42. Gli uomini vanno presi per la gola
Melissa
Quanto Davide fa il suo ingresso in cucina, Alex fortunatamente è sotto la doccia, così ho la possibilità di parlargli in privato.
«Buongiorno Mel!» Mi saluta sbadigliando e strofinandosi gli occhi da sotto le lenti.
«Auguri!!!» Urlò saltandogli addosso.
Lo abbraccio e gli tiro le orecchie contando fino a ventitré. Lui mi ringrazia in imbarazzo, poi quando nota tutto ciò che ho preparato, mi regala un sorriso raggiante.
«Stasera ci divertiamo!» Esclamo.
Lui annuisce concorde. Ha prenotato un tavolo nel suo locale preferito per festeggiare insieme a tutti i nostri amici il compleanno. Si accomoda sulla prima sedia che trova pronto per la sua colazione da campione, peccato per lui che io abbia piani diversi: è giunto il momento di fare la mia proposta "indecente".
«Stavo pensando che, visto che è la festa del tuo compleanno, dovresti invitare anche tuo fratello.» La butto lì con noncuranza.
Il sorriso di Davide sparisce e mi fissa perplesso come se fossi diventata improvvisamente pazza.
«Non credo sia una buona idea.» Sancisce.
«Perchè no? E' pur sempre tuo fratello e, che tu lo voglia o no, è qui. Quindi perché escluderlo?» Cerco di essere convincente, ma la sua espressione è irremovibile.
«Ho capito cosa stai cercando di fare. Vuoi che facciamo pace, ma tu non sai cosa ho dovuto passare io per colpa di mio fratello e adesso che finalmente non lo considero più un mio problema tu vuoi farmi tornare indietro?»
«Alex non è un problema, ma una persona.» Ribatto offesa.
«Tu non sai...» Scuote la testa sconsolato, ma non lo lascio finire.
«E' vero, io non so niente.» Sbotto indispettita. «Però una cosa l'ho capita: vi state comportando come due bambini. Possibile che nessuno dei due possa passare sopra a quello stupido litigio e tornare per lo meno a parlarsi come delle persone civili e mature? Cosa pensate di ottenere?» Concludo.
Lui mi fissa sorpreso del mio sfogo, ponderando bene la sua risposta.
«Non lo so, ma non posso permettergli di averla sempre vinta!»
«Qui l'unica che sta perdendo qualcosa sono io e si tratta della pazienza.» Confesso. «Sei sempre stato una persona ragionevole, perché ora ti ostini a persistere in un comportamento che non porterà da nessuna parte?» Aggiungo supplicante.
Lui rimane in silenzio soppesando le mie parole. Forse sono riuscita a fare breccia nel suo orgoglio e finalmente le rotelle del suo cervello sono tornate a funzionare correttamente. Mi avvicino e gli stringo una mano dolcemente.
«Meli, lo so che non rivolgere la parola a qualcuno è ridicolo e non porta a niente.» Incalza lui riflettendo su ogni parola. «Però penso di avere il diritto di essere felice anche io. E la verità è che da quando mi ero trasferito a Milano lontano da lui e i suoi problemi, io lo ero.»
Rimango interdetta dalle sue parole, cercando di capire cosa possa portare una persona a pensare ciò della propria famiglia. Personalmente è una cosa per me inconcepibile.
Non dico niente, ma Davide che non ha mai smesso di fissarmi, deve aver intuito i miei pensieri, perché il suo viso da serio passa a rassegnato.
«Però non posso nemmeno dire di no alla miglior coinquilina del mondo, che ha passato tutto la mattina a cucinare per me.» Sorride appena guardandosi intorno. «Ti rendi conto che siamo in tre in casa e che tu hai fatto da mangiare per un esercito?» Conclude fingendosi sconvolto.
Annuisco mentre l'atmosfera si fa finalmente più leggera. E' stato più facile del previsto convincerlo.
«Così per un po' non dovrò cucinare!» Faccio spallucce divertita.
In quel momento Alex fa il suo ingresso nella stanza. I due fratelli si scambiano un'occhiata fugace, dopodiché il maggiore prende posto il più lontano possibile dall'altro.
Il silenzio regna in cucina, così decido di intervenire dando delle veloci gomitate a Davide per incoraggiarlo a parlare, mentre l'altro si posiziona una sigaretta tra le labbra e se l'accende guardando fisso davanti a sé.
«Ho capito, ho capito... ora lo faccio.» Bisbiglia il mio coinquilino.
Davide si volta verso il fratello, fa un respiro profondo e si prepara a parlare.
«Auguri.»
Non posso credere alle mie orecchie? Ho le allucinazioni o è stato veramente Alex Dalmasso a parlare? Mi scambio un'occhiata con Davide che ha dipinto in volto la mia stessa espressione stupefatta.
Il silenzio torna sovrano, così sovrappensiero colpisco nuovamente Davide per fargli spiaccicare qualche parola di cortesia.
«G-Grazie...» Farfuglia con gli occhi sbarrati.
Alex annuisce continuando a fissare un punto indefinito sulla parete bianca, aspirando lentamente il fumo. La conversazione non sembra voler proseguire, così sono costretta a percuotere nuovamente sul mio amico. Lui recepisce il messaggio e cerca di dare un contegno al suo stupore.
«Stasera festeggerò insieme ad alcuni amici. Che ne dici di unirti a noi?» Propone cercando di metterci un po' di entusiasmo.
Il suo tentativo fallisce, ma almeno Alex focalizza la sua attenzione su di noi. Sembra pronto per rifiutare, ma i suoi occhi indugiano un secondo sui miei e impercettibilmente mi ritrovo ad annuire con la testa.
«Ci penserò.» Risponde tornando a guardare il punto di prima.
***
La giornata passa velocemente, Keiko ci raggiunge per il pranzo e tutto sembra filare liscio. Nel pomeriggio io e la mia amica usciamo per fare un giro per i negozi del centro e ne approfitto per raccontarle dell'appuntamento con Elia. Nonostante io abbia gli occhi luccicanti nel farlo, lei non sembra altrettanto felice per me.
«Come mai ti ha portato in un ristorante così lontano?» Domanda inaspettatamente al termine del mio resoconto.
«Non lo so, era un posto molto romantico.» Lo giustifico.
Sinceramente era un aspetto della serata a cui non avevo pensato, che importanza dovrebbe avere? Lei annuisce ancora poco convinta.
«Non lo so Mel, mi sembra tutto troppo perfetto e sai che non mi fido in questi casi.» Spiega immersa nei suoi pensieri contorti.
«Avrà anche lui i suoi difetti... semplicemente non li ho ancora scoperti.» Asserisco.
«Può darsi... Quanto vi rivedrete?» Domanda atona.
«Non lo so, stamattina è tornato dai suoi genitori e mi ha chiesto di sentirci direttamente lunedì perché quando è con loro tiene il cellulare spento.» Espongo.
«Non ti sembra una cosa un po' strana?» Ribatte lei con un'espressione perplessa.
«Non vuole distrazioni quando passa del tempo con la sua famiglia, non ci vedo niente di male.» Oggi mi sento un po' un avvocato.
Keiko rimane qualche istante in silenzio ragionando sulla mia risposta. La mia amica è sempre stata diffidente verso le persone che non conosce, ma con Elia sembra anche peggio.
«Se lo dici tu... Piuttosto che ne pensi del fratello di Davide?» Keiko cambia improvvisamente discorso e il suo tono di voce si fa più curioso.
«Di Alex? Niente, cosa devo pensare?» Sinceramente è una domanda che non mi sono mai nemmeno posta.
«Così per sapere.» Fa spallucce noncurante, ma ho l'impressione mi nasconda qualcosa.
Sto per indagare ulteriormente, ma lei mi afferra per un braccio e mi trascina dentro un negozio d'abbigliamento. Dal gridolino che emette nel farlo, capisco che deve aver visto qualche nuovo capo alla moda e questo significa che la nostra conversazione è momentaneamente rimandata.
N/A
Scusate per il ritardo! :(
E' stata una settimana parecchio impegnativa, ma prometto che mi farò perdonare!
Portate pazienza, ma questi capitoli sono un po' di passaggio, ma dai prossimi tutto cambierà :)
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