• Sixty-fifth •
Elizabeth si staccò fulminea da Cameron poi iniziò a muovere le braccia nell'aria completamente presa dal panico, «Non è come pensi. Stavamo provando, sì, stavamo provando per teatro.» buttò lì la prima cosa che l'era passata per la testa, dandosi mentalmente della stupida.
«Teatro? Da quando fate teatro?» chiese la madre con tono divertito mentre inarcava un sopracciglio, tenendo le braccia incrociate al petto.
«Eh? Oh... è solamente un compito. No, cioè, sì.» Cameron alle sue spalle si stava trattenendo di ridere, anziché aiutarla in quella bugia che a fatica si reggeva in piedi.
La donna inclinò la testa e scrutò il ragazzo dietro alle spalle della ragazza. «Cameron, rimani a cena da noi? Sarei molto felice di invitare anche tuo padre che è da molto che non viene a trovarci.» disse la madre di Elizabeth, eclissando completamente sua figlia che la guardò sconvolta.
«Mi farebbe molto piacere. Ora avviso mi-»
«Oh, tranquillo. Ci penso io a chiamare tuo padre.» Cameron annuì, sorridendo quasi intimorito.
«Bene, allora appena è pronto vi chiamo. Ora vi lascio continuare. Ciao ragazzi.» la madre si chiuse la porta alle spalle, lasciando Elizabeth completamente scioccata e spaesata. Cos'era appena successo? Aveva appena invitato Cameron e suo padre a cena? Non voleva metterla in imbarazzo, vero?
La ragazza si passò le mani tra i capelli poi emise un verso strozzato, «Che cazzo è appena successo?» biascicò spaesata.
Cameron l'abbracciò da dietro, circondandole la vita e appoggiando la sua testa sulla spalla di lei, facendola sobbalzare appena «Tua madre mi ha appena inviato a cena. E anche mio padre».
«Cazzo!» esclamò lei senza parole.
«Già, cazzo».
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