Vertigini- Capitolo uno
"Vi auguro di trovare una persona che insiste. Che non vi molla per
Stupide incomprensioni caratteriali, al primo no o che si spaventa
Dei vostri muri. Ma che vi tiene stretti per non farvi
Scivolare dalle loro mani, che trova e prova
Qualsiasi armatura e attrezzatura per buttare giù
Ogni mattone."
-Pinterest-
Milano, giugno 2024
Nina
In quasi un anno che stiamo insieme Mario mi ha insegnato che l'amore non ha bisogno di parole per essere espresso. Mi ha fatto presente l'importanza dei gesti, anche piccoli, che testimoniano il sentimento che ci unisce.
Guardo i suoi occhi e ho imparato a leggerci tutto l'amore che prova nei miei confronti.
Grazie a lui so comunicare anche senza le parole, a volte basta un abbraccio per far capire all'altra persona la tua presenza, come a dirgli "Io ci sono per te".
Lui è arrivato proprio quando non me lo aspettavo, mentre stavo cercando di ricucire le mie ferite. Una volta che i suoi occhi si sono posati per la prima volta nei miei e ha letto quella sofferenza che cercavo in tutti i modi di mascherare.
Ho provato ad allontanarlo, anche con il mio comportamento altalenante. Ma è rimasto.
Così ho deciso di lasciarlo entrare nella mia vita, in punta di piedi. Ho smesso di lottare e gli ho mostrato il mio cuore.
Domani è il nostro anniversario, un anno da quando ho deciso di raccontargli tutta la verità sul perché fuggivo dall'amore. Un anno dal nostro primo bacio, dove ho sentito che potevo innamorarmi di nuovo e senza paure.
Mi affaccio sul balcone, beandomi del panorama della mia nuova casa. Sono appena passati quattro mesi da quando ho accettato di convivere con Mario, trasferendomi a casa sua.
Il vento leggero mi solletica il collo, lasciato scoperto. Ho legato i capelli in una coda alta, per soffrire meno il caldo. Indosso il top rosso, quello che lascia leggermente la pancia scoperta e fa intravvedere il piercing; ho abbinato a un paio di shorts in jeans chiaro.
Prendo una boccata di fumo dalla sigaretta elettronica, il vapore forma nuvole di fumo, spazzate poi via dal venticello.
La mia quiete però dura poco, infatti vengo richiamata dalla voce di mia sorella che si sbraccia per farsi notare. Accelera il passo, fino a trovarsi sotto casa.
Mi fa cenno di aprirle, per poi fiondarsi dentro a razzo. Ha i capelli appiccicati alla fronte, per via del sudore. Si è vestita con una canottiera a costine nera e un paio di pantaloncini azzurri. Ai piedi le sue immancabili converse bianche.
L'irruenza di Lara disturba persino Lorelai, che stava dormendo pacifica in divano. Ora la fissa con un occhio aperto, stando in allerta.
<< Per la miseria, mi hai spaventato la gatta>> borbotto spazientita.
Lara si gira appena e lancia uno sguardo alla povera palla di pelo. Scrolla le spalle, come se non sapesse cosa dire esattamente.
Lorelai è la gatta che abbiamo adottato io e Mario poco dopo il mio trasferimento, Ha due anni, un pelo grigio e corto, il muso allungato e due grandi occhi gialli.
Mi siedo di fianco alla mal capitata, accarezzandole dolcemente la testa. Lei chiude gli occhi e comincia a fare le fusa. Quando finalmente si quieta, torno ad occuparmi di mia sorella. Le chiedo cosa posso offrirle, ma lei dichiara che vuole solo acqua.
Apro il frigorifero, prendo la bottiglia e due bicchieri, che riempio quasi fino all'orlo, poi ne passo uno a Lara.
<< Chi ha avuto l'idea di chiamarla così?>> Chiede indicando la gatta piegando leggermente la testa nella sua direzione.
Mi stringo nelle spalle <<è stato Mario a chiamarla così, tutta colpa delle sue serie TV>> minimizzo.
Bevo un piccolo sorso di acqua, poi fisso la condensa che si è formata sul bicchiere.
Mia sorella invece sembra essere assetata, dato che lo finisce in poco tempo, posandolo poi sul tavolo.
<< Ti va di accompagnarmi dalla parrucchiera?>> Propone civettuola, con un mezzo sorriso << ho voglia di cambiare look>>.
<< Va bene, ma non metterci una vita. Ti ricordo che stasera abbiamo la festa per l'uscita del disco di Mario>> le ricordo, nel caso se lo fosse dimenticato.
Lei batte le mani entusiasta di passare del tempo con me. D'altronde come darle torto, ora che non vivo più con lei e mio padre, ci vediamo meno.
<< Non temere, ci passerà a prendere Diego. Ho già portato il cambio d'abito>>. Posa lo zaino a terra, nel quale ha rinchiuso le sue cose.
E conoscendola sono convinta che si sia portata dietro il mondo.
Recupero la mia borsa e usciamo fuori, mentre camminiamo Lara mi racconta i progressi che sta facendo con lo studio. Ora frequenta la scuola serale e di conseguenza ha diminuito le ore di lavoro al Bar.
Prendiamo la metropolitana e ne approfitto per scambiare qualche messaggio con Luna: da due mesi si è trasferita a Parigi, per seguire un Master in fotografia. Inutile dire che mi manchi.
Per tutto il viaggio faccio così, finché non raggiungiamo la destinazione. La mia amica mi tiene aggiornata su come passa le giornate in Francia, e un po' la invidio, perché non ho mai avuto la possibilità di viaggiare.
Scendiamo dal treno e ci dirigiamo verso la scalinata, che porta all'uscita. Il sole picchia forte, così sono costretta a indossare gli occhiali scuri, per proteggere gli occhi.
Camminiamo per una decina di minuti sul marciapiede, con il traffico milanese che ci sfreccia affianco, fino ad arrivare davanti ad un negozio con l'insegna rosa "Cloe Parrucchiera".
Lara spinge la porta, causando il tintinnio di un campanello. Veniamo accolte da una ragazza sulla trentina, con capelli dal taglio a caschetto color pece e un ampio sorrido ad illuminarle il volto.
Dopo aver scambiato due parole, fa cenno a mia sorella di accomodarsi alla postazione.
Io mi siedo su una sedia nella sala d'attesa, prendo una rivista in mano e la sfoglio, ma senza soffermarmi troppo sulla lettura.
Mordicchio il labbro inferiore, pensando a quanti sbandierano le loro storie d'amore non solo sulle riviste di gossip, ma anche via social.
In accordo con Mario, abbiamo preferito che la nostra relazione rimanesse nella riservatezza. I fan sanno di noi, ma cerchiamo di viverci il nostro amore lontano dai riflettori. Postiamo solo qualche foto ogni tanto, ma sul mio profilo Instagram.
*
Diego passa a prenderci puntale sotto casa mia, e, come c'era da immaginarselo, rimane colpito dalla nuova acconciatura che sfoggia mia sorella: ha rasato i capelli sul lato destro. Lei sostiene che con questo taglia ha un look più maturo.
Lara si getta tra le sue braccia, stampandogli un sonoro bacio sulle labbra. Lui l'afferra per i fianchi, attirandola a sé e decidendo di approfondire il bacio. Si perdono nelle loro effusioni, almeno finché non si ricordano di me.
Diego si stacca, schiarendosi la voce
<< Mario quand'è che arriva?>> Domanda, passandosi una mano tra i capelli.
<< Ci raggiunge al locale. Prima passa a prendere Mirko, che ha l'auto dal meccanico>> rispondo pronta.
Annuisce, poi saliamo in macchina. Per tutto il tragitto guardo fuori dal finestrino, mentre per radio passa una canzone di Shiva. Una ciocca sfugge via dalla coda, così la porto dietro l'orecchio.
È la prima volta che partecipo ad un evento del genere e sono nervosa. Mi ritrovo a rimuginare su quanta gente ci sarà, se mi sentirò fuori posto. Senza rendermene conto ho iniziato a mangiucchiarmi l'unghia del dito indice, con i pensieri che corrono a briglia sciolta.
Diego parcheggia fuori dal Joyce. Solo quando spegne la macchina ritorno in me.
Sbatto le palpebre un paio di volte, prendo un respiro profondo aprendomi lo sportello sul retro. Finalmente esco e mi sento leggermente meglio.
Il sole sta tramontando, donando al cielo il suo spettacolare colore giallo-arancio. Lascio vagare lo sguardo lungo il parcheggio e mi accorgo che è pieno quasi per metà.
Decido di non farmi venire altra ansia, così cerco di stare dietro alla coppietta felice, senza incespicare nei miei piedi.
La musica di un deejay rimbomba nell'aria, mentre facciamo il nostro ingresso. Questo è sempre stato il locale preferito di Luna. Con la mente torno ad un anno fa, quando stavo conoscendo Mario, mentre lei era invaghita del suo amico Andrew.
Sfilo davanti alle persone temendo di essere giudicata, varie persone si girano a guardarmi, qualcuno mi sorride.
Riconosco Gionata, con i suoi immancabili capelli color rosso, al quale faccio un cenno di saluto.
Sembra che quasi tutta la scena Rap sia presente a questo evento e mi chiedo come faccia Lara a non essere nervosa. Forse lo maschera meglio di me.
Mi faccio strada tra la folla, cercando di non farmi prendere dal panico. Finché una ragazza in abito azzurro da cocktail non mi viene vicino, con un sorriso dipinto sul viso.
Ha gli occhi nocciola e i capelli legati in una treccia, si presenta e scopro così che si chiama Angelina. Ha la voce pacata quando parla e cerca di mettermi a mio agio, un pensiero davvero gentile da parte sua. Ci scambiamo solo qualche parola, poi lei prosegue a salutare altra gente.
Sono rimasta indentro, non c'è traccia di mia sorella o di Diego. Fortunatamente, però, al tavolo delle bevande scorgo Mirko, così punto in quella direzione, attenta a non fare brutte figure.
Ora che sono a pochi passi da lui noto che ha in mano un Gin Tonic, come si accorge di me mi saluta con un sorriso sbilenco.
<< Dov'è Mario?>> chiedo, cercando di sovrastare il casino che ci alberga intorno.
<<Lo lasciato che parlava con il suo manager>> risponde con una scrollata di spalle.
I suoi occhi verdi mi scrutano attentamente, poi dice << Sei nervosa?>>.
Faccio un cenno affermativo, a quanto pare si nota fin troppo bene.
<< Non devi esserlo, vedrai che ti divertirai>> continua lui. Alza il Gin Tonic, come a voler fare un brindisi, poi se lo porta alle labbra.
Due mani si posano delicate sui miei fianchi e un profumo ormai famigliare invade i miei sensi.
<< Sei bellissima>> sussurra Mario al mio orecchio, facendomi venire un brivido.
Mi fa voltare lentamente, per poter ammirare l'abito che indosso: è un vestito color blu notte, lungo fino al ginocchio, con uno spacco sulla gamba destra.
La polo nera che indossa è aderente, così da mettere in risalto il suo fisico tonico. Un paio di jeans gli scende lungo i fianchi, rendendolo dannatamente sexy. Ha modellato i ricci con il gel.
Sento all'improvviso la gola seccarsi e sono costretta a prendere qualcosa da bere. Mi faccio servire del prosecco da un giovane barista, poi seguo Mario e Mirko fino al nostro tavolo.
Prendo posto di fianco al mio ragazzo, mentre sorseggio le bollicine che mi solleticano la lingua.
Guardo verso il bordo piscina e finalmente scorgo mia sorella: sta ballando in modo sensuale, facendo ondeggiare il bacino contro quello di Diego.
Faccio una smorfia. Mirko segue la direzione del mio sguardo e poi dichiara
<< Quei due farebbero bene a prendersi una stanza, che cazzo sembra che volgiano scopare in diretta>>.
Roteo gli occhi, per via della battuta poco felice. Le luci psichedeliche creano un gioco di colori per tutto l'ambiente e si riflettono dentro l'acqua della piscina.
<< Mirko perché devi sembrare uno scaricatore di porto>> sbuffa Mario, tracannando poi quello che resta della sua birra.
Al collo porta la collana in legno che gli ho regalato per i suoi trent'anni, con incisa la scritta Mowgli.
Cominciano a battibeccare scherzosamente tra di loro, sembrano due fratelli che amano stuzzicarsi.
Da quello che so però Mirko ha un fratello maggiore, ed entrambi condividono la stessa sorte di Mario, il non aver conosciuto il padre.
Anche se adesso il mio ragazzo ha cominciato ad istaurare un rapporto con Fabrizio, a differenza di Mirko, che per lui quella figura resta ignota.
Forse è per questo che hanno legato quasi subito loro due, per la similitudine del loro passato.
<< Allora Mario sto morendo dalla curiosità, quando ci presenti i brani del disco? A parte Jolly Roger, dove hai tirato in ballo me e gli altri della Crew, per il resto non hai anticipato niente>> Diego interrompe il flusso dei miei pensieri, accasciandosi su una sedia libera.
Lara vorrebbe fare lo stesso, ma all'ultimo lui la fa sedere sulle sue ginocchia e le passa un braccio sulle spalle, con fare protettivo.
Si vede che è innamorato e sono contenta per mia sorella, perché dopo tanta solitudine, ha trovato un ragazzo d'oro.
<< Non è un disco, ma una Deluxe, ovvero una raccolta di alcuni brani inediti, che si vanno ad aggiungere al disco dello scorso anno, La Divina Commedia>>.
Mario accavalla le gambe e comincia a spiegare il suo lavoro e come ogni volta che accade gli brillano gli occhi quando parla della sua musica.
Ha passato alcuni mesi nello studio di registrazione, ma anche se ci vedevamo poco, trovava sempre il tempo da dedicarmi.
*
Usciamo dal Joyce che sono le due di notte, le nuove canzoni sono state accolte bene, ora non ci resta che aspettare l'opinione del pubblico.
Mentre camminiamo nel parcheggio Mario mi prende per mano, intrecciando le sue dita alle mie.
<< Auguri tigrotta>> dice con un sorriso.
<< Te lo sei ricordato>> mormoro sorpresa, visto i mille impegni che ha avuto ultimamente.
Si ferma a poca distanza dalla macchina, la luna rischiara il suo viso, dandogli un aspetto quasi aureo.
<< Come potrei dimenticarmi una cosa così importante>> continua lui. Con la mano libera mi accarezza una guancia, mentre i suoi occhi si riflettono nei miei.
<< E che hai avuto molte cose a cui pensare>> soffio.
Mi attira a sé e ci scambiamo un bacio, siamo affamati l'una dell'altro. Schiudo le labbra, per approfondirlo, mentre le nostre lingue si accarezzano l'anima.
Stringo le braccia attorno ai suoi fianchi, beandomi del calore che emana dal suo corpo. Inebriandomi del suo profumo.
Lui è la mia droga, ogni fibra del mio essere ne dipende. Non so cosa abbia visto in un casino come me, che ho più problemi che rimedi.
Mi succhia il labbro inferiore, prima di staccarsi da me. Faccio un piccolo sospiro, prima di salire sulla Mercedes nera e tornare a casa.
Desidero solo che mi stringa tra le braccia, perché è il mio posto preferito nel mondo.
Angolo Autrice:
Abbiamo una Nina molto innamorata, voi che dite?
In questo capitolo si apprende del perchè non ci sia il personaggio di Luna, la sua cara amica. Dato che è partita per Parigi.
Nei prossimi capitoli parleremo anche di Tony, altro personaggio per ora assente.
Spero che con questo sequel possa mantenere le vostre aspettative, sapete come sono fatta, non sono mai sicura al 100% e vale per tutte le mie storie. Ho sempre paura di scrivere qualcosa di sbagliato, o che susciti poco interesse.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top