15. Attimi di straordinaria follia.


La prima persona ad aver messo in guardia Rose Weasley su Scorpius Malfoy era stata suo padre il giorno della sua prima partenza per Hogwarts e questo non aveva fatto altro che aumentare esponenzialmente il suo interesse nei confronti di quell ragazzino biondo e pallido.
Certo, col corso degli anni era diventato un interesse prettamente negativo, sempre occupata a giudicare ogni azione del Serpeverde e a demonizzarlo per qualsiasi cosa, ma pur sempre occupata ad osservarne ogni singolo comportamento.

E forse era proprio per abitudine che Rose si ritrovava ora ad osservarlo nuovamente da lontano mentre sedeva al tavolo di Grifondoro a rileggere un compito poco prima della lezione di Trasfigurazione.
Eppure, stavolta poté giurare che ci fosse qualcosa diverso, che gli abituali sguardi che gli lanciava non avevano più il sapore di una critica, ma uno completamente diverso.
Rose aveva sempre notato il modo in cui Scorpius torceva le labbra in un ghigno quando si rivolgeva a qualcuno e ora si accorse invece del sorriso che aleggeva sul suo volto mentre parlava con un compagno di Casa al tavolo di Serpeverde; gli occhi grigi che si guardavano intorno sempre così regali ed eleganti e che adesso esprimevano tutt'altro.
E poi c'era il modo in cui la fronte si aggrottava quando era particolarmente concentrato, come stava facendo in quel momento chino su un libro, gesto che Rose aveva sempre trovato completamente antiestetico e che ora invece le aveva fatto sorgere spontaneo un sorriso.

Probabilmente qualcuno doveva aver fatto una qualche sorta di incantesimo alla rossa Grifondoro, perché, quando Scorpius Malfoy alzò gli occhi dal suo libro e si accorse che lo stava fissando apertamente senza battere ciglio, Rose sobbalzò sul posto, improvvisamente ridestata dal suo stato di trance.
Il Serpeverde affrontò senza problemi quello sguardo, piacevolmente sorpreso di averla colta sul fatto, e inarcò platealmente un sopracciglio, ma la ragazza – contrariamente a come aveva fatto negli ultimi sette anni – non riuscì a sostenere quella sfida.
Senza che potesse spiegarselo, arrossì vistosamente e si affrettò il più velocemente possibile a raccogliere tutto il suo materiale e ad alzarsi in piedi per correre via dalla Sala Grande.
Se solo fosse rimasta qualche secondo in più, avrebbe di sicuro notato Scorpius Malfoy alzarsi dal posto e seguirla fuori dalla Sala.
Non si diede nemmeno il tempo di riporre i libri correttamente dentro la propria borsa e molto probabilmente fu proprio per questo motivo che, quando si scontrò con la figura che camminava in direzione opposta rispetto alla sua, tutto il materiale che si stava portando appresso cadde rovinosamente al suolo.

« Oh, Merlino! Rose, scusami! Tutto a posto? »
La Grifondoro cercò di ricomporsi all'istante e alzò gli occhi sul ragazzo che le aveva appena rivolto la parola; quando lo riconobbe essere proprio Leonard Peakes, la voce dentro il suo cervello fece mostra delle espressioni più colorite che conosceva.
« Leo, ciao! Scusami tu, non so dove ho la testa! » Si affrettò a dire la ragazza, prendendosi il viso tra le mani.
Leonard le sorrise gentilmente, prima di chinarsi a terra per raccogliere tutto ciò che era caduto e riporlo galantemente nella borsa.
Rose non mancò di arrossire ancora di più di quanto non fosse già; nonostante sapesse che quello era un gesto pressoché banale, nessun ragazzo le aveva mai dimostrato una gentilezza del genere.
Ad essere onesti suo cugino James ogni tanto qualche gesto di cavalleria lo faceva, ma quello era sua cugino e non poteva decisamente contare.

« E-ehm... grazie. Scusa ancora... » Biascicò la Grifondoro, riponendo timidamente le iridi azzurre in quelle color nocciola del ragazzo che aveva di fronte.
« Ma figurati! Comunque abbiamo lezione tra una ventina di minuti, puoi anche correre di meno!»
Rose si risistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lasciandosi sfuggire una risata alle parole del ragazzo.
Solo in quel momento realizzò di essere effettivamente corsa come una furia fuori dalla Sala Grande e si permise di fare finalmente un respiro profondo: il peggio – o almeno così credeva – era passato.
« Mi conosci! Sempre così entusiasta di imparare cose nuove! » Cercò di ironizzare lei e per la prima volta si rese conto di riuscire a parlare nella più completa tranqullità con il ragazzo che aveva di fronte.
Per qualche assurda ragione lo stesso Leonard Peakes che aveva sempre trovato così tanto attraente ora non la intimidiva più.
« Vuoi che ti aiuti a portare tutta quella roba in classe? » Si offrì il Grifondoro, indicando con un dito la pesantissima borsa che ora faceva pendere Rose da un lato.
« No, no, tranquillo! Goditi la libertà prima di Trasfigurazione! »
« Va bene, Rose. Allora a dopo! » Leonard non insistette, soprattutto data la fretta nella voce della Grifondoro che sembrava esprimere il desiderio di volersi allontanare da lì.
Le lanciò un ultimo sorriso smagliante e addirittura si sporse in avanti per aiutarla a sistemarsi meglio la tracolla della borsa sulla spalle, prima di voltarsi e tornare a camminare verso ovunque stesse andando prima di scontrarsi con lei.

Rose rimase colpita da quel gesto, ma non le interessò granché perderci ulteriori pensieri; si voltò anche lei verso la direzione opposta e ricominciò a camminare per quel corridoio di Hogwarts completamente deserto.
Si chiese immediatamente come mai lei fosse l'unica forma di vita presente, dato che le lezioni sarebbero cominciate da lì a pochi minuti, e continuò ad avanzare imperterrita verso l'aula di Trasfigurazione; poco importava che sarebbe stata la prima ad arrivare, aveva bisogno dei suoi minuti di preparazione mentale per la lezione imminente che sapeva di dover condividere con i Serpeverde.
Presa dai suoi importantissimi pensieri svoltò l'angolo distrattamente e, quando fece qualche passo in avanti in quel nuovo corridoio che sembrava ancora più desolato di quello precedente, sobbalzò di colpo appena sentì una voce imponente sorprenderla dal nulla.

« Weasley, Weasley... non sapevo ti piacesse flirtare tra una lezione e l'altra. » Niente di meno che Scorpius Malfoy la stava fissando con un sorriso obliquo, bellamente appoggiato contro il muro a braccia conserte.
Rose lo guardò sconvolta e per un attimo pensò addirittura che si fosse smaterializzato davanti a lei, violando una delle prime regole ferree di Hogwarts.
D'altra parte la Grifondoro non poteva sapere che, quando lei era corsa via dalla Sala Grande dopo essere stata colta ad osservarlo da lontano, Scorpius l'aveva seguita con urgenza, colto da un senso di coraggio improvviso.
Poi però l'aveva vista fermarsi a parlare proprio con Leonard Peakes e gli erano subito saltati all'occhio il modo in cui lui le sorrideva e le attenzioni che le aveva riservato, così aveva proseguito abbandonando il suo proposito.
Ciò nonostante, appena l'aveva vista svoltare il corridoio nuovamente da sola, non si era potuto trattenere dal rivolgerle la parola.

« Scusa, cosa!? » Riuscì solamente a rispondere Rose, ancora sorpresa dalla persona davanti alla quale si era ritrovata, proprio la stessa da cui aveva cercato di scappare poco prima.
« Ma sì dai, quella scenetta patetica con Peakes poco fa. Scontro accidentale, libri per terra, lui che te li raccoglie... tutto da manuale! » Scorpius la guardava con occhi felini, come se avesse davanti una preda vera e propria, e forse proprio per questo Rose non riuscì a rispondergli a tono come invece aveva sempre fatto.
« Non vedo perché ti debba interessare. In ogni caso Leonard è stato solo molto gentile! »
E se fosse stata anche la Rose di sempre, di certo non avrebbe sentito il bisogno di dare spiegazioni.
« Certo, perché sono sicuro che l'abbia fatto in nome del suo grandissimo cuore d'oro. »
La Grifondoro aggrottò di colpo la fronte; non capiva perché Scorpius le stesse dicendo quelle cose, né tantomeno perché stesse utilizzando quel tono che sembrava proprio esprimere... gelosia? Ma semplicemente non poteva essere; sarebbero crollate tutte le certezze costruite negli ultime sette anni.
« Sai che c'è, Malfoy? Non mi interessa, addio. » Disse perentoria, consapevole che mai nella sua vita aveva desiderato scappare da qualcosa più che in quel preciso istante.

Scorpius era abituato alla massa di capelli rossi che correva via da lui come una furia. Era più che familiare con le parole 'stammi lontano' e 'va al diavolo' e conosceva a memoria il modo in cui il busto di Rose si irrigidiva ogni volta che lui la infastidiva oppure come di solito brillavano accesi di rabbia quei due profondissimi occhi azzurri.
Ma ora, nel vedere che nessuna di quella cose era avvenuta, qualcosa dentro il suo petto si incrinò.
Fece qualche passo in avanti verso la Grifondoro, conscio che avrebbe dovuto fare qualcosa, qualsiasi essa fosse.

« Weasley! » Disse con urgenza, correggendosi l'attimo dopo. « Rose! »
La Grifondoro, che si era già incamminata per correre lontano da lui, si voltò di colpo.
« Malfoy, non ho voglia di giocare, okay? Lasciami in pace. » Fece un sospiro esasperato, stupendosi lei stessa di sentirsi così stanca per qualcosa che nemmeno lei capiva cosa fosse.
« Rose, perfavore...» La bocca di Scorpius oramai parlava senza che la testa potesse controllarlo e il ragazzo capì di essere totalmente indifeso. Pensava di poter affrontare Rose come aveva sempre fatto, con battute e cattiveria, ma niente di tutto quello era oramai possibile.
Non se alla vista di quella ragazza dai capelli rossi il suo cuore premeva così fortemente contro il petto.
« Per favore, cosa!? » Qualcosa dentro di Rose scattò improvvisamente e un turbinio di emozioni diverse la invasero di colpo.
Scorpius si passò agitatamente un mano tra i capelli biondi, incapace di proferire parola, e ciò sembrò scombussolare la ragazza ancora di più.
« Cosa ti fa pensare che io abbia sempre voglia di litigare con te? Che mi piaccia sprecare le mie energie? » Sputò fuori con rabbia, stanca come non mai, e ad ogni parola pronunciata giurò di riuscire a sentirsi sempre più leggera.
« Capisco che di me non te ne importi nulla e che la cosa ti faccia divertire ma–»
« Non è così! » La interruppe bruscamente il Serpeverde, scuotendo convulsamente il capo.
Rose ebbe un sussulto; si stampò un drammatico broncio in viso, rimasta del tutto priva di parole.
« Non è così, cosa? » Riuscì solo a ripetere quelle di lui.

Scorpius fu colto da un attimo di puro panico; provò a puntare gli occhi ovunque tranne che in quelli della ragazza che aveva davanti ma proprio come se fossero una calamita lo attrassero all'istante. Sentì il proprio viso andare in fiamme e sperò con tutto se stesso che non stesse davvero arrossendo come aveva visto tante volte fare ai Weasley.
Si piantò le unghie nel palmo di una mano, augurandosi che il dolore gli riportasse qualche secondo di lucidità, ma ancora una volta la bocca parlò senza che il cervello potesse comandarlo.

« Mi importa di te. » Nello stesso istante in cui finì di parlare Scorpius strinse gli occhi con forza, pienamente pentito di aver anche solo deciso di scendere dal letto quella mattina.
Rose spalancò in modo sgraziato la bocca e milioni di teorie distinte invasero il suo cervello; infine decise che poteva esserci un'unica spiegazione per il modo in cui il Serpeverde si stava comportando.
« Malfoy, se questo è uno scherzo crudele sappi che non funziona... »
« No, Rose... mi importa davvero. » Scorpius la guardò con una serietà che non aveva mai riservato a nessun altro prima. Rose sentì un tuffo al cuore: e se il ragazzo stesse dicendo la verità?
« N-non ci credo, provamelo. » L'istinto prevaricò su qualsiasi meccanismo di autorepressione e lo provocò senza battere ciglio. Non sapeva bene neanche lei cosa aspettarsi, e di certo non si sarebbe mai aspettata quella che fu la reazione del Serpeverde.

Scorpius decise di mandare a quel paese anni di convinzioni assurde e che per la prima volta nella sua vita poteva anche scegliere di smettere di parlare e agire direttamente.
Questa volta Rose non abbe parole in risposta dal ragazzo, ma due labbra fameliche che venivano premute con forza contro le sue.
Un bacio a stampo che durò poco più di qualche secondo, perché lui si ritrasse nel momento stesso in cui percepì la ragazza pietrificarsi davanti a lui.
Si guardarono negli occhi e nessuno dei due riuscì a distogliere lo sguardo; Rose si portò una mano a toccarsi le labbra, incapace di realizzare ciò che era appena accaduto.
Continuò a fissare le iridi grigie di lui, sperando di poter trovare la risposta a ciò che doveva fare, ma inevitabilmente si perse in quegli occhi che la guardavano in trepidante attesa.
Avrebbe potuto fare qualasisi cosa: scappare, urlare, perfino tirargli uno schiaffo, ma ciò che era appena successo dentro di lei era sembrato solamente così... naturale.

Scollegò il cervello e inspirò profondamente, prima di cozzare nuovamente contro le labbra di Scorpius, spinta da un'inpensabile e inspiegabile passione.
Quando portò i palmi delle mani a cingere le guance di lei, il Serpeverde riuscì a percepire la pelle bollente di Rose, mentre le labbra fiere e disperate si muovevano contro le sue.
Scorpius la sentì irrigidirsi per un istante, nel momento in cui le dischiuse le labbra per baciarla più a fondo, ma poi fu come se qualcuno avesse spezzato l'incantesimo e lei si sciolse completamente contro di lui, con le mani che scompostamente andavano ad intrecciarsi tra le ciocche bionde.
Il ragazzo non avrebbe mai pensato che le labbra di lei potessero essere così calde ed invitanti e soprattutto di sentirla ansimare contro la sua bocca; la rabbia di poco prima era sparita definitivamente.
Fu a malapena in grado di scostarsi di qualche millimetro – le labbra di Rose che seguivano le sue – ma sentì il bisogno di ripetere le parole confessate poco prima.
« Rose, mi importa eccome. » Insistette, respirando pesantemente, con la fronte contro quella di lei.
La Grifondoro annuì istintivamente, assaporando il suono che aveva il proprio nome pronunciato da quella stessa voce che aveva odiato per anni; fece scendere una mano a carezzargli il viso, piegando l'attimo dopo la testa per tornare a baciarlo nuovamente.

Questa volta fu il turno di Scorpius di sentire qualcosa scattargli dentro, perché con uno slancio repentino sbattè con poca delicatezza la ragazza al muro, per ricambiare con foga.
Ora la mani erano scese sui fianchi di lei, nel tentativo di sentirla ancora più vicina a sé, mentre al suono degli scocchi di ogni bacio venivano alternati sospiri ed ansimi.
Sembravano aver perso definitivamente la coscienza di se stessi e di dove si trovassero, lì, in mezzo al corridoio in pieno giorno, e Scorpius giurò che non sarebbe mai riuscito a staccarsi dalle mani di lei che lo accarezzavano con quella delicatezza mista a disperazione.
La stessa disperazione che lui metteva in ogni bacio e in ogni stretta possente che cingeva la figura morbida di lei, disperazione che nessuno dei due aveva mai pensato di poter provare per l'altro.
Qualsiasi senso era oramai stato sostituito dalla passione, perché ora la labbra di Scorpius si erano staccate da quelle di Rose per lasciare una scia di baci sul lato del suo viso, poi lungo la linea della mascella e infine per scendere voracemente lungo quel collo così candido ed invitante.
Rose socchiuse gli occhi, guidata dall'istinto, e nulla l'avrebbe fatta desistere da quel contatto; niente di niente, tranne... i passi frettolosi di un gruppo di studenti che si stavano avvicinando sempre di più.
« Scorp– Malfoy! » Cercò di riprendersi e scostare il ragazzo che l'aveva imprigionata contro il muro, ma il suddetto dovette aver pensato che fosse una qualche espressione di piacere, perché continuò imperterrito nella sua attività.
« Malfoy! Si sta avvicinando qualcuno! » Gridò poi, premendo una mano contro al petto di lui per allontanarlo definitivamente.
Il Serpeverde sembrò non aver compreso nulla, si limitò a puntare gli occhi allucinati sulla labbra rosse e gonfie di lei e si lasciò andare in un sorriso di puro compiacimento.
Rose si affrettò a sistemarsi meglio i vestiti e soprattutto la gonna che chissà in quale momento si era alzata oltre la linea delle cosce, giusto in tempo prima che a tutti gli effetti un gruppo di studenti facesse capolino in quel corridoio, il loro corridoio.
Scorpius voltò immediatamente il capo verso i ragazzi che stavano venendo loro incontro, maledicendoli mentalmente, e proprio mentre passarono accanto a loro due – non mancando di lanciare loro qualche occhiata incuriosita – si esibì in qualche finto colpo di tosse, facendo finta di nulla.
Come se la chioma disordinata di capelli biondi che aveva in testa e la faccia completamente rossa di Rose non lasciassero intendere altro se non quello che era successo.

Una volta che quegli estranei li sorpassarono definitivamente, Scorpius tornò a posare lo sguardo su Rose, rendendosi conto che ora lo stava fissando con altri occhi.
Potè giurare di non averla mai vista così bella, ma questo non glielo avrebbe mai detto.
La magia che li aveva coinvolti fino a quel momento svanì definitivamente ed entrambi rimasero a scrutarsi in un silenzio imbarazzante.
Finalmente la Grifondoro collegò nuovamente la testa e le rotelle del suo cervello ricominciarono a ruotare più veloci di quanto non avessero mai fatto prima.
Che cosa aveva appena fatto? A cosa stava pensando? E ora sarebbe cambiato qualcosa? Avrebbero dovuto far finta che non fosse mai accaduto?
« Non possiamo dirlo a nessuno. Non devi dire nulla di ciò che è appena successo. » Diede sfogo ai propri pensieri Rose, parlando con decisione.
Inevitabilmente il pensiero più importante era andato a sua cugina Roxanne e a tutto ciò che stava vivendo. Rose non si sarebbe mai perdonata di non stare al suo fianco in un momento così difficile e non avrebbe mai potuto tediarla con i suoi personalissimi drammi fin troppo... Serpeverde.
Scorpius non poté fare altro che annuire, seppure con grande indecisione, incapace di contestare qualsiasi cosa provenisse da quelle labbra che non aveva mai smesso di fissare.
« N-non... non ti sei pentita, vero? » Disse debolmente, prendendole una mano e intrecciando le dita nelle sue.
La ragazza deglutì con forza, rendendosi conto di quanto quella stretta la stesse confortando, e provò con tutta se stessa a cercare una nota negativa in ciò che aveva appena vissuto; se solo ci fosse stata, avrebbe reso tutto più semplice: sarebbero tornati ad odiarsi come sempre e lei non avrebbe mai dovuto fare i conti con le mille emozioni che sentiva di star provando tutte assieme.
« No, certo che no. » Rispose con sincerità, scuotendo lentamente la testa.
Scorpius emise un lungo sospiro di sollievo, senza nemmeno essersi accorto di aver trattenuto il respiro nell'attesa che lei parlasse, prima di vedere Rose scostare la mano dalla sua e rimettersi sulla spalla la borsa che in un modo o nell'altro aveva accontonato al suolo.
« Ci vediamo tra poco a lezione. » Gli disse, facendo qualche passo per il corridoio e aumentando sempre di più la distanza tra di loro.
Cominciò a camminare verso l'aula di Trasfigurazione poco dopo – chiaramente non gli avrebbe permesso di fare il tragitto assieme – lasciandosi la figura di Scorpius alle spalle.
Si voltò solo una volta, per parlargli con tono minaccioso.
« Malfoy, se lo dici a qualcuno ti uccido, ricorda! »
Il Serpeverde sbuffò sonoramente, roteando in modo plateale gli occhi al cielo. Poco importava che lo stesse minacciando, soprattutto quando lo stava guardando con quei due occhi azzurri così brillanti.
Rose tornò a rivolgere lo sguardo verso il corridoio e, prima di partire spedita e allontanarsi definitivamente da lui, si portò le dita alla bocca per sfiorare quella labbra che erano state poco prima su quelle di Scorpius e istintivamente sorrise contro di esse.
Sospirò pesantemente, quella sarebbe stata una lunga – anzi lunghissima – giornata.


*


Il professor Corner, l'insegnate di Trasfigurazione, era sempre stato il preferito di Scorpius, e allora perché quel giorno sembrava avere la testa da qualunque parte tranne che attaccata al corpo che sedeva nel banco in fondo all'aula accanto al suo?

Questo fu ciò ch pensò Jace Steel mentre osservava con grande curiosità il suo migliore amico disegnare scarabocchi indistinti sulla propria pergamena.

« Tutto bene? Sembri più sciroccato di Scamander quando va alla ricerca di quei Nargicosi. » Gli chiese cautamente, sporgendosi verso di lui.
« Certo, certo, la Weasley bionda ti stava guardando. » Alle parole di Scorpius, Jace confermò i propri dubbi e seppe che il suo migliore amico non l'aveva minimamente ascoltato e che aveva la mente su un altro pianeta.
« Hogwarts chiama Malfoy, pronto!? » Gli sventolò con poco garbo una mano davanti agli occhi, costringendo il ragazzo dai capelli biondi a voltarsi in sua direzione, riportandolo alla realtà.
« Sto bene, Jace. Non rompere. » Disse annoiato Scorpius, tornando il minuto dopo a puntare lo sguardo verso una direzione imprecisata.
Jace decise di seguire quello sguardo e, appena vide dove era veramente rivolto, sbuffò divertito. Gli occhi di Scorpius erano ben piantati su Rose Weasley, la quale, poche postazioni più in là alla loro destra, sembrava essere persa proprio nello stesso modo in cui lo era il biondo Serpeverde.
Jace fu istantaneamente preda della curiosità e, dopo aver contorto il volto in un gnigno malizioso, decise di punzecchiare l'amico che stava al suo fianco.

« Rosie è più radiosa del solito oggi, non trovi? »
Nel sentire pronunciare quel nome Scorpius sobbalzò sul posto, improvvisamente attento a ciò che aveva attorno.
« Sì, sì... è bellissima. » Disse sbrigativo, cercando di darsi un contegno.
D'altronde aveva comunque una reputazione da mantenere, non avrebbe potuto di certo farsi vedere così perso per la stessa ragazza che aveva proclamato di disprezzare fino a poco tempo prima.
Jace trasformò il proprio gnigno in un sorriso di vittoria; in un modo o nell'altro, riusciva sempre a leggere dentro il suo migliore amico.
Tornò a guardare l'oggetto del desiderio di Scorpius e notò nuovamente quanto anche Rose sembrasse diversa dal solito: si stava mangiando nervosamente le dita di una mano, muovendo convulsamente la gamba sotto al banco.
La vide poi spostarsi agitatamente una parte di capelli dall'altro lato, lasciando così scoperto il collo. Jace non riuscì a credere ai suoi occhi: sulla pelle candida della ragazza faceva bella mostra una macchia livida, che poco lasciava spazio a fraintendimenti.

« Salazar aiutami tu, Rose ha davvero un succhiotto al collo!? »
« C-cosa? N-no, no, sono stato attento! »
Sentite quelle parole, Jace spalancò di colpo la bocca e puntò gli occhi in quelli di Scorpius per guardarlo sconvolto. Dopo qualche secondo di sbigottimento si lasciò andare in un fischio di apprezzamento – comunque il più silenziosamente possibile che dato il professore continuava a spiegare – e il biondo capì di essersi tradito.
« Jace, sta buono e non dire nulla. »
« Malfoy! Ma allora sei proprio uno stallone purosangue! »
Scorpius si schiacciò una mano in fronte, scuotendo la testa sconsolato; Jace d'altra parte sorrideva ebete, alternando lo sguardo dal suo migliore amico a Rose che, ignara di tutto, continuava a fare finta di seguire la lezione.
« Dai non fare così, anzi, sono geloso che tu mi abbia battuto così clamorosamente! »
« Chiunque ti avrebbe battuto, cinque anni sono una infinità. » Commentò finalmente il biondo, cercando di non guardare l'amico negli occhi per non dargli alcuna soddisfazione.
« Ahia, così mi ferisci! » Jace si portò una mano al petto con un gesto teatrale. « Quindi ora andrete in giro tutti carini e coccolosi prendendovi per mano? » Chiese poi in tono adorante.
« Partendo dal presupposto che non farò mai una cosa del genere, no, perché non deve saperlo nessuno. » Rispose sbrigativo Scorpius, parlando col tono scocciato con cui si parla ad una persona particolarmente fastidiosa.
« Ah, vi piace il brivido di fare tutto in segreto, pervertiti! »
Il biondo Serpeverde alzò gli occhi al cielo e si rese conto che ultimamente lo stava facendo un po' troppo spesso.
Decise che sarebbe stato meglio non dire più nulla, prima che l'amico schiamazzasse troppo e rischiasse di farsi notare dal resto degli studenti.
Jace capì che non avrebbe cavato più fuori parole dalla bocca di Scorpius e tornò a guardare il professore che spiegava, ancora con la mente ferma alla scoperta appena fatta.
Si permise comunque di allungare un braccio per tirare una pacca orgogliosa alla spalla del suo migliore amico e lanciargli un'ultima occhiata: nonostante il broncio che ora aveva stampato in viso, la più pura felicità era evidente in quei due occhi grigi brillanti.


*


La Sala Comune di Grifondoro era particolarmente calda ed accogliente quel pomeriggio, si rese conto Rose mentre si lasciava consolare da tutto quel rosso che la circondava.

Un colore che decisamente le apparteneva e che la teneva lontana dai ricordi di quella mattina.

« Hey, bella rossa! » La ridestò dai suoi pensieri Hugo Weasley, accasciandosi accanto a lei sul divano davanti al fuoco acceso.
« Hugo, ehi. » Gli sorrise fiebile lei, spostandosi leggermente per lasciargli maggior spazio.
Hugo si accorse immediatamente che sua sorella era visibilmente scossa, ma si guardò bene dal chiedere informazioni alla diretta interessata.
Da che la conosceva – il che era da sempre – Rose non si era mai permessa di mostrargli qualche segno di debolezza, convinta che essere la figlia maggiore significasse essere la roccia della famiglia.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stata starle vicina e fare come se nulla fosse, nel tentativo di distrarla da qualsiasi cosa la stesse turbando.

« Sai, oggi mi hanno detto una cosa assurda! » Disse con tono acceso il Grifondoro, quasi stesse per rivelare la barzelletta del secolo.
« Più assurda delle cose che ti dice normalmente Freya? »
« Hey, la mia ragazza non è assurda, è uno spasso! » Si difese prontamente.
Rose lo guardò con tenerezza, con un senso di orgoglio che le cresceva nel petto. Quella era la prima volta che lo sentiva riferirsi alla Serpeverde in quel modo.
Si sporse per scompigliargli affettuosamente la zazzera di capelli che aveva in testa, causando l'inevitabile broncio di Hugo: quel gesto gli era sempre stato riservato da piccolo, quando i suoi gesti infantili venivano assecondati senza un reale motivo – ora, che aveva quasi sedici anni, si sentiva invece un uomo cresciuto. D'altronde adesso aveva anche la ragazza, no?

« Certo che lo è. Va bene dai, racconta pure. » Lo incitò la ragazza a proseguire, desiderosa di provare qualsiasi cosa potesse essere in grado di distrarla.
« Allora, preparati! Ruby Patel mi ha detto che Jessie MacMillan ha detto a Lizzie Robbins che l'ha detto a lei che ha visto te e Scorpius Malfoy in atteggiamenti intimi! Tu e Malfoy, capisci? Davvero assurdo! » Hugo parlò evidentemente divertito, convinto fino alla punta dei capelli che ciò che gli era stato riferito fosse una completa follia.
Rose, d'altra parte, che conosceva la verità dei fatti, non poté fare altro che sbiancare di colpo.
Si mosse nervosamente sul posto, deglutendo a fatica, cercando di nascondere la propria reazione.
« Pazzesco come si faccia gossip in questa scuola, eh? » Disse forse un po' troppo frettolosamente.
« Esatto! È quello che ho detto subito anche io! Figuriamoci se la mia sorellona si apparta con il suo peggior nemico! » Hugo sbuffò nuovamente, stavolta con ilarità, annuendo convulsamente con il capo.
Di Hugo potremmo elencare una miriade di qualità, ma di certo non la perspicacia, perché a tutti gli effetti interpretò il disagio nel tono di voce della sorella come disgusto per ciò che le aveva appena detto.
« Chiaro, figuriamoci! » Seppe solo confermare Rose, sentendosi in colpa per stare così bellamente nascondendo la verità al suo fratellino.
« E poi se fosse vero sarebbe stranissimo! Ti immagini? Mia sorella che sta con il cugino della mia ragazza! Peggio di quelle telenove-cosas che guardano i nonni! »
Hugo continuò a parlare, convinto che stesse distraendo sua sorella, ignaro però del fatto che stesse rincarando la dose. Rose ad ogni parola annuiva forzatamente, cercando di non lasciar trasparire la burrasca che sentiva dentro di sé.

Immediatamente si diede della stupida – e poi già che c'era anche dell'idiota, dell'imbecille e della ritardata – e desiderò con tutta se stessa essere da sola per sbattere la testa contro al muro fino a perdere i sensi.
Non si era pentita di quel bacio, specialmente dato che non era mai stata baciata in quel modo – con così tanto desiderio e passione – ma inevitabilmente il pensiero andò alla persona in questione.
Rose non era mai stata una ragazza puramente istintiva; certo, diceva spesso la prima cosa che pensava, ma tra le parole e le azioni c'era una differenza abissale.
Ora che si era lasciata andare ed aveva ceduto a quella che considerava una debolezza, forse anche uno sfizio di un momento, cosa avrebbe dovuto fare?
Mettersi assieme a Scorpius Malfoy, il ragazzo che più di ogni altro al mondo la rendeva irrequieta?
Si rese conto che forse aveva commesso il più grande errore della sua vita; soprattutto dal momento che dentro di sé sentiva il cuore batterle fortissimo in petto anche solo al ricordo di ciò che le era successo quella mattina: non avrebbe mai avuto la forza di affrontarlo.

Si avvicinò a Hugo alla ricerca di un contatto sicuro e familiare e subito il fratello la prese tra le braccia, conscio delle sue intenzioni.
Sospirò esasperatamente, lasciando che il cervello continuasse ad elucubrare i pensieri più svariati.
Per la prima volta nella sua vita Rose Weasley non aveva la più pallida idea di che cosa fare.

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