18. Con un amico a lato, ogni guaio è sistemato!
Nemmeno la vista del limpido cielo azzurro oltre le grandi vetrate della Sala Comune di Corvonero riuscì a far credere a Frank Longbottom che quella non fosse una giornata orribile.
Aveva addirittura sotto le dita le fragili pagine del Manuale di Erbologia più antico che Hogwarts vantasse – e che suo padre gli aveva dato da leggere in gran segreto sottraendolo al reparto proibito – ma neanche quelle nozioni tanto preziose riuscirono a far desistere il suo cervello dall'elecubrare i peggiori insulti, tutti rivolti a se stesso.
Frank infatti dal giorno in cui Violet aveva cercato di baciarlo non era riuscito a pensare a nient'altro.
La cosa che più lo tormentava non era non aver ricambiato qualcosa che solo più tardi si era reso conto di volere con tutto se stesso, ma il fatto che fosse stato così idiota da non averla costretta a fermarsi e averle spiegato tutto nei minimi particolari.
Così ora, come d'altronde aveva fatto nei giorni precedenti, se ne stava seduto al tavolo situato davanti all'entrata del Dormitorio femminile di Corvonero, alternando lo sguardo dal libro che teneva fra le mani a qualsiasi ragazza varcasse quella porta, fregandosene bellamente che ad occhi esterni sarebbe potuto apparire alquanto inquietante.
Eppure, nonostante la sua dedizione nel farsi trovare nei posti più frequentati da Violet, non era ancora riuscito a trovarla da sola.
Non che avesse saputo cosa dirle una volta che le si fosse palesata davanti, in ogni caso.
« Cos'è quella faccia triste, Frankie bello? »
E forse aveva davvero fatto fare al suo cervello un bel viaggetto nell'aldilà, perché non si accorse nemmeno della persona che gli si sedette accanto.
« C'è che rovino sempre tutto, ecco cosa c'è. »
Frank non sentì il bisogno di voltarsi per guardare chi gli avesse appena rivolto la parola, si limitò a rispondere direttamente e a sospirare esasperato; Lysander Scamander, d'altra parte, non seppe come reagire: quella era la prima volta che vedeva il suo migliore amico così giù di morale e sapeva anche di non essere la persona più adatta a dargli conforto.
Così optò per l'unica cosa che conosceva, ovvero parlare di se stesso nella più totale sincerità a sperando che bastasse a fare aprire Frank.
« Beh, siamo in due allora. Finalmente spiegato il motivo per cui siamo amici! » Disse cercando di risultare il più ironico possibile, nonostante le sue parole nascondessero tutta l'amarezza che ultimamente stava provando.
« Smettila, tu non hai fatto proprio nulla. » Stavolta Frank si voltò per guardare finalmente Lysander in faccia e, con sua grande sorpresa, notò immediatamente quanto anche lui sembrasse provato dagli ultimi eventi.
Lys valutò per qualche secondo come rispondergli, se ammettere quelle che sapeva essere le sue colpe o se semplicemente fare finta di nulla; poi si rese conto che gli occhi scuri del ragazzo che lo stava guardando lo conoscevano da fin troppo tempo e che forse – anche se ancora non si sentiva pronto ad ammetterla – una parte della verità gliela doveva.
« Sono stato uno stronzo... con te e con la mia Roxy, e guarda dove sono finito. » Ammise finalmente Lysander, ricordando le parole che gli aveva detto suo fratello Lorcan.
Non usò un tono di voce particolarmente pentito, né tantomeno si stampò chissà quale broncio: espose semplicemente un dato di fatto e la convinzione usata raggiunse Frank in tutta la sua intensità.
Quest'ultimo infatti non trovò parole adeguate da dire, riuscì solo a stamparsi un sorriso che esprimesse comprensione e a guardare l'amico con gentilezza.
Seppure quelle che aveva appena ricevuto non fossero vere e proprie scuse, sapeva benissimo che da Lysander Scamander non avrebbe ricevuto altro: quelle parole erano già un grande tesoro di per sé.
« Allora... hai intenzione di dirmi cosa ti è successo? » Parlò nuovamente il Cacciatore di Corvonero, sentendo il bisogno di cambiare argomento.
« Violet ha provato a baciarmi, ecco cosa è successo. »
« Che significa 'ha provato'!? Cosa è andato storto!? » Sbraitò Lysander, incapace di comprendere cosa gli stesse dicendo.
Frank in tutta risposta si passò nervosamente una mano in faccia dall'imbarazzo, nel tantativo di nascondersi: lui per primo era a conoscenza di quanto fosse stato stupido.
« Quello storto sono io. Mi sono scostato quando l'ho vista avvicinarsi e ora lei non mi vuole più vedere. » Parlò e immediatamente si immaginò le mille reazioni che Lysander avrebbe potuto avere al suo racconto.
Si aspettò di sentirlo scoppiare a ridere sguaiatamente, perfino di venire deriso e umiliato con appellativi poco carini, ma di certo non si aspettò di vederlo semplicemente sospire mentre si teneva la testa fra le mani.
Nessuna ombra di ilarità fece capolino negli occhi del giovane Scamander; apparve serio, concentrato a valutare le parole che gli erano appena state riferite e a cercare quelle più giuste da dire.
« Amico, è impossibile rimanere arrabbiati con te. Se gli piacevi prima allora vuol dire che gli piaci ancora. È solo che ora è ferita, tutto qua. » Lysander alzò le spalle, palesando quello che per lui era ovvio.
Frank annuì automaticamente, stupendosi lui stesso che una qualsiasi forma di conforto stesse provenendo proprio dal suo migliore amico. Non che non gliene avesse mai dato, ma sicuramente era stato un qualcosa inesistente negli ultimi tempi.
« Non so cosa fare. »
« Non so, fai il romantico o qualcosa del genere. Alle ragazze piacciono quelle cose! »
« Ah, sì? E ha funzionato con Rox? »
Sentite le parole di Frank, Lysander non poté che fissarlo sconvolto, con gli occhi sgranati e la fronte aggrottata. Valutò seriamente l'ipotesi che il ragazzo che aveva di fronte non fosse il suo migliore amico ma poi, quando lo vide guardarlo di rimando con un sorriso sarcastico, si rese conto che quello era solo il lato di Frank più prezioso di tutti e che non tirava fuori quasi mai.
« Caspita amico, da quando in qua rispondi in questo modo? »
« Non so, immagino che tutte queste donne che mi girano attorno mi abbiano cambiato. »
Lysander non ce la fece e stavolta scoppiò a ridere di gusto, tenendosi il viso con una mano mentre lo scuoteva con incredulità: questo lato di Frank era definitivamente il suo preferito.
« Quanto ti capisco, Frankie. »
« E quindi... quanto tempo prima che tu corra di nuovo da Roxy? » Continuò sulla scia della schiettezza Frank, conscio che quello fosse uno quei rari momenti dove avrebe potuto scherzare con il suo migliore amico come facevano all'inizio della loro amicizia.
Lysander colse immediatamente l'intenzione di voler alleggerire la situazione e, senza farsi troppi problemi, aprì bocca per dire la prima cosa che gli saltò alla mente.
« Cosa c'è? Vuoi sapere se ora è tutta per te? » Scherzò audacemente, facendo rimanere Frank di sasso.
Il suddetto infatti non capì subitol'ironia e per una frazione di secondo lo invase il triste pensiero che Lysander ce l'avesse con lui per ciò che era successo e che avesse fatto finta che andasse tutto bene fino a quel momento.
Ma l'attimo dopo lo vide sorridegli apertamente e capì che andava davvero tutto alla grande: il suo migliore amico era tornato ad essere quello di un tempo.
« Purtroppo credo che io mi stia innamorando di un'altra ragazza, quindi mi sa che Roxy rimane tutta per te. »
« Ah, Frankie. Devi conquistare la McDougal una volta per tutte! È troppo carina per te, altrimenti qualcuno te la ruberà! » Lysander gli posò una mano sulla spalla, per tirargli qualche pacca amichevole.
Frank gli rivolse un piccolo sorriso di gratutidine, consapevole che quello fosse il personalissimo modo del suo migliore amico per incoraggiarlo.
« Lo so, lo devo fare per forza. » Rispose solamente, accompagnando ogni parola con un cenno affermativo del capo.
« Bravo, questo è il Frank che tutti amiamo. »
Si guardarono negli occhi, entrambi con il sorriso stampato sulle labbra: nonostante fossero entrambi un casino nelle questioni di cuore, avevano appena scoperto che la loro amicizia era risorta più forte che mai.
*
« E quindi perché mi avete convocata qua in modo così ufficiale?» Esordì Roxanne Weasley una volta raggiunte le due cugine nel Cortile interno del Castello.
Quando poco prima il gufo di Rose le aveva portato un biglietto con su scritto luogo e orario d'incontro, la Grifondoro aveva scrollato le spalle e accettato senza problemi, convinta che si trattasse della solita esuberanza della cugina.
Ma non appena aveva visto Rose e Dominique appoggiate al porticato con quelle espressioni così contrite e nervose, aveva subito compreso che qualcosa di strano doveva pur esserci.
« Hey, Roxy. Grazie per essere venuta, siediti pure! » Rispose Dominique, indicandole con una mano il muretto lì accanto.
Roxanne non fece caso al tono di voce estremamente affabile della Corvonero, si limitò a sedersi dove le era appena stato indicato e a posare nuovamente lo sguardo sulle due figure in piedi di fronte a lei.
« Okay, sono sicura di non aver fatto nulla di male, perciò se mi dovete interrogare sappiate che non ho nulla da confessare! » Cercò di ironizzare Rox, ma i suoi sforzi furono invani: la preoccupazione più totale regnava ancora sovrana negli occhi delle altre due.
« Ti starai chiedendo perché ti abbiamo convocata qui...» Tastò il terreno la Corvonero.
« Sei incinta? » Tentò di indovinare la Grifondoro.
« Cos- no! »
« Rose è incinta? »
Per poco Rose non ebbe un vero e proprio attacco di panico; certo, stava per confessare alla sua migliore amica qualcosa di irrisorio in confronto ad una gravidanza, ma il pensiero di dover ammettere gli ultimi sviluppi della sua vita privata la fece cadere nel terrore più totale.
Aprì bocca come per dire qualcosa, ma fu presto interrotta dalla mano di Dominique che, stringedole un braccio, le fece intendere di fermarsi.
« Io e Steel stiamo assieme! » Urlò dal nulla la Corvonero, catturando l'attenzione di Roxanne. Rose si voltò a guardarla sorpresa: non solo quel tono di voce tanto acceso ed euforico allo stesso tempo era una novità, ma anche il fatto che avesse appena ammesso di avere una vera e propria relazione.
« State assieme nel senso che... ? »
« È il mio ragazzo, Rox. » Ribadì il concetto con più calma, saggiando lei stessa quelle parole per la prima volta nella sua vita.
« Oh, Godric! Steel ha finalmente usato un filtro d'amore su di te! Rose, dobbiamo portarla subito in Infermeria! » Roxanne si alzò in uno scatto da dove era seduta, seriamente convinta di ciò che aveva detto.
Fu però la stessa cugina che aveva appena interpellato a posare entrambe le mani sulle sue spalle e a riportarla a sedere, mentre con un cenno del capo le intimava di stare a sentire.
« Non è finita qua. Rose, è il tuo turno. » Aggiunse Dominique, tirando nuovamente in causa proprio la stessa ragazza che ora stava guardando ovunque tranne che le due amiche che aveva davanti.
La Grifondoro pensò che avrebbe preferito essere colpita in piena faccia da un Bolide che parlare apertamente come invece aveva fatto Dom, eppure sapeva anche che quel momento prima o poi sarebbe arrivato.
Si ricordò di quello strano detto Babbano che recita 'Tolto il dente, tolto il dolore' che i suoi nonni Granger le ripetevano sempre e, fatto un respiro profondo, aprì finalmente bocca.
« ... sì, e io potrei avere una cosa simile in corso con Malfoy, ecco. » Biascicò con un filo di voce, evitando con tutta se stessa di guardare Roxanne in faccia.
La suddetta ragazza, udite le parole della cugina, non riuscì a pensare a nulla se non al fatto che con ogni probabilità era caduta vittima di uno strano e assurdo scherzo.
Boccheggiò per qualche istante, in attesa che sia Dominique che Rose le scoppiassero a ridere in faccia e confermassero il suo sospetto, ma quando le vide entrambe fissarle con quello sguardo così serio e ansioso capì perfettamente la realtà dei fatti.
« Ve lo ripeto, sono sicura che Steel un filtro d'amore lo abbia usato. » Fu l'unica cosa che riuscì a dire la Grifondoro, un po' perché l'ironia era sempre stata la sua prima scelta, un po' perche forse in fondo ci credeva veramente.
« Oh, Merlino! No! Jace non farebbe mai una cosa simile, è stato solamente molto paziente e romantico! » Corse subito in difesa del suo amico Rose, abituata com'era a rispondere a tutte le offesa gratuite che Dominique gli aveva rivolto negli ultimi anni.
E infatti la Corvonero non poté trattenersi dallo sbuffare divertita al commento della rossa, ricordandosi proprio di tutti quei momenti nei quali al posto di Roxanne c'era stata proprio lei.
« Tu non hai il diritto di parlare, signorina! Hai una tresca con Scorpius Malfoy! Malfoy! Capisci? » Ribatté proprio Roxanne, scuotendo la testa come a voler allontanare il pensiero di sua cugina che cedeva tra le braccia del ragazzo che aveva sempre decantato di odiare.
« Ma se entrambi provano qualcosa per l'altro non è una cosa sbagliata! » Parlò Dominique con l'intenzione di voler solamente esplicare un dato di fatto e non di usare il tono di voce esasperato che aveva appena utilizzato; perché si sentiva in dovere di giustificare qualcosa che neanche c'entrava con lei?
Si diede subito una risposta: nel giustificare Rose, stava anche ammettendo una volta per tutte i suoi sentimenti per Jace.
« Aspetta, cosa!? Malfoy è così bravo a letto da far finalmente provare dei sentimenti romantici per un ragazzo a Rosie? A saperlo li avrei rinchiusi in un ripostiglio molto tempo fa! »
Di tutte le battute che Roxanne avrebbe potuto fare, di certo quella che pronunciò era ciò che meno si sarebbero aspettate di sentire.
Sia Rose che Dominique rimasero in silenzio, incapaci di comprendere quale fosse il reale stato d'animo della cugina alle scoperte appena fatte.
Fu lì che Roxanne realizzò che le sue due migliori amiche stavano realmente pensando che lei si potesse essere arrabbiata con loro semplicemente per i due ragazzi che frequantavano.
Scosse la testa incredula guardando le espressioni inquiete delle altre, prima di scoppiare a ridere divertita.
Dominique ci mise ben poco a comprendere la situazione e in pochi secondi si ritrovò a tirare un lunghissimo sospiro di sollievo; Rose, d'altra parte, ebbe bisogno di un po' più di tempo per realizzare che la cugina non era caduta in un attacco di isteria, ma che a tutti gli effetti stesse ridendo della serietà con cui avevano trattato quella chiacchierata fra amiche.
Davvero avevano creduto che la loro migliore amica di una vita intera non avrebbe capito o, peggio ancora, che le avrebbe giudicate?
« Quindi ora avete entrambe il ragazzo? » Chiese finalmente Roxanne una volta smesso di ridere, facendosi spuntare per la prima volta da che avevano iniziato a parlare un enorme sorriso in volto.
« Dom sicuramente sì. Vede solo unicorni e arcobaleni oramai! »
« Cara, non è colpa mia se non hai il coraggio di confessare al biondo che provi qualcosa per lui, eh! »
« Beh, non è che posso proprio avere una conversazione con lui come tu fai con Jace! »
Rose non poté fare altro che spalancare la bocca, colpita nell'orgoglio, e parlare spazientita; osservando quello scambio di battute irriverenti fra le cugine, Roxanne allargò ancora di più il sorriso, divertita più che mai.
« Merlino, Rose! Quindi tu e Malfoy limonate e basta? Neanche un 'ciao' prima che lui ti strappi i vestiti di dosso? » Rincarò la dose la bruna, gustandosi il modo decisamente buffo in cui le labbra di Rose si incurvavano quando era in difficoltà.
« Ragazze, andiamo! Avete gli occhi anche voi... è praticamente impossibile non ascoltare i propri ormoni quando si è vicini a lui! »
« Tu non hai bevuto un filtro d'amore, sei proprio stata colpita da qualche magia oscura! » Roxanne non poté credere alle parole che uscirono dalla bocca della rossa, se solo avesse potuto registrarle a tornare indietro nel tempo per farle ascoltare proprio a Rose solo poche settimane prima!
Dominique scosse la testa sconsolata; il romanticismo non sarebbe mai appartenuto a sua cugina, nonostante tutti gli sforzi che avrebbe potuto fare.
« Invece è chiaro che Malfoy voglia parlare seriamente con te! L'unico problema sei proprio tu, mia cara Rosie! »
« Rose, smettila di essere così Weasley e prenditi questo Malfoy! È pure ricchissimo, quindi un lato positivo ce l'ha! » Disse convinta Roxanne, annuendo ripetutamente e muovendo esagitatamente le mani.
La Corvonero poté solo sbuffare: evidentemente il romanticismo non apparteneva neanche a Roxanne.
« Non mi sono innamorata di lui per i suoi soldi! » Appena pronunciò quelle parole, Rose sbiancò all'istante.
Ringraziò mentalmente tutti i suoi antenati per il fatto che davanti a lei ci fossero le sue migliori amiche, se avesse detto quelle stesse parole davanti a chiunque altro si sarebbe sicuramente suicidata sul momento.
In pochi secondi tutti e sette gli anni trascorsi ad Hogwarts le passarono davanti agli occhi in un flash: davvero era stata così stupida da non aver mai capito quanto tenesse profondamente a Scorpius Malfoy?
Ripensò a quell'episodio durante il quinto anno quando lo aveva visto sbaciucchiarsi con una Serpeverde del settimo anno in riva al Lago Nero e aveva inveito contro la povera malcapitata in tutti i modi possibili; forse avrebbe dovuto capire in quel momento che non era proprio normalissimo prendersela con la ragazza momentanea del tuo peggior nemico.
« Rose! Hai detto la parola magica! Sono così fiera di te! » Esclamò Dominique, consapevole che molto probabilmente sua cugina fosse sul punto di esplodere.
Anche Roxanne notò l'evidente panico sul volto dell'altra Grifondoro e seppe bene che non avrebbe mai cavato fuori una confessione del genere dalla bocca di Rose nuovamente; così optò per incalzarla con una domanda, sfruttando quel momento più unico che raro.
« È tutto molto tenero e allo stesso tempo assurdo, davvero... ma quando è successo esattamente? Ero ferma al tuo odio imperituro per i biondi in generale! »
« Immagino tra il volergli staccare la testa a morsi e volerlo riempire di baci sulle labbra fino alla morte. Ad un certo punto la sua voce è diventata bellissima e i suoi occhi così luminosi e– non lo so, okay! Non fatemi dire certe cose! So di essere un enorme casino! » Si espresse a ruota libera Rose, accompagnando la voce con un gesto sgraziato delle braccia.
Finì di parlare e prontamente incrociò le braccia al petto, facendo comparire un enorme broncio sul proprio viso come ad imitare una bambina capricciosa.
Sapeva benissimo perché una ammissione del genere le stesse dando così tanto fastidio; il fatto che il ragazzo in questione fosse Scorpius Malfoy non contava più di tanto, il vero problema era che per anni aveva proclamato a chiunque incontrasse di stare così bene con se stessa da non sentire il bisogno di innamorarsi di nessuno.
Eppure ora, alla prossimità dei suoi diciotto anni, Rose Weasley aveva scoperto che neanche tutte le convinzioni del mondo l'avrebbero salvata dall'improvvisa e prepotente valanga che è l'amore.
« Rosie, smettila, non lo sei! Devi solo fare la parte della donna matura e affrontare questo ragazzo che ti vuole molto di più di quanto tu creda! » Cercò di rincuorarla Dominique, poggiandole delicatamente una mano su una spalla.
« Solo io ci vedo uno sfondo sessuale in ciò che hai appena detto? »
« Smettila, Rox! Io non sono deviata come te! »
La rossa Grifondoro si fece finalmente spuntare il sorriso, grata che anche nei momenti più difficili potesse contare sulle divertenti assurdità delle persone a lei più care.
« Immagino che la mancanza di romanticismo che ho subito negli ultimi anni mi abbia resa così! » Disse saccente Roxanne, ma entrambe le cugine riuscirono ad andare oltre quella finta sicurezza e a percepire il fondo amaro presente nella sua voce.
« Non ti preoccupare, Roxy Foxy! Se io posso risolvere il problema col mio biondo, tu puoi sicuramente risolvere quello col tuo! »
« Oh, Godric. Sono destinata ad una vita di solitudine allora! »
Rose rispose con un'unica teatrale occhiata al cielo, conscia che per qualsiasi cosa avrebbe potuto dire sua cugina Roxanne avrebbe avuto una battuta pronta.
Di fatti, esisteva forse una sola persona al mondo in grado di battere Roxanne Weasley in quanto a risposte pronte, e quella stessa persona era ora l'unica con cui la Grifondoro non poteva più parlare: anche quando non era presente, Lysander Scamander tornava inevitabilmente protagonista dei suoi pensieri.
« Ah, ragazze mie. Ancora non so perché vi voglio così bene nonostante debba sempre farvi da mamma. » Disse infine Dominique, chiudendo definitivamente la conversazione.
Sospirò quasi intenerita, osservando le due amiche ancora infervorate dal discorso.
Pensò che molto probabilmente ad essere un disastro in tutto e per tutto – e non solo nella questioni amorose – erano in tre, ma finché sarebbero rimaste assieme a sostenersi a vicenda sarebbero riuscite a superare qualsiasi problema – perfino un futile problema di cuore che quando sei adolescente sembra la fine del mondo.
*
I sotterranei di Hogwarts non erano di certo di esclusiva proprietà dei Serpeverde, e allora perché chiunque passasse lì davanti guardava Rose Weasley e la sua divisa rossissima come se fosse stata una creatura dell'altro mondo?
Non che la suddetta Grifondoro non facesse nulla per non farsi notare, in quanto era più o meno da mezz'ora che camminava freneticamente davanti all'ingresso della Sala Comune di Serpeverde come se ne dipendesse della sua sopravvivenza.
Una scena alquanto inusuale, soprattutto dati gli sguardi ansiosi che la ragazza lanciava ogni volta che dalla porta della Sala Comune usciva uno studente.
« Rosie? Cosa ci fai qua? » La ridestò dalla trance in cui era caduta la squillante voce di Freya Nott, la quale l'aveva appena raggiunta comparendole alle spalle.
« Oh, hey! Ehm... sto aspettando Jace! » Rispose con forse un po' troppa enfasi Rose, non capendo nemmeno lei perché aveva sentito il bisogno di mentire.
Se infatti tutti i suoi piani si fossero avverati come lei si era asupicata, di lì a poco tutta Hogwarts avrebbe scoperto il suo nuovissimo status sentimentale.
Non che ci fosse stato bisogno di chissà quale investigatore per scoprire il reale motivo della presenza di Rose Weasley nei Sotterranei, specialmente quando sobbalzava sul posto ogni volta che vedeva una testa bionda comparirle davanti.
E se fossimo entrati nella caotica mente della Grifondoro, avremmo scoperto che si trovava lì non solo perché la chiacchierata con le cugine l'aveva convinta ad affrontare il problema Malfoy di petto, ma perché sopra a ogni cosa sentiva il bisogno spasmodico di vederlo.
In sette anni erano stati pochi – anzi pochissimi – i giorni in cui non l'aveva visto passarle davanti o non gli aveva rivolto la parola per qualche insulto o frecciatina cattiva; quella situazione – non vederlo e non potergli parlare più senza freni come una volta – la stava letteralmente facendo andare di matto.
« Beh, sarà sicuramente assieme a Scorpy, quei due stanno sempre assieme! Mi sa che si sono fidanzati in gran segreto! » Interruppero il fiume di pensieri di Rose le parole frenetiche di Freya.
« Ehm... sono migliori amici? Proprio come te e Hugo? »
« È esattamente quello che intedevo io! Secondo me fanno le stesse cose che facciamo io e Hugie quando siamo soli! »
Rose storse istintivamente il naso; si accorse subito di aver usato l'esempio sbagliato: di certo non avrebbe voluto sapere alcun dettaglio della vita intima del suo fratellino che ancora credeva innocente.
« Non voglio sapere nulla, Freya. Ti prego. » La scongiurò Rose, appellandosi mentalmente a qualsiasi entità che riuscisse a fermare Freya Nott dal parlare a ruota libera e confessare chissà quale dettaglio compromettente.
La Serpeverde fortunatamente colse subito la richiesta della rossa, perché, dopo aver fatto un gesto sbrigativo della mano per confermare che non vi era nulla di cui preoccuparsi, aprì bocca per rassicurare Rose.
« Oh, comunque non ti preoccupare per il tuo amico Steel! So per certo che il mio caro cuginetto si è innamorato di una ragazza misteriosa, quindi nessuna strana tresca! »
Se quelle parole avrebbero dovuto rincuorarla, ottennero un effetto ancora più dilagante.
La Grifondoro sentì dentro di sé una travolgente sensazione di calore e il più lieto dei sollievi invaderle il corpo. Non ebbe bisogno neanche di mettere in moto i propri neuroni: era sicura che la ragazza in questione fosse proprio lei.
Improvvisamente sentì nascerle dentro la sicura certezza che avrebbe dovuto parlare con Scorpius al più presto possibile: con ogni probabilità non vi era nulla di cui preoccuparsi, i suoi sentimenti erano ricambiati.
« Ma perché ogni volta che dico qualcosa la gente non mi ascolta o mi ferma subito!? » Disse scocciata Freya, rendendosi conto che Rose non le stesse più prestando attenzione da un po'.
La Grifondoro si voltò immediatamente verso di lei, per guardarla negli occhi; si rese conto che effettivamente non aveva mai avuto una vera e propria conversazione con lei – e nemmeno si ricordava di aver mai visto qualcuno farlo – e subito capì quanto ciò non fosse carino nei confronti di quella che era la persona più vicina a suo fratello.
« Hai ragione, perdonami...» Rose ci pensò un po' su, non aveva molti argomenti in comune con la ragazza, nessuno tranne... « Come vanno le cose con Hugo? »
Freya si illuminò all'istante, quella era la prima volta che qualcuno si interessava di qualcosa che la riguardava così da vicino.
« Per Salazar! Grazie per averlo chiesto! È tutto così bello! Non riesco a credere come l'amore della mia vita fosse stato davanti ai miei occhi per tutti questi anni e io non mi sia resa conto di nulla! Sono stata così cieca, ma non se se puoi capire cosa intendo... »
« Ehm... in realtà lo so. » Si ritrovò a rispondere senza problemi Rose, con la più completa rassegnazione espressa nel tono di voce.
D'altronde era inutile che combattesse ancora con se stessa: oramai le era più che chiaro che gli anni passati a litigare con Malfoy nascondevano tutt'altro.
« Davvero? Fantastico! Ho provato a spiegarlo a Scorpy ma non riusciva a capirlo! Ma immagino sia perché è maschio, giusto!? » Ribattè in preda all'euforia la Serpeverde: perfino una conversazione che fino a quel momento risultava banale riusciva ad entusiasmarla.
« Già, sarà per quello... ma quindi tu e tuo cugino parlate di amore e cose così? » Chiese in preda alla curiosità la Grifondoro: ogni informazione possibile era per lei di vitale importanza.
« È solo grazie a me se ha capito di essere innamorato! Gli ho spiegato come ci si sente e lui chiaramente ha fatto finta di nulla! Ma io lo so che ha capito che c'è una ragazza speciale nella sua vita! Perché io sono magica, sai? Cioè, più magica degli altri, capito? » Disse frettolasamente Freya, non facendo caso all'espressione attenta che Rose aveva stampata sulla faccia. Nonostante le frasi della Serpeverde fossero sempre abbastanza scollegate e incomprensibili, quelle erano pur sempre informazioni preziose.
Rose pensò con tutta se stessa a qualcosa da chiedere che fosse il più tattico possibile, ma non fece in tempo a pronunciare la domanda che aveva elucubrato perché la porta della Sala Comune di Serpeverde si aprì per lasciare finalmente spazio alla figura di Scorpius Malfoy.
Appena Freya lo vide, gli saltò immediatamente al collo e gli piazzò un paio di baci su una guancia, causando l'evidente espressione imbarazzata del ragazzo.
« Scorpy! Ti ho convocato col pensiero! Sono davvero magica! »
« Ehm, Freya ti prego... Rose? » Iniziò a divincolarsi Scorpius dalla presa della cugina, ma desistette nello stesso momento in cui vide Rose guardarlo impietrita nel bel mezzo del corridoio.
« Hey, come stai? » Riuscì solamente a rispondere la Grifondoro, sbuffando lei stessa appena finito di parlare ricordandosi di quella volta fuori dall'Infermeria quando proprio Scorpius le aveva chiesto la medesima cosa.
« Un secondo, perché non vi state scannando? Perché vi guardate così tra l'altro? Scorpy sembra che tu abbia appena visto una– oh, Salazar!! »
Evidentemente lo sguardo che Scorpius rivolse a Rose fu un po' troppo adorante, perché Freya ci mise ben poco a fare due più due dentro la propria testa.
Guardò sconvolta prima il cugino e poi la ragazza, incredula che una cosa del genere stesse effettivamente succedendo davanti ai suoi occhi.
Rose capì subito della scoperta della Serpeverde, perché immediatamente lanciò uno sguardo terrorizzato a Scorpius, pregandolo di fare qualcosa.
« Freya... cara cugina, se ci lasci parlare magari– »
« Cara!? Merlino, Rose! Il tuo amore fa miracoli! » Urlò Freya, saltellando in preda alla gioia sul posto.
La Grifondoro si avvicinò di corsa a lei, pronta ad intimarle di tacere, ma fu nuovamente interrotta da una nuova serie di urla.
« Tutto questo è meraviglioso! » Scandì le parole con grande teatricità, muovendo le braccia da tutte le parti. « Saremo sorelle, capisci!? Okay, forse sorelle no perché Hugo poi sarebbe mio fratello – bleah, sarebbe davvero strano, non credi? – ma comunque! Saremo una grande, grandissima famiglia! Oh, Merlino! Quanto amo i Weasley! »
Detta questa nuova serie di frasi sconclusionate, Freya si lanciò su Rose, per stritolarla in un abbraccio che per poco non le lasciò lo spazio di respirare.
Scorpius pensò che avrebbe dovuto intervenire per salvare la Grifondoro, ma la vista dello sguardo impanicato della rossa tra le braccia di Freya lo divertì enormemente.
« Freya... hai finito? » Tentò di dire Rose, respirando a fatica.
« Certo, scusami! E quindi... state assieme ora? »
La Serpeverde era abituata a non ricevere risposta alle sue domande, ma non di certo alla reazione che ebbero i due ragazzi: Rose voltò la testa per guardare da tutt'altra parte, mentre Scorpius per poco non si strozzò con la propria saliva.
Calò un silenzio alquanto imbarazzante, ma la Grifondoro pensò bene di interromperlo immediatamente prima che Freya potesse dire altro in grado di freddare l'ambiente.
« Ehm, dobbiamo ancora parlarne. » Confessò quasi timidamente, lanciando uno sguardo pieno di speranza al ragazzo che dall'alto della sua statura stava guardando le altre due completamente immobile.
« Ah! Conosco la situazione! Beh... allora forse è meglio che vi lasci da soli...» Freya capì di essere di troppo, soprattutto dato che ora Rose e Scorpius si stavano fissando come se non esistesse nient'altro nell'universo.
Prima di scappare e rifugiarsi oltre la porta della Sala Comune, si avvinghiò nuovamente alla figura della Grifondoro, per guardarla da vicino e parlarle nella più completa sincerità.
« Non ti preoccupare, Rosie. Scorpy sarà pure un maschio, ma non è stupido. Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto, non ti lascerà scappare! »
Rose rimase colpita dalla dolcezza della Serpeverde come poche cose avevano fatto in vita sua; le sorrise teneramente, grata che le avesse concesso parole simili nonostante non fossero così intime.
Freya le fece un cenno col capo, in un veloce gesto di saluto, prima di tirare un leggero scapellotto sul collo del cugino e correre via.
« Ahia! E questo per che cos'era? » Si lamentò il ragazzo, alzando una mano a massaggiarsi la parte colpita.
« Perché sei un maschio! Ecco perché! » Rispose solennemente Freya sulla porta della Sala Comune, prima di voltarsi definitivamente ed uscire di scena come solo lei sapeva fare.
Una volta che Rose rimase finalmente da sola con Scorpius – lì, in mezzo ad un territorio a lei sconosciuto e fin troppo Serpeverde – alzò cautamente il viso per concedersi il tempo di guardarlo negli occhi.
Il Serpeverde la scrutò attentamente di rimando, osservando ogni suo minimo gesto, attentendo che fosse lei la prima a parlare.
« Ehm... noi due dobbiamo parlare. » Cercò di darsi un tono sicuro la Grifondoro, non rendendosi conto di come invece le dita che si stava torturando da sola la tradissero.
« Non ora, ho gli allenamenti di Quidditch. » Rispose perentorio lui, non lasciando che alcuna emozione trasparisse sul suo viso.
Rose non poté fare a meno di sentirsi ad un tratto a disagio; se prima l'incoscienza dettata dall'emozione di volerlo rivedere l'aveva portata ad andare nei Sotterranei, ora il peso di dove si trovasse riusciva a sentirlo benissimo.
Soprattutto quando gli occhi plumbei di Scorpius la guardavano con così tanto distacco, quasi come se fossero tornati ad essere due estranei.
Ma estranei non lo erano mai stati, neanche quando si insultavano platealmente davanti a tutti – pensò Rose – e così si decise a fare di tutto per tornare ad avere davanti a sé lo Scorpius Malfoy che l'aveva baciata con passione quel giorno in mezzo al corridoio.
« Okay, allora verrò a vedere il tuo allenamento e parlemo subito dopo. » Parlò nella più completa convinzione, accompagnando ogni parola con un segno affermativo del capo.
« Sei sicura che vuoi che ci vedano assieme? » Scorpius la provocò volutamente, ma chiaramente lo fece nel modo più Serpeverde possibile: usò un tono di voce completamente privo di colore, non muovendo alcun muscolo se non quelli delle labbra.
La Grifondoro d'altra parte non riuscì a comprendere come potesse rimanere tanto impassibile di fronte a un qualcosa che la stava torturando così tanto negli ultimi giorni; dischiuse le labbra di getto, un po' perché la domanda del ragazzo l'aveva sbigottita e un po' perché non poté controllare la propria bocca, e parlò senza filtri nel modo che invece più la caratterizzava: l'energia nella voce, la mani che andavano ovunque per rafforzare il concetto, gli occhi azzurri brillanti che esprimevano ciò che sentiva dentro.
« Certo che sono sicura, non c'è nulla di cui io mi vergogni! »
E di certo Rose non mentì quando disse queste parole; quando aveva chiesto a Scorpius di tacere riguardo alla loro relazione – o qualsiasi cosa 'saltarsi addosso di nascosto' fosse – era stato solo ed unicamente perché non voleva dare pensieri a sua cugina Roxanne.
Ma ora che proprio la stessa Roxanne l'aveva intimata a farsi avanti e mettere chiarezza nella sua vita, non c'era assolutamente nulla che potesse fermare Rose Weasley.
Nemmeno lo sguardo inebetito di Scorpius Malfoy che, udite quelle parole, non riuscì a credere alle proprie orecchie.
Ma nonostante la sorpresa iniziale che lo aveva portato anche ad aprire sgraziatamente la bocca, il Serpeverde seppe bene di doversi in qualche modo contenere: d'altronde lui era pur sempre Scorpius Malfoy e la soddisfazione di farsi vedere tanto scombinato non l'avrebbe data nemmeno all'unica ragazza in grado di fargli battere il cuore.
« Okay allora. Ma non oggi, non voglio che Zabini e i suoi amici ti vedano. » Disse stavolta più dolce.
« Chi è adesso quello che non vuole farsi vedere in giro con me, eh? » Si permise di scherzare finalmente Rose, conscia che la situazione si fosse alleggerita.
Non seppe nemmeno lei come fece a capire che qualcosa nel ragazzo di fronte a lei si fosse sciolto – soprattutto dato il talento naturale di Malfoy ad interpretare un muro di mattoni – eppure a quanto pareva negli anni aveva imparato a conoscerlo meglio di quanto aveva creduto.
E proprio come aveva immaginato, Scorpius reagì sbuffando appena, nel tentativo di nascondere quanto in realtà quella battuta l'avesse divertito.
« Ti chiedo solo di fidarti di me. E comunque non meritano di vedere una ragazza tanto bella. »
Ed esattamente come ci si sarebbe aspettato da una Weasley che si rispettasse, in pochi secondi il viso di Rose assunse un colorito violaceo, colta impreparata che proprio da Malfoy potessero uscire parole del genere.
Ma poi si ricordò di tutte quelle volte che l'aveva visto in compagnia del sesso opposto e del modo in cui le ragazze lo guardavano con adorazione: evidentemente sarà stato pure un uomo di poche parole, ma in grado di utilizzarle al meglio.
Senza che potesse controllarlo mille pensieri le invasero la mente e presto tornò seria.
A quante ragazze prima di me ha detto una cosa simile? Quante sono cascate per un misero complimento?
« Se non oggi, allora quando? » Si affrettò a dire prima di perdersi definitivamente nelle proprie turbe mentali.
Vide Scorpius aprire la bocca per risponderle e subito dopo chiuderla di scatto quando qualcosa che doveva trovarsi alle sue spalle catturò la sua attenzione.
Si voltò senza farsi troppi problemi, decisa a controllare cosa avesse distratto il Serpeverde da quella che per lei era la conversazione più importante dell'anno.
Notò che infondo al corridoio aveva appena fatto capolino Vincent Goyle e non poté non accorgersi dell'occhiata di fuoco che Scorpius gli lanciò.
In un istante il Serpeverde si irrigidì e tornò a voltarsi per guardarla nuovamente negli occhi, ora visibilmente turbato.
« Ti faccio sapere, non preoccuparti. Devo davvero andare adesso. » Le rispose sbrigativamente Scorpius, alternando lo sguardo dalla ragazza alla figura che, dopo aver lanciato loro un'occhiata incuriosita, si stava allontanando dirigendosi altrove.
Le stampò un veloce bacio su una guancia, stupendosi lui stesso l'attimo dopo; non fece nemmeno caso allo sguardo perplesso della Grifondoro, la superò e cominciò a camminare in direzione opposta.
Rose poté solo seguirlo con lo sguardo, scuotendo la testa sconvolta dal fatto che l'avesse davvero lasciata lì da sola proprio come l'aveva trovata poco prima.
« Aspetto che tu ti faccia vivo allora! » Gli urlò prima che il ragazzo potesse svoltare l'angolo, maledicendosi l'attimo dopo per essere risultata così disperata.
D'altra parte Rose Weasley non aveva mai aspettato nessuno – né tantomeno era la solita ragazzina innamorata, giusto?
Scorpius non riuscì questa volta a rimanere impassibile; si voltò un'ultima volta per guardarla con un sorriso raggiante stampato in viso, per farle un cenno affermativo col capo e addirittura un veloce occhiolino.
E ironia della sorte, anche il Serpeverde si ritrovò ad insultarsi mentalmente in tutti i modi possibili: da quando in qua faceva queste cose? Quelli erano gesti che aveva visto fare solo a Jace e Scorpius Malfoy non era mica sottomesso ai propri sentimenti come il suo migliore amico con Dominique, no?
Poco male, una volta svoltato l'angolo e con la visuale non più rivolta alla minuta e raggiante figura di Rose, il sorriso morì all'istante per lasciare spazio ad un broncio ben visibile.
Gli allenamenti quel giorno sarebbero stati un disastro: nulla al mondo l'avrebbe fatto pensare ad altro se non al fatto che molto probabilmente avrebbe presto avuto Rose Weasley tutta per sé.
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