Capitolo 7: uniti nel dolore

Anna scaraventó via la lettera e graffió il lenzuolo con le unghie. il dolore che provava era indescrivibile , la rabbia ancora di piú.  Non sapeva spiegarsi il perché di quel suo comportamento , lo detestava ma provava qualcosa per lui. Qualcosa da cancellare , pensó fra le lacrime. Pianse a lungo , e poi si rese conto che quelle quattro mura erano una gabbia inaccettabile. Prese arco e frecce , si allacció gli stivali e balzó fuori dalla finestra. Camminó a lungo per la cittá , le lacrime che le inumidivano il volto. Arrivó in un piccolo parco della cittá , e li si fermó , esausta. Inizió a guardarsi intorno: un ragazzo alto e dai capelli neri scese nel parco da solo , il viso affranto e una rosa quasi appassita in mano. Si sedette accanto ad Anna , e a lei sembró il genere di ragazzo che fa una sorpresa alla sua fidanzata , uno di quelli che ha occhi solo per quella ragazza.  Si sedette li e si guardarono a lungo poi , stranamente , fu lei ha parlare per prima.
-Ehy , tutto bene??-
Lui si giró e guardó quella bella ragazza dai capelli neri e piena di strambi tatuaggi e , anche dopo quella giornata orribile , le venne da sorridere.
-Non direi , ma nemmeno per te sembra essere il giorno migliore.
Lei fece un sorriso triste e annuì.
-Comunque io sono Jason , e tu??
-Anna.
Jason sorrise e la guardó
-Chi é che ti ha ridotto cosí , Anna?
Lei sospiró e rispose
-Un ragazzo.. prima sembrava innamorato , ma mi ha scritto un lettera , dove diceva di essersi pentito di aver fatto la mia conoscenza. E a te?? Chi ti ha ridotto cosí?.
Jason tornó serio
-Ero innamorato di una ragazza della mia scuola , e dopo mesi le ho chiesto di uscire. Ci siamo messi insieme e oggi era in nostro primo anniversario. L'ho aspettata sotto casa sua per farle una sorpresa , ma ne é uscita mano nella mano con un ' altra. Le ho urlato di non farsi piú vedere. E poi sono venuto qui.
Anna ascoltó In silenzio e , vedendo le lacrime negli occhi di lui , lo abbracció e pianse anche lei. Abbracciare un completo sconosciuto non le sembró poi cosí strano , erano due individui uniti dal dolore , come ogni essere umano dovrebbe sentirsi nei confroni del dolore degli altri. E loro erano uniti , ora , nel dolore che attanagliava entrambi.
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Liam attese per tutta la notte l'arrivo di Anna;  la mattina era disperato. Corse a bussare alla camera di lei , ma non rispose. Gabrielle uscí assonnata dalla camera e si sorprese di vedere suo fratello , con il viso stravolto e bagnato , che bussava come un matto alla porta di un'altra.
-Che diavolo succede??- sussurró ancora mezza addormentata
-Anna non é venuta.- disse lui continuando compulsivamente a bussare , gli occhi spalancati come se avesse bevuto litri di caffé , e Gabrielle lo sospettava.
-Liam sta calmo , forse sta ancora dormendo. Fa provare me.
Liam si spostó dalla porta
e sua sorella bussó delicatamente.
-Anna , tesoro , stai ancora dormendo??
Da dentro , nessun rumore.
Liam era sempre piú nervoso e batteva per terra con il piede. Gabrielle controlló l'orologio: erano le 11.30 .
-Anna!! Svegliati , sono le undici!
Gridó forte , ma ancora niente.
Spanzientita , Gabrielle estrasse lo stilo e disengnó una runa di Apertura. La serratura scattó e la porta si aprí. Gabrielle e Liam entrarono contemporaneamente: Anna era sparita.

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