Capitolo 4
Con la scusa d'aver dimenticato le sigarette dentro lo chalet, andai nel luogo dell'appuntamento. Lì davanti non la vidi, mi girai intorno, niente, fino a quando sentii «ehi!» alzai gli occhi, fu lei a chiamarmi in modo barbaro dal balcone. Mi ragguagliò su dal farsi: attenderla giù davanti al portone di legno. Non si fece attendere molto, subito la conversazione mi sembrò strana, chiese se questa sera andassi al party, al no, fece un'espressione incodificabile.
«Tutto qua?» chiesi basito, affermò di sì.
Non ero convinto c'era dell'altro, le chiesi di dirmelo, ricevetti le sue labbra. Senza dir nulla aprì il portone socchiuso ed entrò, la seguì. Arrivammo in un piccolo bagno, disse era strategico: se qualcuno fosse entrato potevo uscire dalla finestra e non essere visto, gli alberi coprivano da occhi indiscreti provenienti dal viale.
Iniziammo a baciarci sempre con più passione, strinsi il suo piccolo corpo caldo a me. M'inebriai del suo profumo, una fragranza leggera con un retro gusto fruttato. Le baciai il collo, il seno, l'ombelico. Lì mi fermai, era tanto, troppo tempo che non facevo delle cose piccanti, vorrei incolpare il matrimonio stupidamente, in realtà ci spegnemmo per via della vita frenetica. Forse lo capì, mi tirò per i capelli a sé e mi baciò. La voltai, spostai i capelli e le baciai di nuovo il collo, mentre il pene bussava ai costumi di entrambi e al suo fantastico lato b. Inarcò leggermente la schiena, non dovette dire nulla, uscii il pene e la penetrai per la seconda volta senza preservativo. Le penetrazioni furono lente, profonde, il nostro ansimare sembrò andare a tempo, fummo in sintonia come due violini di un'orchestra. Con la mano osai sfiorarle il clitoride, gradì. I movimenti iniziarono a essere più veloci e meno profondi, l'orgasmo fu pronto a raggiungermi, feci qualche movenza brusca che ci fece andare indietro, sbattei la schiena contro la parete difronte, con la scusa aprì leggermente le gambe, la potei toccare meglio. Iniziai a sentirla più bagnata, il fiato fu corto, eppure l'orgasmo raggiunse solo me, ancora una volta le venni dentro.
Volevo raggiungesse il piacere estremo, continuai a restare avvinghiato a lei, la masturbai, osai anche sfiorarle il seno per facilitarle l'orgasmo che per nostra fortuna arrivò poco dopo.
Questa volta ci pulimmo come si deve e uscimmo più in fretta possibile. Davanti all'uscio di casa mi disse se questa notte ci saremmo rivisti in piscina intorno alle 3:00, voleva parlarmi. Accettai e tornai a casa, dove rimasi fino all'arrivo di Lara. Mi trovò pulito e profumato, con indosso i vestiti pronto per andare a cena, le sue uniche parole furono: «Lo sapevo che non saresti più tornato» e andò in bagno a prepararsi.
Alle 20:00 uscimmo dal resort con il party appena iniziato alle nostre spalle. Questa volta decidemmo di restare di più in paese, girammo tra le bancarelle del lungomare, entrammo in una specie di galleria d'arte all'aperto. Agli occhi degli sconosciuti, eravamo una coppia di sposini.
Rientrammo quattro ore dopo con una voglia sessuale pazzesca. La mia, credo fosse istigata dall'appuntamento delle 3:00, la sua non so. Forse per me? Sotto richiesta di Lara facemmo l'amore in macchina nel parcheggio come un tempo. Venni subito, le strappai una battuta per amplesso breve: «Eri caricato a molle» sorrise, «meglio di questa mattina che non venivi mai» aggiunse.
«Mai contente queste donne!» esclamai, senza ricevere nessuna risposta.
Come ci suggerì il parcheggio, la maggior parte dei partecipanti al party – se non tutti – era ancora lì, eppure si udiva più musica, Sabrina fu di parola. Entrammo allo chalet, ci demmo una ripulita e andammo letto. Lara come consuetudine crollò subito, io mi girai e rigirai. Fu meglio così, tra meno di due ora mi sarei dovuto incontrare con Lucrezia.
Alle 2:00 spaccate uscii a fumarmi una sigaretta nel terrazzino, attesi nervoso l'ora X, però non vi riuscii, un quarto d'ora prima del previsto fui in piscina. Questa volta mi organizzai: presi le sigarette, il cellulare e soprattutto i vestiti – pantaloncini e maglia comodi. Al mio arrivo, la trovai già lì distesa sulla stessa lettiga della notte precedente vestita con il camicione trasparente maculato delle mutandine a vita alta e il reggiseno, ovviamente abbinati.
«Ciao» dissi, ricambiò e subito mise le cose in chiaro: «Niente sesso.»
Accettai e le proposi di sdraiarci insieme come ieri. Le stette bene, l'errore fu assumere la posizione del cucchiaio, fui tradito subito dal mio essere uomo che bussò al suo sedere. Sorrise felice, cambiammo posizione, quella mandò un messaggio errato all'altra mia testa, mi disse ironica. Passarono trenta minuti circa, senza che spiaccicò una parola, quindi, presi lo scettro della conversazione, le chiesi perché eravamo lì, conoscerci fu la sua unica parola. Iniziai io, come negli A.A. mi presentai dicendo il mio nome ad alta voce, continuai enunciando la professione – chef – e l'età – trentotto – «tu?» Alla parola chef le s'illuminarono gli occhi, senza controllo disse che era quello di cui aveva bisogno, mi spiegò: lo chef attuale non le piaceva, ne cercava uno per i prossimi eventi, chiese se fossi disponibile, sincero risposi potrei se prendesse l'appalto il mio capo, il proprietario del Crystal.
«Lavori al Crystal? Sei una manna dal cielo» disse euforica, mi baciò, curiosa chiese se il risotto asparagi e gamberetti, lo facessi io. Sì le dissi imbarazzato. Dovevamo organizzare un incontro al più presto con il proprietario, l'evento di ferragosto al Luxor Village Club era troppo importante e lo chef dovevo essere io, al sol pensare al quel risotto le sta venendo un orgasmo, furono le sue parole. Spensi il suo entusiasmo dicendole no. Le spiegai il perché: «Primo, non credo sia il caso di lavorare insieme senza aver capito bene il da farsi tra di noi, sono troppo attratto da te, come tu lo sei di me; secondo, lavoriamo entrambi con le nostre rispettive metà, sarà solo questione di tempo prima che lo capiscano; terzo, io e mia moglie vogliamo metterci in proprio aprici, non so, un ristorante, un servizio catering, qualcosa del genere, voglio essere io a sfruttarmi gli altri.»
L'unica cosa che chiese fu se anche mia moglie fosse uno chef.
«Cuoca, ma ultimamente si dedica al cake design» risposi piatto.
La situazione diventò eccezionale – per lei – tuttavia comprese la mia titubanza.
«Potrebbe essere l'occasione per diventare indipendente» aggiunse tentandomi di mollare tutto all'istante.
«Godiamoci la notte insieme» risposi e l'abbracciai. Volevo porle delle domande di vita quotidiana. Le pronunciai tutte insieme: cosa fa per vivere? Da quanto tempo sei fidanzata con il suo tipo? Quando fai il compleanno? Vive in città o in provincia? Non chiesi l'età per educazione, lo aggiunse lei di sua spontanea volontà. Disse di essere una specie di assistente/manager della società del tipo con cui intrattiene una relazione dal 2014 – tre anni – vive in città con i suoi, anche se la maggior parte del tempo lo trascorre a casa di Lorenzo. Compie gli anni il trenta di ottobre ed il prossimo saranno trentaquattro, com'era facilmente deducibile era dello scorpione, concluse.
Devo fare attenzione, mi raccomandai, è attraente e pungente.
«Tu da quanto tempo sei spostato?»
Sapevo che l'avrebbe chiesto alla fine e fu così. Alle parole dieci anni, subito chiese l'altra domanda che non avrei voluto mai facesse: perché non avevano figli. Vide la mia faccia deprimersi, cerco d'essere spiritosa, disse, se i miei girini non sapessero nuotare, non mi sarei dovuto preoccupare di... capì che era inopportuna continuare, tacque e si scusò per aver cercato invano d'essere spiritosa, volle solo sdrammatizzare. La perdonai, involontariamente confessai che il problema non erano i miei girini – se mentii sul fatto di essere in ovulazione o meno erano cazzi – ma lo stagno dove nuotavano, non era buono.
Metafora del cazzo! Mi rimproverai immediatamente. Sto cercando di preservare la mia mascolinità?
Si scusò per averlo chiesto, si sentì in colpa per avermi causato il senso di colpa per via dell'affermazione poco elegante nei confronti di mia moglie. Accese una sigaretta e me la porse, ne accese un'altra per lei. Cadde in gelo tra noi, fumammo in silenzio, non ero intenzionato a romperlo, lo fece lei, mi chiese il numero del cellulare per poterci mettere in contatto per ferragosto. Poco convinto le dettai il numero e le chiesi di farmi lo squillo così da potermi registrare il suo. Acconsentì subito.
Eravamo sempre più separati in lettiga – stupido riferimento alle coppie separate in casa – la battuta idiota le strappò un sorriso, la baciai. Ebbi una voglia matta di fare l'amore, ma mantenni la promessa fatta. Restammo stretti a guardare le stelle fino alle 4:40, quando di comune accordo lasciammo la piscina per ritornare dai propri cari. Mi offrì di accompagnarla, rifiutò, era un'idea rischiosa, mi limitai a osservarla scomparire nelle tenebre del vialetto.
Nello chalet bevvi dell'acqua fresca e ritornai a fare compagnia a Lara.
La sveglia suonò alle 8:00, con solo tre ore di sonno circa ero uno straccio. Con calma facemmo colazione, la doccia e finimmo di pepare i bagagli che come vuole la regola, non riuscimmo a far rientrare tutto dentro come alla partenza.
Andai al bar, al banconista chiesi di Sabrina o Giovanni per saldare il conto e salutarli. Li chiamò al cellulare e mi disse di attendere qualche minuto, erano intenti a colloquiare con una coppia francese. M'invitò ad attenderli seduto in uno dei divanetti, consiglio che rifiutai per tornare da Lara. Al mio arrivo tutto era già pronto, le due valige furono chiuse perfettamente, la casa riordinata e la macchina pronta per tornare nella vita frenetica della città. Tornai al bar e saldai il conto al ragazzo.
Accessi la macchina, alle spalle non lasciai solo un week-end di relax, lasciai forse l'altra metà della mela. Lo specchietto retrovisore della macchina rifletté l'orizzonte sfuocato del resort, speriamo si sfuochi anche il ricordo di lei.
"Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale".
LA STORIA TRA I DUE POTRAGONISTI E' DAVVERO FINITA?
Vuoi un continuo?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top