La gioia di essere parte dell'universo
L'anno scorso stavo andando a lavoro/servizio civile
Per arrivare dovevo fare ogni mattina circa due ore di viaggio sui mezzi.
E l'ultimo tratto che dovevo fare era un ora circa di pullman, di quelli blu grossi, che dal centro portava fino fuori città e passava in tutte le citta accanto.
Non ricordo esattamente in che periodo forse a fine estate, fatto sta che era un terribile giornata grigia e piovosa e stavo aspettando il pullman blu alla fermata.
Fortunatamente avevo l'ombrello, e anche se pioveva la musica sparata nelle orecchie mi aveva messo di buon umore.
Arrivata alla fermata e controllato l'orario mi resi conto che c'era una signora con una valigia di fianco a me.
Sui trenta/quaranta anni, senza ombrello.
Dovete sapere che mi faccio sempre problemi sul parlare agli altri, cioè non sempre, a volte mi viene naturale fare amicizia con sconosciuti, altre potrei non riuscire a chiedere dov'è il bagno o decidere di non ordinare un caffè per l'ansia di parlare con qualcuno.
Beh quel giorno doveva essere una bella giornata, o forse il fatto che quella signora fosse sotto la pioggia mi ha spinta a superare il disagio iniziale.
Così l'ho invitata a condividere il mio ombrello, scoprendo che stava aspettando il mio stesso autobus.
Ero felice di condividere il mio ombrello, genuinamente felice. Mi faceva sentire che la vita è bella ed imprevedibile, che non si è mai davvero soli e che basta davvero poco per fare qualcosa di così carino, che ti può rendere felice tutta la giornata, o addirittura dopo un anno.
Salimmo sul bus quando arrivò e ci sedemmo, non vicine, ma nei posti della stessa linea, con solo lo spazio per passare a dividerci.
Ormai non ricordo abbastanza da poter riscrivere un dialogo, come mi sarebbe piaciuto fare, ma iniziammo a parlare, parlammo per tutto il viaggio.
Iniziò con poco, ci presentammo (non ricordo più il nome) mi chiese dove stavo andando e scoprimmo di star andando nella stessa città, le parlai del servizio civile che facevo in cento psico-sociale, e mi spiegò che lei lavorava con gli anziani, che con sua sorella erano state in questa casa di riposo in mezzo alla natura, stupenda, a lavorare.
Probabilmente sparlammo di come parte del personale può essere cattivo ed inadeguato e non dovrebbe lavorare con le persone fragili.
E poi mi raccontò che prima di fare quel lavoro, faceva soldi creando siti insieme a suo marito, che lei faceva la parte di design e lui quella informatica.
Ed infine mi raccontò che suo marito era morto, da tre anni. Lo disse con un sorriso triste, non esternó il suo malessere, però mi si spezzò il cuore perché lo percepii lo stesso.
Probabilmente mi raccontò che lo aveva conosciuto quando era venuta in Italia a studiare (aveva l'accento penso albanese) e che poi si erano sposati, ma non erano riusciti ad avere figli.
Penso lei li desiderasse molto, ma probabilmente uno dei due era sterile.
E poi quando mi chiese di me, mi chiese dell'età commentando fossi molto giovane. Allora le chiesi anche io, aggiungendo "se posso", la sua, e lei mi disse che ne faceva 36 (credo) e che quel giorno era il suo compleanno, che stava tornando a casa, anche se non c'era nessuno ad aspettarla.
Allora le feci gli auguri, più che sorpresa, pensando a come doveva essere pesante per il compleanno trovarsi la mattina presto sotto la pioggia, le raccomandai di assolutamente, dopo ovviamente un bagno caldo visto il freddo, prendersi una pizza o una torta e festeggiarsi da sola, e lei mi rassicurò che lo avrebbe fatto e che ci sarebbe stato suo nipote.
Poi la sua fermata arrivò prima della mia e scese salutandomi con un sorriso e lasciamdomi una stupenda sensazione di vita, anche se malinconica e triste, ma meravigliosa.
Mi sentii fortunata, mi sento fortunata di aver potuto ascoltare la vita di qualcun'altro, di una sconosciuta, completamente a caso, su un autobus.
E mi sentii anche parte dei piani dell'universo/dio/il bene, perché mi ero trovata lì proprio a quell'ora, con il mio ombrello, perché proprio quel giorno doveva piovere, e sapevo che il mio incontro era stato qualcosa di carino, non tanto perché le avevo evitato la pioggia, ma perché era stato un momento così piacevole ed intimo che altrimenti sarebbe stato deprimente per un giorno così importante.
All'inizio le parole erano quelle di due sconosciuti che chiacchierano del più e del meno, ma poi erano diventate il fiume di due persone che sanno di potersi dire qualsiasi verità perché finito il viaggio non si vedranno più.
Quindi c'è stato proprio quel momento dove anche le mie domande e le sue risposte sono diventate troppo profonde e personali per due sconosciute, ma perfette per due persone che sanno di essersi casualmente trovate sullo stesso bus e di avere solo un oretta per viversi.
Avrei voluto scrivere prima questa scena e meglio, perché non rende quante emozioni mi abbia fatto provare, quanta umanità e vicinanza.
Penso capitino a tutti degli incontri o momenti magici ed inaspettati, penso che dovremmo tutti segnarceli da qualche parte. Sprechiamo tanta memoria per i ricordi tristi o negativi, quando potremmo riempirci la testa ed il cuore solo di momenti magici ed umani.
Ed era una ragazza così carina, così positiva e sorridente, energica, forte!
È stato un momento davvero bello, che mi ha passato tanta energia.
Spero davvero con tutto il mio cuore che stia bene e che la sua vita vada al meglio.
Pensavo che magari potrei scrivere qui tutti i ricordi di momenti magici che ho vissuto, non voglio scordarli, non del tutto almeno.
È importante ricordarsi che il mondo è bello la fuori, e che anche se non sempre lo possiamo sentire/vedere, è così.
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