire un nuovo sorriso: non ricordava di aver riso tanto in tutta la sua vita, ma con Eren tutto diventava semplice.

<<Ti amo anch'io, moccioso>> disse prima di concedergli un nuovo bacio.

Eren sgranó gli occhi verdi, spalancando la bocca dalla sorpresa.
Ci volle poco meno di un secondo perché collegasse le parole di Levi a quella strana lingua e arrivasse alle dovute conclusioni.  Quindi le sue gote, già vermiglie, si tinsero di un rosso acceso.

<<Tu-tu...tu mi...>>

Levi si liberó dalla stretta di Eren con un colpo di reni, ribaltando le loro posizioni; quando si ritrovò seduto sul ventre del piccolo, si prodigó in un ghigno malizioso.

<<Oui. Je t'aime Mon petit>>

Eren si rizzò di colpo, avvolgendo il corpo corpo nudo di Levi con le braccia, mentre con le labbra, iniziava a marchiate quella pelle candida come porcellana.

<<Levi! Levi! Levi!>>

Esplorò con le dita ogni centimetro, ogni lembo, mentre assaporava, affamato, le labbra sottili, la pelle tesa del collo e il petto scolpito del moro.

<<Fai l'amore con me- sussurrò Levi, con gli occhi liquidi - fai l'amore con me Eren>>

Il piccolo sorrise, scivolando su quel corpo fino a raggiungere il suo roseo orifizio.

<<Ti porterò via di qui- mormorò, violando l'altro con il primo dito -Ti porterò via e saremo felici. Te lo prometto amore mio>>

E non poteva esserci promessa più vera.

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