Capitolo 4
La bibliotecaria sembra sorpresa di vedermi li, effettivamente lo sono anche io. La biblioteca sembra più grande di quanto me la ricordassi. Mamma mia, non so dove mettere mano! Tutto quello che vedo sono muri di libri praticamente uguali.
Comunque sia, credo di aver trovato la sezione giusta. Bene, e adesso quale prendo? Pensa AnnJane. Qualcosa di storia che ti sia piaciuta in questi anni ci deve pur essere! Niente. La mia mente è vuota.
Do un'occhiata veloce ai titoli dei libri e ne prendo uno a caso. Inizio a leggerlo facendo qualche schizzo sul mio foglio da disegno. "Questo libro non mi piace, ne prenderò un'altro". Feci così per i successivi cinque libri. Butto infastidita tutti i volumi in un lato del tavolo e sbuffo rumorosamente.
Qualcuno lancia un libro nel punto del tavolo che stavo fissando demoralizzata occupando così la mia visuale. Alzo lo sguardo sbalordita.
-Prof-f-essore Dixon?
-Ciao AnnJane.
Si siede difronte a me con una disinvoltura disarmante.
-E' questo il tuo nome giusto?
-S-si.
Guarda la catasta di libri accanto me con uno sguardo quasi preoccupato.
-Da come hai trattato quei libri presumo proprio che la storia non sia la tua materia preferita.
Dice ridendo. Chissà perché a me invece viene da morire.
-Diciamo di no.
Mi limito a dire.
-A cosa ti servono questi libri? Abbiamo appena iniziato l'anno e non mi sembra di aver spiegato tutte queste cose. A meno che ti vuoi portare avanti con lo studio, ma qualcosa mi fa intuire che non è per questo.
Continua a sorridermi, mamma mia.
-No in effetti no. Devo realizzare un disegno per un concorso e il tema è un'avvenimento particolare del passato. Sono venuta qui infatti in cerca di un miracolo..
Lui non sorride più. E' diventato improvvisamente serio. Avrò detto qualcosa di sbagliato?
Mi fa notare nuovamente il libro che mi aveva lanciato poco fa. Sembra un libro vecchio. La copertina è di un colore panna. Molto probabilmente in origine era bianco. Il titolo è stilizzato e in argento. Gli angoli sono invece decorati con un materiale resistente, non saprei dire quale sia ma è anch'esso color argento. Tutto sommato è davvero di grande impatto.
-Per iniziare ti consiglio questo. Riassume grosso modo gli avvenimenti mondiali più importanti. Io ho iniziato da qui e grazie a questo libro mi sono appassionato alla storia e all'insegnamento.
Guarda l'orologio, sembra davvero in ritardo.
-Scusami devo andare. Prendi pure il libro, ti servirà!
Sono state le sue ultime parole prima che uscisse dalla porta.
Prendo il libro ed esco pure io. Devo vedermi con le ragazze a casa di Amy.
E' quasi ora di cena e sto morendo di fame.
Sono davanti casa di Amy ma sembra non esserci nessuno. Le luci sono spente e non sento nessun rumore. Chiamo Amy al telefono una decina di volte ma attacca subito la segreteria. Chiamo le altre ma neanche loro rispondono. Sto iniziando ad agitarmi, sono fuori al freddo e credo che si stia mettendo addirittura a piovere.
Cammino fino alla fine del viottolo ma all'improvviso qualcosa mi piomba in mente. Come ho fatto a non pensarci prima? Percorro la strada il più velocemente possibile a causa del freddo e mi trovo faccia a faccia con un imponente albero, ma non un albero qualsiasi. I miei occhi ricadono sui nomi incisi sulla corteccia: Amy, AnnJane, Eliza, Clarissa, Abbie e Beth. Con il dito tocco le incisioni e milioni di ricordi mi riaffiorano. E' passato così tanto tempo, ma mi sembra solo ieri che sei bambine molto vivaci ebbero la bellissima idea di creare un loro spazio dove poter essere loro stesse e divertirsi insieme. Il freddo mi fece tornare alla realtà. Alzo lo sguardo sulla casetta di legno. Saranno lì? Salgo, tanto che può succedere? Arrivo dentro e sei voci femminili mi danneggiano il timpano.
-Ma che diavolo ci fate qui?
Mi tocco l'orecchio per il dolore.
-Come cosa facciamo? Festeggiamo te!
Mi saltano tutte di sopra facendomi cadere.
-Festeggiare me? Che state dicendo non è mica il mio compleanno!
-Ma no! Non è possibile che siamo qui perché siamo contente di essere tue amiche?
Dice Abbie quasi disgustata.
-Devo rispondere per forza?
Domando ironicamente, ma le ragazze sembrano avere la testa tutt'altra parte.
-Dai basta con gli indovinelli. Siamo contente che tu sia riuscita a superare la prima fase del concorso e siccome noi siamo delle buone amiche abbiamo deciso di festeggiare. Patatine?
E mi offre il pacchetto mentre lei stessa se ne ingozza.
-Amy piano o ti soffochi.
Ridiamo tutte ripensando a quando Amy stava quasi morendo soffocata per una patatina al compleanno di Clarissa.
Passiamo la serata ridendo e scherzando. Credo che dormiremo qui, nessuna di noi sembra avere la forza e la voglia di tornare a casa. Spegniamo le candele e ci mettiamo pronte a dormire, tutte si addormentano subito, io poco dopo.
Chiudo gli occhi sorridendo e l'ultima cosa che penso è di essere davvero fortunata e che non vorrei altra vita che la mia.
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