Antidoto?
Dal mio ventunesimo compleanno son trascorsi due mesi e quaranta giorni dal nostro primo allenamento con il nuovo istruttore, ovvero con Ackerman. L'addestramento procede senza intoppo alcuno, sempre se non includiamo il nostro astio nei confronti del corvino, fatta eccezione per Hanji e Giorgio. Ackerman non sembra interessato alla nostra indisposizione e quasi ogni notte si presenta alla locanda per allenarci. Il dilemma peggiore non è il suo modo di porsi o il comportamento dei membri della squadra, ma il mio cuore. Il mio dannatissimo centro vitale pulsa rapidamente in sua presenza ed il mio animo avverte una forte scossa, rendendomi ardua l'immobilità dinanzi ai suoi occhi profondi e vitrei. Al momento la mia mente non è ancora annebbiata in sua presenza, ma è sempre un rischio stargli accanto anche perché si nutre del mio sangue sistematicamente, ferendomi per fortuna con meno brutalità di due mesi fa.
«Dobbiamo scendere per l'allenamento.»
La russa irrompe nella mia camera, facendomi destare dai miei pensieri e sorridere scioccamente: «Sono pronta.»
Con un gesto rapido artiglio la felpa grigia con la cerniera per poi abbandonare la mia stanza insieme alla russa. Lungo il corridoio incontriamo i quattro genitori, augurandogli un meritato riposo ed un bacio ai loro figli. Devo ammettere che, se non fosse per il loro aiuto in locanda, sarebbe arduo portare avanti gli affari. Inoltre sono persone rispettose, non invadenti e ci ringraziano continuamente per averli salvati, donando loro un posto dove vivere.
«Questa sera in cantina c'è una sorpresa.» Esala Natasha, scendendo le scale accanto a me.
«Di che si tratta?»
«Non sarebbe una sorpresa se te lo dicessi.»
«Potevi non dirmelo.»
«Non lamentarti e goditi questi ultimi minuti di pace.»
«Dovrei preoccuparmi?»
«Non eccessivamente.»
La russa mi rivolge un sorrido birichino per poi scendere insieme al piano inferiore. Imbocchiamo il lungo corridoio che porta alla stanza della cantina dove ci alleniamo segretamente quando Natasha apre con forza la porta, entrando e chiudendola dopo che ho varcato l'uscio. Scruto i presenti e, non appena noto una ragazza occhialuta, mi getto tra le sue braccia, sospirando felice: «Hanji!»
«Sono contenta di vederti in forma.»
Scambiamo qualche parola per poi allontanarci. Saluto i membri della squadra, prestando attenzione alla scienziata: «Son qui per annunciarvi due nuove, una buona e una cattiva. Quale preferite conosce prima?»
«Partiamo da quella buona.» Asserisce Aaron, ottenendo subito il consenso del gruppo.
Hanji Pov's
Sono provata tanto da percepire i tremori in tutto il corpo. Percepisco l'adrenalina fluire nelle vene e l'eccitazione scuotere il mio cuore. Voglio che siano loro a conoscere la grandiosa scoperta anziché il Consiglio: «Dopo anni di studi e mesi di duro lavoro, oltre al vostro insostituibile aiuto...SONO RIUSCITA A FORMULARE L'ANTIDOTO!»
«Non...non riesco a crederci...» Mormora Ambra visibilmente scossa.
«È una notizia fantastica!» Urla la russa.
«Come ci siete riusciti?» Domanda Aaron confuso, facendo vagare il suo sguardo da me a Giorgio e viceversa. «Adesso il mutato è un essere umano?»
Acconsento con un sospiro, annegando nei ricordi ancora vivi della scorsa notte e raccontando loro della scoperta.
«Così non va!»
Emetto un gemito di frustrazione e sbatto le mani sulla lastra grigiastra quando Giorgio entra in laboratorio. Lancia il cappotto sulla sedia e mi si accosta, osservando interessato e combattuto il mutato legato da cinghie in lega metallica. La sventurata creatura si dimena convulsamente ed emette versi gutturali mentre tento d'elaborare un'informazione essenziale per la formulazione del siero. A causa della mia estrema attenzione verso il mutato, non mi rendo conto che Giorgio mi è di fianco, domandandomi: «Cosa non ha funzionato questa volta?»
Scuoto il capo ed emetto un gemito di esasperazione: «Le ho provate tutte!»
«Ne sei sicura?»
«Sì.»
«Sei certa di averle tentate tutte?»
Incrocio le braccia al petto, sbuffando irritata, quando come un fulmine a ciel sereno una stramba idea trapassa il mio cervello esausto. Grido elettrizzata, balzando sul posto ed attirando inevitabilmente l'interesse di Giorgio: «Hai trovato qualcosa?»
Diniego col capo e mi accovaccio a terra, estraendo una fiala di sangue scuro, troppo scuro per essere umano, e spiegando al moro: «C'è un elemento che ho dimenticato di aggiungere all'intruglio.»
«Sangue?»
Mi avvicino celermente al lavandino e per fortuna riesco a trovare parte del composto, aggiungendo il sangue scuro all'interno dell'intruglio. All'istante noto delle bollicine crearsi e galleggiare in superficie per poi rompersi e far fuoriuscire un gas incolore mentre la sfumatura della miscela muta da senape a verde torbido.
«Una siringa!»
Fortunatamente Giorgio capta subito il mio ordine, prendendo quello che gli ho chiesto e camminando con velocità verso la parte opposta del laboratorio. Esigui istanti dopo torna e mi porge la siringa, che prontamente afferro, per poi aspirare parte dell'intruglio. Subito mi accosto al mutato che comincia a muoversi convulsamente e spalancare le fauci. Con un gesto rapido e brutale infilzo la siringa nel suo braccio, iniettandogli la sostanza sperimentale. All'istante la creatura smette si compiere qualsiasi tipo di movimento e s'ammutolisce. Tutto ad un tratto il suo corpo tumefatto viene posseduto da violente convulsioni e della schiuma blu esce dalle sue labbra violacee mentre gli occhi sono sbarrati per il dolore.
«Cosa sta succedendo, Hanji?»
«Non lo so.»
«Dobbiamo aiutarlo! Sta soffrendo!»
Il mutato emette grugniti lamentosi e lacrime cristalline sgorgano dai suoi occhi inanimati. Improvvisamente il moto convulso del suo corpo s'arresta come anche il suo cuore.
«DEFIBRILLATORE!»
Giorgio corre a prendere l'oggetto per poi tornare da me in tutta fretta. Artiglio con decisione le due piastre, sfregandole energicamente tra loro e ponendole sul petto del mutato.
«Scarica!»
Il corpo inanimato sussulta, ma non noto nessuna reazione. Appare completamente privo di vita e il pensiero di perderlo in questo modo mi fa imbestialire. Non può morire così. Bruce non può essersi sacrificato per nulla.
«Scarica!»
Procedo in questo modo per altre sette volte quando finalmente la creatura riprende a respirare, nonostante le sue palpebre violacee rimangano chiuse. Le gambe mi tremano e cado di ginocchia a terra, respirando profondamente e piangendo sollevata. Non riesco a credere di esserci riuscita. Mi sembra impossibile che sia realtà...
«Questa notte rimarrò al tuo fianco.»
Acconsento decisamene col capo per poi alzarmi e rispondere con calma: «Vado a riposarmi sulla poltrona. Se succede qualcosa, qualsiasi cosa, fammi avviso.»
«Sarà fatto.»
Stremata mi dirigo nella parte opposta della stanza, sedendomi spossatamente sulla poltrona e sprofondare in un sonno profondo. In verità il mio riposo dura solo un'ora, poiché Giorgio mi desta, scuotendomi con forza per le spalle. Inevitabilmente spalanco le palpebre e sobbalzo intontita, ma, prima che possa urlargli contro, odo i suoi mormorii appena udibili: «Mutato...umano...sveglio...»
L'osservo confusa per qualche istante, capendo ben presto il suo messaggio. Balzo in piedi e corro verso il mutato, notando una trasformazione miracolosa. Il suo incarnato è roseo e la sua pelle continua e priva di croste, proprio come le sue palpebre, ora meno violacee. Le sue labbra sono sanguigne e le sue gote in carne, colorite e paffute. Odo il suo respiro regolare e la sua trasformazione giungere al termine. Ammiro eccitata ed incredula l'umano ora disteso sul tavolo di laboratorio, percependo le lacrime di commozione offuscare la vista ed il cuore pulsare con forza. Lancio un urlo di gioia ed alzo con rapidità le braccia in aria, facendo cadere alcune scartoffie poste se un piccolo mobile affianco a me.
«Ci sei riuscita!»
«Ce l'ho fatta! Giorgio...ce l'ho fatta!»
Mi concedo qualche istante per esultare e singhiozzare per l'emozione insieme al moro, in quanto il mondo non è perduto.
Dopo aver narrato con follia del miracolo avvenuto in laboratorio, noto stupore ed incredulità sul volto dei miei amici, facendo gonfiare d'orgoglio il mio cuore già straboccante di felicità.
Ambra Pov's
«Sei incredibile!»
La mia voce s'incrina per la commozione, poiché in questo modo potrò riavere la mia famiglia, o almeno parte di essa.
«Quindi bastava soltanto del sangue?»
«Non un sangue qualunque.» Risponde la scienziata ad Aaron con garbo.
«Allora quello di chi?» Domanda legittimamente la russa.
«Levi Ackerman.» Rivela Hanji con fermezza. «In realtà il suo sangue contiene anche quello di Ambra, perciò è una miscela di globuli di uno Speciale ed un Normale.»
«Che diavoleria è mai questa?»
«Chiamasi scienza, Aaron.» Esala Giorgio alquanto divertito.
«Quindi il mutato è sveglio ed è tornato umano?» Domando alla scienziata.
«Il processo di riumanizzazione è quasi giunto al termine, ma il periodo del risveglio oscilla dai sette giorni ai trenta. Nonostante ciò, il siero funziona.»
«Allora qual è la brutta notizia?» Chiede la russa visibilmente tesa.
«Dopodomani la vostra squadra ed altre tre, composte ciascuna da otto soldati, usciranno dalle mura per catturare una cinquantina di mutati per il Consiglio.»
«È un suicidio!»
«Non lo sarà, Natasha.» Sorride Hanji, scuotendo di poco il capo. «Non dovrete portarli tutti insieme, ma cinque o sei per volta.»
«Perché proprio noi?» Chiede legittimamente Aaron. «Avevi detto che nessuno sapeva di noi.»
«Non proprio.»
«COSA?!»
Natasha balza in piedi, osservando furentemente la scienziata, che scambia uno sguardo eloquente con Ackerman. Il corvino sbuffa seccato e discosta le spalle dalla sedia per poi esordire con voce ferma: «La Grey è a conoscenza della squadra e, affinché abbiate salva la vita, dovrete andare lì fuori con le altre tre squadre.»
«Crepasse.» Ringhio collerica, attirando l'attenzione dei presenti.
«Ti ucciderà se non prenderai parte alla spedizione.» Tuona Ackerman visibilmente alterato.
«Lo preferisco.»
«Ti rendi conto della blasfemia da te appena pronunciata?»
Il volto del corvino è a poca distanza dal mio tanto da percepire il suo respiro caldo sulle mie labbra. Un fremito improvviso fa tremare le mie membra, ma rimango composta, ribattendo furibonda: «Non sottostarò mai al volere d'una donna malvagia e perversa. Non sarò il suo fantoccio!»
«Smettila Ambra.»
«Non lo farò.» Sibilo infervorata, fissando intensamente il corvino. «Inoltre son certa che sia stato tu a fare la soffiata, rivelandole i nostri nomi.»
«Mi stai accusando senza prove.»
«All'improvviso diventi il suo fidanzato e le nostre identità rivelate, perciò non credo alle coincidenze.»
Ackerman inspira profondamente, serrando la mascella e le mani in forti pugni, ma, prima che possa avventarsi contro, Giorgio lo afferra prontamente da dietro e lo scaglia lontano da me. Indispettita mi alzo, do le spalle ai presenti e m'incammino verso la porta, sentenziando amaramente: «Credo nelle vostre capacità di riuscita, ma non prenderò parte alla missione per volere della Grey.»
«Ambra sii ragionevole.» Mi prega la scienziata. «Ma tu, Levi, dovrai rivelarle la verità.»
Rimango ferma per qualche istante, ma, non udendo la voce del corvino, vado via, chiudendo fortemente la porta dietro di me. Lo detesto quando tiene tutto dentro di sé e si lascia possedere dalle difficoltà. Infuriata e turbata corro in camera nella mia camera da letto, serrando l'entrata alle mie spalle ed indossando il pigiama. Senza perder tempo m'infilo sotto le coperte e ripenso a quanto accaduto, gemendo frustata ed imponendomi un meritato riposo. Esigui istanti dopo le mie membra si rilassano e Morfeo mi permette d'entrare nel suo mondo idillico.
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