Capitolo 5
Destiny
<Come può essere che tu stai bene?> domanda Trixy e quando dall'altra parte del telefono sento un rumore allontano dall'orecchio il telefono all'istante.
<Chiamami quando hai finito di rovesciare> urlo forte, nella speranza che la mia amica mi senta per poi staccare la chiamata.
<Perché tu non stai male?> domanda Stephen mentre si siede sulla panchina accanto a me.
<Cosa ti fa pensare che io non mi sono sentita male?>
<Ho parlato con Owen e lui sta male per quanto ha mangiato ieri sera, così come la tua amica e da quello che vedo tu stai benissimo, eppure hai mangiato più di me ieri sera>
<Digerisco facilmente> rispondo facendo spallucce.
<Probabilmente. Hai intenzione di riscaldare ancora la panchina oppure pensi di allenarti?>
<La mia idea era proprio quella, di riscaldare la panchina intendo> rispondo seria. Non mi andava di seguire la lezione neanche quando c'era Murphy, figuriamoci se lo faccio con lui.
<Non quando alleno io> dice in modo duro per poi alzarsi e senza darmi il tempo di controbattere mi prende per mano, tirandomi verso di lui per poi prendermi sulla sua spalla come se fossi un sacco di patate.
<Ma come ti permetti, mettimi subito giù!> sbotto contro di lui.
<Nessuno viene qui senza allenarsi>
<E tu non sei nessuno per costringermi a fare una cosa che non voglio. Già mi basta mio padre>
<I problemi famigliari non mi riguardano. Se sei iscritta a questo corso dovrai renderti utile> dice in modo deciso mentre mi scaraventa sul tappeto che Murphy mi faceva usare sempre per non farmi male quelle volte quando cadevo.
<Belva>
<Il mondo è pieno di simili animali> risponde indifferente.
<E per mia sfortuna ne ho incontrato uno proprio io> dico sbuffando mentre mi alzo.
<Di solito le ragazze sono aggraziate ma tu hai la delicatezza di un elefante>
<Mi scusi sua altezza stronzo ma inizialmente ho avuto a che fare con la sua di delicatezza quando mi hai schizzata ben due volte>
<Eppure non ti ho toccata> rispondo mentre mi rivolge un sorriso beffardo.
<Pervertino!> sbotto contro di lui mentre alzo la mano, intenta a tirarli uno schiaffo ma lui essendo più veloce di me afferra la mia mano, impedendomi di colpirlo.
<La prossima volta non fare neanche la mossa> dice a bassa voce mentre mi rivolge uno sguardo freddo.
<La prossima volta che mi tocchi ti cavo gli occhi> dico seria mentre mi libero dalla sua presa in malo modo.
<Avete finito di comportarvi come il cane con un gatto?> la voce di Eleanor arriva non solo alle mie orecchie ma anche a quelle di Steph che l'attimo dopo sbuffa infastidito.
<Ciao Destiny, ha chiamato di nuovo tuo padre> mi informa la ragazza mentre mi viene incontro per salutarmi.
<Cascasse il mondo lui non smetterà mai di farlo> borbotto infastidita. Odio quando cerca di controllarmi perennemente.
<Da quando ti chiami Destiny?> domanda il ragazzo mentre mi rivolge uno sguardo incredulo.
<Praticamente dalla nascita> rispondo in modo sarcastico.
<Se hai finito andiamo a prenderci un caffè insieme?> propone Eleanor ed io sono davvero felice nel sentire le sue parole. Almeno potrò svignarmela il prima possibile.
<Lei non ha neanche iniziato> si intromette Stephen, puntualizzando una cosa che non lo riguarda affatto.
<A me questo non interessa> risponde Eleanor mentre alza le spalle indifferente.
<Mi cambio e ti raggiungo> mi affretto a dire per poi svignarmela, prima che quello si avvicini nuovamente a me.
******
<Owen!> urla Eleanor mentre bussa in modo insistente nella porta. Appena siamo uscite dalla palestra lei mi ha proposto di andare a prenderci il caffè in qualche posto raffinato e roba varia ma non so come siamo arrivati fino a casa del mio amico. Mentre eravamo per strada ho contattato anche Trixy, proponendoli di uscire con noi ma forse non è stata così entusiasta nel scoprire che ci saremo andate a casa di Owen, ecco perché in un secondo momento ha rifiutato. Il ragazzo con cui Trixy si frequenta non va molto d'accordo con il mio amico e dato che lei in realtà è infatuata di quel cretino di Marcus cerca sempre di non fare quello che a lui non piace.
<Cosa ci fatte voi qui?> Owen domanda incredulo appena ci apre la porta di casa ma io sono costretta a girarmi all'istante quando lui si presenta davanti a noi in boxer.
<Ti mancano i pantaloni dal guardaroba per caso?> domando a bassa voce.
<Sono sceso in questo momento dal letto> risponde borbottando e solo quando inizio a sentire il rumore dei suoi passi sempre più lontani mi giro nuovamente, costatando di essere rimasta da sola davanti la porta.
<Ti impressiona un uomo in mutande?> domanda Eleanor mentre si siede comodamente sul divano come se fosse a casa sua e solo allora penso al tipo di rapporto che c'è tra lei e Owen. Insomma, il mio amico mi ha sempre parlato di Stephen e di quanto lo vuole bene come se fosse un fratello ma non ha mai menzionato nessuna ragazza di nome Eleanor.
<Che rapporto hai con Owen?> domando curiosa mentre mi avvicino al bancone della cucina con l'intenzione di preparare il caffè. Negli ultimi mesi sono stata qui dentro così tante volte che so persino dove nasconde le patatine solo per non farmele mangiare. Owen dice sempre che lui lo fa per me dato che se ne mangio tante poi mi sento male ma la verità e che lui è geloso delle sue adorate patatine alla paprika e non le vuole condividere con nessuno però in cambio mi compra i cioccolatini con le noccioline che io tanto adoro.
<In che senso?>
<Lavoro con Owen da un anno e in questo periodo mi ha sempre parlato di Stephen e del loro meraviglioso rapporto ma non mi ha mai parlato di te>
<Siamo amici tutto qui> risponde mentre indifferente alza le spalle.
<Apro io> dico borbottando mentre appoggio sopra il tavolino il vassoio con le tazzine per poi dirigermi verso la porta ma quando la apro resto sorpresa nel vedere Stephen.
<Cosa ci fai tu qui?> domando curiosa.
<Potrei farti la stessa domanda> mormora piano ma dopo qualche attimo la sua espressione cambia facendomi aggrottare le sopracciglia.
<Ma certo, questa è la casa del tuo ragazzo è normale che tu sia qui>
<Owen è il tuo ragazzo?> sento Eleanor urlare l'attimo dopo facendomi sussultare per lo spavento.
<Certo che no> rispondo sincera.
<Cosa ci fai tu qui?> domanda il ragazzo mentre avanza all'interno, dirigendosi verso il divano dove si trova Eleanor.
<Destiny aveva bisogno di un caffè> dice semplicemente mentre tira fuori il telefono ed esternarsi dalla realtà, ignorando lo sguardo che Stephen le rivolge.
<Non potevi andare al bar a prenderti il caffè? Mio dio, siete così odiose quando assillate i vostri ragazzi per qualsiasi cosa> dice in modo duro mentre si gira verso di me.
<Tu sei odioso anche senza che assilli nessuno>
<Posso servirmi?> chiede in modo gentile mentre indica le tazzine con il caffè che sono sopra il vassoio.
<Sono entrambi senza zucchero, uno è per Owen dato che lo prende amaro e l'altro è per Eleanor, anche quello senza zucchero dato che non so come lo preferisce. Puoi prenderti uno di quelli mentre io ne preparo un altro> rispondo mentre mi dirigo nuovamente in cucina.
<Tu non lo prendi il caffè?> domanda in modo curioso.
<Solo se aggiungi il latte e due cucchiaini di zucchero> rispondo Owen al mio posto mentre ci raggiunge in cucina, andando direttamente vicino al frigorifero da dove tira fuori il latte.
<Da quanto tempo vi conoscete esattamente?> chiede Stephen in modo curioso e sono davvero stranita del fatto che Owen non gli abbia mai parlato di me.
<Da un anno a questa parte> rispondo semplicemente mentre afferro il cappuccino che Owen gentilmente ha preparato per me.
<E conoscete così bene i gusti dell'altro> mormora piano come se fosse sorpreso.
<Passiamo molto tempo insieme> rispondo sincera mentre rivolgo un sorriso a Owen. Conosco tante persone ma poche, anzi, pochissime di esse le considero miei amici e Owen è uno di quello. Questo splendido ragazzo è così meraviglioso che ho imparato a volergli bene sin da subito e adesso non saprei fare a meno di lui, della sua presenza. A volte basta poco e una persona che era a noi estranea diventa all'improvviso una parte fondamentale della tua vita perché non sempre le grande amicizie si portano alle spalle anni e anni di conoscenza. Così come ci sono amicizie, legami che magari pensavi che sarebbero durati per sempre e invece quando meno te lo aspetti quel legame si spezza all'improvviso, rompendo una parte di te, del tuo cuore.
<Des, tutto bene?> domanda Owen preoccupato quando si rendo conto che mi sono persa nuovamente fra i ricordi.
<Si certo. Devo andare adesso> mi affretto a parlare mentre afferro da sopra il bancone della cucina la mia borsa.
<Ancora è presto, perché non resti?> propone il mio amico mentre mi guarda.
<Non vuoi aprire il locale vero?> domando curiosa mentre lo guardo a mi volta. Ci sono momenti quando Owen non dice proprio quello che vorrebbe dire, non a parole perlomeno ed è ciò che sta facendo in questo momento mentre mi guarda preoccupato. Lui sa che quando mi assento con la mente in realtà inizio a pensare a cose che dovrei lasciarle lì, in un angolo dalla mia mente, ecco perché cerca sempre di distrarmi.
<Non mi va. Allora?> risponde mente fa spallucce aspettando però una risposta da parte mia.
<Devo andare a casa> rispondo dispiaciuta. Vorrei tanto restare ma non posso.
<Margot sta bene>
<E tu che ne sai?> domando curiosa ma quando lui in tutta risposta abbozza un sorriso mi rendo conto di cosa ha fatto il mio amico.
<Hai parlato con Clara> dico sicura di me mentre appoggio nuovamente la borsa sopra il bancone della cucina.
<Prepariamo degli stuzzichini? > propone Eleanor mentre si avvicina a me.
<Sempre se prepariamo anche da bere> rispondo mentre guardo di sfuggita Owen.
<Destiny> mi richiama con fare di rimprovero.
<Va tutto bene Owen> rispondo mentre mi giro intenzionata ad aprire il frigo ma mi blocco quando vedo la strana espressione di Stephen. Il suo sguardo è fisso su di me e non so perché ma i suoi occhi mi fanno tremare il cuore.
<Eleanor prendi qualcosa da bere?> domando in modo geniale, ricevendo però da parte di Owen un grande sbuffo.
<Eleanor è astemia> risponde mister stronzo mentre mi blocca il passaggio al frigorifero.
<Anche io. Almeno un tempo lo ero> mormoro piano mentre lo sorpasso senza guardarlo. I suoi occhi in questo momento non gli sopporto affatto. Non so come spiegarlo ma c'è qualcosa nel suo sguardo che non mi piace. Mi sento come se mi stessi esaminando.
<Io per una volta voglio provare> dice Eleanor mentre mi affianca nuovamente.
<Ti ricordo che la prima volta quando hai provato di assaggiare qualcosa di alcolico hai visto gli unicorni che volavano> dice Owen mentre ridacchia.
<Avevo appena compiuto diciotto anni e non potevo non bere al mio compleanno>risponde la ragazza mentre afferra da sopra il bancone un bicchiere di vetro con dentro un semplice spritz.
<Questo di sicuro non ti farà vedere gli unicorni> la informo mentre ridacchio.
<E a te bere questo non farà bene> dice Owen mentre sfila dalle mie mani il bicchiere pieno di vodka che avevo preparato per me.
<Fa un po' schifo ma non è così forte> dice la ragazza dopo che ha assaggiato la sua bevanda.
<Il bicchiere oppure la bottiglia?> domando seria mentre punto lo sguardo su Owen che nel sentire le mie parole sbuffa infastidito.
<Mezzo bicchiere o svuoto le bottiglie> dice serio per poi portarsi il bicchiere alla bocca e bere un lungo sorso, lasciando il bicchiere pieno solo a metà.
<Guasta festa> dico infastidita ma dato che non voglio fargliela passare liscia afferro in modo veloce la bottiglia che c'è sopra il ripiano ma quando sto per portarla vicino alla bocca qualcuno decisamente fastidio appoggia la sua mano sopra la mia, impedendomi di muoverla.
<Almeno hai l'età giusta per bere?> domanda curioso mentre cerca di sfilarmi la bottiglia della mano.
<Sono maggiorenne già da un bel po'. Posso bere quanto mi pare>
<Bere non ti rende più interessante sai?>
<Ma infatti io bevo solo per far sembrare gli altri più interessanti> rispondo mentre mi sfugge un piccolo sorriso al solo ricordo di queste parole. Non avrei mai pensato che un giorno avrei usato la sua stessa frase. È passato così tanto tempo da quando l'ho sentita pronunciare l'ultima volta che mi fa strana pronunciarla.
<Com-come hai detto?> domanda balbettando il ragazzo.
<Che c'è, non hai mai sentito parlare di George Jean...>
<Nathan> sussurra piano l'ultimo nome del critico statunitense che ispirò Roxane.
<Anche tu lo conosci?> chiedo curiosa mentre appoggio l'altra mano sopra la sua per poi allontanargliela e portare finalmente la bottiglia vicino alla bocca e bere un piccolo sorso. Non sono il tipo che esagera in modo eccessivo con l'alcol ma ogni tanto sento proprio il bisogno di staccare un po' la spina, nonostante sono cosciente del fatto che l'alcol non è una soluzione.
<Ne ho sentito parlare> risponde mentre appoggia nuovamente la mano sopra la mia ma questa volta mi sorprende quando mi fa capire con lo sguardo vuole bere, infatti senza togliermi la bottiglia dalla mano la avvicina alla sua bocca per compiere il mio stesso gesto di prima.
<E tu? Tu come lo consoci?> domanda in modo impacciato mentre mi guarda dritto negli occhi.
<Ricordo vagamente quando mia sorella lo menzionava> rispondo mentre questa volta mi sfugge un piccolo e triste sorriso nel pronunciare il suo nome.
<Des> mi chiama Owen, cercando forse di attirare la mia attenzione.
<Va tutto bene Owen> rispondo mentre rilascio la presa sulla bottiglia e se non fosse per la prontezza di Stephen che la afferra all'istante sicuramente sarebbe caduta per terra e si sarebbe rotta come si è rotto il mio cuore molto tempo fa.
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