Capitolo 26

Destiny

Rinunciare a Stephen? E come si fa, continuo a domandarmi mentre mi dirigo a piccoli passi verso la caffetteria dove ho appuntamento con Trixy. La mia amica ha iniziato a chiamarmi, tartassandomi di telefonate e questo perché a detta sua aveva qualcosa di importante da dirmi, e dato che non poteva farlo per telefono mi ha proposto di incontrarci in questa caffetteria perché sempre a detta sua non può confessare quello che ha da dire a stomaco vuoto.

<Finalmente sei arrivata> dice entusiasta appena mi vede avvicinarmi al tavolino dove lei comodamente sta seduta.

<Ma che hai combinato?> domando titubante mentre guardo l'infinità di cibo che c'è sopra il tavolino.

<Avevo fame e non sapevo cosa scegliere. Vieni, siediti> si sbriga a parlare mentre mi fa segno di sedermi accanto a lei.

<Cosa hai combinato Trixy?> domando nuovamente mentre punto lo sguardo su di lei, cercando nei suoi occhi quello che la sua bocca non sa dirmi.

<Ho, io ho fatto una cosa e, come era quella cosa che dicevi tu sul tuo cuore che cerca quello di Stephen e che un semplice abbraccio ti fa sentire bene?>

<Il mio cuore sembra come se stessi cercando il suo> dico piano, malinconica al solo ricordo di questa frase.

<Che stupida che sono stata> sussurro piano tra me e me.

<Stupida? Perché?> domanda la mia amica mentre mi guarda confusa ed io non posso non raccontarli della cavolata che ho fatto. Come ho fatto a non ascoltare il mio cuore, come ho fatto a dubitare di Stephen anche solo per un attimo?

<Qui non si tratta che tu hai dubitato di lui Des ma ti sei lasciata coinvolgere dal dolore che ancora provi per la perdita di Roxane ed è giusto. Perdere una persona cara è straziante, soprattutto quando vivi in prima persona i suoi ultimi momenti e tu, tu sei piena di dolore per non aver potuto fare qualcosa per lei, per tua sorella, e adesso sapendo la verità è normale avere un momento di smarrimento ma pensa che Stephen se solo avessi saputo anche solo un minimo di questa verità all'epoca lui veramente avrebbe fermato Roxane perché la voleva bene come amica, così come voleva bene a te e nonostante tuo padre l'abbia denunciato lui non si sarebbe mai vendicato. Certo, dopo l'ingiustizia che ha subito, il dolore, l'essere picchiato in carcere, è normale che il pensiero, la mente vuole giustizia ma la sua giustizia davanti a te è andata a farsi benedire...>

<Perché lui mi ama> sussurro piano, interrompendola sul punto di parlare quando ricordo le parole che mi disse quando eravamo a New Haven.

"Ho vinto contro l'odio, perché l'amore che provo per te è molto più grande" sussurro mentalmente le parole che Stephen mi disse quel giorno è solo adesso capisco che lui ha messo da parte ogni tasto dolente solo per me, per questo amore che ci lega.

<Trixy, devi andare. Ti chiamo più tardi. Ah, con Owen usa le precauzioni non voglio diventare zia cosa preso. Sono ancora giovane e anche tu> dico tutto d'un fiato mentre mi alzo all'impiedi.

<Ma come, che ne sai?> domanda sconvolta mentre mi guarda.

<Sei raggiante Trixy. Ti chiamo dopo> dico in modo frettoloso per poi correre fuori e salire in sella al mio motore, dirigendomi verso la palestra dove sono sicura che troverò Stephen. Lui non ha mai voluto confermare la mia supposizione ma sono sicura che lavora in palestra solo per avere modo di sfogare la sua rabbia e questo mi rattristisce parecchio perché oggi la causa del suo malessere sono stata proprio io.

<Ciao Eleanor> saluto in modo gentile la ragazza appena arrivo davanti alla reception.

<Des? Cosa ci fai qui?> domanda sorpresa.

<Ancora sono iscritta> dico ridacchiando.

<Certo, scusa, solo, niente lascia stare> dice in modo impacciato mentre abbassa lo sguardo.

<C'è Stephen?> domando speranza ma lei nel sentire il suo nome cambia improvvisamente umore. Le sue spalle si sollevano di poco mentre noto come sul suo viso si forma una strana smorfia nonostante tiene ancora lo sguardo basso.

<È di la> dice in un modo che a me sembra brusco.

<Ci prendiamo un caffè insieme? Qualche volta dico, ti va?> propongo dal nulla aspettando la sua reazione che non tarda a sorprendermi.

<Sul serio?> domanda mentre alza lo sguardo, sorridendomi in modo smagliante.

<Certo. Senti, adesso vado che devo davvero parlare con Stephen e magari dopo ci mettiamo d'accordo per uscire, va bene?> domando, cercando di sembrare davvero cordiale per poi allontanarmi da lei e dirigermi verso la sala.

<Steph> lo chiamo a bassa voce mentre mi incammino verso di lui.

<Stephen> lo chiamo nuovamente a bassa voce ma lui sembra non sentiremo dato che non si ferma dal tirare pugni a quel povero sacco da box.

<Amore> sussurro piano mentre senza pensarci mi metto davanti a lui, sostituendo quel sacco che continuava a colpire in modo brusco.

<Ma che problemi hai, potevo farti male!> urla contro di me mentre abbassa il pugno, lo stesso stava per darmi se non avessi avuto i riflessi pronti.

<Non lo avresti fatto> dico sicura di me mentre lo guardo negli occhi.

<E tu che ne sai? Ti sei messa davanti al sacco e...>

<E ti sei fermato perché mi hai sentito Stephen, come lo hai sempre fatto>

<Strano vero, come io ti senta sempre ma il tuo cuore non sente mai il mio> dice a bassa voce e tre fa un passo all'indietro, allontanandosi da me.

<Io, ho sbagliato Stephen. Mi sono lasciata trasportare dal dolore che la morte di Roxane mi ha causato e per un attimo...>

<Hai pensato che io le avessi fatto del male. Come hai potuto solo insinuare una cosa del genere Desy?>

<Non volevo io...>

<Però lo hai fatto Desy e questo, il tuo modo di accusarmi mi ha ferito> dice con la voce incrinata per poi girarsi di spalle, facendomi tremare il cuore quando si allontana.

<Stephen, devo, io devo dirti una cosa> mi affretto a dire mentre i miei piedi si muovono da soli, seguendolo fino a quando non entriamo dentro gli spogliatoi.

<Per oggi ho sentito abbastanza> dice in modo duro mentre apre il suo armadietto e solo adesso noto le nocche delle sue mani arrosate.

<Cosa hai fatto alle mani?> domando preoccupata mentre afferro in modo veloce la sua mano destra con la mia, guardandola da vicino.

<Non è niente> borbotta mentre cerca di sottrarre la sua mano ma io intensifico la stretta per poi avvicinare la sua mano alla bocca e baciarla teneramente.

<Non lo fare mai più> sussurro piano mentre alzo lentamente lo sguardo, incastrando nuovamente i miei occhi nei suoi che mi guardano tristemente.

<Non ferirti più per colpa mia> sussurro nuovamente mentre gli occhi iniziano a pizzicarmi, cosciente che io gli abbia procurato questo dolore.

<Io ho lottato contro me stesso Destiny, e questo tu lo sai. Sai quanto per me è stato difficile starti vicino ma allo stesso tempo lontano eppure ho scelto te, ho scelto quella voce che mi portava da te e tu non mi hai voluto nemmeno dare il beneficio del dubbio. Mi hai accusato e fidati, le tue parole mi hanno fatto male, anche più del dolore che ho sentito per via di queste cicatrici che ho sul mio corpo>

<Stephen> lo chiamo a bassa voce ma lui proprio come ho fatto io oggi, mette una mano davanti, fermandomi.

<Forse ho sbagliato> dice solamente alludendo a qualcosa ma l'attimo dopo si allontana da me in modo brusco e lasciarmi da sola all'interno degli spogliatoi.

<Perdonami> sussurro piano mentre ormai le lacrime bagnano il mio viso interrottamente. Io l'ho deluso, sussurro mentalmente mentre a piccoli passi mi dirigo fuori, andando direttamente verso la mia moto e senza esitare salgo in sella, guidando senza una meta.

<Io non merito il suo amore> sussurro piano mentre aumento ancora di più la velocità, permettendo all'aria fredda che trafigga la pelle del mio viso mentre i capelli svolazzano per via del vento.

<Io non merito niente> continuo a parlare tra me e me pensando a quelle parole che spesso mi venivano dette con cattiveria ma che ad oggi sono io stessa a pensarle. Ho pensato anche solo per un attimo di meritarmi di essere felice ma ho rovinato tutto. Ho deluso l'amore della mia vita.

<Attenta!> una voce acuta arriva alle mie orecchie, spaventandomi.

<La strada!> sento nuovamente quella voce urlarmi contro e faccio solo in tempo a sollevare lo sguardo e puntarlo sulla strada ma ormai è tardi, mi schianto contro il blocco di pietra che bloccava la strada ed io cado giù dalla moto, sbattendo fortemente la testa.

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