Capitolo 70

⚠️ capitolo molto lungo

"Narratore pov's"

Il viaggio fu molto pesante per i tre, nessuno proferì parola per tutto il percorso dalla torre alla scuola, Hela era troppo impegnata a pensare alla conversazione con il padre mentre le dava gli occhiali regolati per gradi dato che da lì partiva tutto il piano. Si erano confidati tutto, dalla A alla Z. Se uno dei due fosse morto, l'altro sarebbe consapevole dei veri sentimenti, di come finalmente erano giunti a ciò che desiderava per modo di dire la madre. Un rapporto padre-figlia.

<Siamo arrivati> disse Happy accostando davanti alla scuola che pareva diversa da come era in realtà ovvero un ammasso di ansia, stress e desiderio di morte.
Neil scese per primo ed andò ad aprire la portiera a Hela porgendole la mano per aiutarsi a tirarsi fu.
<Da quando fai il gentiluomo? Pensavo che oltre a non cedere la tua felpa fossi indisposto ad aiutare il prossimo> Disse lei scherzando e ricordando uno dei ricordi più belli ma anche più terribili di sempre.
<Beh la morte ti cambia vero?> Disse facendole fare una giravolta.

Nello sfondo vi era Peter Parker fermo impalato con i volto stampato un'espressione da bambino, quell'espressione che faceva impazzire Hela che si era persa nei suoi occhi per l'ennesima volta, ma sembrava sempre come la prima.
<Ehmm, bene, ora però entriamo> disse Neil risvegliandoli da quella situazione e trascinandosi dietro Hela tenendola per mano come una bambina.

I tre entrarono dalla porta della palestra per poi catapularsi in una stanza buia, illuminata dalle luci della sfera al centro del soffitto, la musica a poco faceva tremare i muri, gli adolescenti si stavano scatenando in pista ed un leggero odore di alcol non consentito dal preside fluttuava leggero. Le ragazze erano tutte tirate bene, con i loro abiti luminosi, trucco e parrucco sembravano dee, per non parlare dei ragazzi, non capitava tutti i giorni di vederli così.

<Beviamo qualcosa?> Urlò Neil per farsi sentire dai due.
<Siamo in missione fratello> disse Hela forse per impedirgli di bere.
<Se devo morire, non voglio fare da sobrio> disse ridendo e muovendosi a ritmo di musica, allontanandosi verso il bar e lasciando i due soli soletti.

Si dondolavano sul pavimento girandosi i pollici, nessuno osava chiaccherare, nessuno osava parlarsi, come se non fossero mai stati quello che erano stati in passato.
<Ehmm quindi, che fai?> Chiese lui cercando di rompere il ghiaccio peggiorando solo le cose dato che la ragazza lo guardò stranita. Peter iniziò a sudare freddo, la gola si fece secca e faticava a parlare, era entrato in una poco bella situazione imbarazzante ma Hela per fortuna, lo aiutò.
<Andrò a cercare del succo al mango, tu?> Chiese lei dandogli corda.
<Penso che andrò a cercare Ned e MJ> disse lui indicando con il pollice dietro di se.
<Allora ci vediamo dopo> disse lei congedandosi con lui e cercando di camminare il più composto possibile tirandosi su l'abito. Si diresse verso il bancone ma dovette accontentarsi solo del succo alla pesca.

<Hai per caso tre anni?> Una voce irritante decise di fare irruzione dietro alla sua schiena scoperta.
<Flash> disse lei girandosi con il bicchiere in mano e guardandolo con un sorrisetto amaro.
<É tanto che non ci si vede sai> un altra figura si avvicinò a lei. Noah. Ebbene sì il gemello. Era veramente tanto che non la prendevano di mira ma pareva che per questa sera il sistema sarebbe cambiato.
<Vi siete alleati per caso?> Disse lei continuando a sorseggiare il liquido dolce.
<Da quando sappiamo chi sei veramente, ne vale la pena> disse Noah.

Hela cambiò espressione, ma non proferì parola.
<Non é per caso vero? Hela Stark?> Aggiunse Flash prendendola per il braccio e trascinandola verso il corridoio della scuola, fuori dalla palestra.

<Bene Stark, non penserai mica che essere figlia di quel fallito ti possa salvare da noi?> Disse Ann uscendo da una stanza con addosso un abito corto fino alle cosce, attillato, brillantinato e rosa pastello. Tipico di lei insomma.
<Vi siete messi contro la persona sbagliata> disse Hela poggiando il bicchiere a terra.
<Ci punterai una freccia addosso e ci darai a fuoco?> Chiese Flash avanzando verso la sua direzione. Hela perse un battito o forse due.
<Come avete fatto...?> Iniziò lei prima di essere interrotta.
<Abbiamo trovato un fascicolo nel mio armadietto, c'era scritto tutto su di te... La Doggh... Tuo zio. Tutto> disse Ann masticando rumorosamente una cicca.
<Scommetto che una rossa vi abbia fornito ciò> disse Hela avanzando a sua volta verso i tre.
<Se avete letto attentamente tutto allora saprete di quello che sono capace, come vi ho detto, non vi conviene mettervi contro di me> ribadì facendo indietreggiare i ragazzi ma non Ann.
<Ma... Fate qualcosa> strillò lei inducendo i due a camminare a passo svelto verso Hela che non aspettava altro.

Flash, quello stecchino, aveva intenzione di sferrarle un pugno che bloccò al volo avvolegendoci la sua di piccola mano. Noah era intento a fare lo stesso, ma Hela, con un po' di forza spinse il pugno ancora chiuso di Flash dritto verso il naso di Noah che dopo l'impatto, lo indusse ad allontanarsi mentre si teneva il naso dolorante. Allorché per mettere fuori anche il compagno, sganciò un gancio destro verso il volto di Flash che cadde a sedere gemendo assieme al suo socio d'affari.

<Avreste dovuto fare più attenzione ad alcuni dettagli> esclamò facendo un sorrisetto amaro.
<Come ti sei permessa> strillò Ann ma il suo suono assordante fu interrotto dal suono dell'impatto del palmo di Hela sulla sua guancia. Le tirò una sberla assai forte.
<Questa é per tutto quello che mi avete fatto passare> disse afferrandola i capelli e sussurrandole tali parole alle orecchie per poi allontanarsi dai tre soddisfatta di quello che aveva fatto. Aspettava quel momento da anni ormai.

<Sorella! Dove eri finita> urlò Neil per farsi sentire avvicinandosi a passo svelto verso di lei.
<A vendicarmi> disse sbattendo le mani come per levare la polvere per poi mischiarsi tra la folla seguita da Neil che aveva molto da dirle.
In quel momento partì un lento ma parevano non farci caso.
<Ad ogni modo ho localizzato molti Eretici, hanno tutti degli auricolari, avevi ragione> disse lui.
<Non resta che localizzarli tutti e rilasciare le onde sonore> disse Hela.

Ai due si avvicinò Ned.
<Sei uno schianto Hela> disse Ned salutandola.
<Si é uno schianto, ma solo suo fratello può dirlo> disse Neil facendo il geloso ma scoppio a ridere assieme a Ned.
<Anche tu non sei male Ned, tu dona quel completino> disse Hela stuzzicandolo.

<Sbaglio o quella laggiù in fondo é Holly> disse Ned dopo un po' di silenzio, Peter gli aveva raccontato tutto.
<Già, é proprio lei> disse Neil.
<Se andrà tutto bene, non potrà fare più del male a nessuno> disse Hela rassicurandoli, ma soprattutto Neil che si sentiva come colpevole di tutto quello che la rossa aveva fatto, dato che era stato il primo a fidarsi o magari non aveva avvertito tutti di dovere su quello di cui era capace quella ragazza.

Le coppie si stavano formando in pista e tra tutte, Neil sembrò notarne una in particolare. Peter e MJ.
<Cosa ci fa Peter con Michelle> chiese freddo Neil.
<Ballano> dissero in coro Hela e Ned complici assieme a Peter in una sottomissione chiamata "Neichelle"
<Ma non ti dà fastidio a te, sembrano così... Vicini> continuò Neil stringendo i pugni lungo i fianchi.
<Beh, se tu mi concedesse questo ballo sire, magari farà ingelosire la sua dama> disse Hela porgendogli la mano.
<Con il suo permesso Ned> continuò rivolgendosi al compagno che sarebbe rimasto solo.
<Ma certo mia principessa, balli pure> disse facendole un inchino, l'atmosfera si faceva più serena e divertente, come se non avessero paura di quello che sarebbe potuto succedere.

Neil afferrò la mano di Hela seguendola in pista. Ned alzò due pollici verso Hela che sorrise annuendo. Il piano stava andando come pianificato.

Hela avvolse le sue braccia al collo di Neil facendo da aggancio con la borsetta che teneva, il riccio invece, con il permesso della sorella la prese per i fianchi, la dove iniziava la bombatura del vestito blu notte.

<Quella collana?> Chiese Neil.
<Devo essere contenta del fatto che tu l'abbia notata o preoccuparmi di te che mi guardi le tette?> Chiese lei ridacchiando.
<Ma neanche le hai> disse lui guardandola dritto negli occhi e scoprendo i suoi denti bianchi.
<Daiii> strillò lei dandogli un colpetto in testa.
Dopo qualche minuto di risate che stranirono un po' tutti i due ritornarono all'argomento precedente.
<É di mia madre me l'ha data mio padre> disse prendendo il ciondolo tra le dita.
<Sono le nostre iniziali> concluse. Il ragazzo gliela prese in mano maneggiandola.
<É bellissima> sussurrò riposandola, ma nel farlo si accorse di un altro gioiello al suo collo che non aveva notato sebbene fosse anche molto visibile.
<E quella?> Chiese lui facendo un sorrisetto malizioso.
<É il suo regalo di compleanno> disse lei guardandolo dritto negli occhi.
<Me ne avevi parlato quel giorno, pensavo l'avessi tolta>
<Non l'ho mai fatto in realtà> sorrise
<Ma io non vi capisco proprio, vi amate da impazzire, volete stare l'uno con l'altro, cosa cavolo state aspettando> disse incitando una risposta sincera che questa volta avrebbe ricevuto veramente dalla sorella.
<Non possiamo stare insieme Neil, lui ha tutta una vita davanti a se, per me é solo questione di giorni... Ore, non si merita di amare una malata terminale> disse lei abbassando sguardo e tono.
Neil la costrinse e guardarlo dritto negli occhi sollevandole il mento con l'indice e il pollice.
<Dovresti lasciare che sia lui a prendere questa decisione> sussurrò.
<Prenderebbe la decisione sbagliata> disse sempre più ferma sulle sue parole.
<Non é vero>
<Tu non capisci Neil> alzò leggermente la voce. <Potrei andarmene proprio sul più bello>  sussurrò riducendo la sua voce a zero. Neil la strinse forte e se e Hela appoggiò il mento alla sua spalla incorciando lo sguardo lo sguardo di Peter che le fece l'occhiolino, segno che era l'ora di mettere in atto l'ultima tappa del piano infallibile di Ned.
Hela e Neil, sempre abbracciati, si muovevano a ritmo fino a fare un giro di 180 gradi.

All'improvviso Hela spinse dal suo colpo quello di Neil che per un secondo rimase colpito, successivamente, la riccia si levò dalla traiettoria. Peter fece fare una giravolta ad MJ che andò a sbattere contro il petto di Neil che per un po' rimase fermo. I due si staccarono all'improvviso, come se non fossero pronti a ballare e ciò fece sbuffare Hela e Peter che si avvicinarono a loro di scatto. Hela afferrò i polsi all'amica e li poggiò dietro al collo del fratello, lo stesso fece Peter con le mani dell'amico che andarono a finire sui fianchi sulla sua migliore amica. I due li guardarono imbarazzati prima di sorridersi a vicenda e prendere a ballare al secondo lento in corso.

Peter e Hela si unirono senza problemi, entrambi guardavano i loro amici ballare innamorati mentre ridevano di gusto alla loro visione. Di colpo però, entrambi si voltarono nello stesso momento maltrattando l'uno lo sguardo dell'altro. A rompere quella catena però fu Hela che soprirò sorridendo abbassando lo sguardo ai loro corpi fin troppo attaccati.

<Stai per caso cercando di dire qualcosa?> Chiese la riccia riportando il suo volto sul ragazzo sistemandogli il sopracciglio torto. La cosa fece esplodere le farfalle nello stomaco del ragazzo che lo stavano piano piano consumando dall'intento.
<N-no, no cioé si> iniziò lui a balbettare facendola sorridere. Il ragazzo fece un grosso sospiro, come se dovesse farle la proposta di matrimonio.
<Senti io ci ho provato. Ho provato ad essere felice anche senza di te. Ma non ci sono riuscito e sai perché? Perché io voglio stare con te nonostante tutto. Perché ti amo> disse a raffica, ma non tanto da non comprendere le parole che Hela udì come tamburi al cuore. Quelle parole... Era l'unica cosa che aveva bisogno di sentirsi, il cuore, come l'ultima volta le diceva di andare, di andare in quella direzione e di baciarlo il più forte possibile. Ma non lo fece, cavolo che non lo fece. Il suo sorriso svanì e abbassò lo sguardo.
<I-io> balbettò in preda all'ansia, a Peter non servivano risposte, ormai aveva capito...

<Ragazzi> sobbalzarono entrambi non appena udirono la voce di Sam dall'auricolare.
<Che vuoi> esclamò la riccia forse un po' troppo brusca.
<Ho interrotto per caso qualcosa?> Disse malizioso.
<Fottiti Sam> disse avviandosi verso Neil che nel mentre ascoltava dai suoi auricolari.
<Noi siamo qui, sul tetto, trovate un modo per farli uscire tutti> ordinò il Miliardario.
<Come faccio papà, ho bisogno di larga visuale per identificarli tutti> esclamò lei per farsi sentire nonostante la musica.
<Perché non canti?> Si ingegnò Peter guardandola.
<Te lo puoi anche dimenticare, sono la sfigata della scuola non salirò su quel palco> disse lei incorciando le braccia.
<Perché sai cantare?> Chiese Neil alzando un sopracciglio.
<No> <si> esclamarono i due contemporaneamente.
<Non so cantare> disse lei insistendo.
<M-ma quando cantasti per Adrien> chiese lui.
<Era solo una ninna nanna> disse lei sempre ferma sulla sua decisione di non rivelarsi.
<E poi non ascolto quelle canzone che ascoltano gli sfigati> disse lei.
<E cosa ascolti> si sentii chiedere dall'auricolare, la voce era quella di Nat.
<AC/DC, i Deep Purple... Roba così> Iniziò lei. Dall'altra parte degli auricolari, sul tetto, tutti rivolsero uno sguardo verso Tony che aveva di scoperto solo il suo volto, con stampato in faccia solo un sorriso soddisfatto della figlia.

<Ragazzi decidetevi, non abbiamo molto tempo> disse Steve mettendo loro una certa urgenza.

La riccia tirò un forte sospiro prima di cacciare il cellulare dalla borsetta per cercare la colonna sonora dell'unica canzone che sapeva.
<Che cosa cerchi?> Chiese il fratello.
<La canzone preferita di mia madre> disse lei.
<Quindi canti?> Esclamò stridulo Ned.
<Non farmi cambiare idea> disse raccogliendo l'abito e dirigendosi verso il DJ che guarda caso era Flash accompagnato da Noah che non aveva nessuna esperienza in campo.

<Che vuoi?> Chiese rude Flash con in volto un visibile livido che indusse Hela a trattenersi dal ridergli in faccia.
<Farai partire questa canzone> disse porgendogli il cellulare.
<E perché dovrei farlo?> Disse lui incrociando le braccia.
<Perché altrimenti, ti sventrerò pezzo per pezzo e ti farò ingoiare i tuoi resti> disse continuando a giocherellare con le due ciocche di ricci davanti agli occhi e tirando fuori di sé la parte più cruenta e cattiva di sempre. In fondo, era così.

Flash prese il cellulare dalle sue mani e lo collegò ad un cavo. Ora non restava che fare la figura più brutta della sua vita.

Una volta sul palco, premette il pulsante al lato della lente destra dei suoi occhiali per avviare una scansione completa di ogni persona contenente materia oscura, solo allora avrebbe potuto rilasciare le materie sonore nella stanza.

Mentre sistemava il microfono, udiva i commenti i poco gradevoli della platea, il suo umore si abbassava del tutto ma lì in mezzo vi erano i suoi amici, che le sorridevano, sembrava dovesse cantare per loro.

<Tappatevi le orecchie> si sentii la voce fastidiosa voce di Flash e in sottofondo le risate del suo amico Noah.

<Noah, Flash.... Vaffanculo> esclamò tranquilla al microfono avendo anche conferma che funzionasse. Ora basta solo cantare, continuava a ripetersi che sarebbe stato semplice.

Partì la colonna sonora di Another Love di Tom Odell e intanto, tutti gli studenti si erano zittiti, si sentivano solo incitamenti a scendere dal palco, ma che si fermarono subito dopo aver iniziato a cantare quelle parole.

<I wanna take you somewhere so you know I care
But it's so cold and I don't know where
I brought you daffodils in a pretty string
But they won't flower like they did last spring>

Con le mani stava avvolgendo piano piano il microfono mettendo in mostra la sua voce sottile e suasente, che piano piano si innalzava seguendo il ritmo della canzone.

<And I wanna kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights
I wanna cry and I wanna love
But all my tears have been used up>

La sua voce era leggera, si sentiva a malapena, le dita delle mani tremavano così come le ginocchia. In un primo momento i suoi pensieri erano rivolti alla madre, a quando insieme cantavano a squarciagola questa canzone dal primo giorno in cui era uscita. Ma chissà perché fra tante proprio quella. Era dedicata a lui... Quelle parole, sembravano fatte apposta per dargli una risposta. Spettava solo a lui riuscire a coglierle al volo.

<On another love, another love
All my tears have been used up
On another love, another love
All my tears have been used up
On another love, another love
All my tears have been used up>

"Voce sottile all'inizio tesoro, é così che va la canzone" parole fin troppo conosciute da Hela, che dopo un po', aveva imparato a intonare quella canzone che se fosse lei la scrittrice.

Peter era semplicemente ammaliato, triste e arrabbiato per quello che era successo con lei poco prima, ma comunque ammaliato, come poteva smettere di amarla, si sarebbe consumato nel suo stesso amore. Ma era quello che voleva, che importava del male che si sarebbe susseguito.

<Oh oh
Oh oh oh oh oh oh
Oh oh oh oh oh oh>

La sua voce, si faceva più sciolta, come le ultime volte, non ricordava quella voce, ma cantando quella sera, era riuscita a ricordare non solo la sua, ma pure quella della madre che pareva suonare accanto alle sue orecchie.

Con il dito andò a tamburellare sull'orologio preparando il pulsante anti-eretico, la scansione avanzava e il numero era spaventoso.

<And if somebody hurts you, I wanna fight
But my hand's been broken, one too many times
So I'll use my voice, I'll be so fucking rude
Words they always win, but I know I'll lose

And I'd sing a song, that'd be just ours
But I sang 'em all to another heart
And I wanna cry, I wanna learn to love
But all my tears have been used up>

La sua voce si era innalzato diventato gloriosa e potente, così come la desiderava la madre, due cantanti, che non si definivano tali. Ma ora basta pensare alla madre, perché non pensare al co-protagonista di questa canzone, a colui che non pareva capire a chi fosse rivolta. Come biasimarlo, aveva il cervello di un bambino spensierato, forse non tanto ma... Era perfetto anche così.

<I wanna sing a song, that'd be just ours
But I sang 'em all to another heart
And I wanna cry, I wanna fall in love
But all my tears have been used up>

Hela sorrise, un sorriso mescolato alla sua voce melodica, ma la fonte di quel sorriso, fu quello del suo corrispondente. Ormai non guardava più i risultati della scansione in corso, ma solo il suo sorriso a 32 denti nel vedere la ragazza che amava cantare su un palco e fregandosene delle voci che parevano essersi fermate, nessuno aveva più da ridire.

37 Eretici erano presenti al ballo di fine anno. 37. Le probabilità di successo per gli Avenger erano calate. Poche ma non inesistenti pensò Hela prima di cantare le ultime parole.

<On another love, another love
All my tears have been used up
On another love, another love
All my tears have been used up
On another love, another love
All my tears have been used up oh oh, oh>

Nel concludere con quelle parole e nel tuonare degli applausi nella stanza, la riccia oltre a essere soddisfatta di quello che aveva appena fatto, aveva premuto il pulsante.

Neil non sembrò percepire niente a differenza di Hela che sentiva eccome, ma che non la nuoceva affatto. La stessa cosa non si può dire dei 37 Eretici che si tappavano le orecchie mentre i civili cercavano di capire cosa stesse succedendo.

<Ha funzionato> disse Hela andando a toccare con l'indice e il medio sull'auricolare.
<Bravissimi, ora pensate a farli uscire tutti quanti e a chiudere i civili in palestra> disse Steve congratulandosi.

Il suo sguardo cadde su Holly, piegata a terra dal dolore. Quella visione, piaceva a tutti, perfino a Peter che si pensava fosse incapace di odiare qualcuno a tal punto da volerlo vedere soffrire.

Hela scese dal palco e si avviò correndo verso i suoi amici tirando su il vestito per non inciampare.
<Non escono> disse Neil facendole notare questo minimo ma importante errore.
<Forse non é troppo forte> sussurrò Ned.
<É al massimo> rispose Hela cercando di farsi venire un idea.
<Potresti collegarlo all'impianto DJ di Flash> aggiunse Ned.
<Cavolo Ned sei un genio> disse lei battendogli il cinque e correndo il più veloce possibile verso le casse di Flash che pur cercando di allontanarli dalla sua costosa apparecchiatura, dovette cedere inconsapevole che avrebbe aiutato i supereroi più forti del mondo.

Il suono si fece più violenti che le urla degli Eretici divennero assordanti, uno di fila all'altro uscirono dalle porte, altri volarono spaccando i vetri e altri ancora si smaterializzarono.

Hela iniziò ad avere dei giramenti di testa.
<Sorella?> Si allarmò Neil.
<Riesco a sentirlo, non e piacevole fratello> disse lei tappandosi le orecchie, perché all'improvviso sentiva questo suono che sapeva di dolore al gusto di voglia di morire.
<Hela prendi i miei> disse il fratello cercando di levarseli.
<Se solo ti azzardi... Sto bene> disse tirandosi su e correndo verso l'uscita.

<Voi due avete il compito di tenere dentro tutti, non fate uscire nessuno, é pericoloso> disse Neil. Lui ed MJ di guardarono per qualche secondo, non consapevoli forse del fatto che Neil sarebbe potuto morire di nuovo, e questa volta in modo permanente.

Si decisero a baciarsi, uno di quei baci da tipo "non é detto che sia un addio ma é comunque un addio". Fu un bacio di sfuggita ma che fece sorridere entrambi.

<Buona fortuna> sussurrò Ned a tutti e tre.

Uscirono dalla palestra e la scena era a dir poco da New York 2012.
<Ha funzionato, dobbiamo allontanarli> urlò Thor dall'auricolare.

Stava per iniziare la battaglia. La torta invece ancora li aspettava.

Hela e Neil salirono sul tetto della scuola mentre Peter si era allontanato per infilarsi la tuta.
<Canti proprio bene dolcezza> disse Sam infilandosi i suoi occhiali e ridacchiando.
<Grazie> sussurrò lei guardandosi intorno.
<Clint e Steve arriveranno tra qualche minuto, hanno loro le tue armi> sussurrò Bucky riprendendo a sparare contro una Eretica dai capelli rosa e piercing dappertutto, aveva l'abilità di un mutaforma dato che era diventata un... Uccello. Si ragazzi proprio un piccolo uccellino che riuscì a mimetizzarsi sfuggendo alla vista acuta del soldato d'inverno.
<Bastarda> imprecò Bucky ricaricando l'arma.

<Sorella> sussurrò Neil prima di trascinarla un po' più lontano da Sam che era appena spiccato in volo e Bucky che si era gettati giù dal palazzo atterrando straordinariamente in piedi e riprendendo a combattere contro la mutaforma.

<Potremmo non rivederci> sussurrò.
<Non dire così fratello> cercò di divincolarsi da quelle parole, parole che la portavano al desiderio di tapparsi le orecchie come un bambino.
<Ho promesso che sarei morto pur di proteggerti> sussurrò lui.
<Abbiamo fatto questa promessa insieme, se dovesse succedere, allora moriremo insieme> disse la riccia torturandosi il labbro inferiore.
<Promettimi che questa promessa non sia vana> disse lui estraendo il suo mignolo.
<Te lo prometto> sussurrò lei sull'orlo di piangere stringendo il suo mignolo a quello del fratello.

<Ragazzi> Clint era appena arrivato ma di Steve nessuna traccia.
<Dov'é Steve> chiese Neil.
<Stanno avanzando verso i confini del Queens, non riusciamo a fermarli> disse l'uomo poggiando a terra una valigietta e aprendola.
<Questo è tuo, ci sono arco, frecce e faretra. Ho sostituito le frecce con le mie, hanno varie funzioni> iniziò lui cercando di spiegarle quello che potevamo fare.
<Grazie Clint, so già come funzionano, sono una fan> sussurrò lei chianandosi davanti a lui e caricandosi sulle spalle le frecce.
<Sta attenta piccola spacca-culi> disse lui alzandosi e voltandosi verso le luci di sfondo che si celavano a una decina di chilometri dalla scuola.

Hela infilò i suoi gemelli sulla cintura dell'abito per poi studiare a fondo attraverso l'orologio le frecce. La faretra era identica a quella di Clint, bastava premere uno dei quattro pulsanti posti sul suo fondo per poi scegliere la categoria di freccia da usare.

Clint era sceso dal tetto e con una moto si stava dirigendo verso i confini del Queens.
<Ti do un passaggio?> Chiese Neil illuminandosi di viola.
<No fratello, devo controllare che tutti siano lì> esclamò lei prima di correre giù dalle scale per poi dirigersi verso le strade buie e distrutte.

I piedi le facevano male, i tacchi erano troppo alti e faceva fatica a correre ma avanzava lentamente con una freccia neutra tesa verso il basso.

Si sentivano dei rumori di sottofondo, oltre a quelli delle fiamme ovviamente, come gemiti, di dolore..

Si avviò verso il vicolo da cui arrivavano per poi intravedere una figura sanguinante stesa per terra che cercava di placare con la mano un'emorragia.
<Sta tranquilla, ti aiuto io> disse la riccia caricandosi l'arco sulla spalla e correndo da quella che sembrava una ragazza bionda occhi azzurri, posando le sue mani sulla ferita per fermare l'esagerata fuori uscita di sangue.
<Come ti chiami?> Chiese la riccia.
<S-sidney> sussurrò la ragazza chiedono gli occhi.
<No no resta sveglia> iniziò ad agitarsi.

D'un tratto però un'altra figura di materializzò davanti a lei, era buio e non riusciva a distinguerne il volto. Lo fece solo quando quella figura fece un paio di passi avanti mostrando il suo volto alla scarsa luce si un lampione.

Era la stessa ragazzi stesa per terra morta.
<Ma che diavolo?> Esclamò Hela vedendo dissolvere quella che doveva essere una finta ragazza proprio tra le sue mani sporche di sangue immaginario.

La ragazza aveva un abito da cerimonia ciò vuol dire che era un eretica con poteri di duplicazione a livello sia molecolare che cerebrale essendo anche molto realistica.

<Ti ricordi di me?> Sussurrò quella ragazza con voce molle facendo sempre più passi in avanti. Le sue di trovarono al centro della strada che prendeva sempre per andare a scuola.

<No> sussurrò la riccia.
<Lascia che ti rinfreschi la memoria> disse facendo materializzare un oggetto tra le mani di Hela che la fece sobbalzare. Una catana.

Hela sospirò al ricordo di chi si celava dietro all'essere che aveva davanti.
<Sidney Swinny> sussurrò Hela rivolgendole un sorriso compiaciuto.
<Vedo che mi rivolgi lo stesso sguardo di una volta> disse lei facendosi materializzare una catana tra le mani della riccia.
<Sai Hela Stark, dopo aver saputo che sei... Scusa. Eri. Un Eretico criogenico morivo dalla voglia di avere la mia rivincita> disse lei muovendo avanti e indietro l'arma.
<Il fatto che Chione sia morta, mi eccita da morire. Sai ho più possibilità> disse battendo le mani.

<É vero, Frost é morta ma... Non sono mai stata così potente in vita mia. Se vuoi batterti di nuovo va bene, ma aspettati una sconfitta proprio come l'ultima volta> disse Hela tendendo la catana in avanti e mettendosi in posizione.

Le due iniziarono a combattere, per Hela si prospettava una battaglia non facile come l'ultima volta, ma come sempre, riusciva ad avere la meglio dato che scaravantò la catana della bionda lontana da lei.
<Tu mi hai rovinato la carriera da promettente spia> disse lei.
<Non é colpa mia se ti sei fatta battere da una matricola con ambizioni da soldato> disse Hela.

Per chi non lo sapesse alla DOGGH, le ragazze erano destinate a diventare spie stile Vedova Nera e i ragazzi a diventare soldati stile soldato d'inverno.
Hela aveva grandi capacità nell'essere una spia, la migliore del suo corso e forse anche di tutta l'accademia, ma il suo sogno era di diventare un soldato. E ci riuscì anche prima di abbandonare tutto.

<Anche se sei un ibrido targato Doggh, sappi che questo non ti rende invincibile> disse lei facendo materializzare un altra catana tra le sue mani.
<Hai intenzione di uccidere la nipote del tuo creatore?> Chiese Hela alzando il sopracciglio.
<Non ne sarebbe felice sai. Ma io lo sarei altrettanto> disse scacciando un urlo di forza, con una mano tirò su l'abito e con l'altro sferrò un colpo a Hela che riuscì a respingere con la sua arma di ferro.

La bionda cercava in tutti i modi di colpirla mentre Hela puntava più sulla difensiva. Tutto ciò fin quando la catana di Sidney sfilò sulla spalla di Hela lasciandole un lungo graffio sanguinante. La riccia gemette andando a premere contro la ferita che lasciava scappare sangue che andava a toccare persino le dita delle sue mani.

<Proprio come l'ultima volta eh> disse Sidney sorridendo, la stessa ferita aveva inflitto all'avversaria l'ultima volta.

Hela ripartì all'attacco questa volta non facendo caso alla difensiva ma passando direttamente in attacco. La furia che si era appena precipitata su Sidney le impediva di placare tutti i colpi dato che ne ricevetti uno dritto alla stomaco.

<Sento la tua pelle che cerca di cicatrizzarsi, ma non ci riesce> sussurrò Hela tenendo la lama salda alla sua pelle.

<Proprio come l'ultima volta> sussurrò al suo orecchio prima di tirare suoi la lama dal corpo della ragazza.

<Holly ti ucciderà, e se non lo farà lei, lo farà il grande capo> urlò Sidney prima correre via, nella direzione opposta alla battaglia. Un Eretico in meno.

Mentre Hela camminava l'armatura di suo padre atterrò a qualche metro dal suo corpo provocando anche un grande rumore.

<Ti ho cercata dappertutto> disse arrabbiato Stark mostrando il suo volto fuori dal casco.
<Che cosa ci fai qui, dovresti essere lì a combattere> disse Hela gettando a terra la catana che non le serviva.
<Che ti sei fatta alla spalla> disse avvicinandosi di scatto.
<Non é niente di che, solo uno scontro con una vecchia vittoria> sussurrò sorridendo.
<Non devi venire in battaglia, siamo tutti feriti ma non ci stiamo fermando, non andrà bene> disse Stark.
<Papà non erano queste le promesse, avevamo detto che avremmo combattuto tutti quanti> disse lei alzando la voce.
<Mi dispiace ma non posso permettermi di portarti in contro alla tua morte>
<Non morendo qui morire comunque domani e dopodomani, l'infezione ha raggiunto lo stadio finale. Non ho niente da perdere> disse lei ferma.
<Ecco perché ora mi darai un passaggio sul campo di guerra> disse lei alzando il mento per mostrarsi fiera.

<E va bene Stark> disse indossando il casco e tendendo la mano alla figlia. Quest'ultima l'afferrò e si trovarono in volo dove la figlia dovette reggersi per non scivolare dalle mani metalliche del padre.

Arrivarono e la scena era straordinaria tanto quanto terribile. Fasci di luce colorati volteggiavano per le strade, si sentivamo urla e gemiti ma da quel che la ragazza aveva percepito, nessuna era emessa dai suoi amici.

<Hela, fatti portare sul palazzo opposto al mio, copriremo terreno dall'alto> si sentii dire la riccia dall'auricolare, a parlare era Clint che sferrava freccia di qua e di la nel tentativo di attutire la battaglia.

<Ti accompagno io sorella, aspetta li> urlò Neil arrivando in volo prima di essere fermato da tre Eretici che gli caddero proprio addosso.

Hela corse nella sua direzione, Neil cercava di divincolarsi ma i tre Eretici, due maschi e una femmina, lo tenevano fermo per terra nel mentre che la ragazza pronunciava alcune formule.

Hela tese la freccia e la scoccò dritto al petto della ragazza. Quest'ultima cadde in terra e i due andarono ad aiutarla. Le estrassero fuori la freccia e pareva non essere morta, ecco perché Hela fece un sospiro di sollievo.

I tre scapparono prima di entrare in una specie di portale per poi scomparire.
<Sembrava di essere in Sabrina vita da strega> disse Hela andandogli incontro.
<Guarda caso quella psicopatica si chiama Sabrina> disse lui prima di avvolgere un braccio lungo il busto e portarla in volo sopra il palazzo da prima indicato da Neil.

<Dimmi una cosa sorella, quella canzone era dedicata a lui> disse prima di acciuffare due Eretici che stavano per colpire Nat, li avvolse in una bolla Viola ed iniziarono a fluttuare sempre più in alto fino a scomparire.
<Sta zitto e va> disse Hela tendendo una freccia contro la gamba di un Eretico in battaglia per terra.

Neil si innalzò in cielo e andò a combattere, con lui, per aria vi erano anche Stark, Sam e Wanda che combattevano contro gli i nemici in volo che non erano neanche pochi.

Clint scoccò una freccia che esplodendo portò nell'aldilà 5 di loro, Nat invece si limitava a sparare con due pistole contro gli Eretici alla su portata. Thor e T'challa si erano alleati e facevano vari giochetti a base di tuoni. Cap combatteva sul tetto contro un uomo, quell'uomo...

<Steve?> Urlò Nat all'auricolare vedendolo cadere da un grattacielo.
<Ci penso io> urlò Peter che dopo aver appiccicato un Eretico al muro saltò nel vuoto afferrando Steve per la mano e attaccandosi con l'altra ad un antenna che a poco avrebbe ceduto.
<Ehmm ragazzi! Mi sta scivolando> urlò Peter.
<Lascia! Vado io> Disse Sam prendendo al volo Steve. I due atterrarono in piedi e sembravano stare bene.
<Capitano, chi era?> Chiese Hela consapevole della risposta.
<Sicalis> sussurrò lui ansimando.
<Non fare niente di stupido Hela, lascia fare a me> disse Tony.
<Non se ne parla neanche, voglio che una freccia lo colpisca dritto alla trachea> urlò lei.

<Vado io, poi magari potrai farlo> urlò Stark andando verso il tetto.
<Bene bene, Tony Stark> la voce profonda invase i timpani del miliardario.
<Ma chi si rivede, il bastardo> disse Stark usando il suo tocco magico.
<Sai tra tutti mi aspettavo particolarmente la tua presenza> disse lui giocherellando con un porta chiavi molto strano. Vestiva come il suo solito, da bastardo intendo.
<Eri quindi consapevole che sarei venuto ad ucciderti> disse Stark tendendo la mano in avanti pronto ad usufruire dei suoi propulsori.
<E perché dovresti, io non ti ho fatto niente>
<Hai rovinato la vita a mia figlia, mi hai fatto tutto>
<Neanche sapevi di averla una figlia>
<Non provocarmi> iniziò ad alterarsi.
<No no, dovremmo parlarne sai, hai abbandonato una donna incinta>

Stark preso dalla rabbia sparò, ma Aron non ne risentì proprio niente, al massimo indietreggiò di qualche passo per la forza che aveva ricevuto.
<Sai, ho creato fin troppi Eretici, pensi veramente che non sia ingrado di inventare qualcosa per fermare la rovina della mia famiglia>
<Tu non hai una famiglia> sussurrò il padre caricando molti colpi.

<Papà é inutile, so cosa ha fatto, avevo visto alcuni suoi progetti in Russia> urlò Hela che ormai era a corto di freccia.
<C'é bisogno di velocità e una composizione criogenica> urlò lei.
<Che cosa vuol dire> chiese Sam.
<Vuol dire che devo portarlo il più in alto possibile> realizzò Stark.
<Esatto papà, solo allora potrai colpirlo ma devi farlo in caduta libera, prima che il ghiaccio si sciolga> urlò lei.

Il padre corse verso Aron che non capiva e insieme si innalzarono in volo.

Intanto ad Hela si era avvicinata una figura maschile.
<Damon Salvatore, che piacere rivederti> disse ridendo mentalmente al nomignolo che gli aveva dato.
<Non ne sarei così certo Stark> rispose avvicinandosi alla ragazza e posando le sue mani alle sue spalle.
<Ora tu prenderai quel coltello e lo userai per ucciderti> disse lui, Hela riusciva a vedere le sue pupille allargarsi e ristringersi, prese il coltello e se lo puntò dritto al petto, poi invece di infilarselo tra le costole lo scagliò dritto contro l'Eretico-vampiro.

<Dopo l'ultima volta non dovresti aver imparato che non puoi soggiogarmi. Mi hanno addestrato per questo> disse lei sfilando via il coltello dalla pelle dell'avversario che se la diede a gambe levate.

<Hela, Holly corre verso di te> urlò Bucky da terra dopo esser caduto.
<Vieni qui piccola bastarda> urlò Hela.

Davanti a lei si presentò la stessa figura dell'ultima volta. Occhi rossi, vibrante e voce contorta.

<Non hai possibilità contro un velocista> disse lei pavoneggiandosi.

Hela lo sapeva bene ma niente glielo impediva. Iniziò a scegliere pugni su pugni ma sembrava di colpire il vuoto. Allorché le arrivarono una raffica di pugni su tutto il corpo, tutto ciò a velocità super sonica.
Successivamente la rossa spinse con forza la riccia verso il muro bloccandola in quella posizione.

<Questo intendevo> disse portando in avanti la mano che iniziò a vibrare con una velocità non immaginabile.
<Vuoi fermarmi il cuore con la tua mano> disse Hela gemendo al contatto della mano scomposta nella sua pelle che pian piano sorpassava la cassa toracica per poi sentire il contatto imminente con il cuore.

All'improvviso la ragazza si voltò afferrando una freccia a qualche centimetro dal suo collo e ritirando la mano vibrante dal petto di Hela.

<Dimentichi quanto sia veloce Barton> disse lei con la freccia ancora rivolta a se stessa.

Hela prese in considerazione l'opportunità che aveva e con uno scatto silenzioso conficcò uno dei suoi gemelli al centro della schiena della ragazza, in un punto dove non poteva levarselo.

La ragazza cadde in ginocchio dolorante mentre cercava di levarselo.
<Se stai combattendo contro più avversari, mai concentrarsi su uno solo> recitò a memoria le parole a lei dette e ridette dietro le mura di una struttura di morte.

<Grazie Clint> disse andando verso di lui.
<Di niente Stark> rispose facendo il saluto militare.

D'un tratto, mentre Hela faceva rifornimento di frecce, arrivarono Peter e Steve.
<Stanno diminuendo ma la tecnica che stiamo usando fino ad ora non funziona> disse Steve caricandosi lo scudo sulle spalle.
<Papà a che punto sei> chiese Hela all'auricolare.
<Al punto che ci sto lavorando> urlò quest'ultimo ancora in volo.

<Dobbiamo dividerci, dall'altra parte ci sono Wanda, Bucky e Nat che combattono da soli> disse Peter rivolgendo uno sguardo a Hela.
<Perfetto> disse Hela avvicinandosi sempre di più al davanzale.
<Hela aspetta, non abbiamo un piano d'attacco> disse Steve.
<Io ho un piano: attacco> disse sicura di sé caricandosi l'arco sulla spalla e con una rincorsa gettandosi giù dal palazzo.

In risposta Peter fece un tuffo afferrandola al volo e portandola a qualche metro da Steve e Clint che erano rimasti a massimo un kilometro di distanza.
<Holly é scomparsa> urlò Steve dall'auricolare.
<Non ci metterà molto a ritornare> disse Hela atterrando assieme a Peter.

<Era l'ora piccioncini> disse Nat stesa a terra cercando di tenere un Eretico lontano dalla sua faccia.
Hela in risposta sferrò una freccia verso il ragazzo che si accasciò a terra ancora in vita fortunatamente.
<Non c'è di che> disse Hela caricando di nuovo l'arma.

D'un tratto una serie di spari colpirono in direzione di Hela e Peter. La ragazza caricò l'arco e lo trafisse, a dargli il colpo di grazia fu un proiettile da parte della Vedova Nera.

Sembrava andare tutto bene fin quando Hela non si girò intravedendo il suo incubo realizzarsi. Peter aveva la mano premuta contro il petto che grondava di sangue, cadde a terra morente...

<No!> Urlò Hela raccogliendo il suo lungo e rovinato abito blu correndo verso la figura ormai stesa a terra in una pozza rossa.
<Resisti> sussurrò lei posando le sue piccole mani sulle sue grandi cercando di fermare l'emorragia in corso.

Il ragazzo boccheggiava in cerca di aria da inalare e nel mentre, la più grande paura di Hela si avverò vedendo gli occhi di Peter ribaltarsi all'indietro lasciando andare il suo collo di lato. Segno che...

<Peter? Peter non scherzare, svegliati> iniziò a strattonarlo come ignara di quello che era appena successo.

Le lacrime iniziavano a solcarle la pelle danneggiata come fontane dopo aver finalmente capito.
<No t-i prego... P... Peter non mi fare questo> sussurrò singhiozzando e levando le mani bagnate di rosso dal suo corpo.
<Peter io ti amo, ti amo da impazzire... anche io voglio stare con te per sempre, ma ti devi svegliare> pianse e pianse come una matta sul corpo del ragazzo.

La battaglia si attutiva, gli Eretici erano quasi finiti e gli Avengers sembravano stare più tranquilli. Stark era ancora in volo e molto probabilmente avrà già raggiunto la quota necessaria per fare fuori Aron.

Tutti erano tranquilli, tutti tranne Hela. La sua mente distrutta sotto ogni punto di vista cercava di colmare ogni vuoto con dello stucco, stucco a base di amore ma letale in quel momento...

"Prima della fine del film mi accorsi che si era addormentato, aveva un braccio avvolto su di me, avrei voluto restare così per ore, e così fu.

Lo stavo guardando mentre dormiva sul mio petto, non riuscivo a distogliere lo sguardo, mentre gli accarezzavo i capelli giunsi ad una cruda conclusione: ho preso una cotta per Peter Parker..."

Era quel fatidico giorno, il giorno in cui Hela finalmente si era permessa di amare qualcuno, e per quanto allora fosse la cosa più bella che le fosse mai capitata nella vita, ora sembrava solo una tortura immaginaria, una di quelle che non sarebbe mai finita.

Stringeva forte la sua mano insanguinata prendendo la testa del ragazzo e poggiandola sulle sue gambe coperte come da fargli da cuscino.
<Q-quella canzone era per te> sussurrò passandogli la mano sulla guancia

<Ti amo tanto Peter Parker, ma... Io non ti avrò più> strozzo le sue lacrime il più possibile, nel tentativo vano di farlo scacciò uno degli urli più forti mai sentiti. Tale scarica le diede una potenza lontanamente immaginabile.

Neil, T'challa e Bucky, che avevano scoperto per primi quello che era successo al loro piccolo amico, stavano correndo verso la loro direzione, tutto ciò fin quando non si udì un forte e famigliare boato, i tre ragazzi vennero catapultati lontano.

Il vapore bianco ghiaccio si stava piano piano dissolvendo e al centro di celava una figura, tanto nuova quanto familiare.

<Ehm ragazzi? Ditemi che quella Chioma bianca non é lei> urlò Sam in lontananza.

<C-chione?> Sussurrò Neil alzandosi, la figura lo scrutò dall'alto verso il basso per poi notare Peter muoversi. Qualcosa lo aveva riportato nel mondo dei vivi, probabilmente il forte boato.

La ragazza camminò verso di lui in modo lento e costante. Si chinò verso di lui che tentava disperatamente di aprire gli occhi. Posò la sua mano sul suo petto illuminando ulteriormente le sue iridi. <É-é bello vederti Frost> sussurrò lui tra gemiti i conati di sangue.
<Vale anche per me Aracnoide> si alzò dal suo corpo rivolgendo di nuovo uno sguardo verso Neil e T'challa fermi come manichini.
<Forse potrei abituarmi a quel nome> disse sorridendo, il suo sorriso però svanì nel vedere Bucky apparire da dietro ai due tenendosi la mano di vibranio.
<Frost?> Sussurrò lui, lei non ebbe tempo di rispondergli che venne assordata da una voce disperata dall'altra parte dell'auricolare.
<Stark sta cadendo e non reagisce, non riesco a sollevarlo> disse Wanda.

Chione si girò di scatto notando veramente una figura cadere sempre più vicina a terra.
<Dov'è un Hulk quando serve> imprecò lei avvicinandosi dal davanzale.

Stava per far materializzare una strada di ghiaccio stile vecchi tempi sotto si suoi piedi per salvare suo... Mmm... Padre? Il che é strano, il suo vero nome é Chione Stark, mentre il suo nome da supereroe o super cattivo é Killer Frost. A lei questi nome però piacevano tanto.

Vide la scia che tanto odiava dirigersi verso i due palazzi coperti da Hela e Clint e iniziare a correre più velocemente possibile in senso orario.
<Che sta facendo?> Chiese Sam.
<Sta creando un wormhole> rispose Chione.

<Un che?> Esclamò Nat che aveva atterrato due Eretici.
<Avete mai sentito parlare del Ponte di Einstein Rosen? É un buco spazio-temporale che introduce nel mondo dello spaziotempo, si dice che grazie a questo si abbia accesso al multiverso, ma non si é mai arrivati a una certezza concreta> rispose lei.

<Non pensavo fossi così colta> sussurró Neil cercando di non farsi sentire.
<Sono parole sue> sussurrò a sua volta.

<Aris? Esisti ancora?> Chiese lei smanettando goffamente sull'orologio.
<É bello rivederla Chione> rispose l'intelligenza artificiale soddisfacendo i nuovi gusti della ragazza.

<Grazie Aris, quanto tempo ho prima che si spiaccichi per terra?> Chiese lei.
<2 minuti> rispose.

<Chione, non riesco più a tenerlo, sono troppo debole> si sforzò di dire Wanda venendo la sua magia scomparire gradualmente, si stava indebolendo a causa della lunga battaglia. Intento il wormhole si stava allargando, il bello era che era capovolto ed avrebbe accolto Tony. Holly era desiderosa di vendetta perché... Aron ora é disperso nello spazio. Che goduria.

Chione si fece strada per il cielo posando i suoi piedi nudi sul freddo pavimento di ghiaccio.

Si fermò nel mezzo dei due palazzi, nel punto più alto che poteva toccare.

Sprigionò un sacco di magia dalle sue mani e i suoi occhi si illuminavano sempre di più arrivando a sembrare due lucciole.

<Ehm, Rossa, restiti qualche altro secondo> urlò Chione dimenticandosi del nome della ragazza che aveva posseduto per qualche minuto, era stato divertente però.

Wanda obbedì. Tutti stavano guardando la scena, di eretici ne erano rimasti ben pochi, molto potenti però, Neil voleva raggiungere la sorella di sua sorella ma venne fermato da due suoi vecchi compagni. Caroline e Matt... Non aveva tempo da perdere con loro, tanto vale farsi ammazzare che lasciare incostudita la persona cui teneva. Ecco perché iptò per una bolla viola che li avrebbe tenuti fuori gioco per un po'.

Chione assieme a Wanda aveva attutito l'atterraggio di Stark che ora si trovava steso privo di vita.
<A-aris?> Balbettò per la prima volta la ragazza.
<Funzioni vitali deboli, c'è una grande percentuale di guarigione> disse l'intelligenza facendo tirare un sospiro di sollievo alla ragazza.
<Stark svegliati> lo strattonò lei.
<Stark avanti non c'è tempo> sussurrò lei in presa all'ansia.

<Muovetevi la su, non possiamo raggiungervi in volo, il buco risucchia tutto e potreste finirci dentro> urlò Sam.
<Dannazione> imprecò.
<Non hai le abilità di Hela e probabilmente non ricordarai niente di tutto ciò, sono stata con Saman- Mamma, mi ha raccontato un po' di cose si di te, su Hela e su di me. A quanto pare sono tuo figlia pure io e il mio nome é Chione Stark. Suona veramente male. Ma -tirò un grosso sospiro pensando a quello che avrebbe fatto a poco- non c'è scampo da un wormhole, non sono abbastanza potente da salvarvi entrambi, ma se scegliessi lei, sarei un egoista perché lo farei anche per me. Come posso vivere con te nella coscienza e con lei che mi odierà per sempre... Mi dispiace per avervi causato tutti questi problemi. Mi dispiace> sussurrò alzandosi. Avvolse fasci di gelo sull'armatura del padre cercando con estrema fatica di sollevarlo in aria.

Maneggiava con le braccia, e muoveva le dita dirigendo il corpo del padre dritto tra le mani tremanti di Steve.

Una volta essersi accettata della sua sicurezza, respirò per un ultima volta l'ossigeno a lei negato prima di lasciare spazio a Hela.

Hela prese a sua volta un grosso respiro, sapeva quello che le aspettava, lo avrebbe fatto a testa alta però...
<Thor?> Chiamò lei. Vide l'uomo in lontananza correre verso di lei cercando di fare uno dei suoi giochetti da dio del tuono, ma era ferito...
<Potete mangiare quella torta> sussurrò lei. Nessuna aveva la forza di rispondere ne tanto meno fare qualcosa, speravano fosse semplicemente un sogno.

Il vento le scompigliava i ricci, un odore di sangue le inondava le narici. Le sue guance pizzicavano. Si sentiva bene però.

<Peter Parker é in arresto cardiaco> la avvertì Aris. Quel senso di pace la abbandonò all'istante.
<Cos-?> Cercò di dire prima che le sue parole potessero essere mozzate dalla rottura del ponte.

La ragazza non emise nessuno suono, già le bastavano le urla degli altri.

Le sue gambe e braccia erano rivolte verso l'alto a causa della velocità con cui precipitava, il vestito si muoveva freneticamente a causa del vento e i ricci le avvolgevano del tutto il volto coprendo la sua espressione neutra.

Un bagliore di luce la accecò completamente prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi al buio più totale.

Il sogno di Peter Parker si era avverato...
***

"Anonimo pov's"

Stavo correndo per la città, avevo bisogno di schiarirmi le idee, mi aiutava a rilassarmi.

D'un tratto, vidi un wormhole aprirsi imponente sopra la città.
<Dimmi che lo vedi anche tu> dissi all'auricolare sperando che il mio amico mi possa rispondere.
<Odio i wormhole> sussurrò dall'altro capo, avevamo avuto una brutta esperienza in ciò e non eravamo pronti per un altra.

<Aspetta, é una persona quella?> Chiesi.
<Non lo so> sussurrò lui.

Corsi il più veloce possibile, notavo questa figura cadere, di essa potevo notare solo un vestito blu.

La presi al volo posandola a terra ed inchinandomi danzi a lei. Era una lei...
<É una ragazza, adolescente credo, non reagisce ma c'è battuto> urlai per farmi sentire.
<La porto in ospedale> dissi cercando di prenderla in braccio ma venni fermato.
<Ma sei impazzito, cade da un buco nello spazio e tu vuoi portarla in ospedale?> Strillò la dottoressa nonché una mia cara amica.
<No, aspetta, qualcosa non va> sussurrò l'altro fermandomi.
Non risposi, aspettavo che mi dicesse qualcos'altro.
<Portala subito ai Laboratori Star>

f i n e

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