13. Potere

"Light a fire a fire a spark
Light a fire a flame in my heart
We'll run wild
We'll be glowing in the dark"
("Charlie Brown" - Coldplay)


Un tenue raggio solare penetrò attraverso le persiane, arrivando dritto sul mio volto. Grugnii infastidita stropicciandomi le palpebre mentre constatavo di essermi tenuta all'erta fino a notte fonda - nell'attesa di una risposta al mio messaggio d'approvazione - fin quando crollai con il cellulare tra le mani. Tastai con i palmi il pesante piumone che mi avvolgeva, cliccando sul tasto d'accensione a lato del dispositivo e facendo illuminare lo schermo.

SMS da: Nolan
«Vedo che è riuscita a risolvere l'indovinello, anche se con un po' di ritardo. Buonanotte, darling».

Stavo sognando? Sospirai, abbracciando il cuscino quasi a immaginare il suo dolce profumo. Non sarebbe stato Nolan Campbell se non avesse sfoderato quella sua tipica nota sarcastica in ogni evenienza, immaginando le prime parole pronunciate con superiorità dal suo iperbolico metro e novanta, quelle conclusive con il suo tipico sguardo affettuoso. Spensierata, pigiai su di un cuore animato che batteva. E, come l'emoticon, anche il mio batteva all'impazzata.


«Devo aspettarmi di incontrare il presidente degli Stati Uniti?» Chiesi insospettita a mio padre una volta salita sulla sua Mustang nera già in moto. Era tirato a lucido con un elegantissimo completo color tortora e il migliore dei suoi orologi al polso.

«No, è solo un pranzo con una famiglia importante. Vedrai, sono brave persone» mi liquidò all'istante guardandomi dallo specchietto retrovisore. La stoffa del suo abito brillava, riflettendo la luce sui Ray-Ban dello stesso colore. Poi si spalancò la porta di casa, costringendomi ad assistere alla sfilata di mia madre sul vialetto: anche lei era ugualmente tirata a lucido con addosso un lungo vestito rosso carminio e un paio di tacchi di almeno dieci centimetri. I capelli biondi erano raccolti in uno chignon morbido, con alcune ciocche mosse sciolte a incorniciare il viso parecchio truccato. Una volta accomodata sul confortevole sedile in pelle, passò poco che iniziasse a bacchettarmi su quanto poco mi fossi truccata o sulla scelta del mio abito. La sua voce squillava all'interno dell'abitacolo, riuscendo a sovrastare quella degli U2 in radio. Apparentemente mia madre non riusciva a smettere di trovarmi difetti. Era terribilmente insopportabile quando si lagnava persino sul colore dello smalto delle mie unghie, paragonandomi ad Anne, che in confronto era la ragazza più femminile e perfetta del pianeta.

Mi lasciai scivolare addosso le litanie incentrate sul mio abito rosa orchidea, sfilando dalla borsetta di pelle le cuffie e azionando la mia playlist preferita. Passò poco che dal finestrino iniziassero a scorrere i tipici paesaggi collinari del Massachusetts, che mi accompagnarono per tutto il tragitto insieme alla musica, ai pensieri e ai battiti più veloci del cuore.

Passò circa un giro d'orologio che arrivassimo in un raffinato ristorante in stile classico. Il beige era il colore predominante, le luci calde e soffuse davano un aspetto familiare e le conifere invadevano l'ambiente di quel classico profumo d'inverno dicembrino. Mi strinsi nel mio cappotto di lana lungo fino al ginocchio mentre, una volta arrivati sotto una pensilina floreale, apparve una coppia davanti a noi.

L'uomo - vestito con un abito grigio scuro intonato alla perfezione con i capelli brizzolati dello stesso colore - si fiondò su mio padre stringendogli la mano in una presa stretta. La donna che portava a braccetto appariva più giovane di lui, con i capelli rossicci sciolti sulle spalle e un lungo abito a trapezio di seta blu marina che sfoggiava per tutta la sua modesta altezza. Anche mia madre si avventò su di lei ad abbracciarla in modo caloroso mentre incrociavo lo sguardo celere di Anne, stranita quanto me dalla loro singolare confidenza.

Dopo le presentazioni ai coniugi cosiddetti "Stewart", apparve un mio coetaneo a fianco a noi. Il suo completo zaffiro era in perfetta sintonia con quello della donna e dava una certa positività, che tuttavia non si ripercuoteva sulla sua mimica palesemente tediata.

«Eccoti, caro!» Gli si rivolse la donna rossa provando a dare ordine al suo papillon nero un po' storto e lanciandogli un'occhiataccia, «Amelia, ti presento mio figlio», si rivolse poi a me.
«Sono Lewis Stewart, piacere», il ragazzo mi porse la mano come se fosse sotto tortura, lasciandomi tristemente riflettere su quanto sarebbe stato piacevole quel pranzo.

Ci accomodammo all'interno del locale. Il tavolo era adiacente a un'ampia finestra che dava sul panorama collinare di Springfield. Alcuni alberi secolari filtravano i raggi del sole facendoli brillare tenui sulle posate d'argento. Dapprima mi focalizzai su questo gioco di luci, per poi spostare la mia attenzione segreta su quel ragazzo così serio, che nervosamente girava una forchetta tra le dita. Aveva i capelli scuri piuttosto corti sui laterali e poco più lunghi al centro, le sopracciglia folte e gli occhi talmente scuri da non riuscire a distinguere la pupilla dall'iride.

«Lewis! Che lavoro fai?» Mio padre intervenne con curiosità destandomi dall'osservazione.

Le labbra rosee e carnose del ragazzo riprendevano il colore delle guance. «Mi sono laureato in ingegneria alcuni mesi fa, così ho iniziato dei lavori presso alcune compagnie edili» asserì con convinzione mentre allentava il colletto della camicia, «avete presente quel palazzo futuristico in costruzione alla Congress Street di Boston? L'ho progettato io».

«Amelia, tesoro» mi richiamò all'attenzione la madre di Mr Simpatia, che era seduta al mio fianco, «parlaci di te». Ero stranita dall'attenzione che quella famiglia, tanto i genitori non quanto il figlio, mi riservava in ogni dettaglio. Ogni movimento, ogni parola che pronunciavo era immediatamente da loro captata e oggetto di continui elogi.
«Sono agli sgoccioli del percorso alla Harvard Medical School. Tra meno di un anno farò il residency training per specializzarmi in chirurgia» risposi.

Intervenne con interesse il marito, stupendomi con il suo fare esperto. «Allora ho appena conosciuto una futura collega! Sai già che ramo vuoi prendere?»

«Chirurgia cardiotoracica» feci per rispondere, venendo interrotta da uno stridio di posate che provenne dal capotavola.
«Avevi detto che ci avresti ripensato», fu mio padre a prendere la parola, rivolgendomi il suo sguardo traboccante d'astio. Aveva sempre tentato di convincermi a intraprendere la sua carriera da neurochirurgo, tuttavia senza successo. La mia passione era una, il cuore, e non l'avrei mai abbandonata.

«È ciò che mi piace, papà» asserii poco prima che lui scuotesse la testa con disinteresse mentre masticava nervosamente l'ultimo morso del suo piatto.

«Gradisci un po' di vino?» Lewis mi rivolse la parola per distrarmi dallo spiacevole disguido. Quella maschera di tedio che aveva portato per tutto il tempo lasciò posto a un'espressione quasi compassionevole, forse consapevole di cosa significasse avere soggezione dei propri genitori. Tuttavia, non ebbi tempo di fare un cenno di dissenso che una voce aspra catturò l'attenzione dell'intera tavolata. «Non fare la maleducata, Amelia. Accetta ciò che ti offre il signore».

Perché lo stava facendo? Odiavo quando mio padre trovava piacere nell'esercitare potere su di me, sua figlia. Lo si vedeva dalla sua espressione compiaciuta, dagli occhi appagati e dalle parole traboccanti fierezza. Provai a balbettare qualche sillaba silenziosa. Il cuore accelerò a dismisura fin quando, atterrita dal suo comportamento tagliente, mi alzai dal tavolo, incamminandomi verso l'esterno.

Il macigno che mi tormentava il petto svanì. Passeggiai su di un vialetto acciottolato fino ad arrivare a una ringhiera di ferro quasi ghiacciata, alla quale mi sostenni con gli avambracci, osservando la vasta distesa di campagna e godendomi il suono del silenzio, dell'atmosfera, dei passeri che di tanto in tanto cinguettavano.

«Mi dispiace per prima, non volevo metterti tuo padre contro», fu la voce giovane di Lewis a destarmi inaspettatamente dalla pace. Il suo braccio sfiorò il mio provocandomi una strana scossa fino alle dita.
«Non è colpa tua» feci spallucce mentre inspiravo a pieni polmoni l'aria limpida della pianura.
«Capisco il suo stato d'animo. Anche a me capita spesso di litigare con i miei genitori. Mi sento spesso fuori posto».

C'era qualcosa nelle sue parole che mi fece voltare a esaminarlo nel silenzio, abbozzando una curva sulle labbra: gli occhi apparivano più chiari, con una sfumatura color ruggine che si intrecciava esternamente al castano scuro.
«Ti obbligano a fare qualcosa che non faresti?» Chiesi mantenendo il contatto visivo fin quando lui lo spostò sulle sua dita, intrecciate fra di loro sulla ringhiera.
«Non credo che fra me e te ci siano molte differenze, Amelia».
«Cosa intendi?»
La sua mimica infastidita sembrava avesse lasciato posto a quella di un ragazzo profondamente turbato. «Intendo che devi porre attenzione a quello che credi innocuo».

Sia il mio flusso di pensieri che la nostra conversazione vennero interrotti da una voce familiare, che ci intimò di tornare all'interno del locale.


Per tutto il tragitto di ritorno non proferii parola, standomene rintanata dietro il sedile di mio padre. Di tanto in tanto volsi lo sguardo sullo specchietto retrovisore, scontrandomi puntualmente con i suoi occhi autoritari.

Una volta arrivata a casa, sfilai rapidamente i tacchi iniziando a salire le scale di marmo alla volta del mio posto sicuro. Erano solo dodici scalini, avrei potuto farcela al piano di sopra in pochi secondi.
Ma non bastarono.

«Aamelia...»



Spazio autrice🌹
Ciao miei cari lettori!
Innanzitutto GRAZIE per essere arrivati fino a questo punto della storia e per averla fatta arrivare a ben 1K visualizzazioni🥺 È un'emozione bellissima, non so neppure spiegarlo a parole, ma sento che la mia storia stia prendendo forma, anche grazie ai vostri consigli❤️
Mi dispiace avervi fatto aspettare più del solito per questo capitolo, però come avrete ben letto ho presentato nuovi personaggi e per questo mi sono presa più tempo per costruirli bene.
A proposito, vi piace Lewis?😂 Quali sono i vostri pronostici per questo personaggio?
Adesso vi lascio, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto!🥺 A presto!❤️
-G✨

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