Capitolo 2
Seguimmo il sentiero nel bosco, facendomi strada con una bolla di luce. Quando gli alberi divennero meno fitti, seguimmo la luce argentea di Levana. Trasformai Cassiopea in tigre, facendoci guidare da lei nei sentieri più impervi. Scorgemmo delle guardie del palazzo pattugliare la zona, facendoci nascondere nella boscaglia. Più di una volta abbiamo rischiato di essere beccate, così ci coprimmo il più possibile il viso con il cappuccio del mantello.
"Secondo te potrebbe capire che siamo del Magisterium?"
"Beh... non ci sono molte streghe o maghe in questo pianeta."
"Dici che nostro padre può scoprirlo in qualche modo?"
"Beh..." Mi voltai e la mia espressione cambiò immediatamente quando vidi lo sguardo preoccupato di Kal. "No! Certo che no! Staremo attente come al solito!"
"Sì ma tra pochi giorni arriverà! E se qualcuno..."
"Dai, non preoccuparti mi sembri Dav."
"Non sia mai!"
Scoppiammo a ridere e subito tornò l'atmosfera leggera e gioviale che sempre accompagnava mia sorella.
"A proposito, gli altri?"
"Hanno detto che ci aspettano alla piazza di Sonali."
La tigre bianca dalle strisce dorate si recò fuori dal bosco, in una pianura illuminata da milioni di lucciole. Osservammo una kitsune bianco panna correre nel bosco mentre Cassiopea ci attendeva vicino un lungo ponte di pietra. Dall'altra parte, una meravigliosa città illuminava il versante della montagna.
Iniziammo a percorrerlo e subito Kal si fece prendere dal panico.
"E se cadessi?"
"Non cadrai, Kal?"
"Facile per te! Puoi volare!"
"Anche Cassiopea, ti salverebbe!"
"Tu no? Che brava sorella!"
"Certo che ti salverei, Kal!"
"E se soffrissi di vertigini?"
"Non soffri di vertigini, Kal."
"Non si sa mai."
Strinsi pugni sospirando. Certe volte Kal era veramente esasperante.
Arrivate all'altra sponda, mia sorella saltellò dirigendosi verso Sedna.
"È stato facile! Vero, Astra?"
"Maga del cavolo!"
Seguimmo la ragazza che si inoltrava nella città in festa. Variopinte sfere di luce volteggiavano nell'aria, illuminando il paese come se fosse giorno. Le argentate silfidi sbattevano le loro ali danzando nel vento, accompagnate dalle amadriadi che decoravano le loro corna di cervo con le varietà più colorate di fiori. Passai davanti alle casette multicolore della città, dirigendomi verso la piazza di Sonali.
Sentii qualcosa tirarmi il mantello e quando mi voltai, notai che era Cassiopea per avvertirmi che Kal era sparita.
Io sospirai innervosita, entrando nel Kommos. Il ristorante era pieno di risate gioiose e allegre. L'aria era invasa dalla dolce musica proveniente dagli strumenti in legno suonati dagli elafi e dai troll. Ballavano e cantavo spensierati, contaggiamdomi immediatamente. L'invitante aroma delle pietanze mi invitava ad avvicinarmi al tavolo del buffet. Presi una tartina di zucca e gustai il suo sapore dolce.
Con la coda dell'occhio, notai un ragazzo dai capelli viola elettrico seduto non lontano da me, parlare con una silfide. Appena incrociai i suoi occhi color lavanda, mi sorrise.
Io ricambia subito il sorriso ma prima di potermi avvicinare a lui, qualcuno mi tirò il braccio.
Una bella amadriade mi fissava con i suoi luminosi occhi rosa. La sua pelle verde foresta era solcata da un meraviglioso sorriso perlaceo mentre mi osservava felice. Io spalancai la bocca, prendendo le sue mani nelle mie, saltando di gioia.
"Hayat! Credevo che fossi in gita a Nemor."
"Sì ma siamo tornati in tempo per la festa dei Fuochi. Dopotutto, è una tradizione anche dell'Arcana Phoenicum."
Io alzai gli occhi al cielo sorridendo, ricambiata da un occhiolino da parte sua.
"Dove stavi andando?"
"A cercare gli altri."
"Fallo dopo! Ora andiamo ai Fuochi! Muoviti!"
Venni strattonata da un Hayat euforica e feci appena in tempo a chiamare Cassiopea affinché ci seguisse.
Ci dirigemmo nel centro del paese dove gli abitanti erano riuniti intorno a dei fuochi. Di sfuggita, vidi Kal parlare con un ragazzo mentre Hayat mi trascinava da un gruppo dove stavano raccontando delle storie. Ci sedemmo su un tronco, vicino ad una silfide, osservando un elafi buttare una polvere rosso nel fuoco. Immediatamente la fiamma divenne rosa e si levò un sospiro sorpreso.
"Rosa! Tocca all'amore! Sono sicura che Galatea ci racconterà la sua storia con Poli!"
"Celi!"
Le guance dell'amadriade si tinsero di verde smeraldo mentre si nascondeva dietro un elafi. Una risata si levò dal gruppo facendola imbarazzare ancora di più. La sua amica silfide scosse la testa, muovendo i bei capelli castani mentre attirava l'attenzione su di sé. La luce di Levana illuminò il volto argenteo della ragazza. Sbatté eccitata le ali blu mentre prendeva la parola.
"Sembra che dovrò iniziare io allora. Secondo una leggenda, in cima alla montagna Canossa, nella città di Nos c'era una bellissima amadriade che si innamorò di un genius della città di Vargnar, sulla montagna Iolco. I rapporti tra le due città però divennero talmente tesi che cessarono il loro trattato di pace e, per evitare la guerra, distrussero il ponte che le univa. I giorni passarono e i due amanti divennero sempre più tristi." La ragazza fece un'espressione infelice che provocò un sospiro addolorato dal gruppo. "Una sera la donna pianse talmente tanto che tutte le piante della montagna si unirono e crearono un ponte affinché i due amanti potessero riunirsi. I due scapparono lontani, vivendo la loro tanto agognata storia d'amore."
Un applauso felice si alzò dalla folla, mentre grida di gioia riempivano l'aria.
L'elafi buttò nel fuoco nuovamente la polvere e questa volta la fiamma divenne color oro.
Il volto verde dell'uomo venne segnato un sorriso soddisfatto mentre sbatteva le mani entusiasta.
"Bene, le tradizioni di Zoëlla..." si voltò verso l'amadriade al suo fianco, toccandosi poi una delle corna di cervo e iniziando a raccontare. "...In tuo onore Galatea, vi racconterò una delle più antiche tradizioni che esiste a Zoëlla ed è quella che dimostra se l'amore tra due innamorati è vero oppure falso. Ti do spunto Galatea, magari puoi sperimentarla con Poli." La ragazza si nascose dietro i capelli dorati, impacciata per avere tutti gli occhi puntati su di lei. "I ragazzi che si amano, dopo sei mesi dal loro primo incontro non devono vedersi per un anno intero e, dopo quel giorno, se resisteranno abbastanza, allora il loro amore sarà eterno. Spero che riusciate a stare tutto questo tempo separati!"
Io ascoltai ammaliata la storia mentre gli altri seduti in cerchio facevano dei sospiri sorpresi e divertiti per il racconto.
"Per favore, andiamo avanti, non credo che la mia relazione possa essere così interessante."
"Oh invece lo è!"
Tutte scoppiarono a ridere prima che l'elafi gettasse altra polvere nel fuoco, facendolo diventare azzurro.
A quel punto un piccolo troll dai capelli rosa fluorescente prese la parola. Schiarì la gola, per poi parlare con la sua voce rombante e scura. Ero sicura che i miei fratelli potessero ascoltare la storia dovunque fossero.
"C'è una storia invece molto bella che narra del Principe Triste. Qui, molti secoli fa, vivevano un principe e una principessa. Dicono che lei fosse meravigliosa con i capelli color oro e gli occhi color opale. I suoi occhi luminosi non guardavano nessun altro uomo se non il suo principe. Vivevano felici in un grande castello con la loro famiglia e i loro amici, tutto il regno era in fermento per il loro grande matrimonio." Un sospiro sognante si levò dagli uomini e dalle donne che erano intorno al cerchio, ascoltando in silenzio il piccolo troll raccontare. "Un brutto giorno però, la principessa morì e il principe divenne sempre più triste, sprofondando nella disperazione più totale e ora nessuno sa più se sia vivo o sia morto."
Un altro sospiro di dolore si alzò dal gruppo.
Quando terminò di raccontare, l'elafi gettò la polvere e la fiamma del fuoco divenne rosso bordeaux. Un altro troll dai capelli arancione prese la parola. Si sistemò gli occhialetti sul naso a patata e si schiarì la voce prima di iniziare.
"Il tradimento peggiore è quello tra due amanti ed è ancora più doloroso se il tradimento avviene per un fine più alto. Si dice che molti secoli fa, vicino a Sedna sorgesse una città bellissima e che lì abitasse un re con la sua regina. Entrambi combatterono coraggiosamente contro i Dominatori e il re ha avuto un ruolo fondamentale nel sconfiggerli. La gloria del sovrano era cresciuta talmente tanto da spaventare sua moglie che organizzò una congiura per ucciderlo. Ahimè, purtroppo, il monarca lo venne a sapere e la uccise, buttandola dalla torre più alta del castello."
Al sentire quella storia mi spezzò il cuore e, osservando la mia amica, potei vedere il suo viso contratto dal dolore.
Mentre le storie riprendevano, mi accorsi dell'assenza di Cassiopea.
Sentii un moto di panico assalirmi mentre mi guardavo intorno per cercarla. Mi addentrai nella foresta e chiamai il suo nome. La cercai nei posti a cui eravamo solite andare ma di lei non c'era traccia. Camminai a passo svelto, attenta a non calpestare le radici e i sassi sul terreno.
A un tratto sentii un ruggito.
Per un attimo smisi di respirare pur di sentire meglio.
Ne avvertii un altro. Poi un altro ancora.
Seguii il rumore finché non trovai Cassiopea vicina al lago.
Lei mi saltò addosso felice facendomi ridere mentre le accarezzavo la testa.
"Ma dov'eri finita, tesoro? Ti ho cercato ovunque!"
"Si era diretta al fiume."
Quando alzai la testa e vidi una guardia, mi si gelò il sangue.
Che ne pensate? Fatemi sapere se vi è piaciuto♥️
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