17. Eterni ritorni e usi alternativi dei Dormitori.
Fin da quando era piccola, suo fratello Fred le aveva sempre ripetuto che con quel suo caratteraccio non sarebbe mai andata da nessuna parte, ma ciò non era bastato per far fare un bell'esame di coscienza a Roxanne Weasley almeno una volta nei suoi lunghissimi diciassette anni.
Forse perché fino a quel momento era sempre andato tutto per il meglio: cresciuta in una famiglia piena di affetto e di cugini della sua età, smistata a Grifondoro con grande orgoglio di suo padre George, entrata a far parte della squadra di Quidditch come Battitrice già al secondo anno, e soprattutto fidanzata con Lysander, il ragazzo per cui da sempre aveva una cotta.
Non aveva mai litigato seriamente con nessuna delle persone più importanti della sua vita – fatta a eccezione di Fred, ma chi non si azzuffa regolarmente con il proprio fratello? – e perciò non aveva mai conosciuto la sensazione di pressante vuoto che ne derivava.
Ma ora, in piena situazione di disastro con il suo Lysander, aveva imparato a conoscerla come l'unica sensazione in grado di provare.
Camminare per i corridoi di Hogwarts in solitudine le era sempre piaciuto – era l'unico modo che aveva per fermarsi a pensare, lei che non si fermava mai – ciò nonostante adesso lo percepiva come un peso insostenibile.
E sapeva anche benissimo il perché di quella nuova sensazione e anche che l'unica cosa in grado di alleviarla sarebbe stato vedere, anche solo da lontano, l'unico ragazzo per cui aveva perso la testa.
Mentre camminava in direzione del campo di Quidditch, dove in quel momento si stavano tenendo gli allenamenti di Corvonero, un sorriso amaro le comparve in volto: solo fino a poco tempo prima la situazione era stata invertita e quello che si era ritrovato ad elemosinare una conversazione era stato proprio Lysander.
Si ricordava bene anche del fatto che il Corvonero le avesse pregato di lasciargli i suoi spazi, ma che fosse una ragazza testarda e cocciuta lo sapevano tutti da sempre; e così, stringendosi nel proprio mantello, fece gli ultimi passi che la dividevano dal campo e andò a piazzarsi su uno degli spalti, per nulla preoccupata che chiunque avrebbe potuto vederla lì.
Si accorse subito che, poco lontano da dove era seduta lei, un ragazzo che faceva mostra di una sciarpa verde brillante stava osservando gli allenamenti di Corvonero – o meglio – stava fissando ossessivamente una Cacciatrice in particolare.
Roxanne scrollò le spalle e tornò a guardare il campo ignorandolo bellamente; non era certo la prima volta che Jace Steel si piazzava lì per osservare Dominique allenarsi e lei aveva ben più grossi problemi per la testa.
« Lysander, hai un'ammiratrice tra gli spalti! » Urlò Matt Bradley, notando immediatamente la presenza della Grifondoro e interrompendo il lancio che stava per fare.
In un istante l'intera squadra di Corvonero si voltò per fissarla, tutti aggiornati sugli eventi degli ultimi giorni e in attesa di nuove notizie.
Evidentemente la convizione che da lì a poco si sarebbe consumato un nuovo episodio del dramma fu un pensiero ben fondato, soprattutto dati i due occhi chiari che stavano ora squadrando Roxanne con sufficienza.
« Nah, sarà qua per vedere Frank. » Rispose Lysander alle parole di Matt con tono volutamente acido.
Roxanne si rese conto che se il cuore non le si era ancora spezzato definitivamente, quel timbro di voce a lei nuovo avrebbe potuto benissimo completare l'opera.
Frank, che fino a quel momento stava svolazzando in aria alla ricerca del Boccino, virò in direzione di Lysander, pronto ad ammonirlo.
« Non essere cattivo, sai come sono andate veramente le cose. » Disse semplicemente, ricordando al suo migliore amico tutto ciò che gli aveva spiegato solo qualche giorno prima.
Dopo la chiacchierata con suo fratello Lorcan, Lysander aveva infatti deciso di seguire il suo consiglio e di andare a farsi raccontare l'accaduto dal diretto interessato; Frank chiaramente aveva raccontato tutto per filo e per segno, non omettendo alcun particolare, e Lys aveva tirato un sospiro di sollievo: la situazione in fin dei conti non era così catastrofica come aveva creduto.
Certo, la situazione con Roxanne non era irrimediabile, ma sicuramente perdonarla sarebbe stato un altro paio di maniche.
« Lo so, Frankie. Lo sai che non ce l'ho con te. » Rispose con tono arrendevole Lys, sospirando in preda alla stanchezza.
Nemmeno lui – che a tenere il broncio era il campione imbattuto di Hogwarts – riusciva a far finta di avercela con Frank Longbottom.
Dominique nel frattempo si permise di fermare la sua attività di lanci di Pluffa per salutare con una mano la cugina Roxanne, facendole un enorme sorriso di incoraggiamento.
Nel farlo, l'occhio cadde inevitabilmente sulla figura di Jace Steel che si stava vigorosamente sbracciando per catturare la sua attenzione e la ragazza non poté fare a meno che impallidire.
Gli fece un veloce gesto che gli facesse intendere di fermarsi all'istante e gli mimò con le labbra una sgraziatissima imprecazione: ancora nessuno sapeva dell'evoluzione del loro rapporto e di certo non avrebbe voluto dare la notizia durante un allenamento di Quidditch – né tantomeno dare la notizia in primo luogo, ecco.
« Direi che Frank ha già la sua ammiratrice, la McDougal sta arrivando! » Parlò nuovamente Matt Bradley e stavolta Dominique non poté far finta di non averlo sentito.
Si voltò in direzione del sentiero che portava al Castello e vide effettivamente Violet avvicinarsi spensierata al Campo.
Lanciò un'occhiata veloce a Frank, anche lui rivolto verso di lei, e si accorse che anche lui non aveva la più pallida idea di come gestire la situazione.
E se la notizia della crisi tra Roxanne e Lysander fosse arrivata anche alle orecchie di Violet? E se avesse così scoperto del bacio con Frank?
« Oh, il pomeriggio si sta facendo interessante! »
« Taci, Matt! Chi ti ha eletto pettegolo ufficiale di Hogwarts? » Sbraitò Dominique.
Ancora pochi passi decisi e Violet andò a sedersi sugli spalti di Corvonero, a qualche fila di distanza da Roxanne.
Tutti i presenti si ritrovarono a fissare la scena come se dovesse succedere chissà cosa da un momento all'altro, ma – per grande delusione di Matt Bradley e grande felicità di Frank – Violet sorrise apertamente a Roxanne in segno di saluto, come se non fosse a conoscenza o semplicemente ignorasse gli ultimi eventi.
Violet puntò poi gli occhi in quelli del Cercatore di Corvonero e fu chiaro a chiunque perché si trovasse effettivamente lì; Frank ricambiò lietamente lo sguardo, sorridendole imbarazzato: quella era di certo la prima volta che una ragazza di così bell'aspetto veniva a vederlo allenarsi.
Lysander, che mai era stato un bravo amico nelle questioni di cuore, si ricordò di essersi promesso che avrebbe fatto di tutto per proteggere le amicizie più care della sua vita e, notato lo scambio di sguardi tra il suo migliore amico e la McDougal, decise di fare l'impensabile.
Volò a terra e scese dalla propria scopa, prima di incamminarsi verso Roxanne Weasley, che ora più che mai lo guardava completamente paralizzata.
« Hey. » Le disse incerto, una volta ritrovatosi davanti a quei due occhi scuri che sapeva bene l'avrebbero fatto desistere dai suoi piani di risultare distaccato.
Roxanne continuò a fissarlo sconvolta, incapace di comprendere come fosse possibile che lo stesso ragazzo che era letteralmente scappato via da lei solo pochi giorni prima ora fosse venuto a parlarle per primo.
Così, nel dubbio, optò per la reazione più Weasley che le fosse possibile.
« Hey! Come stai!? » Urlò senza riuscire a trattenersi, maledicendosi l'attimo dopo per aver usato tutta quella foga.
Lysander poté solo sbuffare, ma non dallo sgomento: quel genere di reazioni così totalmente improvvise e assurde erano sempre state la normalità per lui.
« Ehm... malissimo, grazie. E tu? » Rispose nella più totale sincerità, incrociando la braccia al petto nel tentativo di assumere un atteggiamento sicuro.
Quei due occhi così profondi, d'altronde, stavano già riuscendo a destabilizzarlo.
« ... malissimo anche io, già. » Sospirò Roxanne, facendo un sorriso obliquo.
Senza che potessero controllarlo, entrambi si ritrovarono con un sorriso amaro stampato in volto appena udirono le parole dell'altro: la complicità nata dopo tanti anni assieme non si era di certo estinta per un litigio – grave o meno che fosse.
« Hai pensat– c-cioè... hai pensato a noi? Posso spiegarti tutto ciò che è successo e–»
« No, grazie. Frank mi ha già raccontato tutto. » La interruppe lui con urgenza, conscio che non avrebbe voluto sentire nuovamente di come la sua ragazza aveva baciato il suo migliore amico per colpa sua.
« Ah. » Riuscì solamente a biascicare Roxanne.
« Già. »
Rimasero a fissarsi negli occhi per un po'- o meglio, a fare finta di farlo, perché ogni volta che gli sguardi si incrociavano uno dei due sentiva il bisogno di distoglierlo per evitare di capitolare davanti all'altro.
« Lys, se mi odi non importa, lo capisco. » Interruppe il silenzio imbarazzante che si era creato Roxanne, scuotendo la testa sconsolata.
« Il problema è che anche se lo vorrei tanto, non riesco proprio ad odiarti. » Confessò il Corvonero, allontanando un braccio dal petto per passarsi una mano fra i capelli biondi.
« Ah. »
« Già. »
Nuovamente, i volti di entrambi si ritrovarono tinti dello stesso sorriso malinconico; un piccolo barlume di speranza si accese dentro la Grifondoro: quella era la sua personalissima prova che anche il ragazzo, senza di lei, era assolutamente miserabile.
Pensò che per quel giorno aveva ottenuto già una grande vittoria e che se avesse voluto riprendersi il suo ragazzo avrebbe dovuto dare mostra di enorme pazienza; così si limitò ad annuire a se stessa per convincersi ad aprire bocca e dire ciò che il suo cuore non avrebbe mai voluto.
« Posso andarmene, non è un problema. » Puntò gli occhi scuri in quelli cristallini di Lysander, guardandolo piena di speranza: da ciò che gli avrebbe risposto avrebbe capito quanto catastrofica fosse realmente la situazione tra loro due.
« Non ti preoccupare, puoi rimanere, gli allenamenti sono aperti a tutti. » Disse senza pensarci il Corvonero, parlando con una calma che perfino lui si stupì di riuscire a utilizzare.
« Ci vediamo. » Aggiunse poi, voltandosi e sentendo il bisogno di allontanarsi da Roxanne il più velocemente possibile.
Perché – nonostante tutto il dolore che aveva provato nelle ultime settimane – aveva comunque la voglia di baciarla ogni volta che lo guardava dritto negli occhi?
Rise amaramente tra sé: per quanto aveva sempre pensato di avere tutto sotto controllo, non aveva mai valutato seriamente quanto Roxanne potesse scombussolarlo.
La Grifondoro non fece nemmeno in tempo a salutarlo, perché Lysander era già corso dai suoi compagni.
Poco male, seppe che meglio di così non avrebbe potuto ottenere e si strinse nel mantello in cerca di conforto, prima di concentrarsi a guardare gli allenamenti di Corvonero e, chissà, magari anche copiare qualche mossa di gioco e riuscire finalmente a riportare Grifondoro alla vittoria.
*
« Il Tranello del Diavolo è una pianta infernale molto cattiva con tanti tentacoli che ti vogliono uccidere... Non ci credo che ha scritto una cosa del genere! Me la devo segnare! »
Commentò Frank Longbottom, scuotendo la testa sconsolato mentre teneva tra le mani il compito che stava correggendo.
Quella non era la prima volta che si ritrovava chiuso in una delle serre di Erbologia ad aiutare suo padre a correggere i compiti del primo anno, ma ogni volta si stupiva di quante perle gli studenti fossero in grado di inventarsi.
« ... è molto cattiva e oscura però infondo ha un cuore perché se stai buono non ti ammazza. »
Lesse nuovamente ad alta voce e stavolta non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere sguaiatamente.
Una reazione decisamente poco da Frank, sempre così pacato e politicamente corretto, ma d'altronde non c'era nessuno che potesse testimoniare di averlo visto, no?
Nessuno a parte la ragazza che silenziosamente si era appostata sulla porta di ingresso della serra, per osservare Frank da lontano e scrutarne i movimenti.
Alla vista del Corvonero così rallegrato da un semplice compito di Erbologia, non ce la fece più e si fece sfuggire diversi singhiozzi divertiti, palesandogli inevitabilmente la sua presenza.
« Hey. » Disse Violet MacDougal oramai allo scoperto, appoggiata all'uscio della porta.
« Oh, Violet, ciao! Entra! » Ricambiò subito il saluto Frank, piacevolmente sorpreso di averla davanti.
« Credevo non riuscissi a liberarti dai tuoi doveri da Prefetto! » Aggiunse poi, seguendo con lo sguardo la ragazza che gli stava venendo incontro fino a fermarsi affianco a lui.
« Li ho solo rilegati alla Patil, non vedeva l'ora di fare la ronda da sola con MacMillan! » Violet scoppiò a ridere alle proprie parole, lasciandosi cadere sul posto di fianco al ragazzo.
Una volta scemate le risate, fissò dritto negli occhi Frank con un enorme sorriso stampato in volto e, sebbene non ne avrebbe mai capito il motivo con le proprie forze, il Corvonero sentì dentro di sé un senso di calore crescere gradualmente.
Notando che Frank non aprì bocca per risponderle, ma solo per dedicarle un sorriso di rimando, Violet sentì il bisogno di parlare nuovamente.
« Tu piuttosto, hai deciso di sostituire tuo padre definitivamente e diventare Professore? »
« Oh, non sarebbe per niente male... vedere cosa si inventano quelli del primo anno mi fa morire dal ridere! » Parlò il ragazzo annuendo vigorosamente, mollando la piuma che fino a quel momento stava tenendo in mano e voltandosi per fronteggiare la Corvonero.
« Ah, sapevo che dovevi pur avere un lato sadico, Longbottom! Ridere così dei primini, vergogna! » Violet usò un evidente tono ironico, storcendo le labbra in un ghigno divertito; Frank – che ancora certi lati della ragazza li doveva scoprire – una volta sentite quelle parole non poté fare altro che sbellicarsi dalle risate, sorpreso che da una ragazza così minuta e delicata potesse scaturire una voce tanto irriverente.
« Immagino sia il mio lato oscuro, sì! » Rispose con altrettanta ironia lui, seguendo con gli occhi scuri i movimenti della mano condida di Violet, che si era spostata sul tavolo per poggiarsi sulla piuma e giocarci distrattamente. Rimase per un attimo fisso ad osservare quei movimenti tanto eleganti quanto ipnotici, finché non si forzò a scuotere il capo per ridestarsi e tornare a guardarla in viso. Nemmeno Frank riuscì a spiegarsi il perché, eppure, preso da un qualche senso di coraggio, aprì bocca e chiese qualcosa di tanto banale quanto impensabile per lui da pronunciare fino a poco tempo prima.
« Qual è il tuo? »
« Il mio lato oscuro? » Ripeté sorpresa Violet, colta impreparata. Decise di guadagnare del tempo per cercare la risposta più adatta attorcigliandosi una ciocca di capelli fra le dita e, senza che potesse controllarlo, Frank tornò a fissare quell dita delicate e magnetiche.
« Beh... io non rido solo dei primini, ma un po' di tutti in generale... ma lo faccio nella mia testa, così da non offendere nessuno! »
« Merlino, che lato oscurissimo! » Riuscì solo a commentare il ragazzo seguendo l'onda sarcastica, ritrovandosi l'attimo dopo a farsi comparire in viso un sorriso che sapeva di non aver mai deciato a nessuno: provò un senso di divertimento genuino, misto a una grande tenerezza.
« Beh, il mondo ha bisogno anche di noi buoni per andare avanti, no? » Parlò con sicurezza Violet, tornando seria. Sostenne senza problemi i due occhi scuri che il ragazzo aveva puntellato nei suoi, sentendosi incredibilmente a suo agio.
E forse fu il clima così calmo e sereno che aleggiava tra loro due – che si stavano sorridendo così teneramente senza sentire il bisogno di posare lo sguardo da altre parti se non sul volto dell'altro – che convinse Violet a sporgersi in avanti per cercare di baciare Frank.
Il Corvonero si accorse immediatamente della intenzione della ragazza e, spinto dall'istinto, si scansò velocemente, facendo in modo che le labbra di lei toccassero invece la sua guancia.
Seppe che una volta che fosse tornato a guardarla negli occhi avrebbe letto in essi delusione e imbarazzo, ma non riuscì a sentirsi in colpa neanche per un secondo.
Non che non avesse voluto baciarla – Violet era oggettivamente bellissima e una delle persone migliori che avesse mai conosciuto – ma inevitabilmente stare lì, nella Serra, assieme ad una ragazza lo fece rovinosamente andare col pensiero a Roxanne.
Pensò che baciare un'altra ragazza in quello stesso posto, dopo così poco tempo rispetto a ciò successo con la Grifondoro, l'avrebbe avvicinato a quei ragazzi che giocavano coi sentimenti delle ragazze senza motivo e sentì un lieve senso di avversione per se stesso.
Frank, coi sentimenti di Violet, non avrebbe mai voluto giocare per niente al mondo e baciarla avrebbe comportato un sacco di conseguenze che in tutta sincerità seppe di non voler affrontare.
E se non avesse superato la sua cotta per Roxanne definitivamente? Non poteva permettersi di fare qualcosa del genere a Violet, non se lo sarebbe mai perdonato.
Fece un respiro profondo e si appellò al coraggio Grifondoro che scorreva nelle sue vene, prima di tornare a guardare la ragazza in viso e accertarsi che ciò che aveva solo pensato stesse succedendo a tutti gli effetti.
Violet lo fissò con gli occhi sgranati, evidentemente scossa, incapace di muovere un muscolo; l'attimo dopo, quando si accorse di essere stata rifiutata, voltò il capo con forza e portò le mani al viso per nascondersi dallo sguardo di Frank.
« I-io... mi dispiace... n-non volevo! » Biascicò la Corvonero, non sapendo nemmeno lei cosa dire esattamente.
Scusa per aver cercato di baciarti? Scusa per aver pensato che ci fosse qualcosa tra di noi? Scusa che mi hai rifiutata?
« Cosa? No, no, non ti devi scusare! » Disse con urgenza il ragazzo, sentendosi ancora più piccolo l'attimo dopo.
Realizzò che non solo quella era la seconda volta che veniva baciato nelle Serre di Erbologia, ma che era anche la seconda volta che la ragazza in questione si scusava per averlo fatto.
Eppure, se con Roxanne il bacio gli era sembrato sbagliato perché era lei a non andargli più bene, con Violet si rese conto che il problema era proprio lui.
Sospirò sommessamente, passandosi frettolosamente una mano tra i capelli, cercando le parole più giuste da dire.
« Violet, ascoltami... non sei tu il problema, sono io. »
« È una delle frasi più stupide che io abbia mai sentito, sai? » Rispose lei, scuotendo la testa mentre si alzava di fretta dal posto per scappare da quella situazione il più velocemente possibile.
« È tutto okay. Rimaniamo amici, ho capito! » Aggiunse frettolosamente, voltandosi l'attimo dopo per uscire dall'aula prima ancora che Frank avesse la possibilità di spiegarsi.
Il Corvonero la vide andare via completamente interdetto, con gli occhi allucinati di chi aveva appena compreso di aver rovinato tutto.
Fu quando sentì nuovamente il silenzio aleggiare nella stanza – ora più solo che mai – che fece una triste scoperta: nonostante avesse fatto passi da giganti, ancora davanti alle donne era un completo disastro.
*
« Jace, sei impazzito!? Ci hanno visti tutti entrare qui! »
« E che ci guardino, così saranno tutti gelosi di me! »
Dominique si affrettò a varcare la pesante porta di legno, acchiappando Jace per la cravatta e costringendolo a seguirla in quel territorio a lei sconosciuto.
Il Serpeverde aveva infatti avuto la brillante idea di appartarsi assieme alla ragazza nel proprio Dormitorio e, sebbene all'inizio a lei era sembrata un'idea geniale dato che avrebbe voluto farsi vedere dal minor numero di persone possibili, una volta entrata nella Sala Comune di Serpeverde si era resa conto della folla di studenti che la occupavano.
« Calma, mia bella, non avere fretta di volermi tutto per te! » Disse il Serpeverde con un'espressione sfacciata, mentre veniva costretto a mettere piede dentro al proprio Dormitorio.
« Steel, sei proprio un'idiot– Rose!? »
Una volta dentro a quella che si era aspettata essere una stanza vuota, Dominique non poté credere ai suoi occhi.
Spalancò la bocca in maniera decisamente poco aggraziata, sbattendo le palpebre incredula alla scena che le si palesò davanti: uno dei letti del Dormitorio era ben lontano dall'essere vuoto, perché su di esso suo cugina Rose se ne stava bellamente a cavalcioni su Scorpius Malfoy per riempirlo di baci poco casti.
Al suono del suo nome, la Grifondoro si staccò immediatamente dal biondo per saltare in piedi e cercare di darsi un contegno sistemandosi nevroticamente i capelli scompigliati.
Dietro di lei, Scorpius Malfoy reagì in maniera più composta: si alzò lentamente dal letto, schiarendosi la voce e osservando i due nuovi arrivati con occhi che esprimevano meno colpevolezza e più irritazione.
Per Salazar, perché veniva sempre interrotto sul più bello?
Rose ci mise pochi secondi a tingere il proprio viso dello stesso colore dei capelli, prima di alzare lo sguardo, morta di vergogna, e andare a posarlo su Dominique.
Pensò a qualche spiegazione sensata da dare, ma come spesso accadeva, ci pensò Jace a interrompere il silenzio imbarazzante che si era appena creato.
« Ragazzi, io vi voglio bene. Ma la cosa a quattro non la faccio! »
Dominique si voltò per fulminarlo con lo sguardo e poi, quando lo vide guardare tutti i presenti con quel sorriso ebete che lo caratterizzava, pensò bene di tirargli uno scapellotto per fargli intendere che quello non era affatto un buon momento per scherzare.
« Stai zitto o torno ad odiarti. »
« Ai suoi ordini, Madame. »
Jace fece il saluto militare, annuendo in segno di assenso, e voltò il capo per guardare gli altri due, che erano rimasti ad osservare quello scambio di battute con gli occhi colpevoli di chi era stato beccato con le mani nel sacco.
Una volta ridestata dallo stato di imbarazzo più totale in cui era caduta, Rose mise nuovamente in moto il cervello e immediatamente una domanda fece capolino nella sua testa; inarcò un sopracciglio, passando lo sguardo da Jace a Dominique proprio come prima avevano fatto con lei e Malfoy, e aprì la bocca per lasciare che le parole le uscissero con tono di accusa.
« Ma... Domi, tu che ci fai qui? »
La Corvonero rimase a boccheggiare per qualche secondo, conscia che stavolta fosse lei a dover dare delle spiegazioni plausibili.
Come avrebbe fatto a giustificare la sua presenza nel Dormitorio maschile di Serpeverde?
Fortuna che Jace aveva sempre la risposta pronta.
« Non è evidente? Per fare con me quello che tu stavi facendo con quel manzo di Malfoy. »
Se Jace aveva pensato che quella battuta avrebbe fatto scoppiare tutti a ridere e dimenticare cosa stava succendendo, dovette essere rimasto molto deluso, perché l'unica reazione positiva che ricevette fu quella del suo migliore amico Scorpius che per poco non si strozzò con la propria saliva pur di cercare di nascondere il divertimento.
Le due ragazze, d'altro canto, posarono lo sguardo su di lui all'istante, una con gli occhi più fuori dalle orbite dell'altra.
« Ti ho detto di tacere! »
« Sta zitto! »
Gridarono all'unisono e stavolta Jace, nel sentire le due ragazze a cui teneva di più al mondo urlargli contro, sussultò dal timore.
Perfino lui – che del pericolo gli era sempre importato poco – si guardò bene dal far arrabbiare due Weasley allo stesso tempo.
Risolto il problema Steel – per il momento almeno – Dominique e Rose tornarono a guardarsi in faccia e, dopo alcuni secondi dove si scrutarono e analizzarono ogni minimo movimento dell'altra, non poterono fare a meno di scambiarsi un veloce sorriso di intesa e di realizzare che entrambe stavano facendo esattamente la stessa cosa: così scoppiarono a ridere apertamente in preda all'isteria, tra gli sguardi perplessi dei due ragazzi che le stavano osservando incuriositi.
Quando le risate diminuirono radicalmente, le due cugine – ancora una di fronte all'altra e affiancate dal rispettivo Serpeverde – cominciarono a scuotere la testa, quasi a voler capacitarsi che ciò che stavano vivendo stesse effettivamente accadendo.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata veloce, evidentemente preoccupati, e Jace addirittura puntò l'indice contro la propria tempia per far intendere a Scorpius che le ragazze si fossero ammattite, limitandosi a quel veloce gesto conscio che avrebbe potuto benissimo ricevere un nuovo urlo da un momento all'altro.
« E così... siamo entrambe cascate per due Serpeverde? » Commentò finalmente Rose, portando un palmo della mano contro una guancia in un misero tentativo di sostegno.
« Pare di sì. » Alzò le spalle Dominique, stampandosi in viso un'espressione rassegnata.
« Oh, Godric! Nonno Arthur non ce lo perdonerà mai! »
« Nonno se ne farà una ragione! Sono più preoccupata per quando dirai a zio Ron che stai uscendo con un Malfoy! » Disse la Corvonero con evidente tono ironico, cercando di alleggerire il momento, ma Rose non dovette averlo colto perché in tutta risposta sbiancò all'istante.
« Ma io non sto proprio uscendo con nessuno! » Sentì il bisogno di giustificarsi senza prima far passare il pensiero dal cervello.
Si rese conto subito dopo di ciò che aveva detto e pregò con tutta se stessa che il pavimento la inghiottisse all'istante; percepì affianco a lei uno spostamento d'aria e ci mise poco a capire che Scorpius, sentite le sue parole, non doveva averle prese benissimo.
« Sono sconvolto, Rose! Stai dicendo che stai usando il mio migliore amico solo per il suo corpo? » Aprì nuovamente bocca Jace e Dominique giurò mentalmente che l'avrebbe ucciso senza mezzi termini.
« Jace, sta zitto, dai. » Stavolta fu Scorpius a pregarlo di tacere e a ciascuno dei presenti fu chiaro il tono ferito con cui aveva appena parlato.
Rose vide Scorpius inghiottire vistosamente e tornare a stare in silenzio, mentre cercava con tutto se stesso di evitare lo sguardo di chiunque, consapevole che sarebbe stato solo compatito – e di certo quella era l'ultima cosa che Malfoy avrebbe voluto per sé.
« Nel senso... n-non so cosa sto facendo, capito? » Cercò di risolvere la Grifondoro, parlando più in direzione del ragazzo al suo fianco che ora cercava di ignorarla che di sua cugina.
« Quindi tu ora esci con Jace? » Aggiunse poi, ribaltando la situazione.
« Ma non sto uscendo con nessuno! » Sbraitò Dominique proprio come aveva fatto Rose poco prima ed entrambe non poterono che scambiarsi nuovamente uno sguardo complice, consce di essere finite entrambe nella medesima situazione.
« Ouch, tu sì allora che mi stai usando solo per il mio corpo fenomenale! » Jace non ce la fece e dovette scherzare per l'ennesima volta; la Corvonero fece finta di essere infastidita, ma dentro di sé fu infinitamente sollevata che il ragazzo avesse reagito in maniera decisamente diversa rispetto al suo migliore amico.
« Se ammetto che io e te stiamo uscendo assieme starai finalmente in silenzio? »
« Probabilmente no, ma aumenterebbe le possibilità che io lo faccia. » Scrollò le spalle Jace, guardando Dominique con un sorriso pieno di speranza.
« Bene, io e te stiamo uscendo assieme, okay? » Ammise infine la ragazza, rivolgendosi unicamente al Serpeverde, quasi come se il sorriso magnetico di Jace le avesse fatto dimenticare degli altri due che li stavano guardando.
Rose si ritrovò a sospirare istintivamente mentre osservava il suo migliore amico e sua cugina fissarsi negli occhi con così tanto affetto.
Lanciò una veloce occhiata a Scorpius, convinta di trovarlo a guardare Jace e Dominique proprio come aveva fatto lei, ma invece lo scoprì a guardarla dritta negli occhi; si sentì immediatamente a disagio – lei che a lui ci teneva proprio come Dominique teneva a Jace ma che non riusciva ad esprimerlo a parole.
D'altronde nemmeno Scorpius era mai stato chiaro nelle proprie intenzioni come invece lo era Jace, quindi perché sembrava essere lei l'unica così scomoda a stare lì, in balia dello sguardo di tutti?
« Ehm... f-forse è il caso che io vada. » Riuscì a dire Rose con voce flebile, tornando ad essere al centro dell'attenzione.
« E mi sa che è il caso che io venga con te. » Disse in tutta risposta Dominique, avendo immediatamente colto il cambio d'umore di sua cugina.
Allungò una mano per coprire la bocca di Jace, ben consapevole che avrebbe detto qualcosa di stupido per contestare le sue parole; quando lo sentì divincolarsi sotto al proprio palmo per aprire bocca tolse immediatamente la mano e si affrettò a scoccargli un bacio a stampo per impedirgli di replicare.
Jace si limitò a scrollare le spalle e a contorcere le labbra in un sorriso compiaciuto: effettivamente quella fu l'unica cosa in grado di zittirlo definitivamente.
La Grifondoro non riuscì a trattanersi dal sorridere alla vista di quella scenetta e fece un passo in avanti per uscire dal Dormitorio assieme a sua cugina; si rese conto dopo poco della persona che stava lasciando dietro di sé senza nemmeno salutare e si voltò lentamente per tornare ad osservarlo.
Scorpius la stava fissando con lo stesso sguardo che dopo sette anni lei aveva imparato a conoscere come le sue tasche; due occhi grigi incolori, completamente neutri, che aspettavano solamente che fosse lei a fare la prima mossa.
Rose tornò velocemente indietro solamente per stampargli un bacio leggero su una guancia e il Serpeverde, sapendo che quello sarebbe stato l'unico gesto di affetto che avrebbe ricevuto, socchiuse gli occhi per goderselo al meglio.
Ma l'attimo dopo la ragazza si era nuovamente allontanata da lui e Scorpius non poté fare altro che osservarla mentre faceva un fiebile sorriso di saluto a Jace e usciva dalla porta.
« Allora... ci vediamo... ciao. » Disse visibilmente a disagio Dominique, salutando con espressione imbarazzata i due Serpeverde prima di seguire sua cugina e sparire dietro la porta.
Una volta rimasti da soli in mezzo a quel Dormitorio ora così vuoto, Scorpius si lasciò andare in un lungo sospiro, mentre Jace si precipitò ad affiancarlo per posargli fraternamente una mano su una spalla.
Scorpius sarà anche stato il ragazzo che meno esprimeva i proprio pensieri in tutta Hogwarts, ma questo per il suo migliore amico non aveva mai rappresentato un grande problema, e così ci mise poco a capire che la conversazione avuta poco prima con le due ragazze – sebbene banale ai suoi occhi – aveva rappresentato per lui motivo di turbamento.
D'altronde nell'ultimo periodo aveva messo in discussione ogni singola cosa che aveva creduto riguardo se stesso, rendendosi conto che la linea tra amore e odio era molto sottile, e ora tutto ciò che aveva ottenuto veniva di nuovo messo in discussione da stupide insicurezze che né lui né tantomeno Rose riuscivano a confessarsi.
Jace si stampò un sorriso obliquo, simile a quello che gli era nato quando aveva capito che tra i suoi due amici era nato qualcosa, prima di muoversi per andare a fronteggiare Scorpius e parlargli con la più sincera convinzione.
« Tranquillo amico, voi due state decisamente uscendo assieme, e anche molto di più. »
Il biondo si ritrovò ad annuire istintivamente, facendosi spuntare un'espressione riconoscente; tutto sommato aveva passato di peggio, i tempi in cui al posto di un saluto riceveva solo insulti gratuiti erano definitivamente finiti.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top