Unione sussurrata
Non posso rimanere ferma ad ascoltarlo un secondo di più, precipitandomi all'ingresso ed artigliando un cappotto. Corro fuori casa, inseguita da Kenny ed Aaron che mi richiamano a gran voce. Accelero così da seminarli, ma il secondo riesce a raggiungermi, ghermendomi per il braccio e costringendomi ad arrestare la mia avanzata. Mi volto e lo lincio con sguardo astioso, rimanendo colpita dalla tristezza insita nel suo volto: «Per una volta Levi ha messo da parte se stesso per proteggerti, perciò non rendere vano il suo sacrificio. Dà ascolto a Kenny, solo per oggi.»
Mi divincolo bruscamente, ringhiando: «Non sarà il chiudersi nella sua stanza a distruggere il male di questo modo. Non è così che ci si comporta!»
«Conosci il motivo per il quale si sia barricato in camera?» Tuona Aaron livido per l'esasperazione. «Per una buona volta non giudicare senza sapere!»
Arretro di qualche passo, osservandolo con le lacrime agli occhi. Non ho mai avuto un acceso diverbio con lui né mi ha mai urlato contro. Mi sento così male da non capire se sia per la morte di Nick, per il mio giudizio costantemente errato o per le sue parole. Aaron china il capo e compie un profondo respiro, scrutandomi colpevole ed afferrandomi per le spalle. Mi guarda turbato per poi dar voce ad una verità che ancora non conoscevo: «Affinché sopravviva, Levi necessita non solo del tuo sangue...»
«Quindi sta per...per...»
«Non ancora.»
«Allora non dobbiamo perdere tempo!» Grido, gesticolando convulsamente per l'angoscia. «Andiamo subito da lui e troviamo una soluzione...»
Aaron mi sorride tristemente, ammettendo con voce grave: «Non ce ne sono altre oltre quella appena rivelatati, perciò lascia che Levi metti da parte il suo egoismo e ti protegga.»
«Non lo lascerò morire né perdere la sua umanità!»
Stringo le mani in forti pungi e guardo Aaron con fermezza. Non starò con le mani in mano mentre Levi si tramuta in un mostro. Il moro mi scruta in cerca di qualcosa da dire per farmi cambiare idea quando ci raggiunge Kenny. Il vecchio capisce quasi subito il motivo del nostro diverbio, chiarendomi cosa serva realmente a Levi: «Dovrai donargli non solo il tuo sangue, ma anche il tuo corpo e la tua anima.»
Le gote mi s'imporporano ed il cuore accelera i suoi battiti. Tento di mantenere regolare il respiro mentre comprendo meglio la questione. Non avrei mai creduto di dover perdere in questo modo la verginità, ma, se vorrà dire salvarlo dalla pazzia e dalla bestialità, non posso non cedergliela.
«Se si nutrirà mentre vi unirete carnalmente, il tuo sangue ed i vostri spiriti, ormai connessi da un legame indissolubile, gli permetteranno di non perdere la sua umanità.»
Prima che possa compiere la mia scelta, domando lecitamente: «Perché sinora gli bastava solo il mio sangue?»
«Ormai Levi non è più attratto solo dal tuo corpo e, per placare la sua inumanità, necessita di altro.» Dichiara Kenny senza indecisione alcuna. «Qual è quindi la tua scelta?»
Non posso lasciarlo vivere in quelle condizioni né essere la causa della perdita della sua umanità. Inoltre non posso negare i miei sentimenti, perciò asserisco con fermezza: «Non aspettatemi a casa questa sera.»
Prima che possa andar via, Aaron urla il mio nome, proseguendo a gran voce: «Non puoi se non sei...»
«Sicura?» Termino la sua proposizione, sorridendogli dolcemente. «Dormi tranquillo, Aaron.»
Li saluto con un cenno del capo per poi correre verso la mia meta. Non posso lasciarlo morire o perdere la ragione, in quanto non riuscirei ad andare avanti con il senso di colpa. Sono morte già troppe persone per me e perdere Levi sarebbe la mia fine. Ackerman mi ha ferita, ma l'ha sempre fatto per salvarmi o per proteggermi, anche se continuo a non condividere le scelte da lui compiute. Nonostante ciò, mi rifiuto d'essere l'artefice della sua dipartita. L'unica a dover pagare per il dolore mio e dei sopravvissuti sono solamente il Consiglio e la Grey. Sono furiosa sia con Levi che con me, in quanto avrei desiderato esser consultata o aver capito da sola che lui stesse male. Accelero la mia avanzata sino a giungere a destinazione. Mi piego sulle ginocchia e compio respiri profondi così da regolarizzare il battito cardiaco e bussare con decisione al portone. Esigui istanti dopo odo delle voci e quasi subito un giovane uomo in divisa mi accoglie sorridente, squadrandomi da capo a piedi. Prima che possa domandarmi chi sia o il perché sia qui, esordisco con voce grave: «Sono qui per Levi, perciò fammi entrare.»
«Qual è il tuo nome?»
Arriccio il naso alquanto irritata, ribattendo con fermezza: «Sono una stretta a mica di Giorgio, ovvero il proprietario di questa casa, e l'unica che potrebbe salvare l'uomo barricato al piano superiore.»
«Quindi sei tu Ambra Lamberti?»
«In carne ed ossa.» Ironizzo con nervosismo. «Per cui gradirei non perdere tempo.»
Lo sconosciuto mi scruta per qualche istante come per constatare la veridicità della mia persona per poi sospirare e scuotere il capo in diniego, ammonendomi: «Molto probabilmente non ti farà entrare.»
«Ti assicuro che invece mi ascolterà, anche se sia tu che gli altri coinquilini sentirete urla o rumori di oggetti che vanno in frantumi. Nonostante ciò, non dovrete preoccuparvi. Inoltre nessuno di voi dovrà disturbarci sino al mattino seguente, intesi?»
L'uomo scrolla le spalle, facendomi capire che non gl'interessa così tanto la mia questione, chiudendo il portone alle spalle e facendomi strada sino al piano superiore. Non appena giungiamo dinanzi ad una delle numerose porte del corridoio, mi fa fermare. Capisco all'istante che dietro quell'asse in legno ci sia Levi, perciò ringrazio la mia guida e lo prego d'andar via. Soltanto quando sparisce dalla mia vista, mi appresto a bussare con forza contro la porta, in quanto Levi non osa aprirmi.
«ANDATE VIA!»
Sospiro sollevata nel constatare che sia ancora cosciente, ma non posso perder tempo, non ora. Mi drizzo sulla schiena, fisso l'asse in legno come fosse il mio nemico e lo colpisco con così tanta violenza da farmi male. La porta viene aperta bruscamente, facendomi perdere l'equilibrio ed avanzare in avanti con passi instabili, sbattendo poi contro di lui. Un brivido scorre lungo la mia schiena mentre con calma alzo il capo, ritrovandomi ad esser osservata da due gemme scarlatte. Colgo il suo stupore per chiudere la porta, voltarmi e trovarlo seduto sul letto con lo sguardo perso nella contemplazione del cielo tempestoso fuori dalla finestra. Il cuore mi si stringe, vedendolo così debole ed angosciato, tanto da far tremare le labbra in un sussurro: «Levi.»
«Va' via.»
Il suo ringhio mi fa retrocedere, ma la sua afflizione m'impedisce d'andar via. Avverto le lacrime bruciarmi gli occhi e la paura serpeggiarmi nelle vene. Nonostante ciò, sono decisa nell'aiutarlo. Lentamente avanzo verso di lui, richiamandolo con voce appena udibile.
«Non avvicinarti!» Tuona con voce non sua, facendomi trasalire. «Va' via!»
«Non lo farò!»
La voce mi s'incrina e le gambe smettono di muoversi mentre avverto brividi tremendi scuotermi il petto.
«Fallo prima che sia troppo tardi.» Ringhia iroso, non riuscendo a celare la sua preoccupazione. «Non rendere vani tutti i sacrifici che ho compiuto in questi ultimi giorni, perciò via di qui!»
«Non lo farò.»
Riprendo il coraggio perduto, fissandolo con decisione ed avanzando cautamente verso di lui quando urla ancora: «Perché rendi tutto sempre così difficile?!»
«Sei tu che ti chiudi in te stesso, che fuggi, che soffri, ma non sei il solo.» Rivelo con voce incrinata. «Hai mai tenuto in conto i miei sentimenti? L'hai mai fatto?»
«Ti sto proteggendo!»
«Da chi?»
«Da tutto, ma soprattutto da me!»
Sono costretta a fermarmi, ancora, poiché le sue parole mi hanno colpita. Una lacrima mi solca il volto nello stesso istante in cui il respiro mi si mozza in gola. Avverto il cuore implodermi in petto ed un sorriso sincero arcuarmi le labbra. Mai avrei creduto d'udire tanto amore e veridicità, mai avrei pensato che un giorno lo avrebbe ammesso. Levi non vuole morire né perdere la sua umanità, ma è disposto a sacrificarla pur di non costringermi ad unirmi a lui. In verità ha sempre tentato di proteggermi, anche se azionando in maniera non sempre giusta. Commossa mi avvicino a lui, sussurrando il suo nome: «Voltati.»
«Via di qui!»
«Non scapperò da te, non più.»
«Ti prego...esci da questa stanza...»
Commossa lo afferro per un braccio, facendogli capire che non fuggirò e che starò con lui qualsiasi cosa accada. Di tutta risposta Levi volta il capo dalla parte opposta, strattonandomi per liberarsi, ma non demordo tanto da ritrovarmi dinanzi a lui che mi fissa, impaurito e perso, con le sue gemme scarlatte. Osservo meglio il suo volto e noto che quattro zanne, affilate e grandi, fuoriescono dalle labbra sanguigne mentre l'incarnato niveo è segnato pesantemente da venature nere. Levi, rendendosi conto della mia analisi, volta il capo così da permettermi d'ammirare il suo profilo.
«Sono un mostro.» Sussurra con voce appena udibile. «E non voglio che tu mi guardi quando sono in questo stato, perciò va' via.»
Diniego col capo, ammettendo una banalità pur sempre vera: «Sei...bellissimo.»
Levi volta il capo e mi fissa con uno strano bagliore negli occhi rubini. La mia mano è ancora avvolta intorno al suo braccio mentre il cuore continua a palpitarmi febbrile in petto. Percepisco una forte attrazione verso di lui, lasciandomi trasportare e accostandomi maggiormente, quando Levi balza in piedi, indietreggiando e mettendo distanza tra i nostri corpi.
«Non avvicinarti o non riuscirò a...controllarmi.»
«Levi non devi...»
«Non bevo sangue da giorni e non cambierò adesso la mia decisione.»
«Non è di sangue che hai bisogno.»
Levi torna a guardarmi con così tanto interesse da avvertire il suo sguardo bruciarmi la pelle ed infiammarmi il basso ventre quando odo il suo ringhio: «Cosa hai detto?»
«Adesso sappiamo entrambi la verità e...»
«VA' VIA! ORA!»
Il suo grido non mi permette d'avvicinarmi, ma è l'atto seguente che mi terrifica. Levi artiglia un vaso e lo scaglia con collera contro la parete opposta, distruggendosi e finendo a terra in mille pezzi. Ingoio il groppo che ho in gola e decido d'avanzare, poiché il dolore che lo attanaglia è di certo inimmaginabile. Non lo abbandonerò, non più.
«FERMATI!»
La sua voce, nonostante sia grave, non riesce a celare la sua paura, che invece mi spinge a camminare verso di lui.
«NON VOGLIO FARTI DEL MALE! NON VOGLIO!»
Levi indietreggia con le lacrime agl'occhi, china il capo e porta entrambe le mani sulle orecchie, tappandole con forza come per impedire che qualcuno gli urli contro. Decelero tanto da sincronizzare i passi con il respiro sino a raggiungerlo per poi allungare cautamente una mano verso di lui. Levi, avvertendo la mia presenza, alza il capo e mi fissa terrificato come non mai. Poggio la mano sul suo petto, accarezzandolo da sopra la camicia logora e baciandolo sul punto esatto dove batte il suo cuore impazzito.
«Ambra...Ambra fermati...ti...ti prego.»
Alzo il capo, poggiando la mano sul suo cuore e fissandolo intensamente negli occhi: «Non questa notte.»
Tenta di ribattere, ma lo bacio, zittendolo ed alzandomi sulla punta dei piedi. Lascio che le mie labbra tocchino le sue, ancora serrate, mentre i canini ghiacciati contrastano con la sua carne bollente. Mi aggrappo alle sue spalle e lo bacio ancora, ma Levi rimane immobile, continuando a scrutarmi con occhi fiammanti. Nonostante ciò, noto la sua difficoltà nel resistermi, perciò gli sussurro con voce flebile: «Non fuggirò mai più da te, Levi.»
«Ambra non...»
«Levi per una volta non pensare.»
Lascio che le mie mani scivolino dal suo petto al collo, accarezzandolo con premura, per poi seguire con le dita la linea marcata della sua mascella, avvertendo il suo sguardo bruciarmi la pelle. Compio un profondo respiro e lo bacio, lasciando che le mie mani tocchino il viso quasi mutato. Percepisco le lacrime pizzicarmi gli occhi, in quanto non sembrerebbe interessarsi di me neppure ora, quando le sue braccia mi stringono con possessione e le sue labbra baciano avide le mie. Sorrido felice, ricambiando con desiderio, mentre Levi mi fa indietreggiare sino al letto disfatto. Si siede sul materasso, tirandomi a sé e permettendomi di sedermi sulle sue gambe. Allaccio le braccia intorno al suo collo e sondo il suo sguardo, liquido di desiderio. Le nostre labbra s'incontrano, i suoi denti stuzzicano le mie e la lingua le assapora, facendomi gemere. Poggio le mani sul suo petto, compiendo una lieve pressione così da allontanarlo quel poco per togliergli la camicia. Rimango in adorazione per qualche istante fin quando Levi non mi priva della maglietta, invertendo le posizioni ed adagiandomi sul letto. Le sue mani esperte mi toccano il ventre, facendomi rabbrividire, per poi risalire sino al reggiseno e reciderlo con un gesto brusco. Istintivamente tento di coprirmi, in quanto mi sento vulnerabile sotto di lui, ma prontamente blocca il mio atto, sorridendomi con occhi liquidi di lussuria. Senza interrompere la connessione tra i nostri sguardi, si china sul mio seno, succhiando e leccando i miei capezzoli, rosei e turgidi. Un gemito fuoriesce dalle mie labbra mentre percepisco le gote arrossarsi per l'imbarazzo. Levi ne tira uno con i denti per poi lambirlo con la lingua, facendomi avvertire un bruciore ed un piacere indescrivibile. Affondo le dita tra i suoi capelli corvini, stringendo qualche ciocca, e spingo le sue labbra contro il mio petto, desiderando che continui la sua dolce tortura. Levi si dedica ai miei seni, venerandoli con maestria e facendomi avvertire sensazioni mai provate, per poi baciarmi con desiderio. Ci svestiamo completamente, rimanendo nudi e guardandoci per la prima volta per quello che siamo. L'osservo eccitata e, incapace di placare il mio desiderio per lui, inverto le posizioni, sedendomi su di lui. Gli bacio le labbra, poi la mandibola, il collo, l'addome e lo tocco sulle braccia, sul busto. Man mano che scendo verso il basso ventre, avverto il suo respiro irregolarizzarsi, mentre tenta disperatamente di non gemere. Il mio tocco, i miei baci, il mio corpo non gli sono indifferenti e forse io non lo sono mai stata. All'improvviso Levi mi prende saldamente per i fianchi, facendomi stendere sotto di lui e baciandomi con desiderio mentre le nostre mani esplorano i rispettivi corpi. Sono ancora stordita dalle nostre effusioni quando avverto un bruciore terribile. Il mio grido viene soffocato da un suo bacio, ma, nonostante ciò, una lacrima mi solca il volto mentre Levi tenta di non muoversi e farmi abituare all'intrusione. Il suo sguardo angosciato mi devasta, poiché è normale per una donna sentirsi così la prima volta, perciò gli afferro il volto con delicatezza e lo bacio. Allaccio le gambe intorno ai suoi fianchi, facendogli capire che starò bene finché starò con lui. Levi mi sorride commosso, baciandomi ed amandomi. In verità sento dolore, molto dolore, ma la felicità che provo lo supera, proprio come l'amore che provo per lui. I nostri corpi s'uniscono e si dividono sincronicamente quando tutto ad un tratto Levi comincia a pompare più veloce, facendomi gemere con più forza ed aggrapparmi alla sua schiena. Avverto il suo respiro caldo solleticarmi la spalla e le lacrime rigarmi il viso. Levi mi costringe a guardarlo per poi baciarmi. I movimenti si fanno più decisi, più violenti. Urlo il suo nome, completamente consumata dal piacere, mentre le sue zanne mi lacerano la carne della clavicola e la sua bocca si riempie del mio sangue. Stringo i denti, tentando di non piangere, e fortunatamente esigui istanti dopo Levi lecca via la linfa dalla lesione e la bacia. Il corvino si stende accanto a me, stringendomi tra le sue braccia e guardandomi con amore. Ora il suo viso è tornato umano, in quanto non presenta più le venature scure e le zanne sono state riassorbite dalle gengive. Mi accuccio contro il suo petto, accarezzandolo e guardandolo intensamente. Non è necessario parlare d'amore, non ora, in quanto i gesti valgono molto di più. Levi mi stringe a sé, sfiorando le sue labbra con le mie: «Non lasciarmi, Ambra, mi fa piacere sentirti vicina.»
«Rimarrò con te, Levi. Nessuno mi manderà più via da te.»
«Buona notte Ambra.»
«Buona notte Levi.»
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