Capitolo 23

Io credo...credo di starmi innamorando... innamorando di te.

Quelle parole l'avevano colpita dritta al cuore.

Innamorando di te.

Nell'udirle Mikasa aveva smesso di respirare. Le dita si erano strette intorno agli avambracci, sempre di più, fino a conficcare le unghie nella carne.
Non poteva credere che Eren -il suo Eren!- avesse detto davvero quelle parole.

E che le avesse dette ad Angel.

Si portò una mano al cuore, cercando di calmarsi ma, quella orrenda sensazione di vuoto che le stringeva il petto non sembrava intenzionata a lasciarla andare tanto facilmente.

Non riusciva a capire.
Perché Angel? Che cosa aveva fatto quell'odioso per far sì che Eren si dichiarasse a lui?

Mikasa serró la mascella, digrignando i denti: non gli era mai piaciuto quel tipo.
Mai.
Fin dal primo istante.
Sapeva che avrebbe portato solo guai e adesso...

Scosse il capo, ancora sconvolta per ciò a cui aveva assistito.

Eren non era in sé, questo era certo.
Angel doveva avergli fatto qualcosa...probabilmente si stava approfittando del suo buon cuore... Doveva averlo traviato.
Dopotutto Eren amava Mikasa, di questo la ragazza era certa.

Angel doveva aver approfittato del loro momentaneo allontanamento per impossessarsi del ragazzo. Una volta che si fosse stancato di lui lo avrebbe gettato come un vestito vecchio, spezzandogli il cuore.

Mikasa non lo avrebbe permesso.

Si allontanò in silenzio, attenta che i due ragazzi  non la notassero; la sua mente distorta stava già elaborando la vendetta appropriata.

Ma aveva bisogno della collaborazione di qualcuno. Per questo, una volta superata la soglia del refettorio, si mise immediatamente alla ricerca di Armin.

***

Eren.

<<Levi?>>

Sbatte le palpebre un paio di volte, prima di posare lo sguardo su di me: sono disteso al suo fianco, sul freddo pavimento, con il mento puntellato contro il palmo della mano, mentre, con l'altra, sono impegnato a disegnare strane figure concentriche sopra il suo addome teso.

<<E' meglio se non ti addormenti qui... prima o poi arriveranno gli altri e...- mi interrompo, per passarmi le dita sul collo sudato, cercando di celare il mio imbarazzo -...sarebbe difficile da spiegare>> 

Levi annuisce piano, senza rispondermi. Si è ammutolito all'improvviso quando ci siamo rivestiti e da quel momento non mi ha più rivolto la parola. Sembra pensare ad altro. 

Come se non fosse davvero qui.

<<Ti senti bene?>> provo a domandare, con l'animo in subbuglio per quel suo strano atteggiamento.

Lo guardo fare uno sbrigativo cenno col capo, per poi scostare lo sguardo.

Un brivido mi attraversa dentro.

<<Sicuro?>>

Mi faccio più vicino e poso la mano sul suo ventre scoperto, in un gesto protettivo. Ho timore che possa allontanarmi.

Ed è allora che finalmente si volta verso di me: ha gli occhi arrossati stretti in due fessure a causa del gonfiore, le guance pallide scavate e le labbra pallide. Pare un fantasma. 

Eppure non posso fare a meno di trovarlo bellissimo.

<<Sì- ripete, con la voce arrochita –Sto bene>>

<<Levi>> Il mio tono è serioso, autoritario quasi.

Lui rimane fermo a fissarmi per qualche secondo, poi si mette seduto e mi scompiglia i capelli con le dita affusolate. 

<<Smettila di preoccuparti, moccioso- mi dice, con quella sua voce sensuale -Ho detto che sto bene>>

Non gli credo. 

E senza accorgermene, mi ritrovo a posare la fronte sulla sua spalla, trattenendolo per un polso: lo sento irrigidirsi sotto quel contatto improvviso, ma non cerca di scacciarmi in alcun modo.

<<Oi>> sfioro la pelle diafana del collo con la punta del naso, prima di deporvi sopra un bacio a fior di labbra, che fa fremere l'intero corpo di Levi.

<<Oi Eren...- tenta ancora lui, quando mi sente tornare alla posizione di partenza -Che ti prende?>> 

Inspiro profondamente: 

<<A-a te...a te piace quello che ti faccio?>> domando tutto d'un fiato.

Il corpo di Levi sussulta, quasi lo avesse punto un insetto fastidioso; i suoi occhi corrono a posarsi su di me e, sotto quelle pietre argentate, sento le mie guance accendersi di rossore. 

<<Che cosa intendi?>> balbetta lui, mentre una vaga sfumatura rosea va a imporporargli le gote.

Inspiro ancora. 
L'aria pare non bastarmi, mi sento soffocare e il cuore...!
Diamine, temo possa venirmi un infarto da un momento all'altro.

<<Ogni volta...- mormoro, celando sempre di più il capo in quella curva sublime tra il collo e la spalla -...Ogni volta che ti stringo a me, tu... tu ti irrigidisci. Diventi freddo. Oppure...>> Mi mordo il labbro. Da quando ho iniziato a balbettare?!

<<Oppure smetti di parlarmi>>
Levi non mi sta guardando. Lo sento. E mi manca sentire quel suo sguardo serioso stuzzicarmi la nuca.

 <<Io non sono come Duncan- riprendo, abbassando il capo pieno di vergogna –Né voglio diventarlo>>

Lo dico sollevando di un poco il capo e scorgo Levi sussultare, prima di voltarsi di scatto verso di me, per annegare i suoi occhi dentro i miei: inspiro ancora, spronandomi a proseguire.

<<Perciò voglio che tu mi dica la verità: ti piace quando ti tocco? Quando ti abbraccio? Quando...>>

Le parole mi muoiono in gola e la testa s'inclina in avanti.

Devo sembrare proprio patetico...
Dov'é finito tutto il coraggio di poco fa?

E' un lieve sbuffo che mi costringe ad alzare la testa:

<<Se non mi piacesse...credi davvero che te lo lascerei fare?>> 

La mia bocca si apre senza il mio permesso e resto immobile a fissare Levi senza sapere come rispondere.

<<Sei solo uno stupido moccioso. Credi davvero che riusciresti a sottomettermi senza il mio permesso?>> Il rossore sulle sue guance si è esteso. Non è così immune a quelle parole come vorrebbe farmi credere. 

<<Mi dispiace- mormora, cancellando quella vena di allegria che, per poco meno di un secondo, sono riuscito a scorgere nei suoi occhi metallici -Non vorrei reagire così. Soprattutto con te. Detesto vedere la tua espressione delusa ogni volta che ti rispondo sgarbatamente o che ti allontano in malo modo>> 

Sospira, stringendosi le ginocchia al petto: <<Sono prigioniero Eren. Prigioniero della paura. E per quanto cerco di sforzarmi, per quanto io cerchi di non pensarci...vivo nel costante timore di trascinarti nel mio stesso baratro>>

Si solleva in piedi a fatica, ma quando mi offro come appoggio, lui non si rifiuta. Gli sfioro le dita pallide, avvolgendole nelle mie, rifuggendo al suo sguardo triste; <<Sono condannato a perdere tutte le persone che amo>> è il debole sospiro che mi sfiora le orecchie.

Lo stringo tra le mie braccia, premendo la fronte contro la sua; sento le sue mani avvinghiarsi alla mia casacca e il fiato caldo stuzzicarmi quel lembo di collo che il tessuto non riesce a celare. 

<<Non ti lascerei mai, lo sai- cerco di confortarlo -Io...Io...>>

<<Eren...>>>

<<Io ti amo>> sussurro in un soffio che mi coglie del tutto impreparato.

Cala il silenzio.

Non posso credere di averglielo detto davvero.
Maledizione, lo frequento da poco più di una settimana! Come posso già parlare d'amore?!

Mi allontano da lui, colmo d'imbarazzo.

Lo capirò se non vorrà mai più vedermi...

<<Levi io...>> 

Levi mi scruta in silenzio, senza guardarmi davvero. Come se guardasse attraverso me. E per un attimo nutro la speranza che non mi risponda affatto.

<<Levi, perdonami io...>>

<<Eren! Angel!>> Ci voltiamo insieme, verso la ragazzina fulva che ci ha appena raggiunto: <<Maledizione ragazzi! Ero preoccupata da morire! E così Dolcezza! Avevamo paura che...>> Isi si blocca, notando solo in quel momento le strane espressioni che aleggiavano sui nostri volti; inclina la testa da un alto, arricciando la bocca: <<E' successo qualcosa?>>

<<Niente. Non è successo niente- mormoro, accostandomi a lei con un finto sorriso dipinto sulle labbra -Stavamo solo parlando>>

Isabel annuisce piano, non del tutto sicura se fidarsi o meno di me; <<Chocolat e Marco hanno distribuito gli ordini...sei in coppia con me, oggi>>

Annuisco lentamente. Non voglio lasciare Levi. Non così.
Per la verità... non voglio lasciarlo in nessun modo.

<<Puoi andare avanti tu, Isabel? Io...>>

<<Non preoccuparti>>

La voce di Levi.

<<Sto bene. Te l'ho già detto- mi rivolge un piccolo sorriso, che tanto basta a farmi galoppare il cuore - Non preoccuparti>>

<<Sei sicuro?- gli sfioro la mano, senza prenderla -Posso...>>

<<Ho detto che sto bene. Ora vai>>

Non c'è cattiveria nella sua voce, anzi. Il suo tono è dolce, così come il suo sguardo.

Faccio segno a Isabel di precedermi e mi accosto un'ultima volta a Levi: <<Mandami a cercare se succede qualcosa, intesi? Per qualsiasi cosa, prometti>>

<<Prometto>> sbuffa lui.

Gli sorrido, ringraziandolo con gli occhi.

Gli do le spalle, per seguire Isabel che è già sparita dietro la porta, quando...

<<Oi Eren, aspetta!>>

Mi volto a quel richiamo, giusto in tempo per che la mia bocca venga catturata da quella di Levi.

Da prima è un semplice scontrarsi fra bocche, ma poi avverto la lingua di Levi sfiorarmi le labbra, delineando piano il loro contorno, chiedendo il mio permesso. Le sue dita sottili mi arpionano i fianchi, trascinandomi verso di lui fino a far scontrare i nostri bacini.

Mugolo, socchiudendo la bocca e lascio scivolare quel piccolo muscolo dentro di me, perché si scontri con il mio. Mi accarezza piano la lingua, con reverenza, per poi succhiarla vorace.

E' la prima volta che Levi mi bacia di sua iniziativa.
Solitamente sono io quello che guida le cose, mentre lui mi tocca a stento.

Questo è il suo primo bacio.

E lo sta donando a me.

Quando mi libera, riesco a malapena a respirare.

<<Me la caveró>> mi soffia nell'orecchio, con le gote rosse d'imbarazzo.

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