10 - Montagne russe... amo le montagne russe!
- Sembra un appuntamento...- Disse Leo, avvolgendo le mani attorno alle sue guance.
- Forse perché è un appuntamento?- Replicò Luna, nella stessa identica posizione.
- Uffa, volevo pattinare anch'io con Yusei!- Si lamentò lui, usando un tono di voce appositamente fastidioso.
- Non puoi, ora è impegnato con Aki.-
- Allora che ci facciamo noi, qui?-
... Effettivamente, cosa ci stavano facendo lì?
Aki voleva imparare a guidare le duel runner perché a breve avrebbe avuto l'esame della patente, perciò Yusei l'aveva portata alla pista di pattinaggio del luna park per insegnarle a mantenere stabile il baricentro. Leo si era autoinvitato come terzo incomodo e, visto che erano l'uno l'ombra dell'altra, era venuta anche Luna. I gemelli avevano chiesto anche a Bruno di partecipare, il quale aveva poi invitato Akane, e così gli incomodi erano diventati velocemente il doppio della coppia.
Akane in realtà non voleva partecipare, per tutta la settimana aveva fatto l'offesa con Bruno perché non l'aveva notata a favore della moto di Sherry, ma Leo e Luna l'avevano pregata al punto da non convincerla, costringerla.
E così erano tutti e quattro appollaiati sulla ringhiera che delimitava la pista di pattinaggio, come uccelli del malaugurio.
Aki e Yusei erano comunque adorabili da vedere, lui la guardava con occhi che solo amore potevano esprimere, e lei faceva lo stesso, imbarazzandosi come una bambina ogni qualvolta commettesse un errore ed arrossendo violentemente ad ogni "soccorso" del moro. Akane ancora non capiva perché non stessero insieme, erano davvero così ciechi l'uno dei sentimenti dell'altra?
- Non sarebbe meglio andare a fare un giro per conto nostro? Non sono mai stata qui e mi piacerebbe vedere cos'altro c'è. Inoltre rischiamo solo di disturbarli.- Chiese.
- Buona idea, – Rispose Luna. – ci sono un sacco di giostre divertenti, sicuramente ti piaceranno!-
Dopo aver staccato il gemello che si era attaccato come una piovra alla balaustra, Luna si mise in testa al gruppo ed iniziarono ad esplorare il parco alla ricerca di qualcosa da fare.
Nel frattempo Akane si guardava intorno, estasiata dalle mille luci e colori che, nonostante fosse primo pomeriggio, illuminavano tutto, sembrava di trovarsi dentro una fiaba. Chissà se era mai stata in un posto del genere prima di finire aperta in due da chissà chi...
- Facciamo questo!- Una vocina la distolse dai suoi pensieri.
- Eh? Il carosello? Luna, è da bambini!- Si lamentò un'altra vocetta.
- Guarda che ci vanno anche gli adulti!-
- Cos'è un carosello?- Chiese Akane, avvicinandosi.
- È una giostra con i cavalli, tu scegli dove sederti e lei gira lentamente.- Le rispose Luna.
- Mi sembra un buon inizio.-
- Vedi, Leo?-
Dopo aver aspettato qualche minuto in fila, Akane salì sulla giostra ed andò a cercare il posto perfetto. Scelse di salire al secondo piano e si mise a cavalcioni su un cavallo bianco; aveva la criniera color avorio, lunga e tutta intrecciata, mentre la sella era di colore azzurro. Un palo dorato lo attraversava in un modo quasi horror. Qualche pezzo di vernice era saltato via, scoprendo la nuda plastica. Doveva essere piuttosto vecchio o semplicemente gli avevano negato le dovute cure. Le venne naturale accarezzargli la testa.
Guardandosi attorno, notò che al piano superiore non c'era nessuno; i gemelli erano rimasti giù, Luna in una carrozza "trainata" da due unicorni e Leo su un cavallo marrone scuro.
- Ti ho fatto qualcosa di male?
Quasì urlò, trasalendo. Si voltò di colpo ed incontrò gli occhi metallici di Bruno, poi il resto del suo corpo, appollaiato su un cavallo gemello al suo ma chiaramente troppo piccolo per la sua altezza, al punto da essere seduto più sul suo sedere che sulla sella di plastica.
Akane si girò nuovamente dall'altra parte, rivolta verso il centro della giostra.
- No.-
- Allora perché mi stai ignorando a tal punto?-
- Non è niente.-
- Ma di solito non fai così.-
- Non è niente, ho detto.-
- Se c'è qualche problema dimmelo, per favore.-
- Non ce n'è.-
- ... Va bene.-
A quel punto Bruno smise di parlare e la giostra partì, iniziando a roteare su sé stessa. Akane fu sorpresa di sentire anche il cavallo muoversi lentamente su e giù, era piuttosto rilassante e ciò la faceva sentire nuovamente -o per la prima volta- bambina. Complice la canzoncina molto simile ad un carillon avrebbe anche potuto addormentarsi là sopra, se non fosse stato per l'immensa scomodità del cavallo; lei era piccola e minuta, ma a quanto pare già troppo grande per quella giostra, a causa di quel palo faceva fatica a stare sulla sua sella... poteva solo immaginare la sofferenza che stava provando Bruno. Si girò in sua direzione, ed infatti lo trovò in piedi a tenersi alla ringhiera della giostra, con la testa che quasi sbatteva contro il soffitto. Quando si guardarono le mostrò un sorriso piuttosto imbarazzato.
- Sono troppo alto...
La corsa finì dopo qualche minuto e, senza dire una parola, Akane scese dal suo destriero e si ricongiunse con i gemelli. Doveva ammetterlo, seppur banale quella giostra le era piaciuta molto, avrebbe voluto riprovarla di sera e vederla illuminata da luci calde.
- Adesso che facciamo? – Chiese ai due, frapponendosi tra loro. – Leo, vuoi scegliere tu visto che prima lo ha fatto Luna?-
- Si! Allora... – Leo si guardò attorno roteando su sé stesso, alla ricerca di qualcosa che lo attirasse. – c'è la casa degli orrori!-
- La casa degli orrori? Ma se quando devi andare in bagno la notte accendi tutte le luci della casa per paura dei mostri...- Disse Luna, sospirando.
- Hey, non penserai mica che io abbia paura di queste cose, è tutto finto là dentro! Allora, Akane, ci andiamo?-
- Ecco, io... non so...- Le bastavano già i suoi incubi ad occhi aperti.
- Dai... per favore...-
Ma a quegli enormi occhi dorati e lo sguardo da bambino non si poteva dire no.
Ed ecco che erano in fila per la casa degli orrori; era un percorso a piedi e già da fuori si sentivano le urla della gente spaventata, i rivoli di fumo che uscivano dalle finte finestre dell'attrazione la rendevano ancor più inquietante.
Akane si stava già pentendo di aver detto di sì e si pentì definitivamente quando toccò finalmente a loro. Dalla casa uscì un tizio vestito da carcerato ricoperto di sangue finto, con una mazza da baseball piena di chiodi appoggiata sulla spalla ed il viso truccato come se stesse marcendo.
- Allora! – Tuonò, per poi indicare Bruno. – Tu, uomo! Vai per primo!-
- I—Io...?- Il meccanicò trasalì.
- Sì, fighetta, muoviti, proteggi la tua fidanza—-
- Io non sono la sua fidanzata.- Borbottò Akane, incrociando le braccia.
Il tizio insanguinato ghignò, mostrando denti giallissimi.
- Ohoh! Visto che sei così coraggiosa, ci vai tu per prima!-
- Eh?!-
- Dai, muovetevi, tutti in fila indiana, che c'è gente che aspetta. E buona morte!-
L'attore la spinse dentro in modo rude e fece lo stesso con gli altri tre. Dietro alle sue spalle si attaccò Luna, seguita da Leo e, a chiudere la fila, Bruno.
Akane iniziò a camminare seguendo il percorso, ma tutto iniziò a diventare sempre più buio e ad offuscare la vista si aggiungeva anche un denso fumo bianco.
- Scusami, Akane, non volevo farti andare per prima!- Udì la voce di Bruno da in fondo alla fila.
- Lascia stare, ormai è andata così.- Rispose lei, cercando di capire dove si trovasse.
- Vuoi scambiarti di posto con me? Puoi andare dietro se hai paura.-
- No, questo corridoio è troppo stretto, rischieremmo di incastrarci. Andiamo avanti, prima usciamo e meglio è.-
Si fece coraggio ed a piccoli passi proseguì. La musica inquietante era alta e la stava assordando.
Addentrandosi, iniziò ad esserci un po' di luce ed a lato del percorso si aprì una stanza simile ad una cella, su un letto di ferro il robot di un uomo ricoperto di sangue stava prendendo ad accettate il corpo diviso in due di un altro, le budella che fuoriuscivano dal suo mezzo corpo e si spargevano fin sul pavimento. Akane deglutì, non riuscendo a non immaginare sé stessa stesa su quel tavolo.
Proseguendo, la luce calò ancora e ci vedeva a malapena, quel tanto da riuscire a non inciampare sui suoi stessi piedi e tirare in terra tutti gli altri come birilli.
Passarono davanti ad una porta chiusa di cui lei si accorse solo quando da dietro qualcuno iniziò a battere con forza, facendole fare un salto per lo spavento. Continuò a dirigere il gruppo con il cuore a mille, tra animatronics che ne torturavano altri, mani che spuntavano dalle pareti e tentavano di afferrarla per le caviglie -ad una aveva dato un calcio così forte da sentire l'attore urlare di dolore, allora gli aveva chiesto scusa- e persone attaccate ai muri che urlavano di non proseguire perché sarebbero arrivati presto alla sala delle torture.
Akane si ritrovò a deglutire per la centesima volta degli ultimi cinque minuti, ma continuò ad andare avanti.
Il fumo bianco si fece molto più denso, formando una spessa coltre di nebbia. Appoggiò le mani su quelle di Luna e le strinse per assicurarsi che fosse ancora lì, la quale era a sua volta attaccata alle sue spalle. Le finte porte attorno a loro continuavano a sbattere violentemente, urla di terrore e suoni di motoseghe provenivano da ogni parte.
Finché la nebbia non si diradò e si ritrovarono in una stanza completamente bianca, così in contrasto con il resto dell'attrazione da accecarli in un primo momento.
Quando Akane riuscì finalmente a vederci, notò che sulle pareti erano presenti macchie di sangue disposte come se fossero state spruzzate, degli scaffali pieni di bottigliette non meglio identificate, strumenti strani, un tavolino pieno di oggetti taglienti sporchi di rosso, parti umane di plastica sparse qua e là e, al centro, un lettino di metallo. Lei diventò di pietra, congelandosi sull'uscio della camera e diventando incapace di muovere anche solo un muscolo, gli occhi erano spalancati e sentiva il suo stesso cuore pulsarle violentemente nelle orecchie.
Mentre tutto parve essersi fermato, compreso il tempo, sembrò passare un'eternità, ma all'improvviso comparve un uomo alla sua destra. Era vestito da medico, con un lunghissimo camice bianco impregnato di sporco, aveva lunghi guanti in gomma che raggiungevano gli avambracci, la testa pelata con qualche capello così ritto da sembrare appena stato colpito da un fulmine, la carnagione verdognola. Sghignazzò mostrando di avere sì e no tre denti totali in bocca ed afferrò Akane per un braccio, iniziando a trascinarla nella stanza.
- Vieni, vieni, volontaria! Ora tocca a te, vediamo... cosa potrei farti? Aprirti in due? Tagliarti un braccio e sostituirlo con la zampa di un cane? O metterti delle zampe di struzzo al posto delle gambe?
Non ci stava più capendo niente. Non c'erano vie di fuga. Il panico era alle stelle. Lo spazio liminale. Il bianco. Il laboratorio. Il tavolo. I bisturi. Lo scienziato. Cosa stava succedendo? Era ricominciato tutto da capo? Era di nuovo il primo giorno del suo risveglio?
Si guardò velocemente intorno, ma non vedeva un'uscita, non c'era modo di scappare, lo scienziato non la mollava, voleva farle del male, le avrebbe fatto un'autopsia da viva! No, no! No!
Buio.
Riaprì gli occhi e la prima cosa che vide e sentì furono i capelli acquamarina di Luna sul suo viso, realizzando solo qualche secondo dopo di essere seduta non si sa dove, con la testa appoggiata sulla clavicola della ragazzina e con le braccia avvolte attorno al suo busto, mentre sentiva le sue manine accarezzarle la schiena. Dopo aver sbattuto un altro paio di volte le palpebre si rese conto di essere all'esterno, che il sole aveva perso un po' di quota e che quella sotto il suo sedere era una scomodissima panchina di legno.
- Luna... – Biascicò, alzando debolmente il capo e guardandola nei suoi grandi occhi dorati. – che è successo?-
- Akane...! Ti sei ripresa finalmente! Quando siamo arrivati alla fine del percorso hai perso conoscenza e dopo che ti sei svegliata biascicavi frasi sconnesse, ti abbiamo portata qui sulle tue gambe ma sembravi in trance... stai bene ora?-
- Ah, cavolo, – Akane sciolse quell'abbraccio a morsa, per poi passarsi una mano sulla fronte. – spero di non aver causato problemi.-
- Hanno dovuto bloccare l'attrazione per almeno venti minuti.-
- Mi dispiace.-
- Hey, non fa niente, eravamo tutti preoccupati per te! L'attore vestito da scienziato pazzo non la smetteva più di chiedere scusa...- Luna ridacchiò.
- Dove sono gli altri?-
- Bruno e Leo sono andati a comprare dell'acqua.-
La ragazzina si sedette sulla panchina accanto a lei e le due rimasero in silenzio.
Akane era così mortificata... sapeva che avrebbe avuto paura, ma quell'improvvisa stanza molto simile al laboratorio in cui si era svegliata l'aveva definitivamente distrutta. Ovviamente la sua mente aveva iniziato a viaggiare più veloce di quanto potesse starle dietro, non osava immaginare cos'avrebbe fatto con una via di fuga a disposizione. Sospirò, appoggiandosi con la schiena allo schienale della panchina.
Pochi minuti dopo scorse la figura di Leo correre verso di loro e poco più indietro Bruno. Il ragazzino le saltò letteralmente addosso e la abbracciò forte, quasi spezzandole l'osso del collo.
- Akane! Sei viva!- Le urlò in un orecchio.
- Lo ero anche prima...- Rispose lei, soffocando nella sua stretta da cobra.
- Volevo chiederti scusa... sono stato io a costringerti ad entrare nella casa degli orrori...-
- Non preoccuparti, è anche colpa mia, non mi aspettavo di trovarmi all'improvviso in quella stanza. Tu non potevi saperlo.-
Quando si voltò, vide una bottiglietta d'acqua fluttuarle davanti al naso, la superficie della plastica appannata e bagnata da goccioline di condensa. Dietro di essa c'era Bruno, il quale sul viso aveva un sorriso nervoso e gli occhi preoccupati.
Akane sbatté un paio di volte le palpebre e lui le prese le mani, mettendoci in mezzo la bottiglia.
- È per me...?-
- Certo... fa caldo, ne hai bisogno.-
- Non dovevi.-
- E tu non dire stupidaggini. Come stai?-
- Bene.-
- Sicura?-
Akane annuì. Dopodiché svitò il tappo e bevve qualche sorso, l'acqua che scendeva lungo la gola era quasi congelata, ma era una sensazione piacevole. Non credeva di averne tanto bisogno finché non aveva appoggiato le labbra sul collo della bottiglia. In men che non si dica l'aveva svuotata a metà.
- Visto che ti serviva?-
- ... Può darsi. – Rispose, distogliendo lo sguardo. Il sorriso di Bruno si fece genuino. – Ora che si fa?-
- Vuoi già alzarti?-
- Sto bene, l'ho detto, ho solo preso uno spavento.-
Detto ciò si alzò in piedi e bevve di nuovo dalla bottiglia, al punto da finire l'acqua e far accartocciare la plastica su sé stessa. Andò a buttarla in un cestino e successivamente il gruppo riprese a camminare per il luna park. Era davvero enorme, e con il sole che pian piano scendeva le attrazioni sembravano sempre più uscite da dei fumetti, con la musica alta e mille luci stroboscopiche provenienti da ogni direzione. C'erano orde di bambini urlanti, adolescenti, adulti e anche qualche anziano, quel posto era davvero adatto a tutte le età.
Akane notò anche che alcuni bambini pregavano le madri di dar loro delle monete e poi si fiondavano su delle macchinette di plastica che sembravano erogare qualcosa. Ci si avvicinò e lesse sullo strano oggetto "gacha pon"; a quanto pare si doveva infilare una moneta, girare una manopola e la macchina avrebbe dato un giocattolo o simili. Su quello davanti a lei erano rappresentanti i portachiavi di sei fatine diverse, tutte colorate e con le ali glitterate. Si frugò nelle tasche alla ricerca di qualche soldo, solo per ricordarsi che aveva speso tutto per il biglietto d'ingresso. Sospirò. Dovette lasciar perdere.
Ma un'altra cosa in particolare attirò la sua attenzione.
In lontananza si vedeva una struttura tutta di metallo, rossa fiammante, spessi e lunghi tubi formavano un reticolato atto a sorreggere quella che sembrava una pista sopraelevata; c'erano curve a gomito, giri della morte, salite altissime e discese perfettamente verticali. Su di essa vide passare una specie di vagone pieno di persone, le quali urlarono come ossesse nel momento in cui si ritrovarono a testa in giù a velocità folle.
- Che cos'è quella...?- Domandò, indicando il mostro di metallo.
- Sono montagne russe! – Le rispose Leo. – Sono fighissime, vanno superveloci e sono iperdivertenti!-
- Come fai a dire che sono divertenti se non ci sei mai salito?- Gli chiese la sorella.
- Lo so e basta, Luna! È oggettivo! Chiunque sa che le montagne russe sono forti!-
- Ci andiamo?- Disse Akane. Era sicura che se si fosse guardata allo specchio i suoi occhi avrebbero brillato.
- Sì!- Leo quasi urlò.
- Io passo, sembra una trappola mortale.-
- Eh? Bruno, la tua più grande passione è rendere le duel runner veloci, com'è possibile che tu abbia paura?!- Il ragazzino era sconcertato da quell'affermazione.
- Bruno ha ragione, sembra dover cadere in pezzi da un momento all'altro... passo anch'io stavolta.-
- Ma dai, Luna! Dovevi convincerlo, non allearti con lui!-
- Che male c'è se rimaniamo giù? Andate, io e Luna vi aspetteremo qui.-
Il gruppo si diresse quindi verso le motagne russe. La fila era molto lunga ma scorrevole; una corsa durava davvero poco a causa della velocità stratosferica della giostra. Ai tornelli c'era un metro che indicava l'altezza minima per salire. Akane la superava per un pelo -grazie alle scarpe-, mentre Leo era al di sotto, sempre per un pelo -sempre con le scarpe-.
- Oh no...- Si lamentò lui.
- Cavolo, chi l'avrebbe mai detto che non avresti potuto salirci?- Akane si mise le mani sui fianchi.
- È una giostra pericolosa, vogliono assicurarsi che non ci salgano dei bambini.- Disse Luna.
- Hey, se non avessi questi stivali forse l'accesso sarebbe negato anche a me, ed io non sono una bambina... credo. Il limite è troppo alto, ci sono adulti bassi. Uff. – Sbuffò. – Mi sarebbe davvero piaciuto provarla, ma non voglio andare da sola...-
- Se vuoi ci vengo io con te.-
Akane si voltò di colpo, incontrando gli occhi metallici di Bruno.
- Dici... dici davvero?-
- Lo ammetto, quella cosa mi terrorizza non poco, ma sinceramente quella tua faccia imbronciata è ancor più insopportabile di un veloce giro su una giostra.- Le sorrise.
- Oh... g—grazie...-
Quindi i due si misero in fila, separandosi dai gemelli e dandosi appuntamento all'edificio con i tappeti elastici, il quale era esattamente di fronte alla pista di pattinaggio da cui erano partiti.
Akane non riusciva a stare ferma tanto era impaziente, quella giostra sembrava davvero la cosa più divertente del mondo e, se non fosse stato così, il suo cuoricino si sarebbe spezzato in mille minuscoli pezzi. Bruno invece era immobile, più rigido del solito, sembrava aver perso tutta la sua essenza e personalità, a lei pareva addirittura più basso del normale -il che era impossibile, ma la sua postura ispirava molto quell'idea-.
Le persone scorrevano, la coda si accorciava e le loro reazioni erano completamente agli antipodi: lei sempre più esagitata, una bomba ad orologeria, lui sempre più una statua di marmo. Ad un certo punto dovette spingerlo lei in avanti.
- Bruno, se hai così paura possiamo tornare indietro... non voglio obbligarti...-
- No, posso farcela, e poi te l'ho promesso, non voglio rimangiarmi la parola.-
- Ti ricordi dell'uomo di cui ti ho parlato, quello che mi ha salvato la vita al gala?-
- Uh? Sì, ma perché me lo stai nominando?-
- Lui non aveva paura della velocità, con la sua duel runner andava talmente veloce da infrangere la luce. Era serio, stoico, quasi glaciale ma sarcastico, sembrava gli piacesse spaventarmi. Avete un'altezza simile voi due, ed entrambi avete fatto un sacrificio per me, ma per il resto siete l'uno l'opposto dell'altro.
... Voglio dire che è questo il motivo per cui non lo considero un nemico, le vostre azioni... sono simili, sarei un'ipocrita se pensassi male di lui e non di te. Mi ha ricordato te in un certo senso, forse è per questo che ero rimasta così male al discorso di Jack, ora ho capito.-
Bruno fu in procinto di rispondere, ma il tornello dietro la schiena di Akane si sbloccò e lei lo prese di colpo per un braccio, trascinandolo dentro uno dei vagoni a forma di macchina da Formula 1 della giostra. Ovviamente scelse la prima fila, subito l'esperienza completa della pura velocità. Lui sembrava sul punto di esplodere -non per la gioia-, ma l'assecondò, sedendosi di fianco a lei.
- Vuoi che ti tenga la manina?
Gli chiese con un tono da presa in giro. Il meccanico le lanciò un'occhiataccia e fece per ribattere, ma in quello stesso istante la barra di protezione si abbassò sulle loro gambe, ammutolendolo.
Pochi secondi dopo un grosso semaforo accese la prima luce rosso fuoco, poi la seconda, poi la terza, accompagnate da un suono assordante, l'ultimo fu più potente.
Il vagone partì molto lentamente, ma durò poco – pochi metri ed aumentò la velocità talmente in fretta da schiacciarla completamente contro il sedile, per poi lanciarsi giù da un'alta discesa. Ci fu un forte flash e ricominciò a salire, scendendo di nuovo dal doppio -o triplo?- dell'altezza di prima, neanche il tempo di riprendersi dal senso di vertigini che ci fu un giro della morte, poi un tratto dove i binari ruotavano su sé stessi a trecentosessanta gradi, uno al buio, altre discese ed un ultimo, più piccolo, giro della morte. La giostra tornò al punto di partenza a velocità folle, frenando di colpo a pochi metri dal traguardo, così all'improvviso da eiettare tutti in avanti; senza la barra di metallo sarebbero volati talmente tanto lontano da farsi un secondo giro.
Akane fu la prima a scendere essendo dal lato dell'uscita e quando mise i piedi sul metallo solido si ritrovò a barcollare come se fosse stata la prima volta a camminare sui platform; Bruno uscì successivamente dal vagone anche lui tremolante, ma con la faccia talmente bianca da sembrare un lenzuolo.
In realtà lei non aveva avuto paura, anzi, era stata veramente l'esperienza più entusiasmante dal momento in cui si era svegliata a quella parte, il cuore batteva fortissimo per l'eccitazione, si sentiva su di giri, agitatissima, completamente l'opposto di quando era uscita da quella casa degli orrori. Non pensava potesse esistere qualcosa di più bello della corsa. Il vento tra i capelli, la pura e semplice velocità.
- Rifacciamolo!- Sbraitò, saltellando.
- No, per favore!- Bruno spalancò gli occhi.
- ... Scherzavo. – Akane rise. – Torniamo dagli altri.-
I due si incamminarono verso le scale d'uscita e fu, per sua sorpresa, quasi costretta ad attaccarsi al corrimano perché ritrovatasi più instabile del previsto.
Nel frattempo il sole era da poco calato completamente ed il cielo si era tinto di un blu non troppo intenso, le stelle difficili da vedere a causa dell'inquinamento luminoso, ma una splendida luna crescente svettava in cielo.
- Con tutto questo sballottarti qua e là mi sono ricordata di una cosa importante. Luna ha scelto di salire sul carosello dove eri chiaramente troppo grande, Leo ci ha portati in quell'orrenda casa ed infine io ti ho sequestrato per le montagne russe, ma tu non hai scelto nulla da fare...-
- Non importa, è stato comunque divertente.-
- Sì, ma hai fatto l'ultima ruota del carro per tutto il giorno. Abbiamo ancora un po' di tempo, scegli anche tu una giostra, o un gioco, non so...-
- Uhm... se la metti così...-
Bruno si prese un po' di tempo per guardarsi intorno e vedere se in lontananza potesse scorgere qualcosa di interessante, poi prese a camminare in una direzione ed Akane lo seguì. Ora che aveva fatto buio l'afflusso di gente stava diminuendo e si poteva camminare molto meglio tra i viali. In questo modo Akane notò quanto ogni centimetro del parco fosse estremamente curato, dalle siepi, alle statue delle mascotte sparse per i giardini, i chioschi e ristoranti a tema con ciascuna area, le coloratissime e fiabesche giostre per bambini... un sogno ad occhi aperti.
Mentre camminavano, una grandissima struttura circolare si avvicinava sempre più a loro; non capì cosa fosse, ma sembrava tutto il contrario di ciò che aveva scelto lei. Essa girava lentamente e ad ogni estremità delle sue braccia erano installate delle cabine colorate, ricordava vagamente il timone di una nave pirata.
- Woah, è gigantesca... che cos'è?- Akane rischiò di spezzarsi il collo da tanto che aveva piegato la testa.
- Una ruota panoramica. Ho pensato che una giostra più calma sarebbe stata l'ideale. Vuoi venirci con me?-
- Certo, sembra divertente!-
La fila fu meno scorrevole del previsto, ma fortunatamente l'attesa durò comunque poco a causa del poco afflusso di gente. Ormai le famiglie con bambini, la categoria che più affollava il parco, si erano volatilizzate.
Quando arrivò il loro turno Akane salì per prima e si sedette a destra, mentre Bruno si mise di fronte a lei. Ancora una volta entrò in gioco la sua altezza esagerata, perché nonostante lei fosse piccola si stava stretti e le loro gambe finirono per intrecciarsi. Lei guardò prima le quattro ginocchia incastrate tra di esse, poi vide direttamente lui, con una mano a coprirgli il viso in fiamme e lo sguardo che andava in ogni direzione pur di non incontrare il suo. Akane ridacchiò e, nonostante ci fosse scritto a caratteri cubitali di non alzarsi mentre l'attrazione era in corsa, si sedette accanto a lui -fortunatamente c'era più spazio in profondità-.
- Meno imbarazzante ora?-
Bruno si tolse la mano dal viso.
- Scusa... oggi la mia altezza è sempre un problema. Non credevo di essere così sopra la media, sinceramente.-
- Beh... effettivamente in questa città ho visto raramente persone molto alte— tranne l'agente Trudge. Te lo immagini salire sul carosello? – I due scoppiarono a ridere. – Come si potrà intuire io ho il problema opposto. Non arrivo mai a niente, a volte nemmeno quando ho addosso questi stivali.-
- Alcuni potrebbero trovarti adorabile.-
- Io no.-
Più la ruota saliva, più il paesaggio diventava mozzafiato. Era lo stesso visto dal treno delle montagne russe, ma ora lo si poteva effettivamente vedere con calma. Lo skyline del parco era stupendo, mille luci completavano la silhouette delle giostre e tutto attorno si vedevano gli enormi edifici di Nuova Domino, giganteschi mostri di ferro e cemento arrestati solo dall'immenso mare. Akane non credeva ai propri occhi, la città e l'oceano che l'avevano sempre terrorizzata ora erano la cosa più stupefacente che avesse mai visto.
Quando la loro cabina arrivò sul mezzogiorno, Bruno parlò.
- Avrei voluto dartela prima, ma credo che questo sia un buon momento.- Disse, frugando in una delle tasche blu della sua giacca ed estraendo una pallina gialla ed oblunga.
- Uh...? Ma questa proviene dal gacha pon!- Akane era sorpresa.
- Ti ho vista non trovare i soldi... perciò ho deciso di prenderla al tuo posto.-
- Ma non dovevi... mi hai già comprato l'acqua...-
- Non è niente, vedilo come un regalo da parte mia.-
Akane, rassegnata, svitò la pallina e da essa ne uscì il portachiavi di una fatina. Aveva la pelle scura, gli occhi blu, i ricci capelli castani legati in parte in due piccoli codini ed il resto lasciati sciolti. Aveva un top verde e rosa ed una gonna corta verde, lunghi guanti lilla, i piedi nudi e grandi ali verdi e rosa. Abiti ed ali erano ricoperti di glitter.
Dal suo involucro uscì anche un bigliettino che da un lato raffigurava le altre cinque sue amiche, mentre dall'altro raccontava in breve la sua storia.
- "Aisha è la fata dei fluidi e principessa del mondo di Andros. È una ragazza forte ed indipendente che non si ferma davanti a nulla, ma ha anche un cuore d'oro. Il suo hobby è praticare qualunque sport ed è una bravissima ballerina. Nonostante non ci pensi due volte a sporcarsi le mani e gli abiti, non rinuncia comunque ad essere fashion". Oh... mi piace, sembra simpatica.-
- Mi ricorda un po' te. Siete anche vestite dello stesso colore.- Disse Bruno.
Akane si guardò istintivamente la maglietta e le calze verdi.
- Dici davvero?-
- Chissà, magari anche tu sei una principessa, forse te lo sei scordato!-
- Credo che se fossi veramente una principessa la mia faccia sarebbe stampata ovunque.-
- Mi sa che hai ragione...-
Akane osservò per qualche secondo il portachiavi della fatina. Era proprio bello ed inaspettatamente dettagliato; dai suoi riccioli, ai dettagli dei vestiti, i disegni sulle grandi ali... particolare per un giochino che si poteva prendere a pochi spicci da un distributore automatico.
La richiuse assieme al biglietto nella pallina e se la mise nella tasca del cappotto. Si guardò intorno e notò che ora la ruota era a tre quarti di giro e presto sarebbe finita la corsa.
- Bruno. – Disse, per poi fermarsi e sospirare. – Volevo... volevo chiederti scusa...-
- Mh? Per cosa?- Il suo tono di voce era genuinamente interrogativo.
- Per come mi sono comportata ultimamente, ti ho trattato così male... non avrei dovuto essere tanto fredda con te, non dopo tutto quello che hai fatto per me da quando ci siamo conosciuti.-
- Allora un problema c'era.- Ora il suo tono era canzonatorio.
- Può darsi...- Akane incrociò le braccia e si voltò dall'altra parte, cercando di concentrarsi sulle luci del parco.
- E qual era questo problema?-
- Uh...-
- Dai, dimmelo, sennò poi come faccio ad evitare di ripetere lo stesso errore?-
- Ecco... mi sono sentita... ignorata.- L'ultima parola fu detta con un filo di voce, talmente basso che fece fatica ad udirla lei stessa.
- "Sentita" cosa? Alza la voce...-
Irritata, si voltò di colpo.
- Ignorata! Hai capito adesso?!- Stavolta quasi gli urlò in faccia, spettinandolo. Lui si spaventò ed indietreggiò.
- Quando ti avrei ignorata, scusa?- Sbatté le palpebre, confuso.
- Vedi? Neanche te lo ricordi... uff...- Akane si voltò di nuovo, dandogli le spalle.
- Hey, non ti arrabbiare... ho sempre così tante cose da fare e ho un'immensa mole di lavoro. Se ti ho ignorata sono davvero dispiaciuto, ma vorrei sapere quando e come è successo per evitare di ripetere i miei errori. – Lei sbuffò. – Ti prego...-
- Quando... quando c'era quella donna a casa vostra... eri così impegnato ad infilare la testa nella sua moto ed a blaterare di centraline, luci e roba che nemmeno ti sei accorto della mia presenza, nonostante mi trovassi letteralmente accanto a lei.-
- Eh...? Veramente? Oh, cavolo, scusami, davvero... ero così assorto e meravigliato da quella moto stupenda che ho finito per dimenticarmi totalmente di ciò che mi stava attorno. Credimi, non avrei mai voluto ignorare nessuno, soprattutto te.-
- ... Davvero?- Lo guardò con la coda dell'occhio, per poi voltarsi di qualche grado.
- Certo, per chi mi hai preso? Sei molto importante per me, non ti farei mai soffrire di proposito.-
Bruno le prese una mano, facendola sparire completamente tra le sue, erano enormi in confronto alle minuscole zampette di gallina che si ritrovava, calde, callose a causa del costante lavoro ma comunque dal tocco delicato. La guardava con i suoi occhi argentati, un sorriso sulle labbra capace di illuminargli interamente il viso. I capelli blu erano ancora tutti scompigliati dal giro sulle montagne russe -e probabilmente lei stessa non era poi così presentabile-. Uno strano calore la pervase, infiammandole il viso, sentiva un nodo alla gola, i battiti irregolari del cuore. Tutto il mondo sembrò svanire, c'erano solo loro due ed una forza magnetica che cercava di unirli, obbligandoli ad avvicinarsi sempre di più.
...
Una campanella suonò e la loro cabina arrestò la sua corsa. Improvvisamente il polo magnetico si invertì e Bruno le mollò la mano di colpo. Senza dire niente, entrambi scesero dalla giostra e si allontanarono da essa in un silenzio imbarazzante, l'uno accanto all'altra, ma metaforicamente distanti.
Si diressero verso il punto di incontro, trovandoci Aki e Yusei, già riuniti con i gemelli.
- Ce ne avete messo di tempo! – Disse Leo, correndo loro incontro. – Credevamo vi foste persi.-
- C'è stato un problema sulle montagne russe... un tizio prima di noi è stato molto male nel bel mezzo della corsa e hanno dovuto fermare tutto per un po'.- Rispose Bruno, lanciandole un'occhiata come per dire "stai al gioco".
- Già, ma per fortuna siamo stati in grado di salire, è stato molto bello! Avrei voluto rifarlo altre dieci volte ma Bruno era troppo spaventato...-
Ridendo e scherzando, il gruppetto si avviò per tornare a casa. Akane finì in testa con Aki e Yusei, mentre gli altri rimasero qualche metro più indietro.
Mentre camminavano, tirò fuori nuovamente la pallina dalla tasca e legò il portachiavi al telefono, facendo pendere la fatina glitterata dall'estremità. Ci stava proprio bene.
- Che bella! – Esclamò Aki. – Io ho trovato Flora, guarda. – Anche lei tirò fuori il telefono, mostrandole la fatina attaccata ad esso. La sua aveva pelle abbronzata, occhi verdi, lunghi e lisci capelli castani, un vestito intero rosa e grandi ali di farfalla.
- Wow, è bellissima...!
Allora, come sono andate le lezioni di pattinaggio?-
- Aki dice che non è vero, ma nel corso del pomeriggio il suo equilibrio è migliorato tantissimo.-
- Non è vero...- Rispose la rossa, il suo viso ancor più rosso.
- Ecco, visto? – Yusei ridacchiò. – Ma non ascoltarla, è davvero brava, con le sue abilità di duellante e questa lezione, per lei prendere la patente sarà un gioco da ragazzi.-
- Buona fortuna, Aki!- Esclamò Akane.
- Grazie, mi servirà.-
***
Angolo autrice
Ciao bambini. :3
Visto che negli scorsi capitoli alla fine c'era sempre un messaggio in codice, a sto giro vi do lo scodificatore: https://cryptii.com/pipes/enigma-machine
Divertitevi a cercare di decifrarli. :D
Come ultima cosa, ultimamente mi sono ossessionata dal ricreare official art di Akane nello stile di ygo.
A voi:
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