L'anniversario- capitolo tre
"La tigre è piena di vita e incarna lo spirito per raggiungere e fare progressi. ma anche di passione e forza".
- Wikipedia-
Nina
Il turno al mattino è il più pesante a mio avviso, il Bar si riempie soprattutto di studenti della facoltà di Filosofia, che si trova poco distante da qui, e sei sempre di corsa per preparare le colazioni: prepara caffè, servi cornetti, scalda le pizzette, ripeti. Finché non diventa un loop.
Ogni tanto ti imbatti in qualche sorriso cordiale da parte loro e li senti fare discorsi su varie teorie di cui non ci capisco un bel niente. Mammamia quanto chiacchierano!
Mi viene quasi da pensare che faccia parte dei requisiti fondamentali riempirsi la bocca con argomenti più disparati. Ho provato a prestare loro attenzione, ma dopo poco perdo la concentrazione, così ho smesso.
Le ultime due studentesse pagano la loro consumazione ed escono: le ho sentite discutere su un esame imminente e sono alquanto agitate. Una in particolar modo non faceva che mangiucchiarsi l'unghia del dito indice, quasi volesse staccarsela a morsi. Ha suscitato in me tenerezza, perché mi ha ricordato l'ansia che provai all'esame di maturità.
Prendo la spugna, la inumidisco e comincio a passarla sul bancone, che si è riempito di briciole. Una ciocca mi sfugge dalla coda, finendomi davanti agli occhi, così con la mano libera la sposto dietro l'orecchio. Fortuna che li ho scalati un po' così mi risulta più facile gestirli.
Carico poi il cestello e inserisco il programma per far partire la lavastoviglie, visto che ora è un momento tranquillo, mi siedo sullo sgabello e ne approfitto per bere dell'acqua. Il locale è provvisto di aria condizionata, altrimenti sarebbe impossibile lavorare qui dentro senza sciogliersi come un ghiacciolo al sole.
Lara sta finendo di sistemare le sedie che gli studenti hanno lasciato in disordine, insieme ad una nostra collega dai capelli blu elettrici.
Mentre divago con lo sguardo per il locale, la porta principale si apre e una voce femminile frizzante mi fa sussultare.
<< Ehi bella gente, come andiamo?>> La voce in questione appartiene ad Havana, la ragazza di Mirko. Entra a passo spedito dirigendosi verso di me.
È alta un metro e ottanta, ha la pelle color caffelatte, viste le sue origini Sudamericane, e due grandi occhi color cioccolato fondente. Porta le treccine afro arrotolate sulla testa.
Il suo modo di fare è quasi sempre sopra le righe, ma da quello che ho potuto notare sembra essere molto innamorata di Mirko.
Havana mi si piazza davanti sfoderando un sorriso luminosissimo, indossa una canottiera a costine color blu e una minigonna di jeans.
<< Fa un caldo pazzesco, sembra di essere in Sudafrica>> fa il gesto di svoltolarsi con la mano, per enfatizzare il concetto.
<< Cosa posso servirti?>> Domando rivolgendole tutta l'attenzione possibile.
<< Una Coca-cola in lattina, per favore>> risponde lei, poi controlla il cellulare e scrive un messaggio.
Prendo la lattina dal frigo e un bicchiere di vetro e glieli porgo, lei mi ringrazia con un cenno e apre la sua bibita, pronta a gustarsela.
<< Quasi mi dimenticavo>> dice tra un sorso e l'altro, sbattendosi la mano sulla fronte.
<< Oggi è l'anniversario tuo e di Mario. Auguri! Cioè lo so perché me lo ha detto Mirko, dato che io e te ci conosciamo da poco>>. Parla come un treno in corsa.
Lara si avvicina a noi e la scruta con un sopracciglio alzato, mentre io mi stringo nelle spalle.
<< Beh ti ringrazio>> mormoro.
Lei e Mirko stanno insieme da alcuni mesi, so che come lavoro fa la modella. Nel tempo perso posta sempre un sacco di video sui Social Media.
Havana finisce la Coca-cola, così prendo il bicchiere ed inizio a lavarlo.
<< Scommetto che avete scopato come dei ricci>>.
Per poco non mi cade il bicchiere nel lavello a questa affermazione, sento le guance tingersi di rosso.
Lei mi fissa in attesa di una risposta, ma decido di ignorare la domanda. È troppo imbarazzante.
<< Cosa ho detto di male? Si sa che stai con un figo della madonna. E anche Mirko lo è, sia chiaro. Posso dire che con lui faccio il miglior sesso della mia vita>>.
Okay ora la situazione sta degenerando. Mia sorella sgrana gli occhi, mentre cerco di coprirmi le orecchie.
<< Havana>> la rimprovero<< che diamine di discorsi sono?>>. La mia voce pare quasi uno squittio.
Lei per tutta risposta fa un piccolo sorrisetto, io invece vorrei sprofondare per la vergogna.
<< Non mi interessa del sesso che fai con Mirko, né di altri aneddoti>> borbotta Lara, cercando di dare un taglio alla conversazione.
Havana sembra aver recepito il messaggio, perché cambia poi argomento e gliene sono grata.
È anche più sfacciata di Luna porca miseria, le mie guance ardono per la vergogna. Non sono mai stata così esplicita sul quel tipo di argomento, soprattutto con una persona che conosco appena.
Un bip prolungato segna che la lavastoviglie ha finito il suo ciclo, la spengo e la apro. Sistemo tutte le cose al loro posto, assicurandomi di asciugarle nel caso in cui siano ancora presenti delle goccioline d'acqua.
Mi ricordo che devo comprare un regalo per Mario, ma trovandomi senza idee, a fine turno chiedo aiuto a mia sorella. Accetta ben volentieri di accompagnarmi nella ricerca, voglio fargli un bel regalo.
*
Osservo la mia immagine allo specchio, mentre stendo un filo di trucco. Ho deciso di indossare il tubino nero che mi aveva regalato Luna, abbinato alle ballerine.
Infilo al polso il bracciale con il charm della tigre, e, mentre finisco di pettinare i capelli, il mio ragazzo fa capolino nella nostra stanza.
Ha messo una camicia a mezze maniche rossa che gli fascia il fisico tonico e un paio di pantaloni neri che gli cadono sui fianchi. I ricci sono stati modellati con il gel.
Mordo il labbro inferiore, mentre mi chiedo se mi abituerò mai alla sua bellezza.
Le nostre iridi si incastrano alla perfezione, ci studiamo silenziosamente. Il suo sguardo scivola lungo il mio corpo e, come sempre, sento le farfalle allo stomaco. È sempre lo stesso l'effetto che mi fa, nonostante stiamo insieme da un anno.
<< Se sei pronta possiamo andare, ho prenotato al ristorante per le 20>> passa appena la lingua sul labbro e le mie gambe tremano. Che magia mi hai fatto Molinari?
Annuisco, prendo la pochette dove infilo il telefono, il regalo e lo seguo. Lancio un veloce sguardo a Lorelai, che dorme tranquilla nella cuccia, poi mi chiudo la porta alle spalle.
Scivolo sul sedile del passeggero, mentre Mario mi racconta dell'allenamento fatto con Mirko. Sono entrambi due sportivi, ma non fissati con la palestra, come lo era Tony, il mio vecchio amico.
Scrollo le spalle: è inutile pensare a lui, quello che provava nei miei confronti non era amore, ma ossessione. Non accettava la mia relazione con Mario e ha fatto di tutto per dividerci. Ma si è scontrato con la forza del nostro amore.
Sono mesi che non lo vedo più, da quando ha iniziato a farsi seguire da uno specialista. Ha distrutto l'amicizia che ci legava.
Parcheggiamo la macchina e proseguiamo a piedi per un tratto, finché l'insegna al Neon del ristorante non cattura la mia attenzione: l'Oasis è un locale sito in pieno centro a Milano. Non ci sono mai stata prima di oggi.
Dentro l'ambiente è ricco di quadri appesi alle pareti, il pavimento è interamente rivestito di marmo scuro. Dal soffitto pendono sofisticati lampadari in cristallo.
Una giovane cameriera ci fa accomodare ad un tavolo in fondo alla sala e ci lascia i menù, per tutto il tempo non fa che fissare il mio ragazzo senza ritegno e la cosa mi fa infuriare.
Cerco di distrarmi scorrendo con lo sguardo i nomi dei piatti che servono, decido di ordinare del salmone, accompagnato con dell'insalata.
La situazione degenera quando la tipa torna e presta attenzione solo a Mario, come se io fossi invisibile. Squadro la sua immagine: non è molto alta, ha lunghi capelli biondi e due labbra a canotto.
Mi schiarisco la voce, ottenuta poi la sua attenzione posso finalmente ordinare.
<< Senti Barbie portami un filetto di salmone e dell'insalata>> lei annota la comanda, poi aggiungo
<< E se mi puoi fare il favore di smetterla di sbavare dietro al mio ragazzo, te ne sarei grata>>. Accompagno la frase con un sorriso finto e posando la mia mano su quella di Mario.
Per tutta risposta lei si irrigidisce, abbassa lo sguardo e sparisce in cucina.
<< La tigre ha deciso di marcare il territorio>>. Mario mi guarda divertito.
Di solito non sono una tipa gelosa, ma quella ragazza stava davvero superando il limite. Ho forse esagerato? Lui alla fine ha occhi solo per me, le altre non esistono.
<< Ti fissava senza pudore>> borbotto servendomi vino bianco.
<< A me le Barbie non mi interessano>> sentenzia tranquillo.
Abbozzo un piccolo sorriso e sento i muscoli rilassarsi.
Dopo tutto quello che ho passato, merito anche io un po' di felicità.
Labbra a canotto torna con i nostri piatti, stavolta evitando di guardare in faccia Mario. Ha capito la lezione.
Guarnisco il pesce con del succo di limone, il profumo mi fa venire l'acquolina in bocca.
Taglio un pezzo di filetto e comincio a gustarmelo.
<< Assaggia un'ostrica, sono buonissime>> dice l'amore mio passandomene una, che prendo con la mano.
All'apparenza é viscida, decido comunque di mangiarla e mentre mastico mi rendo conto che non é affatto male.
La accompagno bevendo un lungo sorso di vino.
<< Deliziosa>> é tutto quello che riesco a dire, prima di tornare a consumare il mio piatto.
Racconto a Mario della seduta che ho avuto nel pomeriggio con la psicologa: anche se ho metabolizzato la morte di Aaron, una volta al mese continuo le sedute, che sono mirate ad aiutarmi a gestire le emozioni e non tenermi tutto dentro.
Ascolta attento, mentre passa a mangiare gli spiedini di gamberi alla griglia.
Finita la cena, posa sul tavolo una scatolina in velluto e la fa scivolare nella mia direzione.
Mi allungo con le mani che tremano e la soppeso con lo sguardo.
Quando la apro rimango senza parole: dentro c'é un anello in argento con i brillanti.
La mia bocca forma una O di stupore, mente prendo in mano il gioiello e me lo rigiro tra le dita.
<< Pensavo fosse perfetto per te>> dice Mario, con gli occhi che brillano.
Annuisco, incapace di proferire parola, indosso l'anello all'annulare e lo osservo rapita.
<< É bellissimo>> sussurro alla fine ed é il primo regalo che mi fa commuovere.
<< Buon anniversario Tigrotta>> risponde lui.
Faccio il giro della tavola, incurante degli sguardi delle persone, allaccio le braccia intorno al suo collo per baciarlo. É un bacio leggero, delicato come il petalo di un fiore.
Devo ricordarmi dove ci troviamo, cosí controvoglia mi stacco e torno al mio posto. Apro la pochette e porgo a mia volta il regalo.
Mario lo apre e dentro trova un'orologio. Lo studia ammirato e dentro di me sono felice che gli piaccia.
<< Buon anniverstio a te, Mowgli>> ricambio gli auguri.
*
Mi sono appena struccata, quando esco dal bagno, per dirigermi in camera.
Provo a togliermi il vestito, quando due braccia mi afferrano per i fianchi, fermando i miei gesti.
<< Questo preferirei togliertelo io>>.
La voce di Mario risulta roca e sento un brivido lungo la schiena.
Posa le sue labbra sul mio collo, lasciandomi senza fiato. Adoro quando mi bacia in quel punto.
Fa aderire i nostri corpi, mentre con le labbra si sposta in alto fino a mordocchiarmi il lobo dell'orecchio.
Lascio sfuggire un basso gemito, il suo profumo alla menta mi inebria i sensi.
Mi gira lentamente, i nostri occhi si specchiano, dentro ci leggo il desiderio che prova.
Infila una mano tra i miei capelli, poi unisce la sua bocca alla mia, le nostre labbra si muovo lente in una danza sensuale.
Le schiudo, permettendogli di aproffondire il bacio: sa di gamberetti e di fumo.
Con audacia infilo una mano sotto alla camicia, per sfioragli i pettorali, la sua pelle é calda sotto le mie dita.
Prima di staccarsi mi succhia con avidità il labbro inferiore, mentre un'ondata di piacere invade il mio corpo.
Sfila lentamente il tubino, mentre con gli occhi osserva ogni centimetro della mia pelle.
Lo abbandona poi alla rinfusa sulla cassettiera.
Mi siedo sul bordo del letto, mordendomi l'inerno della guancia.
Mario torna da me e comicia a baciarmi la spalla, lasciandomi piccole scie umide, fino al pizzo del reggiseno.
Me lo sgancia e lo aiuto a toglierlo.
Senza preavviso prende in bocca un mio seno e inizia a succhiarlo, facendomi gemere.
Gli strattono la camicia, perché voglio sentire la sua pelle. Gliela sbottono in fretta, impaziente.
Ribalto la situazione e mi adagio su di lui, torno a divorare la sua bocca, mentre struscio il mio bacino contro il suo.
Faccio scorrere le mani sul suo addome muscoloso, fino ad arrivare al bottone dei pantaloni. Glielo slaccio e mi aiuta a toglierli.
Mi afferra per i fianchi, facendomi girare e in un'attimo sono sotto di lui, con il dito indice accarezza il piercing che porto all'ombelico e scende fino al bordo delle mutandine.
Quando me le toglie accarezza il mio interno coscia con piccoli movienti circolari, fino a raggiungere la parte piú intima di me lasciandomi senza fiato.
Lo desidero cosí tanto da mancarmi il respiro, mentre gemiti sconnessi escono dalle mie labbra.
Quando finisce la sua tortura si libera delle mutande, scivola dentro di me e finalmente facciamo l'amore.
<< Mostrami la strada per il paradiso>> mormoro con voce rocca, prima di raggiungere il piacere.
Insieme a lui tutto si annulla, viviamo dentro una bolla.
Si appoggia con la testa sul mio seno, mentre entrambi riprendiamo fiato.
Allaccio le braccia attorno alla sua vita, godendomi questo momento di intimità.
Dopo un po' scivola di fianco a me, mi accoccolo contro di lui, posando la testa sul suo petto.
<< Pensavo che la musica mi bastasse per stare bene, almeno prima di incontrare te>> arrotola un dito tra i miei capelli.
<< Cosa é successo esattamente con Alessia? So come é finita con Cecilia, ma di lei mi hai detto poco>> Mi ritrovo a chiederli, consapevole di toccare un tasto dolente.
Lui tira un sospiro, prima di rispondermi.
<< Era il 2020. Avevo fatto uscire il Mixtape di Vita Vera, che avrebbe anticipato il disco della Divina Commedia. Se a livello musicale le cose andavo bene, su quello sentimentale iniziarono a complicarsi. Io e Alessia litigavamo spesso, ogni scusa era buona per lei.
Non parlavamo quasi piú e non sapevo cosa le passasse per la testa.
Una sera Mirko mi spronò ad uscire, c'era una festa a casa di Nicolò, anche lui artista.
Al mio amico dispiaceva vedermi in quello stato e anche io ero stanco, avevo bisogno di sfogarmi, cosí accettai.
La festa si svolse nella villa di Nicolò e c'era tantissima gente.
Sapevo che Alessia era fuori con le amiche, almeno era quello che mi aveva detto.
Avevo preso da bere solo un Gin Tonic, mentre Mirko una birra.
Ci stavamo godendo la musica e per un paio di ore mi dimenticai i problemi.
Arrivati quasi a fine serata Mirko cercava un bagno e decisi di accompagnarlo, con la scusa di uscire poi sul terrazo sito al primo piano e fumare.
Salimmo l'ampio scalone che portava ad un lungo corridoio, il mio amico sparí dietro la prima porta. Stavo per dirigermi verso il balcone, quando vidi una coppia appoggiata piú in fondo contro una porta chiusa che si baciavano selvaggiamente.
Il posto era scarsamente illuminato e non mi permetteva di cogliere bene i loro volti, finché la ragazza non mugolò qualcosa e riconobbi la voce di Alessia.
Mi sentí raggelare, non poteva essere vero, pensavo fosse un brutto scherzo del mio cervello. Invece quando si staccò dal ragazzo ebbi modo di vedere meglio ed era proprio lei.
Rimasi impietrito, come se mi avessero appena accoltellato. Alessia si accorse di essere fissata e quando mi vide impallidí. Provò in tutti i modi a parlarmi, ma mi allontanai alla svelta tornando di sotto.
Mi era passata la voglia di fumare, mi feci strada in mezzo alla folla fino al bancone e presi una bottiglia di Wodka.
Quando Mirko tornò dal bagno mi trovò seduto in un angolo, con la bottiglia vuota. Si allarmò subito, perché sapeva che non ero un tipo da ubriacarmi, cosi mi prese di peso, accompagnandomi fuori. Mi caricò in macchina, si mise alla guida e mi chiese cosa fosse successo. Vuotai il sacco e vidi il mio amico cambiare di espressione, divene furioso.
Disse che non meritavo di soffrire per una ragazza cosí>>.
Il suo racconto mi spiazza totalmente, Alessia aveva tradito la sua fiducia.
Passo una mano tra i suoi capelli, sentendone la morbidezza.
<< Che cosa orribile>> mormoro con gli occhi lucidi.
Ha sofferto per amore, anche se non é paragonabile a quello che ho passato io, ho potuto percepire il dolore durante il racconto.
<< Quello é il mio inferno>> sbuffa Mario, prima di baciarmi sulla fronte.
Entrambi abbiamo vecchie ferite d'amore che si stanno rimarginando.
Nessuno può ridarmi indietro Aaron, ma con Mario sto costruendo le basi del nostro futuro, pezzo per pezzo, come i mattoncini ad incastro.
Non importa quante tempeste dovremmo affrontare, perché per raggiungere il paradiso la strada é lunga, ma abbiamo tempo per guardarci dentro.
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