Il campo
Ambra Pov's
Cinque soli son sorti da quando persi la mia famiglia.
Cinque soli son sorti da quando fui salvata da Nick.
Cinque soli son sorti da quando sopravvivo nel grande centro militare di Roma.
Durante questo breve periodo Nick, l'amico di papà e mio salvatore, si è dedicato a me, allenandomi insieme agli altri due ragazzi sopravvissuti a quell'immondo giorno e confortandomi quando irrompo in crisi terrificanti e potenti, soprattutto notturni. In realtà non comprendo il perché dell'addestramento né tanto meno il motivo per il quale dobbiamo organizzarci. Ci destiamo ogni mattino prima che il gallo canti e ci addormentiamo dopo la ventitreesima campana, avendo di conseguenza poco tempo per rigenerare le forze. In verità sono stremata fisicamente e mentalmente anche perché non riesco a riposare bene la notte a causa dei continui incubi riguardanti la strage della mia famiglia. Rivedo i loro volti per poi notare la devastante mutazione ed infine la perdita di tutto ciò che avevo. Ricordo mio padre, il mostro che è divenuto solo per proteggermi e l'agghiacciante morte che l'ha posseduto.
«Ambra!» Tuona Nick, irrompendo furiosamente in stanza. «Per i baffi del caporale! Fortuna che sei qui!»
Celermente mi siedo dignitosamente sul materasso, scurando dubbiosamente l'uomo in divisa dinanzi a me: «Dobbiamo andare al poligono?»
«Dannazione Ambra!» Urla con voce grave, linciandomi con lo sguardo. «Non.Una.Fottutissima.Parola.»
Istantaneamente rimembro il segreto riguardo il poligono e sul fatto che Nick mi stia istruendo celatamente a padroneggiare le armi da fuoco, trovando però l'acquisizione alquanto ardua. Per quale motivo m'ammaestra segretamente al poligono? I grandi capi sopravvissuti all'Apocalisse vietano l'acquisizione di tali capacità per chissà quale oscuro mistero. Obiettivamente non comprendo il divieto riguardo l'acquisizione della capacità di destreggiare le armi da fuoco, soprattutto in una circostanza terribile come questa. In realtà, oltre a me, vi sono alcuni uomini e donne che tentano d'imparare quest'arte, ma rimaniamo comunque un numero relativamente esiguo, poiché il terrore e la violenza dilagano all'interno del campo militare.
«Devo guidarti al centro del campo, Sezione A.»
Lo scruto con cipiglio, poiché la Sezione A è la zona certale, inaccessibile per i sopravvissuti ad eccezione dei grandi capi e di militari prediletti. Focalizzo la mia attenzione su Nick, ripetendo con sbigottimento: «Sezione A?»
Lo analizzo con scetticismo e sbalordimento, notando sul suo volto solo inquietudine e nervosismo. Nick accenna un deciso sì col capo, incitandomi ad uscire rapidamente con lui fuori dalla mia stanza. Procediamo con passo deciso lungo i corridoi infanghi e poco illuminati dalle luci artificiali al nichel mentre l'uomo accanto a me mi rivela che solo i giovani sono stati convocati. Pochi istanti dopo ci ritroviamo al piano terra della palazzina nord quando tutto ad un tratto Nick mi si affianca, lanciandomi un'occhiata eloquente. Subito dopo rivolge la sua attenzione dinanzi a sé, osservando nervosamente un punto indefinito. Percepisco la sua inquietudine ed il suo timore, poiché stretto amico di famiglia da tempo immemore, quindi di conseguenza riesco a decifrare ogni sua emozione. Nonostante ciò, non riesco a comprendere il suo stato d'animo e questo m'intimorisce e spiace oltremodo.
«Sta attenta.»
Meccanicamente ruoto il capo nella sua direzione, osservando di conseguenza la sua mascella serrata ed i suoi occhi vacui puntati dinanzi a sé e notando solo in seguito la rigidità del suo corpo. Adesso son più che certa che qualcosa di terribile stia per accadere e lui ne ha il sentore. Tento di ripensare alle nostre ultime conversazioni ed a quella intrattenuta pochi istanti fa per poi fermarmi un attimo ed inspirare profondamente mentre il cuore accelera esponenzialmente le sue pulsazioni.
«Perché hanno convocato solo noi giovani?»
Nick si volta verso di me, mi raggiunge con poche falcate e mi scruta con inquietudine disarmante.
«Non lo so.» Ammette sospirando preoccupato. «Qualcosa non quadra.»
Nelle sue gemme fuligginose leggo solo timore ed angoscia. Lui perse la sua famiglia lo stesso giorno che mi salvò, perciò è distrutto e di conseguenza teme per le poche persone care ancora vive. Nick pone le sue callose e calde mani sulle mie spalle e mi fissa con serietà smobilitante.
«Qualsiasi cosa accada, non mostrare MAI quello che sai fare.»
«Cosa dovrei mai esibire? Riesco a mala pena a difendermi lateralmente!» Ammetto con rammarico. «Per il momento potrei annientare un nemico alla volta che è DINANZI a me.»
Nick acconsente con decisione col capo, osservandomi ancora per qualche istante, per poi voltarsi e proseguire speditamente per la strada lunga e buia. Dopo esigui minuti usciamo finalmente dall'angusta palazzina, dirigendoci insieme verso la Sezione A. Mentre cammino al fianco di Nick, analizzo con scrupolosità ciò che mi attornia: vi sono militari che corrono da una parte all'altra del campo, impartendo ordini ed urlando con ferocia, nel frattempo che giovani uomini e donne vengono trascinati verso la Sezione A. Percepisco il terrore possedere il mio cuore codardo ed un brivido ghiacciato percorrere la mia spina dorsale. Avverto sudore freddo solcare la mia fronte e le mani tremare febbrilmente. Ansiosa e terrorizzata, lancio uno sguardo atterrito a Nick che accenna un deciso ed impercettibile sì col capo. Rapidamente osserva l'area intorno a sé per poi afferrarmi per un braccio ed allontanarci insieme verso un vicolo vicino. Improvvisamente ferma la sua marcia, si volta e, prima che possa dischiudere le labbra secche, mi stringe forte a sé. Irrimediabilmente m'irrigidisco, poiché non mi sento a mio agio ed inoltre non credo sia né il luogo né tanto meno il momento opportuno. Nonostante desideri infondermi forza e coraggio, quello che provo è il contrario di quello che spererebbe. Sospiro ed alzo lievemente le braccia ma, prima che possa compiere qualsiasi tipo d'atto per allontanarlo da me, Nick sussurra al mio orecchio: «I grandi capi hanno concepito qualcosa di malsano e per qualche oscura ragione vogliono voi, perciò non mostrarti e non compiere nulla d'avventato. Rimani nell'ombra, nonostante ti sia offerto uno spettacolo terribile.»
Istintivamente mi rilasso, comprendendo soltanto adesso il motivo del suo atto. Nick vuole che viva ad ogni costo e sa che lì, nella Sezione A, avverrà qualcosa di terribile. Teme per me ed è atterrito dalla mia natura battagliera ed impulsiva.
«È un vero peccato che riesca ad atterrare frontalmente un nemico per volta!»
La mia voce carica d'ironia fa sospirare Nick visibilmente teso che rapidamente s'allontana da me, scrutandomi con eccessiva autorevolezza. Prima che possa domandargli il perché, china il capo ed infila una mano in tasca, frugando all'interno di essa con estremo dinamismo in cerca di qualcosa d'essenziale. Tutto ad un tratto grugnisce dolorante, premendo fortemente le labbra carnose tra loro ed arricciando il naso alquanto innervosito.
«Nick...qualcosa non va?»
Cautamente estrae la mano dalla tasca del pantalone mimetico per poi invogliarmi ad avvicinare il mio arto. La sua pelle alabastro sfiora la mia lievemente dorata mentre le sue labbra si distendono in un sorriso nostalgico. Dischiudo la mia mano, guardo cosa mi ha donato Nick e naturalmente lacrime dolorose bagnano le mie gote. Osservo ammaliata la spilla di papà, intagliata con perfezione disarmante. Analizzo il leone alato, simbolo della forza armata alla quale apparteneva, infondendomi forza e coraggio. Lui era un sottoufficiale della Marina Militare, reggimento San Marco ed era enormemente orgoglioso della carica che rivestiva, ma soprattutto d'appartenere ad un corpo speciale tanto battagliero quanto segreto. Ricordo che quand'ero piccola percepivo la sua mancanza per tanti mesi, forse anche anni, e quando tornava era festa per una settimana. Ero stregata dal suo lavoro, dalla squadra fraterna che aveva creato e dalla dedizione verso la sua occupazione. Per questo motivo decisi di voler imparare arti marziali, trascorrendo con lui più tempo ed imparando a difendermi senza l'ausilio di un probabile spasimante. Inoltre rammento pure le corse insieme a lui, estenuanti ed interminabili, tant'è che ogni volta tornavo a casa con dolori dappertutto, ma, nonostante ciò, ero felice di sentirmi libera ma soprattutto d'aver condiviso qualche ora con: «Papà.»
Nick si volta, esce dal vicolo e s'incammina verso la Sezione A, seguito a ruota dalla sottoscritta.
«La sera che ti condussi qui, t'addormentasti quasi immediatamente e vidi la spilla di tuo padre cadere dalla tua tasca destra del pantalone.» Mi rivela con voce atona. «E credo fosse giunto il momento di consegnartela.»
Acconsento debolmente col capo, sorridendo gaia, poiché almeno avrò con me un suo ricordo. Mentre osservo emozionata la spilla poggiata sul mio palmo destro, un'inattesa e negativa sensazione s'impossessa del mio cuore. Fermo istantaneamente la mia avanzata e libero il mio collo dalla collana di mia madre. Nick smette di camminare, si volta e mi scruta con cipiglio. Prima che lui possa domandarmi qualcosa riguardo il mio brusco cambiamento di stato d'animo, gli affido la spilla di papà ed il ciondolo di mamma.
«Perché?»
«Finché non farò ritorno dalla Sezione A, custodiscili tu.» Annuncio con decisione. «Avverto una sensazione negativa.»
Nick accenna un deciso sì col capo per poi proseguire accanto a me con rapidità verso la Sezione A. Dopo esigui minuti giungiamo dinanzi all'enorme portone in metallo lucente, ma, prima che possa varcare la soglia, Nick tuona il mio nome. Celermente mi s'avvicina, pronunciando a bassa voce: «Se qualcuno dovesse mai abusare di te, allora t'autorizzo di difenderti come meglio credi.»
«Ma...»
«Tenta d'usufruire delle mosse che t'insegnò tuo padre, sicuramente quelle azioni non fanno parte del nostro allenamento.»
Nick mi fa l'occhiolino e di tutta risposta gli sorrido sollevata. Tremante mi volto verso l'enorme portone in metallo, inspirando profondamente e tentando in tutti i modi di placare il battito accelerato del mio cuore codardo. Allontano dai miei pensieri i miei genitori, mia sorella e Nick per poi dischiudere le palpebre, allungare la gamba e varcare la soglia. Son dentro la Sezione A.
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