Chapter III

Natale era alle porte e Lily, Emmeline Mary, Marlene e i Malandrini erano rimasti al castello.

Lily uscì dall'ora di trasfigurazione, e si incamminò verso la sua stanza, quella che condivideva con James.

Aveva avuto, la geniale idea, di regalargli la nuova scopa per Natale.

Non sapeva nemmeno lei il motivo di quel gesto, ma si ripeteva che era giusto così, insomma, lo aveva fatto a tutti.

Salì così le scale,diretta alla sua camera, fin quando non arrivò di fronte alla Signora Grassa, quest'ultima stava intonando, per dire, alcune parole sconnesse.

"Oh no.." pensò Lily, non era proprio il momento.

«Buongiorno cara, devi per caso entrare? Ma prima devi ascoltare la mia intonazione! Ho l'idea di un concerto la settimana prossima, devo allenarmi! » annunciò il quadro, tossendo e iniziando ad urlare.

Lily sorrise falsamente e strinse i libri al petto, cercando di trattenere il nervosismo e l'istinto ti tapparsi le orecchie «Signora Grassa, sarei lieta di partecipare al suo concerto, ma sono davvero di fretta. L'intonazione è perfetta, solo lavori un po' sul volume.»

La Signora Grassa assunse un espressione fiera «che cara, ti aspetto la settimana prossima» Lily annuì poi sussurrò la parola d'ordine, controllando se nei dintorni ci fossero alunni di altre casate.

Il quadro si aprì e comparve una sala dai colori rosso-oro.

Lily si avviò verso la camera dei prefetti aprendola, il suo campo visivo si fece piano piano più offuscato e senza fare il minimo rumore, corse via in preda a una crisi di nervi, lasciando cadere il pacchetto.

***

Pensò a un luogo in cui poter stare in pace,senza nessuno, senza James, Emmeline o gli altri.

Salì al terzo piano, desiderando che la Stanza della Necessità si aprisse.

Camminò ancora per un pó, quando una porta le apparve davanti.

Lily entrò, trovando una stanza arredata proprio come piaceva a lei.
Aveva una libreria di medie dimensioni, un caminetto, un letto e un piccolo divano rosso.

Non capiva il senso del letto ma non ci fece molto caso.

Prese un libro e si sedette sul soffice divano in pelle. Senza pensare a nessuno. Erano passati tre mesi e, infondo, lei si era affezionata ancora di più a James.

Ma trovare una ragazza nella "sua stanza" la faceva incazzare di brutto.

Si sentiva una tale egoista, non erano nulla, lui era libero di fare tutto quello che voleva.

Eppure Lily era convintissima che James fosse interessato a lei, insomma non si chiede, per sei anni di fila, di uscire ad una ragazza, se non si è interessati, giusto?

E poi Marlene le ripeteva sempre, quelle parole che a a Lily facevano sorridere:

«Ricorda, se ai ragazzi piace stuzzicare le ragazze, la maggior parte delle volte è perché gli interessi, oppure sono proprio scemi» e lei si era convinta.

Giorno dopo giorno si stava innamorando di James, sperando che anche lui ricambiasse il sentimento.

Lily sbuffò, rassegnata e posò il libro che non stava per niente leggendo.

Poi il cuore iniziò a batterle per l'agitazione.
«Dov'è la scopa?» si guardò in giro allarmata, iniziando a sclerare in aramaico.

Non poteva essere.

***

James mandò via la ragazza di Tassorosso, che voleva un contatto intimo con lui, cacciandola via.

Si erano soltanto baciati, per puro divertimento, ma lei voleva di più. 

Al contrario, James desiderava solo la Evans.

Sbadigliò ed uscì dalla stanza, per dirigersi verso la Sala Grande. Quando stava per varcare la soglia, inciampò su un pacchetto.

«Ma porca.....»lo strano oggetto era avvolto in una carta rossa, James si abbassò e, sistemandosi gli occhiali, lo raccolse, girando il biglietto.

Buon Natale coglione
-Lily.

Sorrise e rilesse quel piccolo bigliettino per almeno cento volte.

"Delicata come al solito" pensò.

Si era concentrato così tanto con la ragazza di Tassorosso, baciata soltanto per una scommessa persa con Sirius, che si era scordato che oggi era la Vigilia di Natale, il 24 Dicembre era arrivato velocemente!

Il cuore cominciò a battergli forte, mentre rileggeva la piccolissima dedica.

Nonostante quel piccolo pezzo di carta, James era perplesso, e il primo pensiero che gli balenò in testa fu il fatto, che se il pacco si trovava lì, per terra, davanti la loro camera, Lily dev'essere stata lì e aveva assistito , fraintendo tutto.

James si diede dell'idiota da solo. «Non mi rivolgerà più la parola. L'ho combinata grossa» si lamentò dandosi dei colpi in fronte «devo cercarla, devo spiegarle, devo dirle che sono un idiota» e così andò a cercarla.

***

Lily uscì dalla Stanza delle Necessità e percorse il corridoio che portava alle scale.

Era diverso secondo i suoi gusti.

Era buio e privo di quadri, cosa davvero insolita.

«Questo castello non smette mai di stupirmi» sbottò, continuando a percorrere il corridoio. «Dove cavolo sono finita?» concluse infine, sparendo nell'oscurità.

***

«No James, ti ripeto: non l'abbiamo vista» sbottò Marlene, giustificando anche gli altri Malandrini. Era più di mezz'ora, che James si ostinava a ripetere se avessero visto Lily, e la loro risposta era sempre, un secco e semplice "NO".

«Ma non capite!» cominciò lui «HO FATTO LA CAZZATA PIÙ GRANDE DELLA MIA VITA» un applauso si sentì e Sirius diede una pacca sulla spalla alla persona che considerava suo fratello.
«Ma la smetti di lamentarti» gli disse. «L'hai detto proprio tu, hai combinato una cazzata e ora tocca a te sistemarla.» E così se ne andò seguito dal resto del gruppo.

James rimase a bocca aperta «belli amici che ho» si lamentò, mettendo il broncio.

Sentendolo lamentare, gli altri si girarono e scoppiarono a ridere.

«Appunto, noi siamo tuoi conoscenti!» gli urlarono da lontano, e lui giurò di aver sentito Remus rimproverargli, grande uomo.

Sbuffò e alzò gli occhi al cielo, spiegandosi come cavolo l'avevano sentito.

Poco dopo uscì dalla sala Grande.
«Mhh ragiona come Lily, ragiona come Lily» disse picchiettandosi le naringi. «Se io fossi Lily cercherei un posso tranquillo. Probabilmente, in biblioteca. Nah, troppo scontato e poi ci potrebbero essere altre persone. Allora la Evans è una persona intelligente sa tutto e bla bla bla, quindi potrebbe aver sentito parlare della stanza della necessità.» Disse molto convinto «Ahh,quanto sono intelligente» concluse fischiettando e pavoneggiandosi.

Salì velocemente le scale che lo portarono fino al terzo piano. Lì trovó una porta semiaperta «è stata qui» disse soddisfatto «James Potter è un genio!» si pavoneggiò ancora e poi corse.

Corse per uno strano corridoio, che fece scomparire anche lui nell'oscurità.

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