Chapter 19

Buio.
Come se una nebbia nera coprisse tutto ciò che mi si para davanti.
Deprimente eh?
Volto la testa di scatto osservando il demone camminare tranquillamente.
Non sono un demone.
Dice ridacchiando.
La osservo impaurita e lei mi si avvicina di qualche passo.
Benvenuta nella tua testa!
Dice allargando le braccia come per mostrarmi il paesaggio desolato.
"Nella mia testa?"
Chiedo e lei annuisce.
Cosa ti aspettavi? È già tanto che sei viva dopo la fiammata.
Si porta una mano alla bocca ridendo.
"Fiammata?"
Chiedo confusa.
Lei mi osserva lievemente stupita prima di avvicinarsi ad osservarmi, per poi scoppiare a ridere un secondo dopo.
Non dirmi che hai perso la memoria!
Dice ridendo e io mi porto una mano alla tempia.
"Qual'è il mio nome?"
Chiedo in un sussurro.
Lei smette di ridere e gira la testa verso di me.
"Chi sei tu?"
Continuo osservando quegli occhi neri come la pece osservarmi.
Il tuo,il nostro nome,è Natsuko.
Dice dondolandosi sui talloni ed alzando lo sguardo in alto.
"Natsuko?"
Perché non mi dice nulla?
Sembra che stia riflettendo, dondolandosi sui talloni che provocano dei cerchi sul terreno,come quando si lancia una pietra nell'acqua.
Ad un certo punto smette di dondolarsi e mi sorride,scoprendo una fila di denti affilati come quelli di uno squalo.
Vuoi riavere la memoria?
Chiede a bruciapelo. La osservo ed annuisco.
Lei si avvicina a me poggiando la sua fronte alla mia.
Allora chiudi gli occhi.
Eseguo l'ordine,chiudo gli occhi ed un improvviso bruciore si propaga per il mio corpo.
Sopratutto sul viso.
Dolore. Tanto dolore.
Urlo staccando il contatto,dimenandomi a terra in preda alle convulsioni.
La sento sorpirare scuotendo la testa sconsolata.
Una volta eri più coraggiosa sai?
Dice avvicinandosi.
Fa male?
Chiede piegandosi su di me.
Annuisco appena.
Allora permettimi di mettere fine a questo dolore...
Dice prima di inserire un dito nel mio occhio destro.
Lo sento distruggersi sotto la forza delle dita.
Sento il sangue copioso unirsi alle lacrime.
Le sue dita artigliano il mio occhio strappandolo in un gesto secco.
Con l'occhio rimasto la osservo guardarlo ghignando per poi buttarlo via lontano,verso l'oscurità.
La osservo terrorizzata mentre lei si avvicina.
Ora tutto finirà.
Dice mettendosi a cavalcioni su di me.
Il suo viso comincia a sbriciolarsi, diventando fumo nero.
Il suo viso,ora visibile per metà,mi sorride ancora.
Tranquilla,non farà tanto male.
Dice diventando completamente fumo ed inserendosi nel mio occhio.
La sento dimenarsi nella cavità, bruciare la pelle.
Sento i nervi stendersi ed allungarsi,sento la sua risata dentro la testa.
Urlo mentre il fumo si condensa prima di perdere conoscenza.

Schiudo leggermente gli occhi ed una luce accecante mi brucia gli occhi.
Sono morta?
Penso, e mi stupisco a non provare nulla.
Né paura né rimorso o tristezza.
Nulla.
"Dottore,si sta svegliando."
Una voce femminile arriva ottavata alle mie orecchie.
Mi sembra di avere la testa immersa nell'acqua.
"Presto alzatela."
Dice un'altra voce. Maschile questa volta.
Apro ancora un po' gli occhi,aspettando che si abituino alla luce.
"Faccia piano signorina,non si sforzi."
Di nuovo quella voce...
Sento delle braccia che mi alzano leggermente il busto.
Gli occhi,ormai abituati alla luce riescono ad identificare il luogo in cui mi trovo.
Due visi,uno giovane,probabilmente della voce femminile,ed uno più anziano occupano la mia vista.
"Ben svegliata mia cara."
Dice l'uomo sorridendomi.
Muovo il braccio portandomelo al viso ma l'infermiera mi blocca.
"Non ancora tesoro..."
Mi dice sorridendomi.
"D-dove mi trovo?"
Chiedo osservandoli.
"Sei ricoverata in un ospedale."
Dice il dottore calmo.
"Ospedale? Perché mi trovo qui?"
I due si lanciano un'occhiata rapida prima di riposare i loro occhi di me.
"Ricordi cosa ti è successo prima di venire qui?"
Chiede il dottore segnando qualcosa su una cartella.
"Mi ricordo,fuoco e fumo,poi tanto calore,e...la mia famiglia..."
Giusto,loro sono morti...
"Mi duole dirglielo ma purtroppo la sua famiglia non ce l'ha fatta."
Una nota di dolore mi stringe il cuore ed una lacrima scende dal mio occhio sinistro.
Il mio occhio!
Urlo mentalmente,alzandomi di colpo,staccando tutti i tubicini a cui sono attaccata.
La macchinetta smette di segnalare i miei battiti cardiaci emettendo un suono dritto.
I due cercano di fermarmi ed appena scendo dal letto mi cedono le gambe.
Perché mi sento così debole?
Mi rialzo a fatica,appoggiandomi al lettino.
"Signorina!"
Mi trascino verso il bagno ed appoggio le mani al lavandino,tremante.
Osservo il mio viso.
Magro,troppo magro,i capelli di un rosa sbiadito,con sporadiche ciocche grige e molto più lunghi di quanto mi ricordassi.
Ma la cosa che mi colpisce di più è il mio occhio sinistro.
Nero,completamente nero,cerchiato da una cicatrice nera che lo attraversa.
"Mi spiace,ma la fiammata le ha colpito in pieno il viso,abbiamo fatto il possibile. È già tanto se non l'ha perso,o peggio morta.."
Dice l'infermiera avvicinandosi a me.
Eppure ci vedo,ci vedo benissimo.
Riesco a vedere addirittura i pori del dottore dietro di me dal suo riflesso nello specchio.
Mi porto le mani all'occhio, accarezzando quella strana cicatrice nera,molto simile ad una crepa.
Inaspettatamente comincio a ridere.
Rido come una pazza,con gli occhi sbarrati ed un sorriso troppo esteso per essere normale.
Vedo i due medici guardarsi preoccupati. Probabilmente penseranno che sia uscita pazza per lo shock.
"Signorina..."
"Che giorno è oggi?"
Chiedo diventando improvvisamente seria ma nessuno mi risponde.
"CHE GIORNO È OGGI!"
Urlo guardandoli con rabbia.
"Il 14 marzo 2048."
Dice il dottore osservandomi calmo.
14 marzo.
Sono passati due mesi dalla morte dei miei genitori. Di mio fratello.
E la consapevolezza di aver perso la mia famiglia mi investe.
Comincio ad urlare e scalciare,a tirare pugni al muro e grattarmi le braccia.
"Signorina si fermi!"
Come posso fermarmi! Dovevo morire io,sarebbe stato molto meglio!
Ora mi ritirovo sola e senza ricordi.
Poi un lieve pizzichio al braccio e sento tutta la rabbia e la tristezza andare via lentamente.
Mi accascio a terra osservando il pavimento atona.
Evidentemente ho finito le lacrime.
L'infermiera mi solleva,riportandomi a letto aiutata dal dottore.
Guardo il soffitto bianco mentre sento gli occhi farsi sempre più pesanti.
Sento che mi dicono qualcosa,che però non capisco.
Poi sento la porta chiudersi ed il silenzio,spezzato dai "bip" regolari della macchinetta,invade la stanza.
Mi porto una mano all'occhio,come è possibile?
Dovrei aver perso l'occhio.
Allora perché ci vedo meglio di prima?
Non c'è bisogno che mi ringrazi.
Sobbalzo a sentire quella voce,ricordando quello che pensavo fosse soltanto un sogno.
Ed ancora una volta mi stupisco,ritrovandomi a sorridere al suono della voce del mio peggior incubo....

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