Video doloroso
Ambra Pov's
Natasha, facendo leva sui suoi polpacci e sollevandomi di peso sulla sua schiena, mi scaraventa a terra, facendomi mugolare per il dolore. Chiudo le palpebre e compio un profondo respiro, riuscendo a schivare appena in tempo il pugno della russa. Rotolo sul fianco ed arretro a gattoni mentre Natasha avanza per attaccarmi ancora. Soltanto quando ormai è prossima a me, muovo con rapidità la gamba, destabilizzandola e facendola cadere a terra. Balzo su di lei, schiaffeggiandola sulla gote sinistra ed ottenendo da parte sua uno sguardo assassino. Prima però che la russa possa ribaltare la situazione e colpirmi a sua volta, Kenny interviene prontamente, tuonando compiaciuto: «Per oggi basta così!»
Sospiro, spossata e sollevata, alzandomi a fatica da Natasha e porgendole la mano, che scaccia con uno forte schiaffo. Salta in piedi e s'appresta ad andar via, ma, prima che possa compiere un misero passo verso l'uscita, la stringo a me e le bacio la gote arrossata: «Perdonami Nat, non mi sono controllata...»
«Idiozia!» Tuona Kenny, intromettendosi e congratulandosi per il combattimento d'oggi. «Dovete lottare con tutta la vostra forza o non ne avrete abbastanza quando sarà il momento, perciò l'addestramento deve essere quanto più realistico possibile.»
Guardo l'uomo mentre accosto lentamente le mie labbra all'orecchio della russa: «Tenterò di calibrare la forza.»
Natasha sposta la sua attenzione da Kenny a me, sorridendo sinistramente: «Sarà meglio per te.»
Mi scosto e la scruto fintamente sorpresa dalla sua crudeltà per poi irrompere in una stanca risata, abbandonando insieme la cantina. Non appena giungiamo al piano superiore, ci dividiamo: Natasha va in cucina mentre io salgo in bagno, optando per una doccia rigenerante. Indosso un completo, caldo e comodo, e scendo al piano inferiore, notando la russa intenta a discutere con i fornelli. Sorrido divertita, artigliando ed addentando la mela. Rivolgo il mio sguardo alla parete dinanzi, constatando che sono appena le cinque del pomeriggio e che necessito d'una lunga camminata.
«Dovresti mangiare qualcosa di più sostanzioso anziché una misera frutta dopo l'allenamento sfiancante al quale ci sottopone costantemente Kenny.»
Sbuffo esilarata dalla sua apprensione, buttando il torso nel cestino e baciandole la gote: «Grazie mammina.»
Prima che Natasha possa colpirmi o sorbirmi i suoi soliti rimproveri, ghermisco il capotto ed esco di casa. Non appena l'aria invernale m'investe, mi stringo nel cappotto ed infilo le mani nelle tasche. Compio un profondo respiro e guardo la strada per qualche istante, scegliendo poi la mia meta, poiché non voglio allontanarmi troppo. Cammino lungo le vie della città, riflettendo sulla situazione in cui mi trovo e sul fatto che Sara sia estremamente brillante tanto d'aver quasi ripreso a parlare con fluidità. Purtroppo non si ricorda ancora di me, nonostante abbia capito che in passato sia stata una persona essenziale nella sua vita. Diniego con veemenza così da spazzar via le lacrime, poiché non riesco a mascherare il dolore che provo. Prima che possa farmi possedere dalla sofferenza morale, rifletto sul fatto che sia passata più di una settimana da quando Levi, Hanji, Aaron e Giorgio giunsero in città e giorni che non pervengono notizie da Nick, che si trova a Torre dell'Orso. Sono preoccupata, in quanto so che è un uomo leale ed estremamente diligente e questo comportamento non è da lui. Tento di non pensare al peggio, ma sento l'impellenza d'avere sue notizie. L'altro uomo che mi sta angosciando invece è Levi, che non esce dalla sua camera da ben tre giorni, urlando di non voler vedere nessuno. So per certo che stia bene e che necessiti del mio sangue...
«Ahia!»
Rinsavisco sia a causa dell'urto che del gridolino della sconosciuta, osservandola e trovando in lei una mia coetanea. Mi soffermo a guardarla a causa del viso familiare, constatando infatti non si tratti di una riumanizzata. La fanciulla arrossisce per il mio modo indiscreto di studiarla, sorridendole gentilmente e grattandomi il capo: «Perdonami, ma ho la testa altrove.»
La sconosciuta sembra rianimarsi non appena ode la mia voce, afferrandomi per l'avambraccio e domandando trepidante: «Tu sei Ambra, Ambra Lamberti?»
Un tremito, improvviso e legittimo, mi pervade, facendomi liberare bruscamente dalla sua presa. La fisso indagatoria, poiché mai avrei creduto che il Consiglio si servisse pure di giovani donne, all'apparenza così buone ed angeliche. Indietreggio, in quanto temo che mi abbiano scoperta. Non m'importa poi così tanto della mia fine, ma di quella della mia squadra, poiché non so quanto resisterei sotto le loro torture. La fanciulla, notando la mia reazione, s'anima ancor più, avvicinandosi e bloccandosi quando le urlo contro: «Non toccarmi!»
«Non voglio farti male.» Mormora assai ferita dal mio comportamento, facendomi dubitare della mia reazione. «È che sono così contenta di vederti!»
Mi rivolge un sorriso, gaio e sincero, spingendomi a scrutarla meglio e a ricordare chi sia. Ho sempre avuto difficoltà nel ricordare i nomi delle persone, ma mai i loro volti, perciò mi sento terribilmente dispiaciuta per lei. Fortunatamente però la fanciulla comprende il mio turbamento, ridendo rallegrata e dichiarando con voce gentile: «Seguimi.»
La paura, di poco assopitasi, si risveglia, facendomi indietreggiare ed asserire: «Mi spiace, ma non posso...non ricordo chi tu sia.»
La fanciulla rattristita si rianima, avendo compreso il mio timore, calmandomi subito: «Fummo salvate lo stesso giorno e trasportate sull'elicottero insieme ad un ragazzo.»
Gli occhi mi s'imperlano di lacrime a causa dei dolorosi ricordi, impedendomi di rispondere a voce. Asserisco col capo, notando nel suo sguardo la mia stessa sofferenza. La fanciulla compie un profondo respiro, s'arma di sorriso e ripete ancora: «Ora che sai chi sono, seguimi.»
Non vorrei diffidare di lei, in quanto adesso ricordo perfettamente chi sia, ma devo averne la conferma: «Come posso sapere che non si tratti di una trappola?»
«Se potessi, te lo direi, ma non posso, non qui.» Ammette la fanciulla alquanto agitata, guardando diffidente le persone che ci passano accanto. «Ti prego...seguimi.»
La scruto ancora per qualche istante, indecisa sul da farsi, per poi permetterle di farmi strada. Non posso esser certa di quel che afferma, ma, se dicesse la verità, di certo scoprirò qualcosa di vitale interesse. Tento di non pensare al peggio, poiché l'ho riconosciuta e dal suo modo di porsi sembrerebbe non mentire. So che comunque le mie giustificazioni sono dubbie, ma devo seguire il mio istinto...almeno per questa volta. La fanciulla cammina poco più avanti di me senza dir nulla, turbandomi ancor più, sin quando non giungiamo dinanzi ad una villa, maestosa e in stile moderno. La mia guida citofona e subito i grandi cancelli si aprono, permettendoci d'entrare all'interno dell'abitazione. Ad attenderci nel grande salone vi sono una ventina di uomini e donne, che discutono animatamente tra loro. Non appena si rendono conto della nostra presenza, s'ammutoliscono e mi fissano, astiosi e timorosi. Non so il motivo, ma la situazione mi diverte, in quanto sarei sola contro circa venti persone e non riesco a capacitarmi della loro paura. Subito la fanciulla accanto a me spiega loro il perché sia qui, facendoli esultare felici. Li osservo gioire, non capendone la ragione, in quanto loro non conoscono me e viceversa. La giovane donna accanto a me mi si accosta, avvertendomi: «Ora potrò spiegarti quello che non ho potuto rivelarti per strada.»
Acconsento con un gesto del capo per poi osservare come gli sconosciuti si zittiscano e permettano alla fanciulla di parlare.
«In verità siamo mezzo centinaio, tra uomini e donne, tornati a Bari dal campo di Roma, dove abbiamo assistito a scene raccapriccianti e vissuto nel terrore più buio. Siamo tornati in questa città non appena siamo venuti a conoscenza dalla tua fuga, in quanto a breve scoppierà una guerra tra il Consiglio ed alcuni non riumanizzati come noi e te.» Asserisce la mia guida, fermandosi un istante e trovando la forza di proseguire grazie ai suoi amici. «Vorremmo lottare al tuo fianco.»
Strabuzzo gli occhi e grido: «Cosa?!»
Percepisco il cuore implodermi in petto e le lacrime minacciare di rigarmi il volto ancora una volta. Mai avrei creduto di poter trovare delle persone desiderose di lottare per questo mondo, combattendo nonostante la paura e la morte. Tremo per la felicità, non essendo in grado di contenerla, e guardo incredula chi mi sta davanti.
«In questi anni ci siamo addestrati e ora sappiamo combattere. Non siamo insorti fino ad oggi perché non avevamo qualcuno che ci spingeva a lottare contro il Consiglio, che ci rappresentasse.»
Diniego appena col capo, domandando con voce flebile: «Perché io?»
«Nessuno di noi si è scordato quella volta che ti facesti colpire sino a perdere i sensi per difendere una sconosciuta, che doveva essere punita e seviziata senza reato alcuno. Il gesto che compisti sconvolse tutti tanto d'aver generato un gruppo di persone pronte per insorgere contro il Consiglio.» Mi rivela la fanciulla commossa, indicandomi gli uomini e le donne dinanzi a noi.
Li guardo e finalmente trovo umanità e determinazione negli occhi dei miei simili. Forse il mondo non è perduto. Forse c'è ancora speranza per l'uomo. Mi aggrappo al braccio della mia guida a causa della violenta commozione. Sorrido loro e quasi piango mentre dichiaro con letizia: «Sarò il vostro simbolo e, nonostante non meriti la vostra devozione, non posso che ringraziarvi e chiedervi d'unirvi nella guerra contro il Consiglio.»
Un grido ed un applauso generale mi fanno commuovere quando odo la voce della mia guida: «Li stai salvando.»
Diniego con veemenza, guardandola ed ammettendo: «Siete voi ad aver salvato me, poiché avevo perso ogni speranza per l'Umanità.»
Pochi istanti dopo le urla di gioia ed i fischi si dissolvono nell'aria, permettendomi di concludere a voce alta: «Tornerò nei prossimi giorni per le nuove. Vi ringrazio ancora per non aver lasciato correre le ingiustizie ed aver trovato il coraggio per lottare contro il Consiglio, non scordandovi dei valori morali. Arrivederci.»
Un boato di saluti ed esclamazioni di gioia m'investono ancora, ma, prima che possa commuovermi, la mia guida mi conduce fuori dalla villa, salutandomi oltre il cancello. Non appena sono sola, sorrido incapace di trattenere la gioia e corro con celerità verso casa con il cuore palpitante e l'animo tranquillo. Giunta a destinazione, salto i pochi scalini del portico e sbatto il portone, urlando a gran voce: «Non tutto è perduto! Non tutto è...»
Non appena volgo il capo verso il salone, non riesco a dir nulla, vedendo gli occhi rossi della russa ed il visi terribilmente sconvolti di Aaron e Giorgio. Hanji mi scruta con sguardo assente mentre Kenny tenta di celare il turbamento evidente. Mi ricompongo e chiudo con calma il portone, avanzando verso di loro e percependo le lacrime già pizzicarmi gli occhi. Qualcosa di terribile è accaduto ed una sensazione spiacevole lacera le mie viscere. Li guardo in attesa di una loro confessione, ma nessuno osa dir nulla tranne Kenny, che mormora appena: «Nick è...morto.»
Crollo di ginocchia a terra, irrompendo in un pianto disperato e stringendomi il busto tra le braccia. Tremo e sussurro lemmi sconnessi, incredula sulla realtà. Piango e mi libero del dolore che invece artiglia con ferocia il mio cuore, dilaniandolo ancor più di quanto non lo sia già. Porto le ginocchia al petto, poggiando la fronte su di esse e compiendo dei profondi respiri. Avverto il dolore possedere tutti, nessuno escluso, ma non è solo sofferenza quella che mi circola nelle vene. Impiego ancora qualche minuto per calmarmi, alzandomi e guardando Kenny con estrema serietà: «Come?»
«Dovresti vederlo con i tuoi stessi occhi.»
Prima che possa rispondergli, Aaron urla furioso, balzando dalla sedia e facendola cadere a terra: «Se Ambra dovesse vedere il video...lei...lei...»
«Di che sta parlando?!» Chiedo alterata, interrompendo il moro alquanto scosso.
«La scorsa notte Sasha c'inviò il video in cui...torturavano Nick sino a farlo morire atrocemente» Mi spiega Giorgio con voce grave.
«Non è gradevole.» Sbotta Kenny, riferendosi al contenuto del video.
«Fatemelo vedere.»
«Ambra, non credo che...» Aaron tenta di dissuadermi invano.
«Devo vederlo così da capire sino a che punto il male l'ha divorata e come la ucciderò quando l'avrò tra le mie mani.» Ringhio visibilmente irata. «Se starò male, interromperò la visione.»
Aaron tenta di persuadermi a cambiare idea, ma non posso. Devo vedere cosa gli hanno fatto così da riservale lo stesso trattamento quando la vedrò. Kenny mi fa accomodare al tavolo dove vi sono già Hanji, Natasha e Giorgio.
«Ambra ti prego, non farlo.» Mi supplica Aaron.
«Devo.»
«Perché?»
Kenny mi lancia uno sguardo eloquente, accendendo il portatile e dandomi il tempo di rispondere al moro: «Perché devo convincermi che esista ancora qualcosa di buono nell'animo umano o non riuscirò a combattere per salvarli, in quanto mostrano un comportamento peggiore delle bestie.»
«Non sei in errore, ma...»
«Il video è pronto.»
Kenny interrompe volutamente Aaron, permettendomi di vedere l'immondo contenuto insito del portatile. Più volte ho rischiato di spegnere il pc o distruggerlo, esplodendo invece in crisi di pianto isteriche tanto da dover stopparlo per qualche istante. Dolore, ira e vendetta si miscelano perfettamente dentro di me, pugnalandomi il cuore e distruggendo la mia razionalità. Non solo li ucciderò ma li torturerò ancor di più di quanto loro non abbiamo fatto con Nick. Reprimo a stento un conato di vomito e respiro a fatica, ma riesco ad assistere sino alla fine, non riuscendo a capire come un essere umano possa compiere tali atti immondi su un suo simile. Non appena mi calmo e spegno il portatile, chino il capo, domandando con voce grave: «Dov'è Levi?»
«Nella sua stanza a casa di Aaron.» Dichiara Kenny alquanto incuriosito dalla mia questione.
«Perché non è qui?»
«Non può uscire.»
Alzo il capo e fisso Ackerman con occhi brucianti, ringhiando: «Non può o non vuole?»
«Non colpevolizzarlo e non complicare le cose di quanto già non lo siano, almeno non questa volta.» Mi rimprovera con voce grave. «Levi si sta lasciando annientare pur di proteggerti, perciò non ferirlo...»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top