14. Bombe nucleari su Hogwarts.


« Ragazzi, silenzio perfavore, che oggi vedremo qualcosa di magnifico – ma che dico, di straordinariamente incredibile! » Disse Neville Longbottom nel tentativo di riportare all'ordine la folla di studenti che si trovavano attorno al tavolo centrale della serra numero due di Hogwarts.
Al Professore di Erbologia non capitava spesso che gli venissero assegnate lezioni con studenti appartenenti a tutte e quattro le Case – soprattutto data la sua indole a non mantenere una disciplina ferrea in classe – ciò nonostante la Preside McGranitt aveva confidato che una classe di studenti del settimo anno non avrebbe dato nessun particolare problema.

Il primo studente a zittirsi e dedicarsi completamente alla lezione fu Frank, un po' perché Erbologia era la sua materia preferita – e di certo aveva contato la predisposizione genetica – un po' perché vedere suo padre sgolarsi nel tentativo di controllare un'orda di adolescenti gli era sempre dispiaciuto. Si trovava in piedi dalla parte opposta del tavolo rispetto alla postazione del professore, al fianco di Lysander e Dominique e degli altri studenti che potevano vantare lo stemma di Corvonero sul petto.

« Benissimo, allora oggi studieremo nel dettaglio quella che per me più che una pianta, è un vero e proprio miracolo – oh, sì, lo direbbe anche Harry! E se saremo bravi abbastanza avremo anche la possibilità di vivisezionarla! »
Albus Severus Potter, situato alla sinistra dei Corvonero, capì subito a cosa Neville si stesse riferendo e roteò platealmente gli occhi al cielo.
Esattamente di fronte a lui, Rose Weasley gli lanciò un'occhiata di fuoco, nel tentativo di intimargli di starsene buono.

« Va bene, siete pronti? Al mio via togliete pure i coperchi alle ciotole che ho messo ad ogni postazione! Tre... due... » Ciascuno studente si preparò a svelare quale segretissima pianta si trovasse davanti ai loro occhi, attendendo l'ordine di Neville.
C'era chi aveva lo sguardo pregno di divertimento, come Jace Steel che aveva sempre amato il metodo di insegnamento sempre entusiasta del professor Longbottom, e chi invece sbuffava apertamente e si lamentava in continuazione.
« ... uno... via!! Sì, ragazzi, ci state vedendo benissimo! È proprio l'Algabranchia! » Esclamò Neville, facendo mostra di un sorriso a trentadue denti.
Frank ricambiò timidamente il sorriso, cercando di fargli credere che anche loro fossero entusiasti quanto lui.

« Rosie, che dici, ne rubiamo un po' e andiamo a farci una nuotatina al Lago Nero? » Disse volutamente provocatorio Albus, lanciando un sassolino trovato lì per caso in direzione di sua cugina.
La Grifondoro in tutta risposta represse la risata fragorosa che avrebbe voluto far uscire.
Quello era il loro personalissimo gioco fin dal primo anno; ogni volta che qualcuno faceva un qualche riferimento esplicito ai loro genitori, si erano ripromessi di ironizzarci sopra pur di non sentire il peso del confronto.
« Posso essere il vostro Ron? » Si intromise Jace, allungandosi in avanti e poggiando i gomiti sul tavolo.
« Vuoi essere mio padre? » Rose inarcò un sopracciglio, guardando l'amico stralunata.
« Che ne so, pensavo voleste fare un revival degli anni Novanta e mancava quel ruolo! » Scrollò le spalle il Serpeverde.
Si avvicinò poi con cautela all'orecchio di Scorpius Malfoy, che si trovava alla sua destra e, dopo essersi stampato una sfrontatissima faccia di bronzo, sussurrò audacemente: « O forse vuoi farlo tu? Sai, fare un bagno con Rosie... »
Scorpius sbiancò di colpo e instintivamente tirò con grande forza una gomitata nel fianco di Jace, il quale, senza troppe preoccupazioni, emise un acutissimo grido di dolore.
Rose osservò la scena ma si curò ben poco di indagare oltre; scrollò le spalle e tornò a sentire il monologo del professor Neville sulle proprietà dell'Algabranchia.
D'altronde non avrebbe mai capito i Serpeverde, quindi perché perdere tempo a curarsi di loro?

« Domy adorata, il tuo fidanzato urla come una ragazzina. » Disse senza mezzi termini Lysander Scamander, indicando con un cenno del capo Jace Steel che ancora si contorceva dal dolore chinato sul tavolo.
« Guarda non ti rispondo neanche. » Replicò scocciata Dominique, continuando imperterrita ad attorcigliarsi una ciocca di capelli intorno a un dito.
« Sì, certo, come se un pensierino su di lui non lo facessi ogni tanto! »
La Corvonero schiuse le labbra sconvolta dall'irriverenza di Lys, prima di voltarsi per tirare una manica di Frank e coinvolgerlo nella conversazione perché accorresse in sua difesa.
« Diglielo tu che non è assolutamente vero che io faccio pensieri su Jonathan Steel! »
« Oh, andiamo! Era solo una provocazione, Dom, perché ti scaldi tanto? » Ribattè Lysander prima che Frank potesse aprire bocca.
Dominique incassò il colpo e rimase con le labbra sigillate; nemmeno lei riusciva a spiegarsi perché le parole dell'amico l'avessero accesa così tanto.
Lysander osservò i due amici, in attesa che uno dei due lo salvasse da quella lezione di Erbologia, materia che lui non aveva mai sopportato, e quando si accorse che entrambi continuavano imperterriti a prendere appunti – nonostante lui sapesse conoscessero già quell'argomento a memoria – decise di riaprire bocca.
« Va bene, allora vogliamo parlare di qualcosa di più succulento? » Disse alzando volutamente il tono di voce, in modo che anche chi stava a qualche postazione di distanza da loro potesse sentirli.
Che poi quella postazione fosse occupata proprio da una Grifondoro dai capelli corvini non contava più di tanto, giusto?
« Dai, non ci interessano i gossip sulla vita sentimentale di tuo fratello. Torna a seguire! » Lo zittì prontamente Frank, sventolandogli distrattamente una mano davanti agli occhi.
« Ti piacerebbe che il gossip fosse su Lorcan, eh! No, no, io voglio parlare proprio di te, Frankie bello! »
Dominique alzò immediatamente gli occhi dalla pergamena, improvvisamente interessata a ciò che Lysander stava facendo intendere.
« Certo, e cosa, di grazia? » Cercò di assecondarlo Frank, parlando con disinvoltura.
« Bah, per esempio di te che scegli le Serre come luogo per appartarti con le ragazze! »

Ad un tratto si sentì provenire un fortissimo colpo di tosse da dove era seduta Roxanne Weasley e, una volta che gli occhi dei Corvonero si puntarono su di lei, fu effettivamente chiaro che sembrava sul punto di scoppiare in un attacco di panico.
Con la faccia di un colore rosso acceso, alzò lo sguardo per puntarlo in quello di Frank: lo guardò allucinata, con il terrore più completo espresso in viso.
« G-gliel'hai detto? » Sussurrò quasi tremando, ma comunque abbastanza forte da fare in modo che la sentissero.
Frank, compreso il motivo reazione della Grifondoro, non poté fare a meno inpanicarsi di rimando.
« N-no, no, Rox! » Disse con urgenza, scuotendo il capo e cercando di fermare quella situazione prima che degenerasse.
Lysander si sporse in avanti, per spostare meglio lo sguardo dal suo migliore amico a quella che per lui era chiaramene ancora la sua ragazza, nonostante non si parlassero più da settimane, non capendo che cosa stesse succedendo.
« Mi fidavo di te, Frank! Perché gli hai dovuto dire del bacio! »

Il tempo sembrò fermarsi; Roxanne aveva quasi urlato e perciò chiunque si trovasse sul fondo dell'aula aveva sentito benissimo.
Dominique sgranò gli occhi più che poté, Rose spalancò la bocca sbalordita, entrambe con lo shock più totale ben visibile in volto.
Perfino Albus, che della coppia Roxanne e Lysander non gli era mai importato granché, fece un lungo fischio impressionato quasi a voler commentare l'accaduto.
La faccia di Lysandar, d'altro canto, esprimeva tutt'altre emozioni; dapprima aveva continuato a spostare lo sguardo da un viso all'altro, non potendo – o non volendo – comprendere che cosa la sua ragazza stesse implicando; poi, quando trovò conferma nello sguardo pentito di Frank, poté solamente mostrare con gli occhi tutto il dolore che sentiva come un pesantissimo groppo in gola.
« Da... da quanto tempo va avanti questa storia? » Riuscì a dire con un filo di voce, cercando con tutto se stesso di risultare il più freddo possibile.
« Cosa!? No, no, Lys, non è come credi! » Cercò di spiegare maldestramente Frank, portando un braccio in avanti per toccare il suo migliore amico.
Lysander si scostò da quel tocco con uno strattone e scossè la testa violentemente, nel tentativo di dimenticare ciò che aveva appena scoperto.
Oramai gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di lui e, quando si accorse di essere al centro dell'attenzione, non riuscì più a contenersi e con quanta più velocità avesse in corpo corse fuori dall'aula, lasciandosi alle spalle lo sguardo pieno di tristezza del suo migliore amico.
Non si rese nemmeno conto della ragazza che stava gridando il suo nome con tutta la voce che aveva in corpo e che aveva mollato tutto proprio come lui per seguirlo fuori dalla serra.

« Amico, e io che pensavo fossimo noi due ad avere una vita amorosa complicata! » Disse Jace in direzione di Scorpius, scatenando le risate divertite degli studenti che aveva attorno.
Rose si voltò a guardare Jace sconvolta, unicamente guidata dall'istinto dato che non aveva compreso neanche una parola del Serpeverde. Completamente attonita da ciò che era appena successo alla sua migliore amica, scosse la testa incredula, nell'attesa di riuscire a formulare una qualche reazione sensata.
« Ehm, Rose... Ape Frizzola? » La Grifondoro vide Scorpius porgerle dal nulla una caramella e guardarla con evidente preoccupazione espressa in volto.
Se fosse stata in lei, si sarebbe certamente chiesta per quale assurda ragione Scorpius Malfoy le stesse offrendo quella che era sua caramella preferita nel bel mezzo di una lezione, e soprattutto da quando in qua la chiamava per nome.
L'unica cosa che riuscì a fare fu sentirsi estremamente egoista per non aver prestato la dovuta attenzione alla sua migliore amica. Sentì all'istante un peso comparirle sul petto: perché Roxanne non le aveva detto nulla di tutto quello?
Lanciò naturalmente uno sguardo a Dominique, l'altra sua migliore amica, e subito si accorse che anche lei era stata all'oscuro di tutto.
Sospirò sommessamente e le parole di Jace le tornarono alla mente; da quando tutto era diventato così complicato?

« Hey, Rose... Ape Frizzola? Hey, Rose... facciamo cinque figli? » Fu più forte di lui: Jace dovette avvicinarsi all'orecchio di Scorpius e imitare nel modo più ridicolo possibile quella che era per lui la voce dell'amico.
Scorpius non lo degnò neanche di uno sguardo, stavolta si limitò solamente a tirargli un calcio sugli stinchi.

« Potete dire a Lysander e Roxanne che la prossima volta che non apprezzano una mia lezione possono anche dirlo e non scappare a gambe levate dall'aula? »
Interruppe Neville Longbottom infine l'aria tesissima che aleggeva, e nemmeno le parole ingenue del padre riuscirono a risollevare minimamente l'animo di Frank.


*


« Lys! Lysander, fermati! »
« Stammi lontana! »

Lysander marciava a passo spedito per i corridoi deserti di Hogwarts senza una particolare meta, abbastanza veloce da non permettere a Roxanne che gli correva dietro di raggiungerlo.
La Grifondoro affannava rumorosamente, forse già stremata da quella che era una situazione disastrosa col suo ragazzo da oramai qualche sttimana, ma non si degnava minimamente di fermarsi per riprendere fiato; ogni singola cellula del suo corpo le stava ordinando di seguire Lysander, anche se una volta avutolo di fronte non avrebbe saputo cosa dirgli.

« Lysander, fermati o giuro che ti petrifico all'istante! » Urlò decisa la ragazza, del tutto incurante del fatto che si trovasse nel bel mezzo di un corridoio davanti a delle aule dove si stavano tenendo ancora le lezioni.
Se la McGranitt fosse passata di lì per caso, non avrebbe di certo fatto fatica a togliere un bel po' di punti a Grifondoro. D'altra parte Corvonero non avrebbe subito la stessa punizione, dato che Lysander si era ben curato di imbonirsi la Preside molti anni addietro.

Il ragazzo, sentite le parole di Roxanne, si voltò di scatto, per guardarla con gli occhi allucinati dalla rabbia.
« Ah, sì? Ora vuoi anche lanciarmi un incantesimo contro? Cos'altro vuoi da me, Roxanne? Un rene!? » Sbraitò furioso, muovendo convulsamente le braccia in tutte le direzioni.
« Non essere ridicolo! Voglio solo parlarti! » Lo raggiunse in poche falcate la ragazza, piazzandosi a pochi centimetri di distanza.
Puntò gli occhi marrone scuro in quelli chiari di lui, che proprio come a voler rispecchiare il suo stato d'animo ora erano del colore del mare in tempesta.
« Certo, perché no? Parliamo pure, come se io non ci avessi provato nelle ultime due settimane! » Ribatté con voce quasi incrinata, mostrando inevitabilmente quanto fosse ferito dentro.
« Dai, sentiamo questo bel discorso che vuoi dedicarmi! » Sputò in aggiunta.
« I-io... Frank non c'entra nulla, sono io che ho fatto tutto e... » Cercò di giustificarsi lei, biasciando le parole e incapace di guardare il ragazzo negli occhi.
Lysander scoccò la lingua al palato e fece una finta risata che aveva tutto il sapore di quella cattiveria che lui utilizzava sempre come arma di difesa quando veniva ferito. Qualcosa dentro di lui era appena scattato e ora la rabbia si era trasformata in una calma decisamente inquietante.
« Non voglio sentire le tue patetiche scuse. » Disse perentorio, voltandosi dall'altra parte per continuare la sua marcia il più lontano possibile da Roxanne.
La ragazza capì subito le sue intenzioni e lo prese prontamente per un braccio, presa dalla quale chiaramente Lysander si scansò in malomodo.
« Lys, ti prego... non è stato nulla. Ero triste, da sola e mi mancavi, non sapevo cosa fare... » Parlò con voce strozzata la Grifondoro, cercando di ricacciare le lacrime che premevano per uscire.
« Beh, certo. Ti manca il tuo ragazzo così decidi di baciare il suo migliore amico. Tutto chiaro, Roxanne. » Lysander ora la guardava col gelo negli occhi e il tono di voce appena utilizzato era stato percepito dalle orecchie della ragazza in tutta la sua ferocia.
Roxanne non ce la fece più e alla vista del ragazzo che aveva davanti così freddo e duro, lasciò che le lacrime scendessero a rigarle prepotentemente le guance.
Sperò con tutta se stessa che almeno quella vista facesse scattare qualcosa dentro il suo Lysander, che mostrasse un minimo briciolo di comprensione, ma ciò che successe dopo dimostrò tutto il contrario.
« Oh, Roxy, vuoi che chiami Frank per venirti a consolare? »
La Grifondoro giurò che quello che aveva davanti non era affatto lo stesso ragazzo di cui si era innamorata, ma un completo sconosciuto. Tutta la perfidia che aveva appena usato, lo sguardo completamente incolore e privo di calore, il corpo rigido fermo sul posto: tutti elementi che lei non aveva mai conosciuto prima.
« Lys, Frank non c'entra nulla, si è pure scansato quando l'h-ho... » Disse tra i singhiozzi in un momento di ritrovata lucidità; un conto era trovarsi lei nei guai, un altro mettere in mezzo il povero Frank che in tutta quella storia era stato l'unico che aveva provato a fare gli interessi di entrambi i suoi amici.
« Beh, almeno uno di voi due è leale. » Scrollò le spalle Lysander, per niente colpito dalle parole della ragazza.
Roxanne fece un respiro profondo, appellandosi al coraggio di tutti i suoi antenati Grifondoro, prima di avvicinarsi ulteriormente al ragazzo e prendergli il viso tra le mani per costringerlo a guardarla negli occhi.
« Sto cercando di dirti che senza di te combino casini, che sono un disastro. »
Contro ogni aspettativa Lysander non si scansò appena percepì su di sé quel contatto; portò un palmo della mano a cingere quella di Roxanne, la quale per un attimo credette di essere riuscita ad avere indietro il suo ragazzo.
Ma il secondo dopo il Corvonero l'aveva allontanata da sé, tornando a far crescere inesorabilmente la distanza tra di loro.

« Mi devi lasciare in pace, Roxanne. Almeno per ora, poi quando sarai meno confusa forse ne riparleremo. » Le disse con decisione senza esprimere nessuna emozione in particolare; ma ora non c'era più l'ombra del disprezzo nella sua voce e questa fu l'unica cosa che importò alla Grifondoro.
Roxanne si ritrovò ad annuire automaticamente, incapace di professare alcuna parola di senso compiuto.
Vide Lysander farle un cenno col capo – forse un ridicolo tentativo di saluto – prima che si voltasse definitivamente e continuasse a percorrere il corridoio, stavolta con passo decisamente meno frettoloso.
Roxanne non lo seguì, né tantomeno valutò l'idea di ritornare alla serra di Erbologia – si annotò mentalmente che avrebbe dovuto fare delle scuse gigantesche a Neville – si diresse invece verso il proprio Dormitorio, determinata a darsi per malata per almeno un paio di giorni.


*


Il cielo su Hogwarts doveva essere magico tanto quanto il luogo che sovrastava, perché – quasi a voler rispecchiare gli eventi di quella giornata – quel pomeriggio si era improvvisamente aperto in una pioggia scrosciante.
Tutto sembrava essere diventato di colore grigio: il folto tetto creato dalle nubi, l'acqua che scendeva a dirotto, la superficie del lago Nero. Ed erano diventati grigi anche gli occhi di Lysander Scamander, che ora era impegnato a colpire con quanta più forza avesse in corpo i Bolidi che aveva lasciato andare liberi nel campo da Quidditch.

Poco importava che fosse oramai zuppo; l'unica preoccupazione era cacciare via dalla testa i mille pensieri orribili che affioravano.
Se solo avesse realizzato che non l'avrebbe aiutato molto mettersi a colpire proprio dei Bolidi, che più di ogni altra cosa gli ricordavano Roxanne...

« Hey, fratellone. Lo sai che non è una Pluffa quella, vero? »
Lysander si voltò in direzione della voce che gli aveva appena parlato e riconobbe immediatamente quella figura così familiare: gli occhi identici ai suoi – ma ora di una tonalità decisamente diversa – i tratti del viso uguali, i movimenti del corpo che conosceva meglio dei suoi.
Lorcan, il suo gemello, lo guardava con tranquillità, esibendo la mano che teneva la bacchetta ben puntata in aria, proteggendolo dalla pioggia con un incantesimo.

« Grazie, Lorc. Senza di te non me ne sarei mai accorto. » Rispose secco Lysander, colpendo in quell'istante il Bolide che gli stava volando contro.
« Come vuoi, dico solo che di solito il tuo ruolo è un altro. » Scrollò le spalle Lorcan, prima di fare qualche passo in avanti e andare a riparare dalla pioggia anche il fratello.
Lysander sospirò platealmente, conoscendo i pensieri dell'altro Corvonero ancor prima che li palesasse. D'altronde si dice che i gemelli possano comunicare col pensiero, non è vero?
Perciò aspettò che i Bolidi tornassero indietro, prima di prenderli al volo e rimetterli nell'apposita custodia. Si voltò poi a guardare Lorcan in faccia, aspettandosi che dicesse qualcosa, ma lo vide solo guardarlo intensamente e seppe che stava analizzando ogni sua singola mossa.

Lorcan Scamander era sempre stato quello riflessivo tra i due. Era quello che più assomigliava ai loro genitori – e in particolare a Luna – e in quanto tale era sempre stato quello più attento ai piccoli dettagli.
Questo l'aveva portato ad essere estremamente empatico, nonché una di quelle persone con le quali non c'era mai bisogno di dire nulla perché in grado di capire prima ancora che fossi tu a realizzarlo, ma anche una di quelle persone che, una volta capito, non avrebbero mai detto una parola se non fossi stato tu il primo a parlarne.
« Vogliamo farlo qua in balìa della tempesta o ti vanno bene anche gli spalti? » Disse con tono arreso Lysander, del tutto rassegnato al fatto che il fratello lo avesse raggiunto per parlare di ciò che era accaduto.
Quando anni prima aveva baciato Roxanne per la prima volta, la prima persona a cui l'aveva detto era stata proprio Lorcan, nonostante lui l'avesse intuito dal sorriso ebete che Lys aveva impresso in viso da giorni. Quando poi lui e Rox avevano scelto di comune accordo di perdere la verginità assieme, era subito corso a confidarsi col fratello per confidare le sue paure e aspettative.
Quel giorno, durante la lezione di Erbologia, era stato presente anche Lorcan e poco ci aveva messo a capire che presto avrebbero avuto anche quella conversazione; quando si trattava di Roxanne, Lysander non aveva nessun altro confidente se non Lorcan.

« Per me possiamo anche rimanere qui, ma se ci inzuppiamo abbiamo più probabilità che i Nargilli ci entrino nel cervello!» Rispose con naturalezza Lorcan, alzando le spalle.
Lysander roteò gli occhi al cielo e, fregandosene bellamente di lasciare tutto l'equipaggiamento da Quidditch in mezzo al campo, camminò deciso verso gli spalti più vicini, conscio che il fratello l'avrebbe seguito passo per passo.
Giunti alla prima postazione asciutta – guarda caso proprio di Grifondoro – si sedettero entrambi: uno con la grazia e leggiadria che aveva fin dalla nascita, l'altro con la scompostezza di chi si stava trattenendo dallo scoppiare.

« Non so cosa fare, Lorc. Devo mollarla? » Disse di fretta Lysander, non lasciando nemmeno il tempo al fratello di dire ciò per cui aveva appena aperto la bocca.
« No, direi di no. Perché non è quello che vuoi. » Replicò Lorcan, parlando con la sicurezza di chi stava esprimendo un dato di fatto.
« Ma ha baciato un altro! Vuol dire che non mi vuole più! »
« Lys, sto per dirti una cosa che sono sicuro nessuno ti abbia detto prima. E ti chiedo già scusa per la parola che sto per usare. » Lorcan guardò Lysander negli occhi, aspettando che gli facesse un qualche segno prima di andare avanti. Quando lo vide scuotere impercettibilmente il capo, dischiuse le labbra e continuò a parlare.
« Nell'ultimo anno sei stato uno stronzo. Non con me – che cavolo me ne frega, tanto siamo obbligati a sopportarci a vita – ma con i tuoi amici e soprattutto con Roxanne. » Lysander spalancò immeditamente la bocca, pronto a replicare, ma Lorcan lo zittì prontamente con un gesto della mano.
« Una volta l'ho vista aspettarti fuori dalla Sala Comune per ore e quando l'ho salutata mi ha detto che le avevi dato appuntamento tre ore prima. Non ho avuto il coraggio di dirle che ti avevo visto andare a Hogsmeade con i tuoi amici quella mattina. »
Lysander abbassò instintivamente lo sguardo a terra, incapace di smentire qualcosa che sapeva di aver effettivamente fatto.
« Per non parlare poi di come tratti il povero Frank, ma che sia la persona più buona del mondo lo abbiamo sempre saputo... » A quelle nuove parole di Lorcan, si portò una mano ad una tempia, per massaggiarla con forza. Un conto era aver intuito di aver trattato male i tuoi amici, un altro che ti spiattellassero tutta la verità in faccia.
« In ogni caso, la prima cosa da fare è chiedere scusa, Lys. »
« Giusto! Sia Rox che Frank mi devono delle scuse gigantesche! »
« No. Sei tu a dover chiedere scusa per primo. » Lo corresse prontamente Lorcan, parlando con una schiettezza tale che tolse ogni minimo dubbio sul senso del discorso a Lysander.
« Poi devi farti dire bene cosa è successo davvero, e questo solo Roxy e Frank possono dirtelo. Solo allora potrai decidere cosa fare. È inutile che ora ti scervelli, ti farai solo del male. » Aggiunse poco dopo, allungando un braccio e posando una mano sulla spalla del gemello, in un segno di conforto.
Lysander inspirò profondamente, passandosi convulsamente una mano sul viso.
« Non so se posso farlo, sono così arrabbiato! » Sbraitò dal nulla, stringendo istintivamente i pugni.
« Certo che lo sei, perché ci tieni. È proprio perché ci tieni una volta che ti sarai calmato dovrai affrontare la situazione. Non è così complicato come ti sembra ora, fratellone, fidati. » Lorcan gli sorrise con quel sorriso gentile e allo stesso tempo comprensivo che aveva sempre e solo dedicato a lui. Lysander sembrò calmarsi nel giro di secondi; la voce del fratello era sempre stata l'unica cosa in grado di farlo.

« A volte mi chiedo se tu non sia in realtà un quarantenne nel corpo di un ragazzo. » Disse Lysander con tono tranquillo, forse per la prima volta nel corso di quella giornata.
Lorcan reagì immediatamente ridendo divertito, continuando a tirare lieve pacche sulla spalla del fratello, per fargli capire quanto fosse felice di vederlo stare meglio.
« Oh, no. Io sono molto più saggio di un quarantenne! »
Lysander non poté controbattere, essendo più che d'accordo con ciò che Lorcan gli aveva appena risposto.
Scosse la testa sconsolato, abituato a quegli scambi di battute che condividevano da quando erano nati e comprese che poteva anche tranquillizzarsi.
Lorcan gli aveva appena fatto capire che il peggiore dei suoi incubi – che sia Roxanne che Frank lo abbandonassero – non si sarebbe mai avverato.
E comunque, anche se il mondo avesse iniziato a girare al contrario, non sarebbe mai e poi mai rimasto solo: Lorcan sarebbe stato al suo fianco sempre e comunque.

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