Capitolo 43
"Hela pov's"
Mi svegliai a causa di qualcosa che mi toccava ripetutamente.
Mugolai prima di aprire gli occhi e di ritrovarmi davanti Purpleboo con uno straccio intento a pulirmi quello che sembrava essere sangue, perché ho del sangue addosso?
<Levati> dissi con voce strozzata prima di scansare il ragazzo.
<Prego> disse lui seccato, ma come? Si aspettava pure che lo ringraziassi?
<Vuoi che ti ringrazi?> Chiesi.
<Non dovrei essere qui a lavarti> disse strizzando lo straccio che rilasciava un forte colore rosso.
<Allora perché lo fai? Compassione?> Dissi cercando di muovermi anche se però avevo una strana sensazione, come se qualcosa mancasse.
<Emm> disse cercando di trovare le parole giuste.
<Che ci fai tu qui> disse James furioso entrando e prendendo per la manica il ragazzo.
Non sapeva che rispondere e a dir la verità pur avendomi piantato una catana da lato a lato sembrava piú una vittima che un colpevole.
<Cercava di rendermi presentabile> disse tossendo.
<Va fuori prima che ti incateni accanto a lei> disse spingendolo fuori dalla porta.
In quel momento mi accorsi della presenza di Holly che sembrava esausta, piena di sudore e del sangue che le colava giù da una ferita alla fronte.
<Bene bambina mia, come ti senti> chiese con fare protettivo, ma che si andasse a far fottere.
<Non mi serve un padre, quello ce l'ho già> dissi disgustata dal suo modo di fare.
<Intendi il Tony Stark che non sapeva di aver messo incinta un'altra puttanella?> Chiese con in faccia un ghigno stampato.
<Va all'inferno> dissi inarcando il collo e assumendo nel mio volto uno sguardo mescolato tra disgusto rabbia e tristezza, l'uomo non fece niente, solo sghignazzare.
<Sai perché mi sono unito a Sicalis?> Chiese dopo un successivo silenzio di riflessione da parte sua.
<Perché ti serve qualcuno che ti cambi il pannolino?> Risposi facendolo arrabbiare un tantino.
<Perché posso fare di te quello che voglio> disse rivolgendo uno sguardo verso Holly che nascondeva il suo volto da James, povera ragazza, sembrava distrutta.
Deglutii a fatica ripensando alle parole che mi aveva appena rivolto, non volevo riaccadesse.
<Che cosa le hai fatto?> Chiesi dimenticandomi delle mie paure e soffermandomi su quello che stava vivendo quella ragazza.
<Se proprio ti interessa non l'ho vista nuda> disse andando un secondo dietro la porta per poi prendere un secchio d'acqua.
<Non sai quanto é straziante la mia voglia nei tuoi confronti.... Ma per ora mi limito a seguire i comandi e a farti soffrire il piú possibile> disse sbattendomi l'acqua contro bagnandomi completamente.
<Hai intenzione di farmi il bagnetto?> Chiesi irritata.
<Non proprio> disse prendendo la sedia e sedendosi a lato della stanza.
Non capivo fino a quando non fece un fischio attirando Caroline e il ragazzo di prima seguiti da un altro ragazzo bruno occhi marroni molto famigliare che teneva in mano due tubi dell'elettricità che avvicinati l'un altra emettevano delle scariche che sembravano proprio belle pesanti.
Capii quello che volevano fare, allorché decisi di rivolgermi a Frost che però non rispondeva nonostante i miei richiami disperati.
<Chione non ti risponderà, non piú> disse il bruno avvicinando i tubi al mio corpo e facendomi urlare dal dolore.
Incominciai le pratiche insegnate nell'accademia. Dopotutto non erano delle pratiche, solo dei giochetti mentali che mi permettevano di convincermi di non sentire tanto dolore.
Infatti smisi di gridare, emettevo solo dei leggeri lamenti strozzati ma niente di piú.
<Perché non é come quell'altra, lei resiste> disse la bionda avvicinandosi al mio corpo completamente bagnato, non so se di sudore o di acqua.
<Cazzo... Me ne sono dimenticato> disse James forse capendo.
<Che vuol dire> chiese il ragazzo di colore.
<L'accademia...> Disse il bruno.
In quel momento mi ricordai di chi fosse quel ragazzo, era più grande di me di due anni e andava anche lui all'accademia, riconosciuto tra uno dei migliori studenti e un ottimale combattente, fu reclutato per alcune missione e da lì non ebbi notizie di lui. Ero una sua grande fan, ma la mia stima per lui era appena passata.
<Matt Donot> dissi alzando a fatica il volto.
<É un piacere conoscere la migliore delle matricole> disse prendendomi il mento tra le dita con un sorriso compiaciuto.
<Non sei obbligato> dissi con voce strozzata.
<Forse non hai capito il vero motivo per cui io e te frequentassimo l'accademia> disse successivamente.
Sembrava che solo io e Matt avessimo frequentato l'accademia dato che gli altri non capivano di cosa stessimo parlando.
<Eravamo destinati a essere speciali> disse Matt scansandosi da davanti a me.
<Da come Sicalis raccontava di te, sembravi una leggenda, invece hai solo paura di uccidere> disse infine Caroline.
L'accademia... Era ed é tutt'ora qualcosa di piú losco, io me lo sentivo da dentro, ma respinsi tali pensieri convinta fosse solo dovuto ai loro metodi cruenti, ma ogni anno sparivano alcuni alcuni. Se non avessi abbandonato, ora che persona sarei?
<Se ti interessa saperlo, tua madre non lo sapeva, solo io> disse James recuperando un altro secchio d'acqua e lo versò completamente contro Holly che lo implorava di non farlo.
<Fermo> urlai attirando l'attenzione del mio ex patrigno e dei ragazzi.
<Non farle del male> dissi sfidandolo a farsi avanti.
<E perché non dovrei farlo> chiese James con un sorriso falso.
<Perché te lo chiedo per favore> risposi sperando ci cascasse di nuovo.
<I tuoi giochetti di persuasione non funzionano più come lo sai?> Disse facendo cenno a Matt di usare i tubi contro di lei.
<No> dissi alzando la voce.
<Perché non colpisci me Matt> dissi attirando la sua attenzione.
Rivolse uno sguardo verso James che gli diede l'ok. Allorchè si avvicinò a me con un sorriso malefico in faccia prima di darmi una scarica piú forte di quella di prima.
***
Non so quando tempo sia passato, ero troppo preoccupata a resistere al dolere, avevo subito sia la mia dose che quella di Holly.
<Ok può bastare> disse James afferrando la sedia e uscendo dalla porta richiamando i tre ragazzi.
Tutti lo seguirono tranne uno, quello che mi stava pulendo dal sangue di cui non conoscevo ancora la provenienza.
Rimase lì fermo con uno sguardo compassionevole mentre io lo guardavo a dir poco male.
<Neil quante volte di devo dire di non avere ripensamenti verso i traditori> disse Matt tornando e richiamandolo.
<Dai amico andiamo via da questo buco> disse nuovamente trascinando il ragazzo che doveva chiamarsi Neil fuori dalla stanza e chiedendo a chiave.
<Perché l'hai fatto?> Chiese Holly con un filo di voce.
<Perché hai già subito abbastanza, io sono ancora fresca> dissi toccandomi i capelli ancora bagnaticci.
Non ebbi risposta allorché sfruttando quel silenzio mi concentrai su Killer Frost che sembrava essere sparita.
<A che pensi?> Chiese la ragazza disturbando il silenzio.
<A Killer Frost, non mi risponde> dissi preoccupata per la mia doppelganger.
<Davvero non ricordi niente> chiese lei con voce tremolante.
<Che dovrei ricordare?> chiesi ansiosa, cosa mi stava sfuggendo.
<Chione é morta> disse lei.
<Intendi la dea delle nevi?> Chiesi io successivamente, non capivo cosa centrasse in tutto ciò una dea della mitologia greca.
<Nostro padre prima di crearci ci dava dei nomi, il tuo doveva essere Chione, doveva esistere solo la tua doppelganger, tu eri destinata a morire ma in qualche modo la tua Chione ti aveva salvata e prese il nome di Killer Frost> concluse così Holly nonostante nella mia mente non avessi ancora tutto chiaro.
<Per nostro padre.. intendi Sicalis?> Chiesi.
Lei annuì.
Poi d'un tratto ricordai, ricordai tutto...
<Intendi che Frost é morta> chiesi nel panico sperando in un no da parte sua.
<Mi dispiace> disse lei prima di abbassare lo sguardo.
Non potevo credere che era morta veramente, era quello il vuoto che avevo dentro, la sua presenza mi completava e ora non c'era piú.
Le lacrime mi rigavano il volto, scuotevo la testa come per cercare di svegliarmi da un brutto sogno ma non accadeva... Ero completamente a pezzi... Avevo addosso il suo sangue...
"Peter pov's"
Decisi di andare nella mia stanza, dopo aver visto quel tipo pulirla da suo stesso sangue mi si spezzò il cuore ancora e ancora, come in un loop senza fine.
Con gli Avengers optammo per fare i turni al monitor, era l'unica cosa che potevamo fare al momento e nonostante tutti stessero per impazzire cercavano di mantenere la ragione per essere pronti a salvarla alla prima occasione che ci si sarebbe presentata.
Dopo qualche ora spesa a parlare con Ned e a informarlo di tutto, pure dell'esitenza di un alter ego ormai morto di Hela, era sotto schock, arrabbiato e triste, voleva rivedere la sua migliore amica quanto io volessi rivedere la persona che amavo.
Qualcuno bussò alla mia porta.
<Devo andare Ned, ti aggiorno> dissi chiedendo la chiamata e aprendo la porta per poi notare che era Stark.
<Novità?> chiesi ansioso facendolo entrare.
Non rispose, come se mi stesse nascondendo qualcosa.
<Signor Stark> lo richiamai, sembrava intento a parlare ora.
<Si é svegliata qualche ora fa... Ha rivisto un suo ex compagno dell'accademia che non é cosa pensavamo fosse ma una cosa piú losco> disse concludendo, ma mi nascondeva ancora qualcosa.
<E?> Dissi incrociando le mani una all'altra.
<É stata torturata dalla recluta dell'accademia e da James con continue scariche elettriche> disse Stark tirando sul col naso.
<Ha evitato che l'altra prigioniera venisse folgorata ma ha dovuto subirne le conseguenze> concluse e questa volta per davvero.
<Come ha preso di Frost> chiesi cercando di non soffermarmi su quei fatti.
<Non se lo ricordava fino a qualche minuto fa, non l'ha presa molto bene>
Mi sentivo inutile, ero seduto in camera mia a non fare niente mente lei passava le pene dell'inferno.
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