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Versione Revisionata.
Elizabeth si trovava nella palestra della scuola da circa venti minuti e, del misterioso Cabe ancora nessuna traccia. Si stava annoiando, oltre al fatto che continuava a controllare il cellulare in attesa di un suo messaggio che non arrivava.
Forse la stava semplicemente prendendo in giro... Forse le aveva dato buca, o forse era lei che si stava facendo prendere dall'ansia.
La musica era assordante e rimbombava con forza contro le pareti della grande palestra.
Elizabeth si sentiva come se le stessero trapanando le orecchie a suon di musica house e lei quel tipo di suono, o meglio rumore lo detestava. Aveva un forte mal di testa e anche un dannato bisogno di prendere una boccata d'aria perché in quella palestra faceva un caldo infernale.
Gli insegnanti erano spariti; probabilmente si stava sbronzando in qualche aula. Chi sopporterebbe un branco di alunni allupati e sudati per tutta la notte? Probabilmente nessuno.
Le sue migliori amiche, una vestita da topa in stile Karen Smith di Mean Girls e l'altra vestita, ovviamente, da Harley Quinn, erano intente a ballare con entrambe le mani occupate da due bicchieri rossi, stracolmi di punch alcolico. La corvina roteò gli occhi a quella vista. Sicuramente una delle due sarebbe crollata molto presto.
Elizabeth aveva preferito non ubriacarsi – non che in altri casi lo avrebbe fatto –, ma in quel momento era troppo nervosa per ingurgitare anche un solo sorso di quel punch super alcolico o di quasi altra bevanda servissero.
La ragazza si aggiustò al meglio la maschera in pelle sul viso poi prendendo un profondo respiro, uscì dalla palestra a passi veloci.
Stava camminando avanti e indietro per il corridoio da circa dieci minuti, torturandosi le povere pellicine delle dita in attesa dell'arrivo di Cabe. Aveva il cuore che batteva furiosamente nel petto, sembrava seguire lo stesso ritmo della musica all'interno della palestra.
Aveva fatto davvero bene ad accettare di incontrare una persona di cui non conosceva nulla? La verità? Elizabeth non ne aveva la più pallida idea. Più volte si era data della stupida per aver accettato di incontralo, ma ora si trovava lì, in quel corridoio con l'ansia a mille e una grande paura di essere stata presa in giro – ancora.
Alcuni suoi compagni di scuola quando la videro in mezzo al corridoio la salutarono, altri la ignorarono e altri ancora fecero commenti che Elizabeth gradì ben poco. Ma cosa poteva aspettarsi da una coppia composta da una cheerleader e da un giocatore di football? Nulla, perché erano degli ignoranti patentati.
«Beh, che avete da guardare?», sibilò adirata la ragazza, spostandosi in avanti tutta la chioma corvina, quella sera resa liscia grazie alla piastra e assottigliando gli occhi alla vista di quei due cretini.
La coppietta ridacchiò, poi senza degnarla di una risposta entrarono nella palestra, dove la musica sembrava essersi alzata maggiormente.
Elizabeth emise un sospiro sconfortato, «Fanculo Cabe...». Sì, mi ha dato buca. Mi ha presa in giro pensò delusa e demoralizzata la ragazza.
La ragazza non fece in tempo a girarsi per tornare in palestra che si sentì avvolgere da due braccia muscolose che la fecero sussultare e in seguito arrossire come un pomodoro, «Fanculo a me, eh?»
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