Capitolo 13

Mi ero svegliata molto presto, non sarei andata a scuola perché avevo intenzione di perfezionare il mio marchingegno e lavorare al piano.

Ricapitolando, avevo costruito una piccola macchina da posizionare sul mio petto, manca però l'energia con cui caricarlo, uno smorza poteri e in tal caso é l'energia aliena in possesso del Signor Stark.

Sono giunta alla conclusione che lo stage era una pessima idea dato che ero indagata da parte del proprietario quindi sarei dovuta arrivare il sodo, irrompere prendere e sparire.

Non conosco la strutture della torre degli Avengers, su internet non c'è assolutamente niente quindi ero al palo.

Avrei dovuto inventarmi qualcosa di molto efficace in campi del genere, tipo un intelligenza artificiale.

Era un'idea favolosa, c'era solo un problema, non ero capace di costruirla e programmarla a mio piacimento.

Era giunto il momento di spolverare i miei vecchi giocattoli, robottini, ologrammi e computer di vecchia generazione, tutto il necessario per ultimare il piano.

***

Passarono minuti, ore e giorni ed ero ancora in difficoltà, non andai a scuola e in cambio ricevetti qualche chiamata da parte di Peter preoccupato ma nessuna da parte di mia madre, evidentemente ancora arrabbiata, mi ero però promessa che l'avrei chiamata non appena avessi finito con l'intelligenza artificiale.

***

Presi una telecamera per documentare il tutto affinché possa in seguito trovate delle migliorie.

<Prova n.1> dissi iniziando così a provare il lavoro piú faticoso di sempre.
<Primo passo, rispondere al richiamo>
<Aris?> Dissi sperando in una risposta da parte dell'intelligenza artificiale.
<Ciao, io sono Aris, intelligenza artificiale ideata da Hela Stark> disse la voce robotica femminile.
<Ok Aris, non chiamarmi mai per cognome> dissi io, se qualcuno avesse sentito quest'informazione sarebbe stato un problema quindi era meglio tenerla nascosta.
<Eliminare informazione dalla memoria interna?> Chiese Aris.
<No, tenere solo tra le informazioni nascoste>
<Digitare password per l'accesso alle informazioni nascoste> ordinò l'intelligenza artificiale.

Usai l'ologramma creato da me un po' di tempo fa per digitare la password "09/09/1987".

Era la data di nascita di mia madre, essendo che nessuno la conosceva sarebbe stata la piú sicura in assoluto.

<Confermare password> replicò Aris
<Confermo> dissi io.

***

Passai il pomeriggio a perfezionare Aris aggiungendo e levando funzioni, ero fiera del mio lavoro, Aris era in grado e eguagliare senza problemi f.r.i.d.a.y, l'intelligenza artificiale di Tony Stark.

Ormai il mio piano era quasi completamente ultimato, non restava che irrompere nella torre e prendere ciò che mi serviva.

<Aris> dissi richiamandola.
<Come posso aiutarti Hela?> Disse lei.
<Giorno piú ottimale per irrompere nella torre degli Avengers?>
<A quanto previsto il giorno piú ottimale é Sabato prossimo, saranno impegnati in una missione in Svizzera>
<Quante persone rimarranno alla torre?> Chiesi successivamente.
<Una dozzina di guardie> disse.
<La loro esatta posizione?> Chiesi.
<Sulle porte principali, gli ingressi secondari e davanti alle stanze contenenti oggetti di valore>
<Anche davanti alla stanza dove si trova l'energia aliena?>
<Si> rispose, questa non ci voleva, come poteva una 16enne competere con le guardie dei vendicatori.
<Posizione approssimativa della stanza contenente l'energia aliena>
<Nell'ala est> rispose.

Sentii qualcuno suonare al campanello, di colpi spensi l'ologramma, nascosi i miei "giocattoli" e mi avviai verso la porta per vedere chi fosse.

<Ciao> disse Peter non appena aprii la porta.
<Qual buon vento ti porta qui?> Chiesi sorridendo.
<Ero preoccupato per te, sono giorni che non vieni a scuola> disse mentre gli diedi il permesso di entrare.
<Sto bene, avevo solo voglia di restare da sola> dissi mentendo, non doveva sapere niente del mio piano.
<Sicura?> Chiese guardandomi dritto negli occhi, mi venne un brivido, avevo veramente le farfalle nello stomaco, scherziamo?
Annuì mentre c'era ancora del contatto visivo tra noi due.
<Posso farti una domanda?> Chiesi rompendo il ghiaccio.
Lui annuì.
<Come mai conosci il signor Stark?> Chiesi, lo vidi deglutire faticosamente, lo avevo messo in difficoltà, ma la verità che era un po' che sospettavo di lui, le sei continue assenze, i suoi rapporti con Tony non sono cose da sottovalutare, oppure era solo io troppo paranoica.
<Faccio lo stage da lui perché?> Disse con fare ovvio.
<Sai per caso se c'è posto per altri?> Chiesi io riprovando con il mio vecchio piano.
<Non penso, i concorsi sono finiti molto tempo fa>
<Non potrebbe fare un eccezione?> Chiesi io sperando sempre di meno.
<Mi dispiace Hela>. Disse lui
<Va bene non importa, però promettimi che non ne parlerai con lui> chiesi io, lui annuì e si diresse verso la porta per uscire.
<Sono venuto anche per invitarti al saggio di danza dove ballerò> disse lui con un sorriso a 32 denti.
<Fai danza?> Chiesi sorridendo
<Danza classica, contemporanea e hip-hop> rispose
<Mi farebbe molto piacere, quando?> Chiesi io euforica sul fatto che mi abbia veramente invitato.
<Sabato sera> rispose lui con un bel sorriso stampato in faccia.
La mia euforia di colpo svanì, era il giorno che colpo.
<M-mi dispiace Peter, ho un impegno> dissi, il suo sorriso di colpo svanì, mi sentii terribilmente in colpa.
Dalla sua bocca uscì solo un <ah..> e ciò mi fece sentirà ancora piú in colpa.
<Mi dispiace tanto, i-io...> Non sapevo che dire, mi comportavo in modo insolito, sentimi in colpa per non poter andare ad un saggio, ma da quando mi succede ciò.
<Non ti preoccupare, ci saranno altre occasioni> disse sorridendo e varcando la soglia per andare via, io invece rimasi lì sotto la porta a fissarlo mentre si allontanava fino a sparire.

***

Era sera e finalmente decisi di chiamare mia madre.
<Pronto mamma>
<Ciao tesoro>
<Senti mi dispiace ok? Ma non mi pento di aver picchiato un bullo, fa molto di peggio, picchia i deboli, trascina le ragazze in bagno> dissi senza prendere fiato <l'ha fatto anche con me, ma ho saputo difendermi e ora non penso affatto che ci riprovi>
<Che cosa ha fatto?!> Disse quasi urlando.
<Tranquilla mamma, non ci riproverò fidati>
<Se solo si riazzarda a toccarti me ne occuperò personalmente>
<Grazie mamma>
<A proposito, ho un nuovo amico> dissi quasi morendo dalla gioia.
<O mio dio amore é fantastico, e chi é?> disse facendo una voce altrettanto maliziosa.
<Si chiama Peter Parker, é il ragazzo che ho difeso in mensa, beh.. tecnicamente mi ha difeso due volte facendosi picchiare>
<Povero ragazzo, sta bene?>
<Si mamma, solo non so come farmi perdonare, mi ha invitato al suo saggio di danza me non so se andarci> dissi abbassando il tono.
<Direi che é il caso di andarci, ci é stato per te nei momenti difficili, é giusto che tu gli sia accanto nei momenti gioiosi>.
<Si ma ho paura che la sua ragazza si ingelosisca, non le vado molto a genio>
<Lasciala stare, tanto tu sei solo un'amica, o sbaglio?> disse ridendo.
<Dai mamma Peter non mi piace> dissi facendo la finta offesa, ciò provocò una forte risata da parte di entrambe.

Successivamente mi raccontò un po' di come si trovasse a Londra, ha pure incontrato un uomo molto affascinante, per quanto fossi contenta per lei non facevo altro che raccomandarla, non avrebbe sopportato altri eventi simili a quelli con il suo ex compagno.

Ci salutammo e poi mi diressi in doccia, lì stavo rimuginando sull'invito che mi aveva fatto Peter e sulle parole che mi disse mamma, forse era vero che dovebo stargli accanto in un momento felice come quello del suo saggio, ma poi avrei potuto rischiare veramente di fargli del male.

Giunsi alla conclusione che non ci sarei andata, rischiare così tanto quando ormai ero vicina all'ultimare il piano non era tra le mie chance quindi era bene pensare al bene di tutti.

"Spazio autrice"
Allora citti, lo so che Peter non fa danza ma non sapevo che inventarmi, poi Tom faceva danza, perché anche Peter non potrebbe farla, sarebbe figo.
Un bacino❤️

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