• Thirty-seventh •

Era passato ormai un mese da quando Elizabeth e Cameron non si sentivano più. Il numero del ragazzo era ancora bloccato, ma nonostante ciò la ragazza si fermava sempre dentro alla sua chat per vedere se era on-line oppure no.

Elizabeth, nell'ultimo mese non aveva fatto altro che rileggere, all'infinito, tutta la sua conversazione con Cameron mentre si ingozzava di gelato e guardava ogni tipo di film drammatico che avesse sul suo portatile, più quelli in streaming. Le sue migliori amiche di tutto ciò non ne sapevano niente; Elizabeth aveva deciso di tenerselo per lei. Non voleva sentire le loro prediche sul fatto di aver continuato a chattare con uno sconosciuto che poi si era rivelato tutto, tranne che uno sconosciuto.

La notte scorsa aveva dormito pochissimo, infatti ora si sentiva stanca, molto stanca. Avrebbe tanto voluto andarsene in infermeria e dormire tutto il giorno, ma purtroppo non poteva.

«Christian della quarta C mi ha chiesto di andare al ballo insieme.» esordì felicissima Josephine con un sorriso dolcissimo stampato sulle labbra mentre apriva il suo armadietto pieno di foto di loro tre insieme durante i primi due anni di liceo.

Elizabeth alzò l'angolo destro della bocca, cercando di mostrarsi il più felice possibile per la sua amica poi aprì il suo armadietto tappezzato da foto che aveva fatto durante gli anni. Natalie invece saltò letteralmente addosso a Josephine, la quale strillò sorpresa e attirò l'attenzione di alcuni loro compagni di classe che si fermarono a guardare divertiti la scena.

«Lasciami cretina!»

«Sono così felice per te.»

«Ci stanno guardando tutti, smettila.» piagnucolò Jojo, cercando di scrollarsi di dosso l'amica.

«Si può sapere perché ci ha messo così tanto a chiedertelo?»

«Ha detto che aveva paura che Lizzy l'avrebbe sbranato, sai emana un'aura spaventosa questa ragazza.» rispose Josephine indicando l'amica. Elizabeth alzò un sopraciglio sconcertata, «Emano un'aura spaventosa, davvero? E poi io non sbrano nessuno eh».

La ragazza corvina aprì lentamente il suo armadietto per poi fissare confusa quella busta bianca, appoggiata sul suo libro di chimica. Chi era stato? Era stato Cameron a mettercela? Impossibile.

"Per Lizzy" diceva la scritta sulla busta, ovviamente. Senza aprirla, la presa, stringendola a pugno nella sua mano per poi ficcarla in borsa. L'avrei letta più tardi.

Chiuse con forza l'armadietto, facendo così voltare le sue amiche verso di lei, «Andiamo in classe?» chiese con un tono di voce basso.

«Sì, andiamo.» dissero in coro le due.

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