Capitolo 2

Era giorno. Ne io ne Capelli Belli proferimmo parola fino all'arrivo degli altri.

<Come sei uscita> una donna nera, vestita con un abito rosso da fare invidia parlò.
<Non era così difficile> avevo la voce spezzata, non riuscivo a fare altro che generare sussurri.

<Come ti chiami?> il velocista decise nuovamente di fare questa domanda. Forse non potevo rispondere con sincerità.

<Rue Ri...Ridger> tentennai, sembrava poco credibile ma fu il primo che mi venne in mente.

<Rue> ripeté quello che doveva essere HR.
<Voi mi aiuterete a tornare sulla mia terra>. Da come mi fissavano, o almeno cercavano di guardarmi, sembrava impossibile.
<Senti... Non é così... ecco facile> il velocista incrociò le braccia.
<Perché no, sono qui> mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduta.
<Vieni da una terra molto lontana> continuò.
<Quanto lontana>
<Secondo me, da quello che percepisco, vieni da terra-616> Capelli Belli girava per la stanza con un tablet in mano.
<Più la terra é lontana, più é difficile arrivarci> spiegò nuovamente.

Silenzio... Nessuno fiatò... neanche io.

<Ricordi come sei arrivata qui?> si avvicinò a me Cisco... Si chiamava Cisco.

<Parzialmente... Credo>.
<Una velocista> feci spallucce.

<Quindi i metaumani ci sono anche sulla vostra terra> parlò HR. Forse dire che lo ero anche io non era la cosa più azzeccata da fare. Chione non rispondeva, ma c'era.

<Se é stato un velocista, BA potrà aiutarti> Parlò HR.
<Non può> sospirai. <Non hai gli occhi rossi>.

<Che vuol dire> parlò la dottoressa.
<Vuol dire che solo chi é come l'antiflash può infrangere la barriera spazio-temporale a lunghe distanze> si illuminò il velocista. Non sapevo chi fosse questo antiflash, ma sicuramente, per come ne parlavano, non mi avrebbe aiutato.

<Non ho capito, che differenza c'è tra te e Thawne> parlò nuovamente HR.

<Lui viaggia nella forza della velocità negativa, é un campo extra-dimensionale di energia negativa e può letteralmente consumare tutti i velocisti connessi ad essa> spiegò Cisco.

<A me Holly non pareva una persona consumata>.
<Solo chi la crea, può uscirne illeso> concluse Cisco.

Forse ora avevo più chiara la situazione, Holly era potente più di chiunque altro, ma a che scopo, ha dovuto perdere tutta la sua umanità solo per vendetta. Quei suoi occhi rossi luminosi, erano solo la prova di quanto essa fosse distrutta. Spezzata in mille pezzi. Incapace di provare amore o qualsiasi cosa lontanamente paragonabile ad essa.

<Non c'è nessuna via per casa> sussurrai.
<Qualcuno ti sta aspettando dall'altra parte?> parlò la dottoressa.

Non potevo essere nuovamente io la causa di tutte le loro pene. Non potevo affidare a loro le mie colpe, non potevo in nessun modo temere che per causa mia potessero combattere guerre non loro.

<Nessuno> cercai di farlo credere il più vero possibile.

<Mi dispiace> sussurrò Cisco.

<Starai con noi, finché vorrai> la donna scura parlò.

Passò qualche minuto di silenzio.

<Vi dobbiamo parlare di una cosa importante> il velocista si avvicinò alla donna in rosso, quella che era sicuramente la sua ragazza.

Iniziò a spiegare di un suo accidentale viaggio nel tempo a seguito di una loro missione e di come ha visto che tra 4 mesi ad oggi avrebbero assassinato la sua ragazza, Iris, davanti a lui da un certo velocista che si faceva chiamare Savitar.

<Quindi tra 4 mesi tu morirai?> la dottoressa chiese scioccata. Non sapevano che dire.
<Potrebbe... Potrebbe> cercò speranza Barry.
<Ragazzi tranquilli... Sto bene, sul serio> cercò di rassicurarli la futura vittima, ma lo sapevo io, lo sapeva lei e lo sapevamo tutti che si sentiva morire dentro.
<Come lo dirai a papà> parlò un ragazzo... Suo fratello presumo, molto giovane.
<Non lo farò> fece spallucce lei. Non la trovavo per niente una buona idea, ma non erano affari miei...
<Avanti avete visto come é impazzito quando Wally era in pericolo... Andrebbe a cercarlo lui stesso> cercò di giustificarsi.

A tale risposta il fratello, ovvero Wally abbassò il capo e cercò di andarsene, ma venne fermato dalle parole di Barry, il velocista.
<Il futuro non é scritto Wally> strinse la mano della sua ragazza.
<Si ma Barry, come ne abbiamo discusso prima, il futuro secondo me é già scritto> fece qualche passo in avanti HR.

<In realtà no...> azzardai un sussurro, forse volevo aiutare anche io, per lo meno avrei fatto qualcosa di buono nell'attesa di una possibilità di ritorno a casa.
<Stai per caso cercando di dirci che il futuro é malleabile?> disse Cisco.
<Ehm... si>.

Non mi ero mai sentita così debole nei confronti di altre persone, e dovevo in qualche modo riscattarmi, dovevo evitare in tutti i modi che pensassero che io fossi una debole.

<Ho la prova certa che il futuro é malleabile> mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduta e andai in mezzo a tutti loro.
<Quindi tu... proprio tu sapresti come aiutarla?> chiese Wally. Cosa erano tutti quei pregiudizi nei miei confronti, come se venire da un altra terra potesse essere motivo di odio.
<Si perché? hai per caso qualche problema?> ora si che mi riconoscevo.

<Puoi aiutarci?> si avvicinò a me Barry.

<Come ho detto, il futuro si può cambiare, e ne ho la prova certa perché é successo anche a me> mi illuminai ricordando il passato. Ricordando la visione di Peter sbagliata sul mio futuro e su quanto fosse simile a quello che successe in realtà la notte della battaglia.

Mi guardai un po' intorno e notai delle tessere del dominio, sembrava la cosa più azzeccata da fare.

Lo diedi a Barry che subito seppe cosa fare, me le dispose una dopo l'altra sul tavolo.

<Vedete questa? si può chiamare una simulazione pratica della linea temporale> spiegai loro.

<Questa é la tessera che indica il giorno di oggi> indicai la prima tessera.
<Questa é quella che indica il giorno in cui... Iris morirà> indicai l'ultima tessera.
<Tutte queste sono gli eventi che condurranno all'avvenirsi del futuro> continuai facendo cadere la prima tessera.
<Essa colpirà quella dopo che farà lo stesso con quella dopo fino....> aspettai che tutte fossero a terra <Ad un inevitabile conclusione che é il futuro>

Guardai Barry che mi rimise tutte le tessere del domino in piedi.

<Il vostro compito sta nel cambiare alcuni di questi momenti... Può sembrare facile ma in realtà dovete essere sicuri di cambiare quelli giusti, o incisivi chiamateli come vi pare>

Rivolsi il mio sguardo nuovamente verso le tessere del domino, pensavo che aiutarli potesse farmi sentire meno trascurata, il fatto che abbiamo cambiato subito argomento concentrandosi su qualcosa che potrebbe anche non succedere mi fece sentire meno importante...

<Cambiate le tessere sbagliate....> levati dalla successione di tessere tre di esse e feci cadere la prima.
<Il futuro non cambierà> feci notare loro l'ultima tessera a terra.
<Cambiate le tessere giuste e....> non appena Barry me le rimise nuovamente in piedi lasciai cadere la prima.
<Iris sarà salva>... L'ultima tessera era ancora in piedi.

<Dobbiamo scoprire quali sono gli avvenimenti che porteranno alla morte di Iris> disse Barry.
<Forse io so come fare... Tieniti forte McFly, ti farò tornare al futuro> disse più entusiasta che mai Cisco.
<Avete Ritorno al Futuro su questa terra> dissi sorridendo mentre rimettevo le tessere del dominio nella loro scatola.

<Rue> mi chiamò Cisco.
<Ti va di aiutarmi?> mi propose. Annuii seguendolo in una specie di laboratorio strano, diverso da quello a cui ero abituata. Con noi vi era pure HR.

Ero seduta sul tavolo con accanto i due alle prese di una macchina al quanto insolita.
<Stiamo riproducendo Inseption?> chiesi.
<Mmm non esattamente> rispose Cisco.
<HR, mi passi il multimetro?> ordinò Cisco.
L'uomo gli passò uno strumento a caso.
<Il multimetro> continuò lo scienziato.
<si> sussurrò passandogli un altro strumento.
Riuscii a percepire l'immenso disagio dell'uomo allorché decisi di intervenire.
<É questo il multimetro HR> lo presi dalla scatola degli attrezzi per poi passarlo allo scienziato.
<Preferisco gli strumenti da scrittura> si giustificò.
<Sei sicuro che il tuo amico Rendolf non ti abbia spedito su questa terra per liberarsi di te?> solo allora notai quando Cisco potesse essere sgarbato, ma non fu l'unica cosa, a quanto pareva, non ero l'unica straniera su questa terra.
<Cisco> sussurrai come per fermarlo da qualcosa che potesse dire e ferire ulteriormente HR, tutti lo trattavano con sufficienza, ma a me sembrava una persona dal cuore grande. E sono solo impressioni di un giorno.

<Sai può darsi...> sussurro. <Forse la grandezza non é scritta nel mio destino>. Mi spezzò il cuore, nessuno, ripeto nessuno dovrebbe mai pensare a cose del genere.
<HR> lo chiamai <La grandezza richiede tempo> sorrisi.

Cisco attirò la nostra attenzione posando il multimetro sul tavolo poco delicatamente.
<Va bene, nessuno é venuto alla tua inaugurazione, ma chi dice che tu non sia nessuno. La grandezza... Richiede tempo e pazienza. Ricordi? la pazienza scioglierà tutti i nodi> lo guardò dritto negli occhi.
<É vero> si illuminò HR <La pazienza scioglierà tutto, chi lo sa ci proverà> saltellò stringendo la mano al suo amico. Sorrisi. Erano fatti l'uno per l'altro quei due.

In quel momento nel laboratorio arrivarono tutti gli altri. Erano pronti a iniziare la missione di salvataggio, Barry più di tutti non voleva perdere la donna che amava. Come biasimarlo. Forse... Avrei dovuto ascoltare Peter, dare retta alla sua visione e a tutte le paure che ne seguirono. Ma Peter ormai, era solo una parte della mia vita da dimenticare... Giusto?

Cisco prese a spiegare loro come funzionasse la macchina, molto complessa e si basava soprattutto su due caschi, che avrebbero messo lui e Barry, dove avrebbero condiviso le sinapsi inerenti al subconscio avanzato di Cisco, a quanto pareva dopo l'esplosione di questo famoso acceleratore di particelle, tutti in questa città ricevettero dei poteri sovrumani, tra cui anche Barry e Cisco... Ma io percepivo altro.

<Al mio segnale attiva la macchina> si rivolse a me mettendosi il casco e sedendosi sulla poltrona accanto a quella del suo amico.

<Barry... Qualsiasi cosa succeda, io sono qui> Iris incoraggiò il suo ragazzo, esso sorrise annuendo.

<Ora> ordinò. Girai un paio di manopole prima di percepire le scariche elettriche arrivarsi sui loro caschi facendoli illuminare.

I due iniziarono ad agitarsi, i loro cervello andavano molto forte, ma non abbastanza da garantire la connessione fra i due.

<Che succede> chiese Iris.
<Non é abbastanza forte> mi abbassai staccando il portello della macchina sotto la quale vi erano un sacco di fili tutti aggrovigliati. Maledii Cisco per il suo disordine e ne afferrai due rossi, i più grandi avvicinandoli tra di loro e cercando di intrecciarli.

Presi una scossa, come ai vecchi tempi, ma non potevo fermarmi altrimenti si sarebbero fatti male.
<Che stai facendo, potresti trasformarli in vegetali> ebbe da ridire Iris.

<Sto cercando di salvare il tuo ragazzo, altrimenti tu lo vedrai morire e non il contrario> espressi tutto il mio rancore in quel momento, volevo solo che non mi trattassero con sufficienza.

Presi più scosse contemporaneamente nel tentativo di collegare quei due fili per accrescere la potenza, c'era la dottoressa che cercava di fermarmi... Ma ci riuscii e i due si stabilizzarono sincronizzandosi.

<Non c'è di che> guardai male la futura vittima.

<Devi farti medicare> si avvicinò la dottoressa. <Guariranno> mi sentii libera di dire, ora era vero, ma lei non capiva.

Passò qualche minuto e io mi sentii terribilmente male, sensazione che non provavo da tanto.

<Ah> gemetti stringendomi le tempie.
La dottoressa di girò verso di me cercando di avvicinarsi, ma glielo proibii.

<Rue> HR si girò verso di me.

Mi stringevo la fronte gemendo, dovevo andarmene li.
<Rue fatti aiutare> la dottoressa insistette.
<Sta lontana da me o giuro su dio che farò in modo che la tua killer frost venga fuori>

Silenzio... Non fui io a parlare. Furono i miei occhi di ghiaccio, i miei capelli di neve, la mia voce agghiacciante. Io lo sapevo che Caitlin Snow fosse come me. Ma non avevo tempo di proccuparmene, la mia di killer frost stava impazzendo dentro di me.

<Non mi seguire, fa in modo che quei due escano dalla percezione senza friggersi il cervello> la minaccia correndo via.

Corsi per quei corridoi grigi fino a giungere davanti a una stanza, senza esitare la aprii irrompendo in quella che doveva essere una camera da letto provvisoria, due letti monotoni, una lampadina e uno specchio. Faceva schifo.

<Chione che fai?> mi diressi allo specchio in modo da poterla vedere in faccia.
<Fammi uscire> minacciò
<No> risposi ferma. Non avevo bisogno di chiederle cosa volesse fare, io lo sapevo.
<Torna in te Chione, non é il momento di rischiare che tu faccia fuori tutti>.
<Non farò fuori tutti... Farò fuori te>.

Non ebbi la forza o il coraggio di rispondere. Era l'ultima persona che mi era rimasta... Perché mi voleva morta?

Tali pensieri non ebbi neanche il tempo di elaborarli che dolori atroci mi pervasero la testa. Caddi a terra in ginocchio. Riempivo le stanza di urla, dove era la mia resistenza. Dove era la mia vera Chione.

Di istinto gettai un pugno allo specchio frantumandolo in mille pezzi sotto le mia urla disperate. Speravo nell'intervento di qualcuno.

La scheggia più grande che riuscii a inquadrare era sotto di me, mi mossi trafiggendomi le ginocchia di mille pezzi di vetro.
Presi sotto mano la più grande mentre il dolore mi consumava velocemente. Era troppo.

La porta si spalancò. Inquadrai Cisco con dietro Barry. Avevano davanti a loro una figura bagnata dal sudore, con le ginocchia rosse e le mani avvolte a una scheggiai che andava a toccare con la punta lo stomaco. Come ai vecchi tempi.

<Rue, cosa stai facendo> Barry parlò dietro a Cisco pietrificato.
<Ti prego non farlo> avanzò cauto verso di me Cisco.

Il dolore si intensificò facendomi quasi impazzire. Non era quello che provavo a spaventarmi, ma tutto quello che io e la mia metà avessimo passato potesse essere vano... Senza senso.

<Non ho scelta> piansi.
<Non ho scelta> piansi ancora.
<Ma di che parli> Barry avanzò.
<Ucciderà me e poi tutti voi> soffocai un gemito portando dietro il capo e prendendo un grosso respiro.

Barry non fu così veloce da fermarmi. Mi pugnalai sotto le urla di Cisco e i fulmini di Flash.

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