Falò artificiale

Natasha irrompe in camera da letto ed urla il mio nome, facendomi sobbalzare per lo spavento e sibilare alterata: «È proprio necessario piombare qui e gridare come una folle? Morirò di cuore a causa tua!»

La russa ghigna divertita, scrollando le spalle ed asserendo con calma: «Dobbiamo salire in terrazza per il falò.»

La guardo confusa, domandandole lecitamente: «Come faremo se non abbiamo la legna?»

Natasha mi scruta esilarata, non riuscendo a reprimere una risatina: «Non sarà necessario, poiché la fiamma sarà artificiale.»

«È proprio necessario riunirsi un'ultima volta sotto le stelle?» Chiedo irritata. «Ormai è dicembre e fa freddissimo. Perché non restiamo in casa?»

La russa alza gli occhi al cielo e mi tira con forza per un braccio, facendomi alzare dal letto controvoglia. Sbuffo spazientita per poi indossare il cappotto ed avvolgere il collo con una sciarpa calda, seguendola poi sino al terrazzo. Lungo il breve cammino la russa non mi rivolge la parola, ma canticchia un allegro motivetto mentre ripenso alla riunione presenziata soltanto qualche giorno fa. Kenny ci radunò improvvisamente a casa e quando arrivai con Giorgio e Levi trovammo in salone Rosa, la ragazza del gruppo d'insorti e qualcuno dei suoi.

«Finalmente siete arrivate!»

La voce allegra di Aaron mi desta nello stesso istante in cui il freddo dell'inverno m'investe completamente, facendomi rabbrividire e stringere nel cappotto. Natasha non si cura di me e s'avvicina al moro alquanto euforica mentre la maledico per non avermi dato ascolto. Di certo se fossimo state in due, avremmo potuto tentare di dissuadere gli altri e magari passare la notte in salone, ma a quanto pare sono l'unica a soffrirne. Diniego il capo e guardo lieta la russa tra le braccia di Aaron. In verità Natasha è sempre stata attratta da lui, ma l'ha accettato solo qualche mese fa mentre pochi giorni fa si dichiarò. Forse dichiarata è troppo banale ed inesatto come termine, poiché gli ha urlato contro i suoi sentimenti e poi l'ha baciato. Non posso esser scioccata dal suo comportamento, in quanto Natasha è Natasha e di certo una normale confessione non sarebbe stata nelle sue corde. Temeva di non riuscire più ad amare qualcuno che la rispettasse e provasse le stesse sue emozioni, ma i suoi timori sono infondati, in quanto Aaron la desidera tanto da farla urlare quasi per tutta la notte...

«Sveglia Ambra!» Grida Giorgio in una risata. «Non è il momento di perdersi in pensieri.»

Con la mano destra scaccio la sua affermazione e mi siedo accanto a Levi, rivolgendogli un sorriso e baciandogli appena le labbra, per poi rispondere al mio amico: «Sono solo un po' stanca.»

«Non ci posso credere!» Esala Hanji falsamente scioccata. «Domani combatteremo la battaglia della nostra vita e tu sei già stremata?»

«Nulla a cui un buon sonno ristoratore non possa rimediare.»

«Sappiamo tutti che la causa della tua stanchezza sia Levi...» Allude Giorgio con un ghigno malandrino stampato in volto.

«Vi prego di non dire queste cose in...pubblico.» Asserisce Rosa visibilmente imbarazzata, proprio come la sottoscritta.

«Perché mai? Siamo adulti ed abbiamo dinanzi a noi una lunga notte, perciò esigo conoscere tutti i dettagli.» Dichiara la scienziata, appoggiando Giorgio.

«Così magari comincerai a compiere degli studi anche su quello, non è così?» Ringhia Levi alquanto infastidito.

«Perfetto!» Grida Hanji eccitata, balzando in piedi. «Vorrà dire che questa notte la passerò con voi!»

«NO!» Urliamo io e Levi.

«Peccato.» Mormora la scienziata fintamente delusa per poi fissare l'altra coppia con occhi brillanti di malizia e follia. «Questo significa che la trascorrerò con Aaron e Natasha.»

«Scordatelo.» Ringhia categoricamente il moro, stringendo a sé la sua donna.

«Ma è per la scienza!»

Hanji urla e gesticola in cerca d'appoggio, ma nessuno di noi quattro desidera dormire con lei questa notte, poiché ne sarebbe realmente capace. Notandola così sconvolta ed agitata, irrompiamo in una sonora risata quando giunge Kenny che, non capendo il motivo della nostra ilarità, ci scruta confuso per poi scuotere il capo e prendere posto accanto a Rose. Lancio un rapido sguardo ad Hanji che sembrerebbe pronta per proseguire il dibattito, perciò mi appresto a domandare: «Aaron perché non canti una tua canzone per ravvivare la serata?»

Il moro mi guarda incredulo, tossendo così violentemente da spingere Natasha ad schiaffeggiargli la schiena. Kenny irrompe in un riso allegro mentre Hanji di sistema gli occhiali sul naso così da osservarlo meglio. Nessuno a parte me e Giorgio conoscono questo piccolo segreto infatti il mio amico mi sorride complice e mi appoggia, invogliando Aaron a cantare.

«Mai avrei creduto che un uomo così possente e dall'aria intimidatoria potesse rivelarsi un cantate.» Sibila Levi con oscura ironia.

«Levi non...»

Prima che possa intimargli in un mormorio di non dire altro e scusarsi, Aaron prende parola: «Eppure Ambra correva da me quando tu e la Grey la ferivate ed è solo grazie alle mie canzoni che la sofferenza che le opprimeva il cuore si alleviava.»

Nessuno osa ribattere mentre fissano Levi, che china il capo e respira profondamente tanto da far notare l'aria nebulosa uscirgli dal naso e dalla bocca. Natasha mi scruta timorosa della reazione del corvino intanto che Aaron continua a guardarlo con aria di superiorità. Questa volta è riuscito non solo a zittirlo, ma anche a ferirlo. Cautamente mi volto verso Levi, al quale fino a poco fa davo le spalle, notando la mascella serrata e l'animo turbato. Gli poggio una mano sul braccio, sussurrando appena il suo nome e tentando invano di rincuorarlo quando si ritrae scottato e balza in piedi, mormorando con voce arrochita: «Devo andare.»

Prima che possa metabolizzare le sue parole, Levi sparisce dal terrazzo, facendomi rabbrividire per la sua mancanza. Percepisco gli occhi inumidirsi, poiché ancora una volta è fuggito senza lottare, ma prontamente mi mordo il labbro inferiore per non piangere. Quando alzo il capo noto gli sguardi comprensivi delle due scienziate e di Natasha mentre Giorgio mi mima parole di conforto ed Aaron continua a rimanere col capo chino. Diniego con veemenza e m'impongo di non far crollare l'animo della serata ormai guasto, biascicando dispiaciuta: «Perdonatemi...non era mia intenzione...»

«Lascia che si calmi.» Vocia Kenny, intromettendosi e distruggendo la pesantezza volatile. «Canta, Riva.»

Aaron lo scruta arcigno, perciò mi appresto a concludere: «Per favore.»

Il moro mi osserva indeciso per qualche istante per poi sospirare e cominciare a cantare:

«I feel my pain like I'm gonna die

I'll take more xan

takes me out of my mind

numb my thoughts cause I want feel high

one more chance kill them in a vibe.

I hate all the people cause they're immoral inside

got my friends on my side

but more sabbing behind.

Ask me if I'm all right

how I can be all right

if we live in a lie

If we live in a lie

yes we live in a lie

how I can be fine?

I'll take more xan

takes me out of my mind

numb my thoughts cause I want feel high

one more chance kill them in a vibe.

I hate all the people cause they're immoral inside

got my friends on my side

but more sabbing behind.

Ask me if I'm all right

how I can be all right

if we live in a lie

If we live in a lie

yes we live in a lie

how I can be fine?

No I can't be fine in your lies

Lascio che il suo canto mi entri sin dentro l'animo, perdendomi nell'osservazione del cielo notturno. Mi stringo nelle spalle e sussurro una promessa che manterrò, nonostante la tortuosità della battaglia. Salverò mia madre così da permettere a Sara d'averla con se nella sua vita, poiché già a causa mia nostro padre è spirato.

«Credo sia giunto il momento di ritirarci.» Sentenzia Rose, scaldandosi le mani ed alzandosi da terra.

Kenny esegue lo stesso atto, asserendo con un tono che non ammette repliche: «Cercate di riposare visto che sono già le 2:15 così da essere in forze per le 11:00 di domani mattina. C'incontreremo per quell'ora alla grande piazza per poi muoverci insieme contro l'esercito.»

Acconsentiamo stanchi e ci ritiriamo nelle rispettive camere. Prima però che possa abbandonare il terrazzo, Natasha mi si accosta e m'avverte che questa notte la passerà con Aaron. Non posso negarglielo, in quanto l'esito della battaglia di domani è terribilmente incerto. La saluto con un bacio sulla gote e le auguro buona notte per poi discendere al piano inferiore e chiudermi in camera da letto. Non appena giro la chiave nella toppa, poggio la fronte contro l'asse in legno, sospirando stanca. Chiudo gli occhi e mi beo del silenzio quando due braccia virili mi stringono da dietro, facendomi così toccare con la schiena il busto possente d'un uomo ormai divenuto il fulcro dei miei dilemmi. Con calma mi volto, affogando inevitabilmente in due gemme, nebulose e tormentate.

«Perdonami.»

«Sei andato via.»

«Ho sbagliato.» Ammette con voce arrochita dal rimorso. «Ho fatto così tanti errori nella mia vita solo per proteggerti, ma ti ho ferita più volte e...»

Lo bacio con dolcezza, zittendolo così da non permettergli di addolorarsi ancor più. Non posso esimerlo dagli sbagli né dimenticare il dolore che mi ha inferto, ma non posso nemmeno obliare il motivo di fondo. Permetto alle nostre labbra di perdersi per un istante così da guardarlo dritto negli occhi e fargli capire senza parole cosa sia rilevante per me, notando le sue gemme luccicare per le lacrime di commozione. Levi mi bacia con bramosia, leccandomi le labbra ed affondando i denti in esse. Afferra i miei capelli e mi spinge a reclinare il capo così da approfondire la nostra promessa. Allaccio le braccia intorno al suo collo mentre mi fa indietreggiare per poi spingermi sul letto. Inevitabilmente cado sul materasso, emettendo un gridolino, quando il suo corpo mi sovrasta ed i suoi occhi mi scrutano liquidi di desiderio. Levi passa il pollice sulle mie labbra, sussurrando con voce arrochita dalla lussuria: «Ambra...questa notte sii mia.»

«Perché?»

Levi si china sul mio busto, sfiorandomi le labbra con le sue e mormorando devastato: «Non vorrei avere rimpianti nel momento in cui morissi.»

Avverto un dolore sordo colpirmi il petto e l'ira scorrere rapida nelle vene. Lo fisso con occhi fiammanti, premendo le mani sul suo petto e facendolo allontanare di poco così da permettermi di sedermi sul materasso. Levi mi scruta turbato, ma, prima che possa dir altro, domando irritata: «Quindi mi vuoi solo per non avere rimpianti?»

«Ti desidero, ma non posso negare d'avere il terrore di non averti più, in quanto la riuscita della guerra non è certa. Vorrei trascorrere l'ultima notte ad essere amato e ad amare l'unica donna che mi ha rubato l'anima.»

Riesco a reprimere un singhiozzo mentre avverto le lacrime pizzicarmi gli occhi. Levi ora mi scruta angosciato senza capire cosa stia provando, perciò colgo l'attimo di smarrimento per capovolgere la situazione, ritrovandomi seduta sulle sue gambe. Lo fisso con severità, asserendo con voce grave: «Non azzardarti mai più a dire una cosa del genere, poiché domani...noi...noi vinceremo.»

«Purtroppo ci vorrebbe un miracolo affinché accada.»

«Invece io ci credo, perciò questa notte non mi avrai.» Dichiarando con fermezza per poi sorridergli dolcemente. «Dovrai lottare e vincere per stringermi ancora tra le tue braccia.»

«Ambra non...»

«Prometto che sarò tua la notte seguente alla guerra.»

Levi si lascia cadere sul letto, diniegando col capo ed irrompendo in una risata liberatoria. Lo guardo confusa, tentando invano di capire cos'abbia detto di divertente, sin quando non compie un profondo respiro e mi afferra saldamente per i fianchi. Avvampo ed affogo nelle sue gemme liquide di desiderio, udendo poi la sua voce roca: «Nessuna donna mi aveva mai rifiutato prima.»

Tento di mascherare il mio disappunto, poiché pensarlo nelle braccia di altre m'irrita, pertanto mi sbrigo a rispondergli: «Non sempre è buono essere accondiscendenti, ma, nonostante ciò, vorrei restassi a dormire con me questa notte.»

Levi mi tira verso di sé, stringendomi tra le sue braccia, e sospira tra i miei capelli: «Non ti libererai di me tanto facilmente.»

Sorrido felice e lo bacio sulle labbra. Levi mi scruta voglioso per poi sistemarci meglio nel letto, in quanto non è solito ospitare due persone. Mi stringo a lui e poggio il capo sul suo petto, ampio e caldo, mormorando un ti amo ed addormentandomi stretta a lui.

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