Il ricordo del bacio
Son sorti tre soli dal leggendario gala e di Hanji ancora nessuna traccia. Solitamente è eccessivamente meticolosa e non ha mai mancato un appuntamento, soprattutto se si discute circa la formulazione del siero. La sua mancanza mi turba oltremodo ed inevitabilmente mi preoccupo per la sua assenza immotivata. Spero sinceramente che non le sia successo nulla d'allarmante.
«Ambra.»
Il grido della russa mi desta bruscamente dalla realtà, facendomi sobbalzare e di conseguenza far scivolare il broccale di vetro tra le mani. Il grande bicchiere cade per gravità, distruggendosi contro il pavimento e producendo un gran fracasso tanto da far voltare alcuni clienti. Prontamente Natasha assicura loro che non è nulla di grave mentre m'appresto a raccogliere troppo rapidamente i cocci di vetro, tagliandomi ed emettendo un gemito doloroso. Istintivamente porto il dito alle labbra, succhiando il sangue dalla lesione e maledicendomi mentalmente per esser costantemente sovrappensiero. Celermente la russa mi raggiunge, artigliando una stoffa e bagnandola nel piccolo contenitore contente acqua pulita. Subito dopo mi guarda con aria indagatoria e tampona con delicatezza la ferita poco profonda. Avverto il suo turbamento e la sua ira ed istintivamente le domando: «Qual è il problema?»
La russa mi brucia con il suo sguardo fulmineo per poi stringere fortemente la ferita e replicare con convinzione: «Come mai sei così sovrappensiero? Cosa o chi ti turba sino a questo punto?»
Diniego veementemente col capo, chinandolo e fissando con vacuità la stoffa bagnata ora macchiata dal mio sangue.
«Ambra...cos'è successo?»
Alzo timidamente il capo, incrociando il suo sguardo ed avvertendo dolorosamente la sua preoccupazione. Inspiro profondamente, armandomi di coraggio per affrontare la realtà e dischiudendo le labbra screpolate per rivelarla, quando improvvisamente irrompono due individui, facendo un ingresso trionfale nella locanda. Aaron urla un saluto ai presenti, trasformando in esigui istanti la nostra taverna nel mercato del paese. Inevitabilmente sorrido divertita, ma, prima che possa avvicinarmi a lui e salutarlo con lietezza, Natasha s'accosta al moro, assestando un manrovescio dietro la nuca dell'uomo. Irrompo in una risata di vero cuore quando inaspettatamente il mio interesse viene attirato dall'altro individuo, riconoscendo soltanto in un secondo momento la donna. Un sorriso genuino imporpora le mie labbra per poi correrle incontro e gridare felice: «Hanji!»
La donna alza il capo e mi scruta realmente lieta di vedermi. Non appena le sono accanto, la stringo forte a me, poiché ho realmente temuto il peggio, ma fortunatamente sta in salute.
«Dov'è finita la tua glacialità?»
Subitamente indietreggio d'un passo e la scruto divertita per poi invitare sia lei che Aaron a prender posto al bancone. Senza perder tempo verso il liquido dorato in due broccali, offrendoli in seguito ai miei amici. La scienziata esprime a parole il suo ringraziamento, al contrario del moro che tracanna la birra in brevi istanti. Natasha serra la mascella ed osserva con furore Aaron che beve ancor più avidamente il contenuto del broccale. Scuoto il capo esilarata quando sopraggiunge un nuovo cliente con indosso un mantello verde scuro tanto da celare la sua identità. È possibile vedere solamente il naso e le labbra, poiché l'uomo ha il capo chino. Nonostante l'alone di mistero che circonda il nuovo consumatore, lo invito cortesemente a prender posto. Senza replicare si siede su una delle alte seggiole in legno, non molto distante dai miei due amici, e, poiché non accenna ad ordinare nulla, gli domando affabilmente: «Cosa desidera?»
«Una birra.»
La voce incredibilmente roca dell'uomo m'infiamma inaspettatamente. Il suo corpo s'arcua sul bancone, celando ancor più la sua oscura, ma, prima che possa domandar lui qualcosa, Hanji esclama incredula: «Quindi non è solo una mia impressione?!»
Inevitabilmente il mio interesse si riversa completamente sui miei amici e di conseguenza pongo loro i miei dubbi: «Qual è la ragione della discussione?»
Natasha si affianca alla scienziata e ribatte con esaltazione: «Al massimo chi.»
Inarco un sopracciglio e la scruto visibilmente confusa quando Aaron prende prontamente parola: «Siamo sopresi del fatto che la tua barriera sia stata finalmente distrutta.»
«Non è vero.»
Indispettita gli do le spalle, artigliando furiosamente un broccale e versando in seguito dell'intruglio color oro all'interno di esso per poi porgerlo all'uomo dalla dubbia identità. Nel frattempo odo le loro voci quando tutto ad un tratto la russa ribatte con decisione: «Invece sì.»
«Nat, non ti ci mettere pure tu.»
Mi allontano dall'ospite misterioso e mi sposto dietro il bancone in modo tale d'avere il volto dei miei amici dinanzi al mio. La scienziata poggia rumorosamente l'avambraccio destro sul bancone, inarcando la schiena, avvicinandosi maggiormente a me ed inspirando avidamente il mio odore. Imbarazzata e turbata mi ritraggo, ma, prima che possa dir qualcosa, Hanji esordisce con sagacia: «Credo si tratti di...di...»
Prontamente mi approssimo alla scienziata, concludendo con fermezza: «Nulla.»
«Amore!»
Il grido di Aaron fa voltare alcuni clienti che inevitabilmente s'interessano al discorso, perciò con un sorriso di cortesia spiego loro che il moro ha bevuto troppa birra e che di conseguenza sta urlando false verità. Fortunatamente gli uomini ritornano a discutere dei loro dilemmi ed a consumare le vivande quando odo la voce glaciale della russa: «Impossibile.»
Mi avvicino nuovamente a loro, incrocio le braccia al petto e con aria indispettita le domando: «Perché?»
«Sei vergine sotto tutti i punti di vista.»
Colta da un impeto d'imbarazzo ma soprattutto d'ira, ribatto senza riflettere: «Cosa te lo fa credere?»
Immediatamente noto la russa scrutarmi interessata, la scienziata sorridere divertita ed il moro perdere colore e balbettare visibilmente turbato: «Ambra tu non...tu non hai...»
«No!» Urlo prima che possa pronunciare qualche fantomatica oscenità. «Se non ti zittisci all'istante, giuro che ti castro con le mie stesse mani.»
«Non posso crederci!»
La voce incredibilmente acuta della russa attira inevitabilmente l'interesse dei clienti più prossimi al bancone, perciò prontamente la richiamo: «Abbassa il tono di voce.»
La scienziata si drizza sulla schiena ed esala visibilmente esagitata: «Da non credere.»
«Non osate dir altro.»
La russa colpisce fortemente il tavolo con entrambi i palmi della mani ed esclama infervorita: «Arcano risolto: il bacio è stato terribile.»
Istintivamente la fisso sconvolta intanto che Hanji ed Aaron si dilettano a sogghignare ed a fantasticare su false verità. Non appena l'uomo misterioso ode le parole della russa, tossisce rumorosamente e sposta violentemente il broccale a sinistra. Probabilmente avrà ascoltato l'assurdità sputata dalla corvina e di conseguenza la birra ha scelto un decorso diverso nel suo corpo, facendolo poi reagire in quel modo. Irrimediabilmente fulmino la russa con sguardo omicida, sentenziando con fermezza: «Nat non osar dire nient'altro.»
«Allora è accaduto veramente!» Aaron poggia entrambi i gomiti sul bancone e mi osserva sconcertato. «Non posso crederci.»
«Capita anche alle più illibate di sporcarsi un po'...prima o poi...»
Guardo la scienziata con funesta incredulità, scuotendo il capo in diniego e sperando che il tutto termini al più presto, ma questa sera la fortuna non è dalla mia parte. Il moro si drizza sulla sedia e annuncia con voce grave: «Non farti pregare e rivelaci quello che è accaduto senza tralasciare alcun dettaglio.»
«È stato passionale o disgustosamente sentimentale?»
Fisso la russa con palpabile nervosismo, ma, prima che possa pronunciar lemmi alquanto discutibili, la scienziata s'intromette: «Non era un buon baciatore?»
Dischiudo le labbra per replicare quando Aaron s'accosta ad Hanji e mi domanda con eccitazione: «Non ti è proprio piaciuto, eh?»
«No!»
La mia risposta quasi urlata invoglia la russa ad interessarsi ancor più tanto da non tacere le assurdità pensate dalla sua mente contorta: «Il problema era lui o quello che nascondeva nei calzoni?»
«Nat!»
«Che c'è?»
La russa si mostra fintamente confusa dal mio strambo comportamento, capendo invece di gran lunga la realtà dei fatti. Serro le palpebre ed inspiro rumorosamente, comprendendo che celar loro la verità non poterà a nulla. Anzi, probabilmente peggiorerebbe la situazione quindi opto per una mezza bugia, poiché lui non ne verrà mai a conoscenza.
«Se vi dicessi che ho ricevuto il mio primo bacio, smettereste di far baccano?»
La scienziata grida esaltata: «Per tutti i sieri!»
La russa però non si mostra eccessivamente elettrizzata, anzi sembra piuttosto curiosa: «Adesso ci devi rivelare la sua vera identità ed anche se il bacio è stato così tremendamente terribile.»
Noto Aaron visibilmente interessato e la scienziata estremamente eccitata, perciò sospiro sconsolata e prendo parola: «Il bacio non era memorabile come anche il baciatore.»
In verità il bacio mi ha turbata, ma certamente non analizzerò ed esporrò le mie sensazioni qui ed ora. Improvvisamente la sedia dell'uomo misterioso stride fastidiosamente contro il pavimento, facendomi voltare nella sua direzione e notare con orrore che sta uscendo dalla locanda senza pagare. Prima che possa decidere sul da farsi, urlo furiosamente: «Si fermi!»
L'uomo non arresta la sua fuga, uscendo celermente dalla locanda e costringendomi di conseguenza a seguirlo all'esterno. Non appena il vento gelido di ottobre sfiora la mia pelle, tremo intanto che la porta si chiude silenziosamente alle mie spalle. Guardo a destra e sinistra, ma non c'è traccia dello sconosciuto ma solo poche persone intente a tornare a casa. Compio qualche passo verso sinistra, gemendo per la frustrazione ed espiando indispettita: «Dove sarà finito?»
«Dietro di te.»
La voce roca dell'uomo misterioso immobilizza istantaneamente il mio cuore e fa tremare il mio corpo per il terrore. Riconosco soltanto ora il proprietario del timbro così grave ed inevitabilmente percepisco l'ira accedere il mio spirito. Inspiro profondamente, serrando le mani in forti pugni e voltandomi verso di lui. Alzo il capo ed irrimediabilmente due gemme color cobalto mi catturano, dandomi il coraggio di ribattere: «Cosa ci facevi alla locanda?»
Le sue labbra s'arcuano in un ghigno sinistro ed il suo volto s'avvicina eccessivamente al mio tanto d'avvertire il suo respiro caldo sul mio viso. Con brutalità mi ghermisce per il colletto della camicia a quadri rossi e verdi e mi fissa con l'Inferno nell'animo. Percepisco il terrore impossessarsi di me ed istintivamente muovo freneticamente le gambe per divincolarmi, ma la sua presa diviene più salda mentre il suo corpo massiccio preme fortemente contro il mio. Percepisco l'ira bruciarmi la gola e la paura lambire le mie membra. Avverto il respiro irregolarizzarsi e lo stomaco serrarsi dolorosamente quando improvvisamente asserisce con collera: «Hai mentito.»
«Invece tutto il contrario.»
«Ne sei certa?»
«Sì.»
Ci fissiamo intensamente negli occhi tanto da bruciarci con i rispettivi sguardi. Avverto il calore del suo corpo e la collera trasudare dalla sua carne. Le nostre membra formicolano ustionate ed infatti quasi immediatamente mi libera con bestialità, ma prontamente riacquisto l'equilibrio perduto, riuscendo di conseguenza a non crollare a terra. Percepisco il sangue rombare nelle mie orecchie ed il cuore scalpitare in petto. Lo scruto con l'omicidio negli occhi, ma lui rimane impassibile com'è nella sua natura. Il corvino porta una mano tra i capelli, scompigliandogli con violenza e sentenziando con oscuro divertimento: «Ci sarà da divertirsi...A domani.»
«A domani?»
Il corvino volta il capo nella mia direzione ed esala eccitato: «Hanji non te l'ha riferito?»
«Cosa?»
Il corvino accenna un gesto quasi impercettibile col capo per poi sparire.
«Aspetta!»
Lo rincorro per esigui minuti senza riuscire a trovarlo. Furiosa ed infreddolita corro verso la locanda, sbattendo fortemente la porta alle mie spalle e dirigendomi speditamente dietro il bancone. Hanji, Aaron e Natasha m'osservano straniti e preoccupati, ma i due non sanno i segreti che cova la scienziata. Alcuni clienti si voltano verso di noi e questa volta è la russa a metterli a tacere. Solo quando gli uomini tornano a prestar attenzione unicamente ai loro broccali, fisso furiosamente la scienziata ed asserisco con velenosità: «Adesso spiegami cosa sta succedendo.»
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