Spiegazioni non esaurienti
Aaron e Natasha mi scrutano visibilmente confusi mentre continuo a rivolgere il mio interesse bruciante ad Hanji. La scienziata mi guarda con circospezione, rimanendo però muta. In realtà nessuno dei tre osa prender parola, facendo sì che solo il vociare dei clienti animi il posto in cui ci troviamo. Adesso riesco a percepire la tensione, al contrario di esigui minuti fa, perciò, prima che perda completamente la pazienza, incrocio le braccia al petto e chiedo con veemenza: «È possibile avere qualche spiegazione o siamo solo pedine sacrificabili?»
Hanji mi scruta con amarezza per poi sospirare profondamente ed ordinare un altro broccale di birra, facendoci ben intuire che discuterà solo quando in locanda non ci sarà alcun cliente. L'analizzo per un breve istante, tornando subito al lavoro insieme alla russa e mostrando ai clienti i nostri volti falsamente rilassati. Fortunatamente questa sera non ci sono molti consumatori, perciò serriamo i battenti prima della scorsa notte. Immediatamente prendiamo posto intorno al grande bancone in legno: Natasha, Hanji ed Aaron si siedono sulle alte sedie mentre io mi posiziono dietro il lungo tavolo. Senza perder tempo mi rivolgo alla scienziata, sentenziando con fermezza: «Adesso spiegaci cosa sta succedendo.»
«Dimmi cosa sai.»
«Si dà il caso che abbia incontrato più volte il "mutato speciale".» Sibilo con velenosità. «Vuole collaborare.»
Prima che Hanji possa ribattere, Aaron urla elettrizzato: «È grandioso!»
Inevitabilmente l'interesse non solo mio ma anche delle altre due donne si riversa sul moro che di tutta risposta ci scruta con cipiglio. In verità vorrei disintegrarlo con le mie stesse mani, ma a quanto pare dovrò trattenermi dall'agire. Aaron però si rende ben presto conto del fatto che la nuova non è per nulla positiva, domandando poi retoricamente: «Non è forse così?»
«L'essere ci offrirà il suo aiuto in cambio di qualcuno.»
La voce decisa e graffiante della russa turba il moro che istantaneamente si zittisce. Istintivamente scuoto il capo in assenso per poi puntare il mio sguardo sulla scienziata e proseguire con fermezza: «Mi ha riferito che mi dovevi informare di qualcosa d'essenziale.»
Prontamente Natasha mi corregge, rimarcando con nervosismo: «Ci.»
Celermente compio un gesto rapido con la mano in modo tale da farle capire che il dilemma è ben altro che il semplice soggetto della proposizione. Credo sia inutile sottolineare l'importanza del ruolo dei miei amici in tutta questa circostanza, poiché son io ad avere le sorti peggiori.
«Hanji sii sincera e rivelaci una volta per tutte quello che dobbiamo sapere di diritto.»
Prima che la scienziata possa prender parola, la russa conclude con veemenza: «Non collaboreremo finché non ci dirai tutta la verità.»
È proprio in questo genere di circostanze che Natasha mostra la sua indole venale e bellicosa. Devo ammettere che vivere con lei nei primi tempi è stato arduo a causa di questa sua natura così amorfa, ma con il passare degli anni si è "umanizzata" ed ha mostrato sempre meno il suo lato oscuro. La scruto con occhi ricolmi di gratitudine, ma, nonostante ciò, scuoto il capo in diniego, inducendola a zittirsi prima di dir qualcos'altro. La scienziata osserva il nostro scambio di sguardi, sospirando stanca e sentenziando con fermezza: «Domani mattina alle 11:30 al mio laboratorio.»
Natasha emette un ringhio bestiale, ribattendo con astio: «Non possiamo entrare ed uscire di lì come e quando vogliamo.»
«E non abbiamo intenzione d'esser parte del sistema corrotto.» Concludo con veemenza.
Hanji scuote il capo esilarata, rispondendo con ovvietà: «Sarà Aaron a farvi entrare.»
Il moro, che sin a questo istante era intento a crogiolarsi e dondolarsi sulla sedia, si desta bruscamente, artigliando fortemente il tavolo per non cadere e tuonare incredulo: «Come?»
«Riferirai ai soldati che saranno di ronda che la scienziata vuole del cibo diverso da quello della mensa e poco dopo Natasha ed Ambra mi porteranno i viveri, poiché cuoche della locanda dalla quale ho ordinato d'asporto.»
Inspiro profondamente e penso a quanto appena espresso da Hanji, ammettendo con turbamento: «Qualcosa però non torna.»
Il moro punta il gomito destro sul tavolo in legno, inarca la schiena e mi scruta con interesse, domandando elettrizzato: «Cosa?»
«La locanda è in estrema periferia e quindi molto distante dal centro.» Sentenzio con decisione. «Non avrebbe senso ordinare un pasto da così lontano, sapendo che vi sono altre tavole calde più vicine.»
«Giusta osservazione.» Concorda la russa, scuotendo il capo in assenso.
«Dirò d'esser stata qui questa notte e che sono rimasta talmente deliziata dal vostro buon cibo da volerlo ordinare ancora. Magari così verrà pure qualche cliente in più, no?»
Guardo la scienziata divertita mentre Natasha sospira visibilmente spossata: «Ci bastano ed avanzano già quelli abituali.»
Il discorso decade istantaneamente ed esigui minuti dopo Hanji si congeda: «Devo tornare o domani non mi alzerò dal letto. Buona notte ragazze.»
Sia la scienziata che il moro s'alzano dalle loro sedie, stiracchiandosi e sbadigliando stancamente. Inspiro profondamente e sorrido ora più rasserenata di prima per poi asserire insieme a Natasha: «Notte a te, Hanji.»
«Ed io?»
Aaron ci scruta con falso astio, facendo eccitare la russa che risponde con sagacia: «Come potremmo mai dimenticarci della tua esistenza?»
Il moro incassa il colpo, ma, prima che possa ribattere, io e Natasha c'avviciniamo celermente al nostro amico, assestandogli due rumorosi baci sulle gote lievemente imporporate dal caldo. Inevitabilmente le labbra del moro s'arcuano in un sorriso malandrino quando comincia a strofinare fortemente le sue gote con le maniche della divisa, mostrandosi fintamente schifato dal nostro atto. Irrimediabilmente irrompiamo in una risata di vero cuore per poi accompagnare sia lui che la scienziata alla porta. Non appena siamo sole, ci barrichiamo dentro e saliamo celermente le scale, giungendo in breve tempo al piano superiore. Stremate e distrutte fisicamente, c'auguriamo un buon sonno per poi irrompere nelle rispettive camere. Senza perder tempo indosso il mio pigiama color canarino, soffiando poi sulla candela profumata all'arancia e stendendomi fiaccamente sul letto. Inevitabilmente rifletto sugli ultimi avvenimenti, rendendomi conto che dall'arrivo di Levi la mia vita si è animata ancor più. Non so se questo porterà a qualcosa di positivo, ma ne dubito fortemente. Nonostante ciò, non dovrò cedere ma lottare sin quando il mio cuore pulserà nel suo nido sanguigno. Prima che possa rendermene conto, la spossatezza s'impossessa delle mie membra e l'oscurità m'avvolge completamente.
Mi scuso in anticipo se nelle prossime settimane caricherò capitoli non molto lunghi o scarsi d'azione per due motivi:
1) Ci sono altri tasselli da spiegare e personaggi nuovi da conoscere prima del grande botto
2) Sono nella mia prima sessione e prepararmi per gli esami mi toglie via non solo tempo ma anche energie quindi vi prego di comprendere.
Detto ciò, spero che questo capitolo vi sia comunque piaciuto e che continuiate a leggere la mia storia. Un bacio grande a voi ed in bocca al lupo a tutti quelli che hanno esami, gare o lavorano❤️❤️
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