Capitolo 27

Nolan

"'Cause I'm in a field of dandelions
Wishing on every one that you'll be mine"
("Dandelions" - Ruth. B)


Passeggio in un mite tardo pomeriggio di maggio, dopo aver trascorso alcune ore all'osservatorio, la mia seconda casa.

Oggi ho scoperto una stella. La mia prima stella.
Accelero il passo, contando i minuti che mi separano dall'annuncio a mio padre.
Non vedo l'ora di varcare la porta della fabbrica, che già intravedo solitaria alla fine dell'isolato.

All'improvviso, è il suono di uno sparo a destarmi dall'eccitazione. Un suono sordo, improvviso, risuonante.

Come poco prima, è il silenzio a prevalere nell'ambiente circostante. Ma questa volta è un silenzio mesto. Un silenzio che mi svuota l'anima, risucchiando ogni emozione il mio cuore cerchi di provare.

È la consapevolezza di ciò che è successo a bloccarmi sul posto, e rendermi incapace di pensare o muovermi.
Essa, quella maledetta consapevolezza.


«Buongiorno, principe azzurro».
È la voce assonnata di Amelia a destarmi dal vortice di flashback in cui sono sprofondato.

«Nessun principe non ha accanto una principessa», ribatto.

«Come fai a essere così romantico alle cinque del mattino?» Sbuffa, stropicciandosi gli occhi.

Faccio la finta espressione offesa. Nella penombra della camera mi prende la testa tra le mani, osservando le mie orribili e marcate occhiaie.
«Non hai dormito, non è così?»

Non sono abituato a ricevere tante attenzioni. Scuoto la testa leggermente, seguito da un suo sospiro.

Solleva lo sguardo fuori dalla finestra.
«Ti va di andare a guardare l'alba insieme?»

«E poi osi dire che il romantico sarei io...»

Passeggiamo a piedi nudi sulla natura. L'aria fresca e limpida riempie i polmoni, liberando l'anima da ogni pensiero negativo.

Alba. Una parola, mille emozioni.
Mi è sempre piaciuto guardare il sole nascere in quello che rappresenta un nuovo giorno. Non esiste panorama, urbano e non, eguagliabile a essa.
Neppure la sua metà complementare, il tramonto, dona le stesse emozioni.

Infatti, l'alba è qualcosa che non si vive tutti i giorni. Guardare l'alba significa assistere al preludio del giorno, alla sveglia del mondo.

Con la sua maestosità accarezza gradualmente ogni campo, collina, montagna e città, liberandole dall'oscurità suggestiva della notte.
Desta ogni essere vivente, consegnando loro un nuovo capitolo di vita.

Osservare la Luna argentea lasciare che il sole venga fuori dalle viscere della terra a dipingere il cielo con le sue mille tonalità è estasi allo stato puro.

L'alba è qualcosa che incanta gli occhi e l'anima. Qualcosa che si percepisce con tutti i sensi. Qualcosa che fa contemplare con pace anche le più profonde questioni della natura umana.

Rappresenta ossigeno per il cuore e la mente.
Almeno, questo è quello che ho sempre provato e che provo adesso.

Il silenzio regna sovrano, accompagnato dall'armonia del vento che sfiora i campi. I profumi della natura si mescolano fra loro: l'essenza della brina notturna diventa un tutt'uno con la delicatezza dei dente di leone.

La loro unione si percepisce anche sotto la pelle, accarezzata dalla gracilità di questi fiori e del vento fresco, che rapisce molti dei loro crini bianchi. Volteggiano tutti nella stessa direzione, portando compagnia a quello che sta per divenire l'indiscusso personaggio dell'opera: il sole.

In questa parte del ciclo, il cielo diventa una teca mentre lui un'artista, capace di ammaliare la natura con la sua tavolozza magica. Pennellate di colori pastello decretano la genesi dell'aurora: azzurro, violetto, rosa e arancio. E, quando la grande stella supera l'orizzonte, i colori tenui scompaiono all'istante, lasciando posto all'imponente calore del giallo. Lo si percepisce negli abissi della mente, nel cuore e sulla pelle. Un nuovo giorno è ufficialmente nato.

Come l'arte, anche la natura è irripetibile. Non c'è mai stata, e mai ci sarà un'alba identica a un'altra. Ed è forse questa peculiare unicità che fa perdutamente innamorare chiunque abbia la fortuna di viverla.

Mi sdraio sul terreno fresco costellato di fiori. I fini petali bianchi dei dente di leone mi solleticano il collo, scatenando una serie di brividi che si propongano fino alle ultime falangi. Al mio fianco, Amelia copia la mia azione. Adesso, i nostri sguardi sono volti al cielo, ancora non pienamente illuminato. Le nuvole assumono forme astratte, emigrando verso le pianure. Restiamo fissi a contemplarle per un tempo indefinito.

Distolgo il mio sguardo dal panorama e lo volgo su di lei. I suoi grandi occhi color cioccolato riflettono come degli specchi il vivido blu del cielo e il bianco candido delle nuvole. Sembra essersi persa nella loro immensità.

«Mi sembra di aver sentito dire sogni di vedere l'aurora boreale» rompo il silenzio che regnava sovrano.

Mi scruta con aria incredula. La sua espressione mi fa sorridere. I suoi sottili capelli bruni si mescolano disordinatamente ai fili d'erba.

È così bella.

«Dove l'hai sentito?»
«Me l'ha detto una rondine. Sai, passava di qui e l'ha spifferato».

Mima una risata.
«Dimmelo!»

«Cosa?» Fingo di non capire la sua domanda.
«Dove l'hai sentito?»

Lo hai sussurrato mentre dormivi, Amelia.

Ti ho osservata per ore, durante le mie innumerevoli notti insonni a causa dei dolori. Facevano male, malissimo. Però, contemplarti mentre dormivi me li alleviava almeno per metà.

Sin da quando sei piombata nella mia vita, l'hai stravolta del tutto. La tua passione, il tuo carisma, la tua eleganza sono una miscela letale per me. Mi uccide e fortifica allo stesso tempo.

Mi hai insegnato ad aprire le porte del mio cuore, grigio da ormai troppo tempo. Un cuore che bramava amore da anni, spezzato, lacerato e calpestato dalle ennesime oscurità della vita.

Mi hai guarito, letteralmente. Hai guarito la mia anima. Ma hai anche guarito il mio male, o almeno, l'hai reso silente. Questo è quello che il mio medico ha annunciato. La malattia che mi ha tormentato per quindici anni è adesso regredita.

E so per certo che la mia cura sei stata tu, Amelia.

Ma so anche di essere un egoista.
Perché so di amarti, ma so di non poterti amare.
Il destino ci lega e ci separa con la stessa forza.

Amelia

Dopo la mia domanda, il suo sguardo si è immerso negli abissi dell'oceano. Il leggero alito di vento scompiglia i suoi capelli mossi che, sotto i raggi tenui dell'aurora, appaiono ramati. Su un fianco è rivolto a scrutarmi con un'espressione cupa, pensierosa. Adesso, le sue pupille non incontrano le mie. Una mano funge da supporto alla testa, mentre l'altra si avvicina alla mia fino a sfiorarla. I suoi polpastrelli si fanno strada sul mio palmo, tracciando dei movimenti all'apparenza astratti.

«Cosa stai scrivendo?» Sussurro, trepidante di conoscere la risposta.

«Cosa ti fa pensare che stia scrivendo qualcosa di logico?»

«Ti odio quando rispondi alle mie domande con altre domande», digrigno i denti, assaggiando allo stesso tempo il contrasto tra simpatia e antipatia per il suo irritabile vizio.

La vividezza delle sue iridi si incastona alle mie in perfetta armonia.
«Sto disegnando le costellazioni».

La sua risposta fa sì che la debole sfumatura negativa abbandoni la mia anima.
Mi concentro sui suoi tracciati.
«Le conosci tutte?»

Annuisce.

«Fermo», lo interrompo mentre provo a immaginare le linee nella mia fantasia, «questa mi piace più di tutte».

Sorride: «Hai scelto una delle più belle».

«Come si chiama?»

È il suono del suo sussurro a perturbare quello della natura.
«Te lo dirò a tempo debito».




Spazio autrice🌻
Ciau amoriEcco finalmente il capitolo 27 che mi avete chiesto in tanti😂.
Inizia ufficialmente il countdown alla fine: -5
Ho una doppia sensazione a leggere questo numero: amarezza e soddisfazione🥲

Però, ecco che vi comunico una cosa: ho deciso che parteciperò ai Wattys 2021🌹

Awards a parte, che ve ne pare di questo capitolo "dalle due prospettive?"🌄
A prestissimo❤️

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