7. Ritrovare sé stessi è sempre un Buon Viaggio
Melissa
Ho sempre amato il sabato sera, ma questa volta mi sta lasciando un senso di amarezza: Filippo, il mio collega, partirà domani per la sua avventura in Spagna. Non ha voluto che nessuno di noi lo accompagnasse in aeroporto, ha sempre odiato gli addii e per quanto cerchi di fare sempre lo spavaldo, chi lo conosce bene, sa che in realtà è una persona molto sensibile, questo però non ci ha fermato dall'organizzargli un indimenticabile "festa a sorpresa".
Al solo pensiero che lunedì non lo vedrò entrare, come ogni giorno, tutto trafelato dalla porta del bar della Signora Carola, mi viene da piangere. Purtroppo ho la brutta abitudine di affezionarmi troppo alle persone e, con lui in particolare, avevo stretto un legame speciale che si era consolidato turno dopo turno. E' sempre stato il mio miglior confidente, dopo Keiko, mi ha supportato nei momenti di smarrimento iniziale e, soprattutto, mi ha regalato momenti piani di risate alternati ad abbracci talmente stretti da togliere il fiato. E' stato la mia ancora di salvezza quando, sentendo la mancanza delle carezze di mia nonna, lui c'era sempre e riusciva, con la sua dolcezza e i modi affettuosi, a farmi sentire meno la mancanza della mia terra. Con lui se ne va un pezzo della mia anima, sarà dura abituarsi al vuoto che provocherà la sua assenza e ho paura che, i suoi impegni, la distanza e le sue nuove amicizie, lo allontaneranno da me, facendomelo perdere per sempre. Lo so di essere egoista, ma sin da bambina, il mio incubo peggiore è sempre stato quello di rimanere sola e il fatto di vedere una persona così vicina andarsene via, fa scattare in me una specie di sindrome da abbandono.
Vorrei essere più ottimista, mi piacerebbe essere una persona migliore e saper gioire per la realizzazione del suo sogno, tuttavia l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non potrò più parlare e scherzare con lui tutti i giorni come ero abituata a fare e che allietava notevolmente la mie giornate nella caotica Milano. Ho l'umore sotto i piedi, stato d'animo non dei migliori per una festa, inoltre, come se non bastasse, in casa la situazione è sempre peggio: Davide, infatti, ha provato a chiedere al fratello di unirsi a noi stasera e come risposta ha ottenuto solo una frase del tipo "Non ho tempo per le tue cazzate", detta con un disprezzo che non si meritava. Ovviamente, Alex è solito spendere il suo tempo in attività migliori: non fa altro che dormire, bere birra, fare zapping e mangiare un sacco di schifezze... lui sì che è un uomo pieno di interessi!
Sentirlo trattare in questo modo il fratello minore, senza un motivo apparente, mi ha fatto imbestialire; ad ogni modo ho mantenuto fede agli impegni presi, non mi sono più intromessa: qualsiasi cosa faccia o dica quell'individuo, me ne starò zitta e buona, anche se in alcune occasioni mi sono ritrovata a escogitare un piano dettagliato su come inscenare un omicidio, senza lasciare alcuna traccia della mia colpevolezza: mi sta mandando al manicomio il non poter esternare liberamente i miei pensieri e le mie opinioni e non so ancora quanto ancora potrò resistere.
Nonostante il mio umore non sia dei migliori, sono contenta che Alex abbia declinato l'invito e che se ne sia andato subito dopo aver, come consuetudine ormai, buttato la cenere nella tazzina del caffè al termine della cena. Con quel ragazzo fuori dai piedi, sparito per una delle sue solite serate "ricreative" passate, con ogni probabilità, in qualche locale poco raccomandabile considerato la scia di fumo e alcool lasciata al suo rientro il giorno dopo, sia io che Davide ci siamo potuti preparare per la serata con serenità.
Partiamo in perfetto orario, ma dopo aver sbagliato più volte strada, arriviamo a destinazione con qualche minuto di ritardo, troviamo finalmente il capannone affittato per l'occasione nel mezzo della zona industriale completamente spopolata considerata l'ora. All'ingresso dell'immobile Giulia, la sorella del festeggiato, ci saluta calorosamente e ci invita a entrare per raggiungere gli altri velocemente. All'interno del locale le luci sono spente, ma riesco comunque a vedere le decorazioni sparse un po' ovunque e la postazione del DJ nell'angolo più lontano dall'ingresso. Un tavolo sul lato è stato adibito a zona bar e già un paio di ragazzi ne stanno usufruendo avidamente. Guardandomi intorno conto almeno una cinquantina di persone, Filippo è sempre stato un tipo socievole e non mi sorprende ci sia tanta gente qui per salutarlo.
«Meli! Dade!»
Qualcuno ci chiama e ci voltiamo entrambi alla ricerca di quella voce familiare.
Nella penombra, Keiko si sbraccia con poca grazia per attirare la nostra attenzione, ci avviciniamo, mentre un gruppo di ragazzi poco distante zittisce la mia amica, che in risposta gli lancia un'occhiataccia. La raggiungiamo, salutando lei e gli altri membri del nostro solito gruppetto di amici.
«Giulia sta chiamando suo fratello, fra poco si entra in scena!» Asserisce Ricky eccitato, guardando da una finestra la figura della ragazza al telefono.
«Che scusa inventerà per farlo venire in questo posto isolato?» Chiedo, sinceramente incuriosita.
«Dirà di essere rimasta a piedi con la macchina e, una volta che sarà arrivato, lo convincerà a entrare dicendo di aver sentito qualcuno chiedere aiuto.» Spiega Keiko, ma i ragazzi di prima la zittiscono ancora.
«Cosa avete contro di me?» Sbotta, irritata verso di loro.
Indignati, i diritti interessati, le lanciano uno sguardo di rimprovero, non degnandola nemmeno di una risposta vocale.
«Cafoni.» Borbotta, in modo che possa sentirla solo io.
«E dite che ci cascherà?» Interviene Sam, grattandosi la nuca perplesso.
«Certo! Sono stato io a proporre questo piano, quindi è per forza infallibile.» Ribatte Riccardo, colpendo risentito con una sberla la collottola dell'amico.
«Ahi!» Si lamenta il malcapitato, colto alla sprovvista.
Keiko indispettita, si volta verso i ragazzi, che poco prima l'avevano zittita due volte e gli indica più volte Riccardo e Samuele, come a voler imitare un insegna luminosa.
«E a questi due niente: "Shhh"?» Gli domanda incredula, ma i ragazzi scuotono la testa mostrando indifferenza.
Un fascio di luce illumina l'interno dalla finestra e poi sparisce immediatamente, seguito dal rumore dei pneumatici sul ghiaino, segno che Filippo è arrivato. Nel capannone scende un silenzio tombale, all'esterno dell'edificio si sentono solo le voci dei due fratelli, che discutono.
«Presto vieni!» Capitola Giulia, spalancando la porta.
In quel preciso istante, come ogni festa a sorpresa che si rispetti, indipendentemente dall'età degli invitati, si va in scena: le luci vengono accese non appena Filippo mette piede all'interno e un coro di "Sorpresa" viene pronunciato un attimo dopo. Il ragazzo si gira verso la sorella in cerca di una spiegazione, completamente esterrefatto.
«Sono qui tutti per te!» Dice lei, con un sorriso a trentadue denti.
Filippo torna a guardare verso il salone gremito di persone e viene travolto da ognuno dei presenti, che lo abbraccia o lo saluta con vigorose pacche sulle spalle. Anche il nostro gruppo si unisce al marasma, da vicino noto subito che i suoi occhi, nonostante i suoi tentativi di nasconderlo in tutti i modi, sono lucidi dall'emozione e inevitabilmente mi commuovo anche io: dannata sensibilità cronica!
Lo abbraccio forte, mentre mi accarezza i capelli, giocando affettuosamente con qualche riccio e fingendo di rimproverarmi per non avergli detto niente. Cerco di riprendermi nel più breve tempo possibile, così gli sorrido e mi allontano, lasciando che anche gli altri invitati possano goderselo un po'.
Nella ressa perdo Keiko e Dade, mentre li cerco, decido di andarmi a prendere qualcosa da bere, nella speranza di sciogliere il groppo che mi si è formato nella gola e che proprio non ne vuol sapere di andarsene.
«Tutto bene?»
Sam mi sorprende alle spalle e per poco non mi verso addosso il drink, che mi stavo preparando.
«Tutto bene.» Rispondo, mentre i miei occhi vagano istintivamente alla ricerca di Filippo.
Lui si versa il mio stesso intruglio, mentre il DJ comincia a far passare le prime canzoni accedendo l'impianto di luci colorate.
«Sei molto bella questa sera.»
Mi giro verso Sam, stranita da quel complimento inaspettato. Da quando me ne fa?
«G-Grazie.» Farfuglio, sorseggiando la bevanda che ho in mano, per mascherare il mio imbarazzo.
«Sarà una noia senza Pippo, ma sono sicuro che si troverà bene a zonzo per la Spagna. Lui è fatto così, va ovunque lo porti l'istinto.» Espone Samuele, cercando anche lui il festeggiato tra la folla.
«Già.» Confermo malinconica.
«Lo so che sei triste, lo siamo tutti, ma questa sera devi scordarti che lui stia per partire e pensare solo a renderla indimenticabile.» Dice, girandosi completamente verso di me e fissandomi intensamente.
«Non ti facevo così saggio.» Lo schernisco per sdrammatizzare, ma in parte pensandolo veramente.
Lui scoppia a ridere e con una mano si sposta i capelli color cioccolato dietro l'orecchio.
«Ci sono tante cose che non sai di me.» Ammicca cercando di affascinarmi.
Distolgo lo sguardo confusa e lo faccio scorrere sulle persone alla ricerca della mia amica, mentre le mie gambe cominciano a dondolarsi a ritmo di musica.
«Ti va di ballare?» Sam mi si para davanti. «Ho visto Keiko e Ricky in pista.» Aggiunge, facendo caso alla mia titubanza.
«Ok.» Accetto ed entrambi finiamo il nostro cocktail per raggiungere la massa di persone che si scatena.
«Eccoti finalmente! Dov'eri finita!» Keiko mi individua e mi trascina vicino a lei.
Ricky è poco distante e, quando Samuele lo raggiunge, vedo i due scambiarsi uno sguardo d'intesa. Ma che sta succedendo? Mi sono persa qualcosa?
«Dade?» Domando, rinunciando a capire gli uomini.
«Con Ashley, fuori.» Borbotta la mia amica, alzando gli occhi al cielo. «Qui dentro c'è una musica assordante.» Conclude, imitando l'inglesina con un discutibile accento britannico.
Sorrido all'esasperazione di Keiko, non ha mai sopportato Ashley e non credo saranno mai amiche. Io dico che è per gelosia nei confronti di Davide, lei ovviamente nega, eppure in ogni occasione nella quale ho perso di vista Davide, come ora, lei ha sempre saputo dirmi dov'era e insieme a chi.
Ci lasciamo andare a ritmo di musica e, dopo dopo non so bene quante canzoni, un ragazzo che non conosco e che balla dietro di me, mi viene inavvertitamente addosso. Barcollo in avanti, ostacolata dai trampoli che porto ai piedi, ma prima di cadere rovinosamente a terra, vengo afferrata da due braccia maschili, che mi tirano su e mi trattengono verso il petto del proprietario delle stesse. Sam mi stringe a lui con fare protettivo, mentre lancia uno sguardo di fuoco al ragazzo che mi è venuto addosso e che ora si trova disteso sul pavimento mentre ride seguito a ruota dai suoi amici.
«Scusami...» Mi dice tra una risata e l'altra, fintanto che si rialza.
«Cerca di stare più attento.» Ringhia Sam, mentre sento il suo petto vibrare contro di me.
L'altro annuisce e torna a spintonarsi insieme al suo gruppetto, nella stessa posizione di prima.
«Tutto bene?» Chiede Samuele, guardandomi preoccupato.
E' già la seconda volta che mi fa la stessa domanda questa sera.
«Si, grazie.» Rispondo, cercando di liberarmi dalla sua stretta.
«Aspetta, mettiti qui.» Ordina facendoci fare una giravolta, invertendo così le nostre posizioni, ora lui si trova al mio posto, davanti a quei ragazzi, e io al suo.
Mi lascia andare e mi sorride più sereno, con la coda dell'occhio vedo Keiko che, avendo seguito l'intera scena, muove la testa con gli occhi spalancati a destra e a sinistra, per guardare me, poi Sam e viceversa. Improvvisamente, dopo aver fatto una faccia uguale a quella di una che ha avuto un'illuminazione divina, sorride soddisfatta tornando a ballare. Cerco di imitarla, ma mi sento osservata da Samuele, i suoi occhi sembrano rimasti incollati su di me in attesa di qualcosa, non capisco cosa si aspetti che faccia o dica, così quando non ne posso più, annuncio di avere sete e mi allontano da tutti loro.
Al tavolo delle bevande ritrovo Filippo, che chiacchiera con delle ragazze, quando mi vede, si gira verso di me e si offre di preparami qualcosa lui che, a parer suo, "adorerò", così lo lascio fare.
«A te, dolcezza!»
Filippo mi passa un bicchiere pieno di un liquido rosa, lo assaggio con cautela.
Qualsiasi cosa sia è dolce e molto buona, così con un sorso svuoto il bicchiere placando la mia sete.
«Ehi, non vorrai darti all'alcol durante la mia assenza!» Mi prende in giro il mio amico, ma da come biascica leggermente le parole, capisco che anche lui è un po' brillo.
Mi offre un altro dei suoi intrugli, stavolta è trasparente e potrei sentire l'odore di sambuca anche dal giardino esterno.
«Questo è bello carico. Vacci piano, dolcezza!» Si raccomanda.
Non ho intenzione di fargli fare la fine del bicchiere precedente, così mi limito a fare dei piccoli sorsi, ma la sensazione di bruciore lungo l'esofago, nonostante l'esigua quantità, è comunque forte.
«Vuoi uccidermi?» Domando, tossendo e lanciandogli un'occhiata di rimprovero.
Lui ride della mia poco tolleranza alcolica, buttando la testa all'indietro, poi si blocca e torna improvvisamente serio, guardando qualcosa dietro di me. Si sistema il ciuffo e mostra la sua tipica espressione da seduttore, il che può spiegare che abbia visto solo cosa.
«Chi è quel bel tenebroso che sta venendo verso di noi?»
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