4. Da piccole gelosie derivano sempre grandi sconvolgimenti.


A volte Rose Weasley si chiedeva come fosse possibile per una ragazza come lei essere così tremendamente euforica, ma allo stesso tempo piacere a tutti. Era consapevole di esagerare il più delle volte, di usare un tono di voce più alto del normale, di gesticolare troppo e di mettere tanto entusiasmo in tutto quello che faceva, ma non le era mai importato particolarmente.
Si godeva le sue giornate ad Hogwarts in compagnia della sua famiglia e dei suoi numerosi amici, ignorando chiunque non la degnasse di attenzione.
Perché a Rose Weasley piaceva essere sempre al centro dell'attenzione. Se tutte le conversazioni della scuola fossero state controllate da lei, nessuno avrebbe mai parlato di argomenti sui quali lei non avesse potuto dire l'ultima parola.
La faceva sentire importante e più apprezzata di quanto non fosse già.

Eppure, quando si trattava di particolari persone, Rose dava letteralmente di matto.

Il fatto che Scorpius Malfoy fosse immune al suo contagioso sorriso l'aveva sempre fatta innervosire. Negli anni aveva capito che l'unica strategia per uscire vincitrice da quella silenziosa lotta che si era creata tra loro due era rimanere impassibile, ma questo le era risultato vagamente impossibile negli ultimi tempi, soprattutto poiché ovunque andasse, sembrava che il ragazzo fosse sempre lì ad aspettarla.
Cosa ancora peggiore: perché suo fratello Hugo stava parlando col suddetto ragazzo?

« Hugo Arthur Weasley, cosa stai facendo esattamente? »

Disse con estrema perplessità la Grifondoro, piazzandosi decisa davanti alle due figure che sembravano stessero discutendo quasi amichevolmente lungo il corridoio del secondo piano.
« Oh, ehi, Rosie! Scorpius mi stava semplicemente parlando di alcune mosse con la scopa che potrei usare nella partita di settimana prossima! Tutto a posto, tranquilla! »
Hugo d'altra parte sembrava del tutto incurante della situazione. In fondo stava solamente chiedendo qualche dritta ad un altro giocatore; certo, di squadra opposta, ma pur sempre un giocatore più che valido.
« Malfoy sta facendo cosa? » Rose poté giurare di non essere mai stata più sorpresa.
« Rilassati, Weasley. Sto semplicemente cercando di evitare che tuo fratello cada dalla scopa per la milionesima volta. » Scorpius alzò le spalle, come a voler palesare che ciò che stava facendo non era poi così anormale come invece voleva farlo sembrare la ragazza.
« Hugo, sei consapevole dei fatto che Malfoy sta cercando di sabotarti, vero? »
« Oh, Merlino. Weasley non essere così drammatica, ti prego. »
« Tu vuoi uccidere mio fratello! E solo perché vuoi fare un torto a me! »
Il Serpeverde non poté fare a meno di strabuzzare gli occhi, del tutto incapace di seguire il filo logico dei pensieri di Rose.
« Tra tutti i Weasley che desidererei far fuori, tuo fratello è quello più al sicuro, credimi. »
Hugo si limitò ad osservare gli scambi di parole tra i due come se fosse una partita di tennis: voltava la testa da una parte all'altra a seconda di chi stesse parlando.
Approfittò della momentanea pausa tra i due ragazzi per mettersi in mezzo, così da evitare che sua sorella desse definitivamente di matto e uccidesse l'unico ragazzo che avesse mai speso il suo tempo per dargli dritte sul Quidditch.
« Rosie, sono serio. Scorpius sta solo cercando di aiutarmi. »
« Godric, Hugo! Se volevi qualche consiglio su come non morire ogni volta che sali su una scopa perché non hai chiesto a James o a Dominique? »
« Senti, Weasley, tuo fratello ed io abbiamo cominciato a parlarne mentre eravamo in Infermeria settimana scorsa, così mi è sembrato giusto concludere il discorso. »
Rose assottigliò gli occhi con fare più che minaccioso. Hugo sarebbe voluto scappare a gambe levate; aveva visto quello sguardo su sua sorella solo una volta nella sua vita, quando aveva accidentalmente scambiato i suoi compiti di Pozioni per carta straccia e li aveva bellamente inceneriti nel tentativo di esercitarsi in Incantesimi.

« Ehi, Rosie! Come stai, Rosie? Tutto bene, Rosie? »

Pronto a mettersi in mezzo ogni qualvolta i suoi due migliori amici fossero intenti a scambiarsi amorevoli parole, Jace Steel, in seguito ad una lunga corsa, si precipitò di fianco a Rose per evitare qualsiasi cosa sarebbe successa di lì a poco.
« Malfoy parla con mio fratello. Da quando Malfoy parla con il mio bel fratellino? »
Jace prese una Rose quasi in stato catatonico per le spalle e molto cautamente la portò lontano da quei due, che, anche per sua sorpresa, stavano davvero parlando come se fossero amici per la prima volta in cinque anni.
Il ragazzo si voltò solamente per scambiarsi un paio di occhiate con il suo migliore amico Scorpius, come a volergli raccomandare di non fare null'altro che potesse innervosire Rose maggiormente.
Se c'era qualcosa di veramente assurdo tra le varie relazioni che coinvolgevano i ragazzi di Hogwarts, quella era sicuramente il sentimento di protezione che Jace Steel provava nei confronti di Rose Weasley. Appartenevano a due mondi così diversi che quando si erano ritrovati anni prima si erano indiscutibilmente legati.
« Jace, lasciami stare. » Jace spostò lentamente le mani dal corpo della Grifondoro, sedendosi l'attimo dopo per terra, sotto una finestra del corridoio in cui si trovavano. Rose abbassò lo sguardo per seguire i movimenti del ragazzo, prima di sedersi a sua volta di fianco a lui.
« Comunque no, non ho visto Dom. »
« Rose, sai che non ti cerco solo quando voglio sapere qualcosa su Dom, vero? »
La Grifondoro voltò il capo verso il Jace, scrutandolo in silenzio. Era ovvio che lei sapesse che non era suo amico solo per interesse, pareva quasi che Rose dicesse quelle parole solo per evitare di parlare della scenata che aveva appena fatto.
« Scorpius non−»
« Non mi interessa, Jace. » Lo interruppe bruscamente lei, passandosi una mano tra i capelli in segno di esasperazione. Odiava farsi vedere in quello stato; non importava chi si trovasse davanti, nessuno doveva vederla in quel modo.
« La vuoi sapere una cosa veramente assurda? » Tentò di distrarla Jace.
« Spara. »
« Devon Cooper stamattina ha fatto una mega dichiarazione a tua cugina Molly in Sala Grande. »
« Oh, Merlino, cosa? Non sapeva che è lesbica? »
Pochi secondi dopo Rose Weasley si era ritrovata a ridere sguaiatamente, il suo onnipresente sorriso era tornato a farla da padrone sul suo viso. Jace non poté che sorridere a suo volta nel notare che la ragazza era nuovamente allegra come suo solito, e in un gesto del tutto spontaneo si avvicinò a lei per stringerla in un abbraccio fraterno.
« Già, ora immaginati la sua faccia quando Molly gli ha chiesto se poteva presentarle sua sorella.»
« No, non dici sul serio! »
« Oh, sì, invece. »
Rose si morse con forza un labbro, quasi a voler cercare di contenersi. Lanciò una sguardo di gratitudine a Jace, conscia di ciò che aveva appena fatto per calmarla.
Si strinse contro il braccio che Jace le aveva precedentemente posto sulle spalle, accocolandosi contro di lui quasi a volergli gridare un muto 'grazie'.


Le risate della ragazza erano state talmente acute che a pochi metri di distanza da loro Scorpius e Hugo erano riusciti a sentirle distintamente.
Il biondo Serpeverde lanciò uno sguardo in direzione di Rose e del suo migliore amico, sguardo talmente scrutatore che non mancò di essere notato da Hugo.
« Malfoy, stai fissando mia sorella. Perché stai fissando mia sorella? »
« Cosa? No, io... cioè tua sorella è completamente fuori! Un attimo fa sembrava sull'orlo di una crisi di nervi e ora ride come se fosse tutto normale! »
« Sì, beh, quella è Rosie. »
Un altro sguardo e il Serpeverde vide l'abbraccio che i due si stavano scambiando. Sgranò gli occhi del tutto infastidito dalla situazione; odiava il ridicolo debole che il suo migliore amico aveva per quell'insopportabile ragazza.
Socchiuse gli occhi e scosse la testa, come a cercare di immaganizzare nella sua mente quanto fosse assurdo il bipolarismo di Rose Weasley.
Hugo d'altra parte si limitò a stamparsi in viso il tipico sorriso di chi vede tutt'altra cosa dietro a ciò che gli si presenta davanti.
Con ancora impresso nelle proprie orecchie il suono della risata cristallina di Rose, Scorpius riprese a spiegare a Hugo come virare senza troppi sbalzi sulla scopa, questa volta forse leggermente troppo distratto da altro.


*


Durante i suoi lunghi sette anni di scuola, Lysander Scamander non aveva mai avuto particolari problemi. Sembrava che il destino gli avesse riservato una vita quasi perfetta: ottimi voti, tanti amici e una ragazza bellissima. O almeno questo era ciò che pensava lui. E se c'era una persona in tutta Hogwarts che non poteva essere più d'accordo a riguardo quella era sicuramente Frank Longbottom.

I due amici, in seguito all'ultima lezione della giornata, ovvero Erbologia, stavano tornando al Castello, ma se Lysander camminava facendo attenzione a dove metteva i piedi e a ciò che gli succedeva attorno, Frank era del tutto perso a guardare nel vuoto.

Molti studenti di Hogwarts in quegli anni si erano chiesti come avessero fatto quei due a diventare così amici; la verità era che la loro amicizia non avrebbe potuto essere altrimenti: cresciuti assieme, una volta ritrovatosi nella medesima Casa non avevano potuto fare altro che legare.
E poi c'era stata Roxanne, forse l'unica cosa che accomunava veramente i due ragazzi.
Se da una parte Frank ne era perdutamente innamorato, Lysander ne era totalmente preso.

« Quindi gli ho detto 'Amico, se vuoi provarci con la mia ragazza è meglio che tu ti metta in fila, di sfigati come te ce ne sono già tanti', capisci Frank? Voleva provarci con Rox! Perciò gli ho detto di evaporare dalla mia vista e... ehi, ma mi stai ascoltando? »

Tra loro due era sempre funzionato così: Lysander parlava e Frank ascoltava. In sette anni il loro rapporto era sempre stato solo ed unicamente in quel modo.
« Eh? Sì, sì, certo! Stavi parlando della pozione che abbiamo fatto evaporare oggi a lezione! »
« Ah, Frankie bello, a volte mi chiedo se passi più tempo fra noi comuni mortali o tra i vari antri della tua mente! »
« Oh, beh, almeno non devo sentirti blaterare tutto il tempo! »
Lysander in tutta risposta tirò una spallata all'amico, facendolo barcollare di rimando. Frank si stampò in viso un sorriso divertito; riuscire a punzecchiare Lysander era sempre una grossa conquista per lui.
« Ascoltami un secondo! Cosa fai questo sabato? No, tranquillo, non sto cercando di invitarti ad uscire. Le grazie femminili di Roxanne mi piacciono ancora! »
« Oh, ma per favore, sta zitto! »
Frank scosse la testa più in fretta che poté; odiava sentir parlare Lysander di Roxanne, lo odiava con tutto il suo cuore.
« Comunque... Roxy ti ha trovato una ragazza con cui uscire, perciò ti conviene essere libero. Oh, ma che dico, sarai libero di certo, non sai nemmeno cosa sia una ragazza! »
« Sì, divertente, Lys. Sto morendo dal ridere. »
Questa volta fu il turno di Frank di tirare una spallata a Lysander, ma il suo tentativo fallì miseramente, in quanto più che sbilanciare il ragazzo, perse l'equilibrio lui stesso. Nel vederlo fare ciò, Lysander scoppiò in una fragorosa risata.
« Roxy dice che è una ragazzina a cui piaci un sacco. È bionda, credo. Ti piacciono le bionde, vero? Sì, beh, a tutti piacciono le bionde, e poi non puoi mica lamentarti, giusto? È il tuo primo appuntamento. »
Oh, Lys, se solo sapessi che le bionde non mi piacciono per niente...
« Non pensi che avreste potuto chiedermelo prima di organizzare tutto? »
Lysander alzò le spalle, contorcendo le labbra in una smorfia di perplessità.
« Roxanne trova un povero essere dotato di vagina che accetta di uscire con te e trovi perfino il coraggio di lamentarti? Fossi in te mi inginocchierei e ringrazierei il cielo per questa botta di culo che hai avuto! »
« Dovrei essere offeso da ciò che mi hai appena detto? »
« No, dovresti essere contento di avere un amico che ti dice le cose così come stanno. »
« Ehm... allora grazie? »
Lysander non rispose, si limitò a scoppiare nuovamente a ridere di cuore, causando la seguente risata di Frank. Si ritrovavano spesso in quel modo, a ridere entrambi per qualcosa che aveva sempre a che fare con l'offendere o il punzecchiare l'altro.
Frank avrebbe potuto stilare una lista dei tremila difetti di Lysander, ma in cuor suo adorava quando si ritrovavano a ridere assieme.

« Frank? »

« Mmh. »
Lysander smise di ridere e di camminare allo stesso tempo, facendo di conseguenza arrestare anche l'amico. Lo fissò dritto in viso, quasi volesse dirgli qualcosa di vitale importanza.
« Esci con questa ragazza, okay? Lo facciamo per te, lo sai. »
Vedere quello sguardo negli occhi di Lys stupì incredibilmente Frank. Nei suoi occhi chiari e sempre pieni di brama questa volta Frank riusciva a percepire solo reale preoccupazione e qualcos'altro, qualcosa che non riusciva a definire ma che non prometteva nulla di buono.
« Ecco... » Riuscì a dire solamente, guardando ovunque tranne che negli occhi dell'amico.
« Okay, adesso basta. Ti piace Roxanne, lo so. Ma cosa puoi farci? È la mia ragazza! Perciò fammi questo favore e fattene piacere un'altra, chiaro? »
« C-cosa? »
« Mi hai capito. »
Il sorriso che Frank si era stampato poco prima in volto morì di colpo.

In tutti quegli anni non ne avevano mai parlato. Roxanne era sempre stato l'argomento di cui solo Lysander poteva parlare.

Boccheggiò per qualche secondo, come a volersi realmente sincerare di ciò che quello che considerava il suo migliore amico gli aveva appena detto.
Forse avrebbe dovuto fare come gli diceva lui, lasciar perdere tutto e voltare pagina.
Ma come poteva farlo quando vedeva lo sguardo deluso di Roxanne ogni volta che Lysander la lasciava da sola senza dirle nulla?
« Io... sì, lo farò. » Rispose decisamente troppo serio Frank, volgendo lo sguardo al terreno completamente pentito di ciò che aveva appena detto.
« Bravo, Frankie, sei un bravo amico. »
Lysander non aspettò nemmeno di guardare la reazione di Frank, riprese a camminare in direzione del Castello consapevole che l'altro l'avrebbe seguito, come d'altronde era sempre stato in quei lunghi sette anni.
Frank mosse il primo passo per riprendere a camminare con enorme fatica: dentro di sé, sentiva il proprio cuore essersi appena stretto all'interno di una morsa che avrebbe fatto molta fatica a sparire, di questo ne era più che sicuro.

*


« Ehi, tu, bella bionda! Ti nascondi da Steel? »
Completamente stravaccata dietro ad una colonna del Porticato che dava sul Lago Nero, una più che distratta Dominique, nel sentire la familiare voce della cugina Roxanne, si riscosse dallo stato di dormiveglia in cui era caduta.
Strabuzzò gli occhi per qualche secondo, cercando di mettere a fuoco il viso della Grifondoro, prima di sistemarsi composta e rivolgerle la propria attenzione.
« Oh, ciao, Roxy. No, io... stavo solo pensando! » Rispose la Corvonero, nascondendo che in realtà, se si trovava nell'unico posto sempre vuoto e silenzioso di Hogwarts, era perché si stava veramente tenendo alla larga da Jace.
« Sai, Steel donerebbe un rene pur di sapere a cosa stavi pensando! »
« Che li doni entrambi se gli fa piacere, questo non cambia le cose. »
Roxanne sbuffò divertita. L'avevano sempre estremamente incuriosita le reazioni che sua cugina Dominique aveva ogni qualvolta si parlasse di Jace Steel.
« Allora, quanti due di picche gli hai dato oggi? »
« A dir la verità oggi non mi ha proprio cercata. » Nel vedere la cugina tenere gli occhi puntati verso il pavimento e le mani torturarsi a vicenda, Roxanne decise di sedersi affianco a lei, girandosi completamente in sua direzione così da poterla scrutare meglio.
« Beh, meglio per te, no? »
« Sì, sì, certo! Meno male! » Disse Dominique con forse un po' troppa enfasi.
Roxanne si ritrovò a piegare la testa di lato, quasi stesse osservando una Dominique decisamente troppo diversa dal solito.
« Dalla tua faccia sembrerebbe il contrario, Dom. »
« Eh? C-cosa? » Solo in quel momento la Corvonero alzò gli occhi da terra, solo per posarsi in quelli di sua cugina a palesare tutto il suo stupore. Scosse la testa come a voler scacciare i pensieri che le vorticavano vertiginosamente in testa, prima di tirare un lungo sospiro. A volte odiava con tutta se stessa il fatto che Roxanne fosse così capace di leggerle dentro - non che fosse stato così difficile farlo in quel momento, comunque.
« È che... beh... l'altro giorno quando ho sentito Rosie dire quelle cose a Malfoy... ecco, mi sono chiesta se sono anche io così cattiva con Steel. Insomma, Rosie è stata parecchio brutale. » Disse tuttò d'un fiato la bionda Corvonero, mordendosi un labbro l'attimo dopo.
« Beh, ma Rosie è sempre stata così diretta! E poi sono due cose diverse! Lei e Malfoy si odiano, Jace invece non ti odia per niente! Ma soprattutto, da quando ti importa? » Roxanne aggrottò spontaneamente la fronte, come a palesare tutta la sorpresa che stava provando nel vedere Dominique comportarsi in quel modo.
« Infatti non mi importa, è solo che non voglio essere quel genere di persona. »
« Non vuoi essere come Rosie? »
« Oh, andiamo! Lo sai che non era quello che intendevo! » Fu allora che sulle labbra di Dominique comparse la prima ombra di un sorriso, sorriso che la Grifondoro non mancò di notare.
« Senti, Dom, se tu non vuoi uscire con lui allora non lo devi fare. Non dar retta a tutto quello che ti dicono gli altri, sul serio. »
« Esatto! È quello che dico io! Sono io quella che deve decidere! Se Steel fa pena a tutta Hogwarts non è colpa mia! »
Roxanne avrebbe tanto voluto replicare che Jace Steel poteva fare di tutto, tranne che far provare pena al resto degli studenti in quella scuola. Certo, la sua estrema cotta per Dominique era palese a tutti, così come lo era il fatto che si consolasse da quella consueta delusione uscendo con la prima ragazza decente che gli capitasse davanti.
« Voglio dire, non è che non ci esco perché sono senza cuore o cose così, semplicemente non mi piace proprio e penso che sia−»
« Dom. »
« ...e poi non ha il minimo senso di responsabilità e gli piace−»
« Dominique, fermati. »
« ... una volta l'ho visto bruciare un libro di Incantesimi e il professore ha−»
« Merlino, Dominique! »
Un urlo più che esasperato di Roxanne e Dominique cessò il proprio monologo.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, la Grifondoro con la testa che ancora le girava per la quantità di parole che la cugina aveva detto in così poco tempo e la Corvonero del tutto confusa del perché Roxanne avesse reagito in quel modo.
« Beh, che c'è? »
« Credo seriamente che questo Jace Steel ti abbia fatto andare definitivamente fuori di testa. »
« Priscilla! Non ne hai idea. »
Dominique si passò una mano in fronte in un chiaro gesto di disperazione, causando l'ennesimo sbuffo divertito da parte di Roxanne.
« Dovresti seriamente valutare l'idea di farlo fuori allora perché sai di solito queste−»

« Ehi, voi due! Vi ho cercate per tutto il Castello! Grazie al cielo Frank ti aveva vista venire da queste parti, Roxy, altrimenti avrei girato per ore! »

Così come minuti prima Roxanne era apparsa dal nulla per Dominique, Rose Weasley apparve davanti alle due cugine senza fare il minimo rumore, interrompendole nel pieno della loro conversazione.
Rimasero entrambe a fissare la rossa Weasley con aria stralunata: era ovvio che fosse reduce da una corsa più che intensa, ma la cosa più assurda era che non aveva con sé alcuna borsa, cosa del tutto insolita dato che Rose amava portarsi dietro una quantità di roba indecente, giusto perché 'non si sa mai cosa possa essere utile nel momento del bisogno' - testuali parole di Rose.
«... che poi, come facesse Frank a sapere dov'eri e Lys no non te lo so spiegare, ma almeno mi ha evitato una caccia al tesoro per i corridoi di Hogwarts. »
« Ciao anche a te, Rosie. » Le disse allora ironicamente Roxanne, conscia che la conversazione con Dominique si fosse definitivamente conclusa.
« Non avete idea di ciò che mi è appena successo. Credo di non potermi riprendere mai più. »
« Hai saputo di Molly e del povero Devon Cooper? » Tentò di anticiparla Dom.
« Oh, sì, anche quello! Pazzesco vero? No, comunque, quell'imbecille di Malfoy stava parlando con il mio innocente Hugie. Per un momento ho pensato che lo stesse minacciando, ma poi mi sono accorta che stavano parlando di Quidditch. »
« Sei andata fuori di testa anche tu per caso, Rosie? »
« Cosa? Chi altro si è ammattito? »
Per tutta risposta, Roxanne puntò un dito contro la figura di Dominique, la quale pur di non dover guardare la cugina negli occhi era intenta a fissare con estremo interesse le proprie dita.
« Jace ti ha dato tanto fastidio oggi, eh? »
« Vedi, Rosie, il problema della nostra biondina preferita è proprio questo. Oggi Steel non si è fatto vedere. »
« Roxanne! » Cercò di ammonirla la Corvonero, pregando che non desse ulteriori dettagli proprio all'unica ragazza che era più vicina a Jace.
« Oh, andiamo! Sarebbe comunque venuta a saperlo direttamente da lui! »
« State cercando di dirmi che Dom non è contenta di questa cosa? Ho sempre pensato che per una cosa del genere sarebbe andata in giro nuda dalla felicità! »
« Merlino, tacete! » Oramai la Corvonero aveva entrambe le mani schiacciate contro il proprio viso, completamente in imbarazzo.
« Ma guarda che non devi farti grossi problemi, ora ritorno al Castello e mando Jace qui da te così potete recuperare il tempo che avete perso oggi! »
« Rose Weasley, non ci provare neanche. » Lo sguardo terrorizzato di Dominique fece scoppiare bellamente a ridere Rose. Roxanne si unì poco dopo alla risata, mentre con le braccia si avvicinava sempre di più alla cugina nel tentativo di stringerla giocosamente a sé.
« Se lo fai dico a Hugo di diventare il migliore amico di Scorpius. »
« Fa pure, tanto Freya glielo impedirebbe. Quella ragazza è talmente possessiva nei confronti di mio fratello che lo legherebbe al proprio letto pur di non farlo parlare con altre persone. » Disse Rosie, con un tono di voce leggermente preoccupato dovuta all'immagine mentale che si era momentaneamente creata.
Scosse la testa con urgenza, pensare a suo fratello non era d'altronde la cosa migliore da fare in quel momento.
Roxanne osservò lo scambio di battute tra le due cugine con innato interesse.

Pensò all'affeto che provava per loro, pensò che Dominique e Rose erano le sue migliori amiche e non le avrebbe scambiate con nulla al mondo.

Si fece spuntare un grosso sorriso in volto, conscia che nel momento del bisogno loro due ci sarebbero sempre state per lei.

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