10 Capitolo

Pov Will

"Ti va di vedere Titans?"
Senza darmi il tempo di rispondere Mel inserisce il dvd nel lettore.
"Quale dei cento e passa episodi hai visto meno di due volte?"
"Nessuno," sorride "Ma tu non hai capito ancora quanto sia importante conoscerli; quindi il mio è più un atto di carità nei tuoi confronti," si toglie le scarpe e mi raggiunge sul divano di pelle nera.
Si siede piegando le gambe sotto di sé.
"Ti ho già detto che vorrei venire a un tuo incontro?"
"E io che non è roba per te?"
"Ogni giorno, " si imbroncia.
Allungo le gambe e le sistemo sopra il tavolino di legno scuro guadagnandomi un'altra occhiataccia da parte sua.
"E cosa sarebbe roba per me?"
"Fai palestra," Scrollo le spalle "massaggi, che so qualche trattamento di bellezza."
Mi fulmina con un'occhiataccia.
"Non che tu ne abbia bisogno," preciso alzando le mani.
Mel alza gli occhi al cielo. "Però hai portato lei," dice secca poggiando la testa sulla mia spalla.

Katherine

"Lei?" Ci giro attorno cercando di concentrarmi sul film.
"Katherine," precisa.
Porto la testa all'indietro e mi massaggio gli occhi stanchi.
Per certi aspetti Mel è snervante. Quando si fissa con qualcosa o qualcuno difficilmente lascia perdere.
"Non perché sia importante e lo sai. Ha ucciso mio fratello, non é una cosa che si può dimenticare dall'oggi al domani."
"No, ma... non porti mai ragazze agli incontri."
"Se è per questo non le porto neanche a casa," indicò l'ambiente che ci circonda, un' ultra moderno appartamento a Jackson Eights nel Queens "e adesso ci sei tu."
Sbuffa. "È solo che mi sembra strano," ammette pensosa.
"Cosa?"
"Il tuo interesse per lei."
Questa volta è il mio turno di sbuffare. "È venuta perché non conta niente per me. Sai che tengo sempre a proteggere ciò a cui tengo."
"Katherine..." ridice il suo nome docilmente e poi scuote il capo, come per lasciar perdere.
È una sua caratteristica la pacatezza.
Mel è delicata. Non alza mai la voce, si arrabbia di rado, parla con garbo.
"Cosa provi per lei?"
Sghignazzo. "Penso d'averla odiata da subito, perfino quando stavamo nella stessa casa."
"Questo non spiega perché le hai permesso di venire all'incontro?" dice amara.
Sospiro. "Dovresti sapere che non faccio nulla a caso."
"Ma non me lo vuoi dire."
"No."

***

Quando Lukas rientra sono le 23:00, in tv ci sono i titoli di coda, Mel dorme profondamente sul divano con le gambe in mostra grazie alla mini troppo corta, il mascara sbavato e la solita smorfia di sufficienza stampata in viso.
Lukas si blocca a osservarla per qualche minuto, poi mi individua mentre scendo da sopra il soppalco e fa un ghigno.
"La smorfiosa è qui?" apre il frigo e inizia  a estrarre gli ingredienti per un sandwich.
Ridacchio avvicinandomi. "Proprio non ti piace."
Lukas la guarda di nuovo.
"È arrapante," se ne esce guadagnandosi uno scappellotto da parte mia "Mi domando se anche a letto fa tutte quelle smorfie."
Questa volta si guadagna uno spintone.
"Stai parlando di Mel," preciso "ero presente quando ha avuto il suo primo ciclo e strillava per la contentezza come una matta, quando ha preso la varicella, ho assistito perfino alla sua prima depilazione... e"
"Fermo." Mi blocca portando l'indice a tamburellare sulla tempia "è come una sorella per te, ma non sono sicuro che lei provi lo stesso."
È come se un secchio di acqua ghiacciata mi si riversasse sopra. "Non è possibile." Mi volto a guardarla.
È bella Mel, soffice, sofisticata, con i capelli nerissimi, gli occhi da cerbiatta, la bocca con l'immancabile rossetto rosso.
"Non ti considera un fratello," dice Lukas troppo sicuro
"e quando si renderà conto di non poter essere ricambiata non so come la prenderà."
"Non è possibile..."
"L'hai già detto "
"Sta uscendo con un ragazzo," dico.
"Quello del mese scorso?"
"No."
"E sai perché?"
"No cazzo."
"Non sei tu."
Mi passo una mano fra i capelli. "Ho bisogno di uscire," dico avviandomi verso l'uscita è recuperando il casco da una mensola.
"Esci tutte le sere," mi rimbrotta.
"Torna prima che si svegli, " dice riferendosi a Mel, "altrimenti rischio di strozzarla."

***

"Non ti voglio vedere."
"Altrimenti che fai?Chiami la polizia?"

Proprio un bel posto per venire a lavorare, non c'è che dire, tra spacciatori, elementi poco raccomandabili, padri violenti e altro.
Solo Katherine poteva trovare lavoro in un posto del genere.

Fermo la moto a qualche metro di distanza dalla biblioteca, su una via laterale poco illuminata, da cui difficilmente possono scorgermi.
Resto in sella, col casco messo a sbirciare il buio.
La coppia che ho udito litigare prima continua a sbraitare contro sotto la luce tremolante dell'unico lampione presente.

Dopo quello che mi sembra un tempo infinito la vedo uscire.
Non la scorgo subito, sento lei e la collega parlottare a bassa voce per qualche minuto prima di separarsi.
Ho preso l'abitudine di venire da una settimana a questa parte.
La osservo nascosto dal  buio.
Katherine si avvia verso la fermata dell'autobus, dal lato opposto della strada.
Ha il cappuccio abbassato e i capelli raccolti in una treccia bassa.
È la ragazza meno femminile che conosca. Non le ho visto mai indossare una gonna, né un top succinto, per come non l'ho mai vista truccata.
Nulla a che vedere con nessuna ragazza di mia conoscenza.
Sì siede sulla panchina e guarda distrattamente l'orologio.
Mancano cinque minuti all'arrivo dell'autobus.
Li perdo a osservarla.
Occhi color della tempesta, labbra carnose, pelle lattea, gambe lunghe, fisico mozzafiato nascosto sotto vestiti inguardabili.
Scopabile.
L'autobus arriva interrompendo il mio delirio.
Solo quando la vedo salire, metto in moto e mi riavvio verso il mio appartamento.

L'ho vista, sta bene e questo è tutto.

Note autrice:
Eccomi! Spero il capitolo sia stato apprezzato.
Cosa ne pensate di Mel? A qualcuno piace?
E Will riuscirà ad accaparrarsi le simpatie di qualcuno?
Ditemi cosa ne pensate?

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