Capitolo 4
Destiny
<Ho saputo che Murphy non lavora più in palestra> la voce calma di mio padre mi fa soffocare con quel minuscolo pezzo di carne che stavo cercando di mandare giù.
<Tutto bene?> domanda nuovamente in modo calmo mentre abbassa leggermente il giornale, puntando i suoi occhi su di me.
<Mh? Ah, certo> rispondo mormorando mentre mi affretto a prendere il mio bicchiere con l'acqua e bere un piccolo sorso mentre guardo di sottocchio mio padre. Lui non è mai calmo e quando succede è perché qualcosa non è andato come previsto i suoi piani. Diciamo che è un po' come quella quiete prima della tempesta. Quel silenzio che in seguito provoca un uragano e in questo momento forse ho un pochettino paura. Magari ci ha scoperte, sussurra la mia vocina interiore.
<Il nuovo istruttore è efficace come Marphy?> domanda in seguito mentre mi guarda attentamente e per la prima volta in diciannove anni di vita non riesco a decifrare il suo sguardo.
<Mhmh> mugolo solamente, sperando che si accontenti di questa quasi silenziosa risposta. Non riesco a capire se facendo ciò cerca di mettermi alla prova per capire se realmente sono rimasta a lezione o ha avuto qualche problema al lavoro. Di solito quando si tratta di lavoro si comporta sempre in modo strano, tipo come ora mentre mi guarda attentamente e senza sbattere ciglia.
<Se è necessario prenditi più tempo e allenati di più> dice serio prima di alzarsi dalla sedia e sparire dalla mia visuale.
<Ma, ma, insomma, che problemi ha?> mi pongo questa domanda da sola mentre continuo a guardare la porta del salone, la stessa dalla quale lui è sparito chissà dove.
<Clara> inizio a chiamare il suo nome mentre mi alzo dalla sedia.
<Clara> continuo a chiamarla mentre esco dalla sala da pranzo, dirigendomi verso la cucina dove normalmente avrei trovato la mia Clarita ma lei non è qui.
<Dove sarà?> mi domando a bassa voce mentre mi dirigo verso la veranda.
<Almeno tu sei qui> parlo a bassa voce mentre mi siedo sul dondolo accanto a Margot che si gode questa giornata di sole.
<Vuoi andare in spiaggia?> domando mentre la accarezzo e lei non tarda ad abbaiare. Margot adora il mare, proprio come lo adoro io ma soprattutto adoro nuotare, ecco perché prima di uscire di casa mi cambio, mettendomi il costume.
<Trixy sto andando a Coney Island, vieni?> informo la mia amica appena risponde alla mia chiamata.
<Ma che ore sono?> domanda con la voce assonnata.
<L'ora di pranzo è passata da un bel po' Trixy. Ma quanto dormi?> domando incredula. Questa ragazza dorme così tanto che a volte penso proprio che lei abbia persino la capacità di andare in letargo.
<Mi lavo e vengo> borbotta a bassa voce.
<Non farmi aspettare troppo Trixy> mi affretto a dirle prima che mi stacchi il telefono in faccia.
<Se entro un ora non arriva noi c'è ne andremo> informo il mio piccolo cagnolino mentre parcheggio la macchina.
Non ricordo quanti anni avevo quando sono venuta per la prima volta in questa spiaggia ma so che da quel giorno questo è diventato il mio posto preferito. La cosa che più adoro di questa spiaggia è il luna park, pieno di giostre colorate ma la cosa più affascinante secondo me è la ruota panoramica, soprattutto quando ci si sale di sera, avendo la possibilità di vedere tutte quelle luci che illuminano il posto.
<Ti va di farti un tuffo?> domando al mio cane mentre appoggio la borsa sul pontile. Ormai come da abitudine la prima cosa che faccio appena arrivo qui è farmi un tuffo proprio dal pontile nel mare blu. Blu come il ciondolo a forma di cuore che ho attaccato alla mia catenina al collo praticamente da una vita.
<Dai, forza Margot, salta> incito la mia cagnolina a raggiungermi, cosa che fa l'attimo dopo senza alcun timore.
<Brava la mia bambina> dico sorridendo mentre mi avvicino a lei nuotando.
<Ma che fai, parli con il cane?> un timbro di voce maschile arriva alle mie orecchie, attirando così la mia attenzione, per questo l'attimo dopo sollevo lo sguardo, puntandolo sul pontile dove vedo la figura di quel tipo, quel Stephen.
<A volte è meglio parlare con gli animali che con certi elementi> rispondo seria mentre continuo a guardarlo. Avevo già costatato che fosse un bel ragazzo ma visto così, illuminato dal sole e senza maglietta è qualcosa di meraviglioso. Non so se è per via dei suoi capelli che svolazzano leggermente o magari tutta questa salsedine mi stia dando alla testa ma devo ammettere che Stephen visto da questa prospettiva è davvero bellissimo.
<Stranamente sono d'accordo con te> dice ridacchiando mentre si abbassa leggermente, aiutandomi a far salire Margot sul pontile.
<Il tuo cane, come si chiama?> domanda curioso.
<Margot> rispondo mentre mi aggrappo al legno e salire a mia volta sul pontile.
<Margot> pronuncia il suo nome come se fosse sorpreso ma la mia cagnolina appena sente il suo nome inizia a scodinzolare felice intorno a lui.
<Puoi accarezzarla se vuoi> dico in modo gentile mentre mi abbasso per prendere la tovaglia e coprirmi con essa.
<Posso prenderla in braccio?>
<Fai pure, lei adora essere coccolata> rispondo mentre cerco dentro la borsa il telefono. Non so quanto tempo sia passato ma Trixy ancora non è arrivata.
<Lei, cosa le è successo alla coda?> domanda curioso quando solo adesso forse si rende conto del fatto che a Margot le manca quasi tutta la coda.
<Un piccolo incidente> rispondo, senza entrare nei minimi dettagli.
<Vieni qui piccolina> dico l'attimo dopo mentre mi avvicino, intenta a prenderla in braccio per asciugarla ma mi blocco quando vedo Stephen tirarsi in dietro, come se non volessi che io la prendessi.
<Se non la asciugo potrebbe amalarsi. Sai, lei è un po' sensibile> lo informo mentre copro il mio cagnolino con la sua tovaglietta, coprendo in parte anche le mani di Stephen.
<E questo?> domanda curioso mentre guarda il mio polso.
<Un incidente> rispondo sussurrando mentre ritraggo immediatamente la mano, nascondendola dalla sua vista.
<Lo stesso?> chiede nuovamente in modo curioso mentre fa scendere Margot dalle sue braccia e senza esitare afferra in modo veloce la mia mano per poi girarla e guardare meglio la cicatrice che ho al polso.
<Mhmh> mugolo solamente, incapace di usare le parole. Per me è sempre stato difficile raccontare a qualcuno di quel episodio, infatti, sono in pochi che sanno la verità ma in questo momento mi è difficile parlare per il semplice fatto che il suo tocco mi sta trasmettendo una scarica di brividi in tutto il corpo. Un brivido che non ho mai provato, non così.
<Eccomi, sono qui!> la voce acuta di Beatrix arriva alle mie orecchie come un secchio di acqua fredda, facendomi allontanare all'istante da Stephen quando capisco che non avrei dovuto farmi toccare da lui. Non ho mai permesso a nessuno di toccare la mia cicatrice, eppure davanti a lui sono rimasta ferma.
<Ciao piccoletta> sento in seguito la voce di Owen e sorpresa sposto lo sguardo, vedendo a pochissimi passi da me il mio amico in compagnia di Trixy.
<Non fare quella faccia. L'ho incontrato dopo che ho parcheggiato> Trixy si affretta a specificare mentre mi rivolge un'occhiataccia, chiedendo silenziosamente una spiegazione a quello che sicuramente avrà visto.
<Niente> rispondo tagliando corto mentre appoggio la tovaglia nuovamente sopra il legno del pontile. Adoro tantissimo la spiaggia ma certe volte preferisco venire qui a godermi non solo la vista ma anche il silenzio che normalmente c'è quando sono sola.
<Va tutto bene?> domanda Owen mentre si avvicina a me, poggiando il suo braccio sopra la mia spala per poi tirarmi più vicino a lui in una specie di mezzo abbraccio.
<Certo>
<Cosa ti preoccupa?> domanda in seguito, ignorando la mia risposta.
<Margot> rispondo a bassa voce mentre giro di poco la testa per guardare il mio cagnolino che corre lungo il pontile. Ed è così che mi piacerebbe vederla sempre.
<Cosa ti ha detto il veterinario?> domanda curioso mentre mi stringe più forte a se, offrendomi con un semplice gesto il suo sostegno. Nonostante la nostra amicizia non ha alle spalle lunghi anni di conoscenza noi ci vogliamo bene ugualmente e Owen riesce a capirmi senza che io mi esprima più di tanto.
<Mi ha consigliato di sopprimere Margot> sussurro piano, cercando di rimandare indietro le lacrime. Qualche mese fa Margot si è sentita male e dopo vari controlli il veterinario mi ha detto che il mio cane è cardiopatico e che non c'è molto da fare visto che comunque sia ha la sua età avanzata.
<Perché?> domanda in modo curioso Stephen, interrompendo i miei stessi pensieri.
<Per non farla più soffrire> rispondo mentre punto i miei occhi marroni nei suoi, facendo il madornale sbaglio di perdermi nei suoi occhi. C'è qualcosa nel suo sguardo che mi attira.
<Non puoi farlo> mormora a bassa voce mentre mi rivolge uno sguardo che non sono in grado di comprendere.
<Non vorrei farlo> dico tristemente mentre mi allontano da Owen e senza capirne il motivo mi avvicino a Stephen, fermandomi ad un passo da lui.
<Allora non lo fare>
<Non posso continuare a farla soffrire. Sarei egoista Steph> confesso per niente felice. Sono state tante le volte in cui ho dovuto effettuare il massaggio cardiaco per riprendere Margot ma il veterinario mi ha detto che non posso farlo all'infinito, no quando il suo cuore non ha più la forza di lottare.
<A volte l'unica scelta che si ha è quella di essere egoisti> dice a bassa voce per poi superarmi ma sono costretta a girarmi all'istante e guardare meglio quello che i miei occhi hanno visto solo di sfuggita.
<Ma cosa gli è successo?> domando a bassa voce tra me e me mentre continuo a guardare la cicatrice che Stephen ha sulla schiena.
<Ogni cicatrice nasconde una storia e proprio come te anche lui ne ha una da raccontare> confessa Owen mentre mi affianca nuovamente.
<Chiedi a lui Des> si affretta a dire, facendomi chiudere la bocca all'istante.
<Odioso> borbotto piano per poi abbassarmi e afferrare le mie cose.
<Andiamo a mangiare qualcosa insieme?> propone Trixy l'attimo dopo mentre ci avvicina a noi con Margot tra le braccia.
<Io devo portare Margot a casa e poi dovrò darmi una rinfrescata prima di andare al Chandelier>
<Per una volta possiamo anche tenere chiuso> propone Owen mentre prende dalle mie mani la borsa, facendo sbuffare Stephen che si trova a qualche passo da noi.
<Che problemi ha?> domando curiosa.
<Qualcuno> risponde Owen mentre giro lo sguardo verso il suo amico e rivolgergli un occhiataccia.
<Allora andiamo?>
<Io non vengo> mi affretto a rispondere alla domanda di Trixy.
<Che c'è mocciosa, hai paura che ingrassi se mangi?> domanda quel cretino di Stephen mentre ridacchia per le parole da lui pronunciate.
<Ho paura di vomitarti addosso se solo vedessi la tua faccia mentre mangio> dico in modo tagliente per poi superarlo, dandogli una spallata.
<Idiota> mormoro a bassa voce mentre mi incammino verso la macchina.
<Grandissimo idiota> mi corregge Trixy mentre mi affianca.
<Perché l'hai fatto?> sento il cretino mentre pone questa domanda, così, curiosa mi giro, vedendo Owen che lo supera mentre Stephen si massaggia la nuca.
<Secondo te l'avrà colpito?> domanda Trixy in modo curioso.
<Sicuramente con la borsa> rispondo ridacchiando e quando Owen avvicinandosi a me mi fa l'occhiolino scoppio a ridere ancora più forte quando capisco di aver indovinato.
<Guido io?> domanda Owen mentre tira fuori dalla borsa le chiavi della mia macchina.
<E con la tua come fai?>
<La posso prendere anche più tardi> risponde mentre indifferente fa spallucce.
<E io come dovrei andarmene?> domanda mister stronzo.
<Come sei arrivato qui?> chiede Owen in modo curioso mentre apre lo sportello della mia macchina per poi riporre sul sedile posteriore la borsa.
<Sono uscito per fare jogging>
<Allora continua a fare jogging mentre fai ritorno a casa> risponde Owen, facendomi ridere nuovamente.
<Prestami la macchina>
<Non esiste proprio> risponde il mio amico mentre mi fa segno di salire nella macchina.
<Ti ricordo che sei stato tu a chiedermi di uscire>
<Ho cambiato idea> risponde Owen mentre cerca di trattenere un sorriso. Certe volte il mio amico è davvero uno stronzo e so quanto in realtà in questo momento lo sta facendo apposta.
<Trixy, ti aspetto da me> dico alla mia amica mentre prendo dalle sue braccia il mio bellissimo cagnolino per poi salire in macchina, lasciando libero il posto del guidatore.
<Mi lasci a piedi per questa?> domanda Stephen in modo duro.
<E se anche fosse?> domanda Owen per poi salire in macchina e metterla in moto. Se c'è una cosa che Owen non sopporta affatto è quando qualcuno cerca di fare lo stronzo con me e mi sorprende davvero tanto vederlo atteggiarsi così anche con colui che è il suo migliore amico.
<Lasciagli le chiavi> dico a bassa voce, facendo sbuffare Owen.
<Se solo le procuri anche un piccolo graffio...>
<Basta che non leghi nudo da qualche parte altrimenti giuro che vomiterò anche su di te> dico disgustata e al solo ricordo mi torna in mente quando qualche giorno fai feci quel stranissimo sogno su Steph.
<Sono sicuro che ti piacerebbe vedermi>
<Neanche sotto tortura> rispondo sincera.
<Io penso...>
<Che se non la smetti ti farò fare la strada nuovamente a piedi> dice Owen in modo aspro e sono sicura che se gli sguardi potessero uccidere Stephen in questo momento avrebbe cessato di vivere dato che guarda lo stronzo a dir poco male.
<C'è ancora il Nostrana?> domanda Stephen mentre sfila dalle mani di Owen le chiavi della macchina.
<Si, ma come ai vecchi tempi sei l'unico a cui piace il sushi. Anzi, a tutte tue> risponde Owen mentre mi indica.
<Non puoi dire che non ti piace una cosa se non la assaggi Owen> dico sbuffando.
<Mi fa impressione va bene? Senti, andiamo alla vecchia bottega così mangia anche lei> propone il mio amico, facendomi venire un languorino. Io adoro quel ristorante italiano. Ogni volta che vado lì a mangiare dopo sono costretta a fare realmente la dieta.
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