Il ballo di Halloween

«AMBRA!»

L'urlo di Natasha risuona nel corridoio, costringendomi a gridarle di rimando: «Arrivo! Arrivo!»

Con rapidità metto le polveri al posto e la spazzola in un cassetto della scrivania quando odo la sua voce acuta: «Ti aspetto giù!»

Osservo la mia camera da letto, sospirando già stanca, per poi voltarmi verso la finestra ed ammirare il mio riflesso. Questa notte indosso un vestito a poncho color caramello ed un paio di sandali dello stesso colore dell'abito. Le orecchie ed il polso destro invece sono ornati rispettivamente da un paio d'orecchini verdoni a piuma e dei bracciali, sottili ed in legno non scuro. I capelli sono pettinati in una treccia laterale, lasciando sfuggire soltanto qualche ciuffo ribelle, mentre il mio volto è appena incipriato dal mascara e dalla porpora sulle gote color pesca. Guardo la ragazza nello specchio, sorridendole tristemente ed infondendole la giusta dose di coraggio che le servirà per questa notte. Non riesco a non tremare al sol pensiero di cosa potrebbe accadere, ma, prima che possa prefigurarmi il peggio, scuoto il capo con veemenza, imponendomi di mantenere il controllo. Inspiro profondamente e ripeto per l'ennesima volta che tutto quello che avverrà e le azioni che compirò saranno innestate per salvare mia sorella...solo per lei. Senza perder tempo do le spalle alla finestra ed inevitabilmente il mio sguardo ricade sul letto dov'è già pronta il baule per la fuga ormai prossima. All'improvviso i ricordi mi si riversano addosso come un'onda anomala, facendomi vacillare e boccheggiare. Inspiro profondamente e porto la mano sul cuore mentre avverto il mio stomaco serrarsi e le lacrime offuscarmi la vista. Prima che possa crollare in un pianto nevrotico, corro via dalla mia camera da letto, serrando con forza la porta alle mie spalle ed avanzando con passo deciso al piano inferiore. Non appena giungo nella grande sala ed alzo il capo, m'immobilizzo, trovandovi non solo la russa ma anche Hanji. Dopo un primo istante di shock, mi appresto ad accostarmi alla scienziata ed a stringerla forte a me: «Come mai sei qui?»

Hanji non mi risponde, ma scambia uno sguardo, angosciato e lesto, con Natasha, facendomi ben intendere l'arrivo di cattive nuove. Sciolgo l'abbraccio ed indietreggio di qualche passo così da prestare ad entrambe la dovuta attenzione. Nonostante ciò, la scienziata non sembra volerne parlare, perciò la russa rompe il tremendo silenzio, proponendo: «Andiamo in cucina.»

Nessuna obietta, perciò eseguiamo il consiglio senza fiatare. Non appena giungiamo nella piccola stanza, le mie due amiche prendono posto mentre io, al contrario loro, rimango in piedi a causa dell'incapacità di fermarmi per l'angoscia. Talvolta il non sapere è peggio del conoscere. Natasha scruta la scienziata, infondendole la forza che le serve per parlare, per poi udire proprio la sua voce: «Partirete questa sera, o erro?»

Lancio un rapido sguardo alla russa che acconsente con decisione, seguita a ruota da me. La scienziata incrocia le braccia al petto, si rilassa contro lo schienale della sedia e sospira angosciata: «Questa notte dovrete stare molto attente, in quanto qualcosa di estremamente pericoloso si scatenerà non solo qui, ma in tutto il mondo.»

«Spiegati meglio.» L'incalza la russa alquanto turbata.

«Non posso dirvi nulla a riguardo, poiché le informazioni che ho non sono abbastanza. Nonostante ciò, non appena le avrò, ve le rivelerò.» Ammette spaurita per poi proseguire con fermezza: «Ambra non potrai commettere errori ed entro la fine del gala la chiave di Ackerman dovrà essere nelle tue mani senza che nessuno se ne accorga.»

Prima che possa ribattere, la russa obietta lecitamente: «Il corvino la tiene legata al collo.»

«Ackerman per forza se ne renderà conto e m'impedirà di fuggire.» Concludo con risolutezza.

La scienziata mi sorride beffardamente, rispondendo con voce grave: «La soluzione esiste, ma dovrai sottrargli la chiave solo quando sarete soli. Così facendo lo metterai fuori gioco per qualche ora.»

«Di che si tratta?»

Un bagliore sinistro trapassa le gemme della scienziata che inarca le labbra sottili all'insù ed allontana bruscamente la schiena dalla spalliera della sedia. Affonda la mano nella tasca sinistra del cappotto per poi lanciarmi una fiala con all'interno del liquido, scuro e viscoso. L'abbranco con celerità, fulminando Hanji per l'atto sconsiderato, in quanto dubito fortemente ne abbia un'altra. La donna non s'intimorisce, rispondendo con naturalezza: «Devi ingerirlo.»

Lancio un rapido sguardo alla fiala per poi notare il volto disgustato della russa. Non presto attenzione a Natasha, rivolgendomi alla scienziata legittimamente dubbiosa: «Cos'è?»

«È una miscela chimica che non danneggia l'essere umano, ma, nonostante ciò, Ackerman ne riscontrerà gli effetti.»

Prima che possa chiederglieli, Natasha s'intromette: «Quali?»

«Se Ackerman si nutrirà di Ambra dopo che lei avrà ingoiato il liquido della fialetta, si stordirà a tal punto d'apparire ebbro. Non so bene quanto duri l'effetto dell'intruglio, ma non credo più di qualche ora dall'assunzione.» Asserisce la scienza con fermezza, scrutandomi e trovando in me il consenso agognato. «Allora bevi.»

Chino il capo ed osservo la fiala tra le mie mani, ma, prima che qualche ripensamento possa bloccarmi dall'agire, ingoio l'incognita miscela. L'odore è sgradevole ed il sopore ancor più tanto da mostrarlo con un'espressione disgustata. Prima che possa dir qualcosa, la russa s'appresta a riempire un bicchiere d'acqua e porgermelo con apprensione. La ringrazio e ne bevo un lungo sorso, sospirando lieta. Non ho il tempo per dischiudere le labbra che la scienziata prende parola alquanto febbricitante: «Bene, credo sia giunto il momento di dar inizio all'operazione. Avete già caricato i bauli in macchina?»

«No.» Rispondiamo all'unisono io e la russa.

«Sbrigatevi a farlo, poiché dopo non ne avrete il tempo.»

«Cos'altro dovremmo fare?» Sbuffa Natasha, incrociando le braccia al petto.

«Preparate qualsiasi cosa vi sarà utile così da dovervi occupare solo delle armi e della macchina della base. La missione è rischiosa di per sé e non possiamo complicarla ancora di più.»

Inevitabilmente il mio interesse ricade sulla russa che mi scruta per poi acconsentire entrambe all'ordine della scienziata. Senza perder tempo eseguiamo il suo consiglio, trasportando i bauli in auto, per poi uscire dalla locanda. Prima che serri il portone, mi volto ed osservo con le lacrime agl'occhi la grande sala, immergendomi in ricordi, lontani e felici, e nella quotidianità ormai distrutta. Per un istante mi sembra di vedere Ivan correre giù per le scale, sorridendomi ed urlando gioioso il mio nome. Il cuore mi si stringe in una morsa soffocante tanto da togliermi il fiato mentre lacrime di dolore solcano il mio volto. Prima però che possa irrompere in un pianto nervoso, Natasha poggia una mano sulla mia spalla, destandomi e dandomi la forza per lasciarmi tutto alle spalle: «Ce la caveremo...sempre.»

Diniego col capo, ribattendo con voce incrinata: «Mai avrei creduto d'affezionarmi a questo posto.»

«L'importanza delle cose le si scopre soltanto quando le si perde.» Mormora Hanji, accostandosi e rivolgendomi un sorriso pio.

Natasha fischia esilarata, distruggendo l'aura oscura che ci circondava: «Da quando sei così profonda?»

«Al momento la razionalità ha preso potere sulla follia, ma non credo durerà ancora per molto.»

Hanji e Natasha mi strappano un sorriso ed un sincero "grazie" abbandona le mie labbra. Senza perder tempo, sia a causa dell'ora tarda che per il gelo, entriamo in macchina, dirigendoci spedite verso la villa della Grey. Durante il viaggio, discuto con le due ed osservo i loro strambi abiti. Questa sera Hanji è nei panni d'una infermiera morta mentre Natasha indossa un tubino laccato nero che la copre fino a metà coscia. La scienziata presenta un viso poco incipriato, al contrario della russa, ma, nonostante ciò, sono entrambe piacenti. Dopo una decina di minuti Natasha parcheggia, permettendoci d'uscire dalla vettura e stringerci nei cappotti per il freddo. Non appena alziamo lo sguardo, notiamo che l'intera villa ha subito una drastica trasformazione, in quanto ornamenti di ogni tipo sono appesi pure all'esterno, richiamando il tema del gala, ovvero Halloween. Lancio un rapido sguardo alle mie amiche ed indossiamo le rispettive maschere, concordi con gli abiti che indossiamo, per poi avanzare verso l'enorme abitazione. Saliamo i pochi gradini del portico, ritrovandoci dinanzi al portone dove ad accogliere gl'invitati ci sono degli uomini con il volto parzialmente celato, ma, nonostante ciò, si riconoscono alcuni membri del Consiglio. Istintivamente mi fermo, ma Natasha mi afferra la mano e mi fa camminare al suo fianco. Nessuno degli uomini c'impedisce d'avanzare, ma, non appena varco l'ingresso, non riesco a non sospirare sollevata. La russa capta la mia angoscia, scrutandomi preoccupata, perciò scuoto il capo e la rassicuro con un rapido sguardo. Prima che Natasha m'incastri in una discussione sui miei timori, Hanji ci trascina nella sala dove si terrà il gala, ritrovandoci poco dopo dinanzi al caos mascherato. Inevitabilmente mi fermo ad osservare la mole d'invitati, udendo la voce graffiante della scienziata: «Credete abbia dimenticato qualcuno?»

«Il suo gigolò?» Chiede retoricamente Natasha con oscura ironia.

«Il posto d'onore è già occupato da Ackerman.» Le rispondo con voce non mia.

La russa mi scruta turbata ancora una volta, ma, prima che possa dirgliene quattro, ci raggiungono Giorgio ed Aaron, gridando esilarati: «Mostrazze!»

Natasha sorride divertita, ribattendo con diletto: «Buona sera a voi, signori.»

All'improvviso avverto il bisogno impellente di avvicinarmi a Giorgio ed abbracciarlo con forza, esclamando felice: «Mi sei mancato tanto!»

«Che dolce donzella!» Scherza, strizzandomi l'occhio.

Sorrido felice, sciogliendo la presa intorno al suo busto ed indietreggiando di qualche passo, quando odo la voce profonda d'un uomo alle mie spalle: «Buona sera.»

Prim'ancora di voltarmi, riconosco il timbro del corvino. Compio un profondo respiro e mi ripeto mentalmente di non irrompere in un acceso diverbio o in un attacco pubblico, in quanto comunque avrei la peggio e per di più verrei punita con estrema brutalità. Mi focalizzo sull'obiettivo e rimembro il motivo per il quale sia qui questa sera, ruotando sui tacchi e ritrovandomi dinanzi un uomo dal portamento fiero e dai preferiti scuri. Nonostante indossi una maschera, son certa della sua identità anche perché i suoi occhi spettrali mi tormentano da anni: «Buona sera, Ackerman.»

Il corvino mi fissa furibondo mentre i miei amici lo salutano con una frase di circostanza. Nonostante non m'importi nulla del suo insensato malumore, Ackerman risponde in un ringhio: «Noto che vi state divertendo.»

All'istante non capisco a cosa si stia riferendo fin quando Giorgio non prende parola, rivolgendosi ad entrambi: «Il benvenuto al gala è stato tra i più calorosi grazie ad Ambra.»

Istintivamente guardo il corvino, trovando la conferma ai miei dubbi e non riuscendo di conseguenza a non sorridere. Giorgio m'attira a sé, circondandomi il collo con un suo braccio, mentre le gemme scure di Ackerman c'inceneriscono. Il corvino inspira profondamente e, dopo averci lanciato uno sguardo omicida, ci dà le spalle e si allontana con lunghe falcate. Non appena lo perdo con lo sguardo, mi scosto da Giorgio e gli domando incredula: «Che ti è saltato in mente?»

«La gelosia mi diverte più di ogni altra cosa al mondo.»

Inarco un sopracciglio e lo squadro furibonda, poiché non ha compreso il danno appena causato. Questa sera devo ammaliare Ackerman e spingerlo a bere il mio sangue e non fargli guerra ed allontanarlo. Giorgio ed Aaron mi scrutano legittimamente confusi mentre Hanji e Natasha guardando altrove, avendo ben compreso la questione. Sospiro spossata e scuoto il capo in diniego, in quanto l'atto di Giorgio è lecito, visto il nostro trascorso con Ackerman e la sua entrata in scena.

«È stato esilarante notarlo ingelosirsi.» Continua Aaron alquanto divertito. «Non pensavo provasse dei sentimenti.»

Inevitabilmente i miei amici cominciano un dibattito frivolo sul comportamento di Ackerman mentre una forza invisibile mi spinge ad allontanarmi da loro. Avanzo tra la folla e mi appresto a raggiungere la piccola tribuna quando tutto ad un tratto le luci si spengono tranne quella che illumina un punto preciso sul palco. Ineluttabilmente un brusio generale anima la grande sala nello stesso istante in cui JP fa la sua apparizione, seguito da sua nipote, da Ackerman ed altri membri del Consiglio. I miei occhi si posano su di lui e la poca distanza tra il corvino e la russa mi disturba, colpendo il mio cuore con violenza e trafiggendomi lo stomaco. Non so dare un nome a tal nuovo sentimento, ma mi rifiuto categoricamente di credere alla gelosia. Sono furiosa con entrambi, ma con la rossa in particolare ho un conto in sospeso. Chino il capo e mormoro il nome di mia sorella ripetutamente così da non commettere atti folli e controproducenti.

«Buona sera a tutti, signorie signore. Vi ringrazio per essere qui, oggi, cogliendo pure l'occasione perdarvi una nuova per me emozionante: Levi Ackerman e Sasha Grey si uniranno inmatrimonio l'otto dicembre. Non posso celarvi la felicità che m'invasa, poiché tengomolto a lei ed inoltre le devo la maggior parte di miei traguardi. Non sareiqui se non fosse per la sua tenacia ed astuzia.» Ammette con voce incrinatadalla commozione per poi alzare il calice di vino e concludere, rivolgendosiprima alla platea dopo ai due amanti: «Voi tutti, e soltanto voi, sareteinvitati alla cerimonia. Detto ciò...AUGURI ALLA VOSTRA FELICITÀ!»

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