Capitolo 19

La candela tremula illuminava a stento la figura del ragazzo disteso sul letto.

Se ne stava raggomitolato sotto la coperta da ore, a ripensare a ciò che era successo.

Chocolat non aveva fatto domande, gli aveva preparato il bagno e chiesto se preferisse mangiare in camera o se avesse intenzione di raggiungere gli altri tesori al refettorio.

Ricevuto solo il silenzio come risposta, il buon Chain aveva fatto ritorno poco dopo con la cena.

Levi non l'aveva neppure sfiorata.
La sfuriata con Eren lo aveva privato dell'appetito.

Si sentiva un idiota.
Tra lui e il moccioso non c'era niente.

Niente.

Perché allora lo aveva infastidito tanto vederlo stretto a quell'oca rumorosa?

Posò lo sguardo sulla mano distesa mollemente sul cuscino e ripensò a come il moccioso l'avesse stretta nella sua, quando erano entrambe immerse nell'acqua.

Un contatto leggero, più leggero di un respiro e delicato come una carezza.

Per un attimo aveva desiderato che Eren lo baciasse. Come la notte prima. Con dolcezza.
Ma poi in lui aveva prevalso la paura e si era allontanato.

Eppure Eren aveva capito.

Si era fermato, in silenzio e con un sorriso a illuminargli il viso.

Si era fermato.
Come la volta prima, durante i preparativi per la partenza di Duncan.
Si era fermato.

Come se ci tenesse davvero a lui.
Come se non volesse costringerlo a fare niente.

Ma poi...
Poi era arrivata Mikasa e... e...

La verità, che Levi non avrebbe ammesso neppure a se stesso, era che si era sentito...
Geloso.

E aveva rovinato tutto.
Di nuovo.

Affondó il viso nel cuscino, ingoiando una bestemmia e tornò a guardare la mano candida, privata ormai della sua metà bruna.

Che diavolo mi ha fatto quel moccioso?

Il bussare improvviso lo fece scattare seduto, sorpreso.

<<Chi è?>> ringhió.
Non aveva voglia di vedere nessuno.

Gli rispose un ostinato silenzio.

<<Chi è?>> ripeté ancora.

Ancora silenzio.

Si sollevò in piedi, borbottando una serie di interminabili imprecazioni e raggiunse la porta.

Quando l'aprí, fu difficile per lui mantenere la solita compostezza: Eren con la testa china, il bel corpo avvolto in un mantello verde che arrivava fino alle caviglie e un'espressione dolorata stagliata sul viso abbronzato.

Levi mandò uno sbuffo e incroció le braccia davanti al petto:
<<Credevo di averti detto di lasciarmi in pace, moccioso>>

Eren abbassò lo sguardo, mordicchiandosi il labbro carnoso con fare nervoso.

<<Senti, lo so che sei arrabbiato e hai tutto il diritto di non volermi neanche parlare...>>

<<Se speri di migliorare le cose...>>

<<Lascia solo che ti mostri una cosa- Eren lo disse tendendo le braccia in avanti, con occhi supplicanti -Dopo, se vorrai, potrai anche rifiutarti di avere a che fare con me>>

<<Eren...>>

Le mani guizzanti del ragazzo afferrarono quelle di Levi, stringendole con una premura che il corvino aveva desiderato per tutto il pomeriggio.

Levi smise per un attimo di respirare.

<<Voglio solo mostrarti una cosa- lo raggiunse la voce di Eren -Poi ti lascerò in pace. Ti prego>>

***

<<Sí può sapere dove accidenti mi stai portando? Non si vede niente!>>

Levi si strinse maggiormente nel mantello verde che Eren lo aveva costretto ad indossare per nascondere la sua identità.

Faceva un gran freddo nei stretti corridoi sotto il palazzo e, cosa anche peggiore, erano completamente avvolti da una tetra oscurità.

A stento Levi era in grado di vedere dove stesse mettendo i piedi.

<<Dammi la mano. Da qui la strada si fa più tortuosa>> sussurrò la gentile voce di Eren, un paio di passi avanti a Levi.

Questi mandò uno sbuffo seccato: <<Non ho bisogno del tuo aiuto>>

<<Non è il momento di fare capricci- il corvino sentì di nuovo quel tocco delicato avvolgergli le dita della mano destra e quel bizzarro calore riscaldargli l'animo -Ci siamo quasi>>

Levi non rispose, ma si lasciò condurre senza protestare.

La strada, sempre più stretta, proseguiva ancora per una decina di metri, prima di interrompersi bruscamente.

<<Chiudi gli occhi>> mormorò a quel punto Eren.

<<Che differenza vuoi che faccia?! È buio pesto qua sotto>>

Il fiato di Eren gli stuzzicó le guance, interrompendo le lamentele del corvino.

<<Fidati di me. Chiudi gli occhi>>

Levi roteó gli occhi, schioccando la lingua sul palato e poi, titubante, ubbidí.

<<Hai fatto?>>

<<Sì...>>

La stretta alla mano si fece più forte, mentre, un tocco morbido si posava sulle sue labbra arriciate.

<<Er-..!>> Il ragazzo approfondí il bacio, accarezzandogli la lingua con dolcezza, prima di staccarsi con un mugolio.

<<Non ho saputo resistere...scusami- rise un poco in imbarazzo -Ora puoi aprire gli occhi>>

Quello che vide lasciò Levi senza parole: sì trovavano in una sala molto antica, rischiarata da alcune lanterne, dai candidi muri rovinati dal tempo e dalla muffa, che aveva cancellato gli affreschi ed eroso i mosaici. Il pavimento, di pietra, era freddo e scivoloso al contatto.

Ma la cosa più stupefacente si trovava al centro: una gigantesca piscina colma dell'acqua più cristallina che Levi avesse mai visto.

Mosse qualche passo incerto, a corto di parole.

<<Eren...che posto è questo?>>

Il ragazzo rise prima di rispondere: <<Credo che fosse un vecchio sito termale...ma da quando Duncan si è impadronito del palazzo è stato abbandonato- si passò una mano fra i capelli, facendosi rosso in volto -L'ho scoperto un paio di anni fa...è...è il mio posto segreto>>

Levi si voltò verso il ragazzo, per incrociare i suoi splendidi occhi verdi: <<Perché mi hai portato qui?>>

Il ragazzo mosse un paio di passi, ma si fermò a un braccio di distanza dal maggiore, forse per timore di turbarlo; le sue iridi riflettevano il colore dell'acqua, dandogli una meravigliosa sfumatura azzurrognola che li rendeva ancora più belli.

Levi ansimó, col cuore a mille.

<<È il mio posto speciale e volevo condividerlo con una persona speciale- Eren sorrise -Con te>>

Levi scostó lo sguardo, cercando di celare l'imbarazzo che dominava il suo viso.

<<E come la metti con la tua ragazza?>>

<<Levi...- Eren si sforzó di sorridere, tornando a stringere quella mano sottile -È vero. Mikasa prova dei sentimenti per me e...e tempo fa c'è stato qualcosa tra noi>>

Si fece più vicino, cercando di capire se la cosa infastidisse Levi o meno.
Ma il corvino se ne stava in silenzio, col viso rivolto verso l'acqua e lo sguardo lontano.

<<Ma è tutto finito. Lei mi ama ancora ma io...- mandò un sospiro -Ma io non posso fare a meno di pensare a te>>

Fu allora che Levi si riscosse.
Si voltò verso Eren e allacció lo sguardo nel suo: <<...a-a me?>>

Il ragazzo annuì, con le gote vermiglie. Pareva proprio un bambino ridotto in quelle condizioni.

<<Non so neanch'io perché sono così ossessionato da te ma....ma...- si morse la lingua, in preda alla confusione -Ecco io...quello che sto cercando di dire...ecco...>>

<<Eren>>

Il ragazzo si interruppe di colpo, dando a Levi l'opportunità di parlare: <<Va bene...non c'è bisogno di scusarsi...- si morse il labbro -Forse...Forse ho-ho esagerato...non avrei dovuto reagire così male...mi dispiace>>

Eren sorrise, sollevato.

<<Levi?>>

<<Mmh?>>

<<Posso baciarti?>>

<<Moccioso...- Eren dimezzó le distanze fra loro con una lentezza snervante, facendo desiderare a Levi quel bacio per tutto il tempo -Smettila con queste domande stupide>>

Prima lo raggiunse il respiro. Poi sentì quel tocco leggero premere sulla bocca, in attesa di ricevere il permesso.

Permesso che Levi fu ben lieto di accordare, dischiudendo appena le labbra. Eren gli avvolse il torso, attirando il ragazzo più basso verso di sé, per stringerselo al petto.

Gli stuzzicó la lingua e gli sfiorò con dolcezza il palato, facendo sfuggire a Levi un gemito strozzato.

Si staccò piano, concedendosi un istante per soffermarsi sulle gote accaldate del corvino, ai suoi occhi offuscati e alla sua deliziosa espressione colma di piacere.

<<Levi...>> gemette Eren, affondando il viso in quel collo candido.

<<Ti voglio>>

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