34. L'essenziale è invisibile agli occhi
Alex
Faccio girare il liquido ambrato nel bicchiere di vetro ripetutamente, mentre ripenso a ciò che è accaduto poco prima. Non so cosa mi fossi messo in testa, ma di qualsiasi cosa si trattasse devo accantonarla in un angolo remoto del mio cervello e non pensarci più finché non si dissolverà da sola.
Mi guardo intorno ispezionando ogni angolo del bar in cui mi trovo. E' uno dei primi posti in cui sono venuto appena trasferitomi a Milano. A pochi passi dall'appartamento di mio fratello, è uno dei pochi locali dove fanno credito ai clienti, quindi da subito è diventato uno dei miei preferiti. L'aspetto non è dei più rassicuranti; le pareti sono ingiallite dal fumo ed ogni superficie è appiccicosa e macchiata. La clientela è esclusivamente maschile e molti si raggruppano nei tavoli meno in vista per scommettere o per giocare a carte. Spesso mi sono unito a loro, ma stasera sento che non sarei fortunato. E' la prima volta che mi capita di non aver voglia di sfidare la sorte. In un altro angolo sono posizionate delle slot machine, ma stranamente nemmeno quelle al momento mi attraggono.
Sono qui, inchiodato ad uno sgabello traballante con un bicchiere in mano ancora pieno. Perché non riesco ad andarmene?
"Forse perché non sai dove altro andare" mi giustifico tra me e me. La verità però è un'altra, ma non voglio ammetterlo a me stesso, se lo facessi ne prenderei coscienza e non riuscirei più a tornare indietro.
«Tutto bene, baby? Hai una faccia stasera!» La barista mi osserva di sottecchi masticando con la bocca aperta una gomma.
L'unica donna presente è lei, anche se i suoi abiti e i suoi modi ricordano più un motociclista. Il viso tondo è contornato da dei capelli rasati ai lati con una cresta al centro colorata di viola, le braccia completamente ricoperte di tatuaggi ed il trucco pesante, rigorosamente in tinta con i capelli, la rendono in perfetto stile con il locale. Ho sempre sentito tutti chiamarla "Barbie" un soprannome immagino in perfetto contrasto con quello che è la sua persona. Da quanto sono qui ha sempre tentato di intavolare delle conversazioni con me, tra un bicchiere e l'altro, ma ha sempre fallito.
«Mmmh..» Mugugno in risposta per non smentirmi.
Lei fa un sorrisetto divertito, per niente sorpresa della mia reazione. Poi i suoi occhi saettano verso l'ingresso ed una ventata d'aria fresca mi investe, segno che qualcuno è entrato. Non mi serve nemmeno guardare in quella direzione per capire di chi si tratti, prima ancora che la porta si richiuda alle sue spalle so per certo che Melissa ha fatto la sua comparsa.
La parte più irrazionale di me si compiace del fatto che lei sia corsa dietro a me, ma quella più razionale mi riporta con i piedi per terra ricordami che finora mi ha solo ingannato, facendomi credere che era mia amica, quando invece si stava lavorando il padrone di casa, probabilmente per ottenere qualche sconto sull'affitto.
Ma allora perché ora è qui? Ha raggiunto il suo scopo, perché non mi lascia in pace?
Con la coda dell'occhio la osservo camminare nella mia direzione con passo sicuro. Indossa ancora quell'abito bianco che le sta d'incanto, non si è messa addosso nemmeno una giacca dalla fretta e inevitabilmente attira gli sguardi degli uomini seduti ai tavoli al suo passaggio. Lei non sembra accorgersene e tiene lo sguardo fisso su di me mentre mi scolo tutto d'un fiato il bicchiere che tengo in mano appoggiandolo poi rumorosamente sul bancone.
Mi raggiunge e si blocca attendendo una mia reazione, ma resto girato guardando dritto davanti a me.
E' forse venuta a darmi il colpo di grazia? Non sono stato umiliato abbastanza?
«Un altro!» Ordino alla barista spingendo il bicchiere nella sua direzione.
Barbie mi guarda sorniona ed il sorriso sghembo che mi riserva sembra significare "Adesso capisco il perché di quella faccia, baby".
«Uno anche per me, per favore!» Esclama Melissa, prendendo posto sullo sgabello affianco al mio.
La barista esegue senza smettere di sorridere, poi si allontana lasciandoci soli. Bevo tutto d'un sorso sbattendo il bicchiere sul tavolo e sento il liquido ardermi durante la sua discesa verso lo stomaco. La ragazza mi imita dopo qualche istante, ma subito dopo comincia a tossire diventando paonazza. Mi verrebbe da ridere, ma resto serio mentre attendo che si riprenda e torni del suo solito colorito.
«Lo so che tu non mi vuoi ascoltare, ma io voglio spiegarti come stanno le cose.» Dice una volta tornata in sé.
Tipico di Melissa, fare sempre di testa propria. Almeno su questo lato del suo carattere non ha mentito.
«E' vero tuo fratello quando se n'è andato mi ha chiesto se potevo tenerti d'occhio durante la sua assenza. Ed è vero anche che i tuoi genitori ora sanno che sei qui, ma devi capire che erano molto preoccupati e avevano tutto il diritto di sapere dove era il loro figlio.»
Attende una risposta che non arriva. Che importanza ha se ora sanno che sono a Milano? Tanto ora dovrò andare via di nuovo.
«Comunque sì, all'inizio l'ho fatto per tuo fratello, ma poi... poi tutto è cambiato.» Si interrompe ed istintivamente mi giro verso di lei dandogli tutta la mia attenzione.
Non mi importa cosa abbia da dire, ma visto che lei ci tiene tanto a darmi una spiegazione, tanto vale ascoltarla.
«Lo so che tu non mi credi, ma ho avuto l'occasione di passare molto tempo con te ed ho imparato a conoscerti. Ho capito che sotto quella scorza da stronzo, e credimi è bella spessa, c'è il vero Alex. Avevo quasi dimenticato di aver fatto quella promessa a Davide, perché senza accorgermene mi sono resa conto che mi piaceva stare in tua compagnia. Mi sono affezionata a te e lo so che anche tu mi vuoi un po' di bene, stasera ti sei comportato come un vero amico e... io non voglio perderti!»
I suoi occhi tremano, ma la sua voce è ferma e decisa. Una vocina dentro di me insiste nel convincermi che stia mentendo, ma l'ondata di calore che mi ha investito nell'udire le sue ultime parole la zittisce completamente.
Potrei restare ancora un po', giusto per vedere come va.
«Ci si affeziona ad un cane, non a me.» Dico impassibile, ma lei mi sorride radiosa facendomi sospettare che abbia delle doti nascoste di lettura del pensiero.
«Perché sei corsa a cercarmi? Non era meglio che tu rimanessi con Davide?» Chiedo serio.
Vivendo con loro mi sono reso conto che questa ragazza ha un'inspiegabile istinto di protezione nei confronti di mio fratello, quindi mi pare strano abbia mollato tutto per correre dietro a me.
«Non potevo permettere che tu te ne andassi.» Ribatte lentamente, nei suoi occhi però si è fatta strada un velo di preoccupazione dopo aver sentito nominare il suo coinquilino.
Conoscendola si starà sentendo in colpa per averlo lasciato solo, pentendosi di aver seguito l'istinto e essere corsa fuori di casa.
«Perché?» Domando ancora, ma non so nemmeno io bene a cosa mi riferisco.
Perché non vuoi che io vada? Perché hai preferito me a Davide? Perché sei qui ora in un bar malfamato in cui non avresti mai messo piede spontaneamente?
«Non era giusto.» Fa spallucce con noncuranza.
«Come facevi a sapere che ero qui?» Chiedo sinceramente incuriosito.
«Ho visto dalla finestra che una volta uscito di casa sei andato a destra, così ti ho imitato e mi sono fermata in tutti i bar che ho trovato aperti a quest'ora. Eri a piedi, non potevi andare molto lontano.» Spiega, mentre io me la immagino entrare in altri locali luridi come questo e frequentato da persone poco raccomandabili.
«Resterai? Ti cederò la mia camera ed io posso trasferirmi sul divano. Così avrai tutta la privacy che vuoi, possiamo anche prendere una televisione così che tu possa guardarla steso a letto.» Riprende lei speranzosa.
«Forse.» Rispondo vago.
Lei annuisce soddisfatta ed i suoi occhi tornano ad essere luminosi come un bambino la mattina di Natale.
«Mi fermerò ancora per un po', non per molto però, quindi non voglio la tua camera.» Istruisco serio.
Non voglio che dorma su quel vecchio divano sfondato, mi sento più tranquillo a saperla nella sua cameretta. Voglio anche che esca da questo bar il prima possibile, gli sguardi insistenti che sta attirando, essendo l'unica ragazza nel raggio di chilometri, mi stanno innervosendo.
«Brindiamo alla tua breve permanenza allora!» Ironizza, facendo gesto alla cameriera di riempirci di nuovo i bicchieri.
Barbie, rimasta a portata d'orecchio, svolge velocemente il suo compito e, senza farsi vedere da Melissa, la indica con un cenno della testa mimando con la bocca "Ottima scelta" e prima di allontanarsi mi fa l'occhiolino.
Alziamo i bicchieri e beviamo alla nostra salute in un unico sorso gettando la testa all'indietro. Come era successo poco prima, Melissa tossisce e mi fissa incredula.
«Davvero, come fai a bere questa roba?» Farfuglia sconvolta e stavolta mi scappa un sorriso, ma dura solo pochi istanti perché la mia attenzione viene catturata da una mano che si appoggia sulla spalla della ragazza.
«Ciao.» Biascica un uomo allusivo facendola sussultare.
Il mio corpo agisce prima che la mia mente possa formularne il pensiero. Mi alzo in piedi e afferro il polso dell'uomo allontanando la sua mano dalla pelle di Melissa, mettendomi tra loro. Fisso ostile gli occhi vaghi dello sconosciuto stringendo di più la mia presa.
Come ha osato anche solo sfiorarla?
Lui ridacchia, come se non avesse fatto nulla di male e la mia rabbia cresce ancora di più. Ho come l'impressione di sentire i suoi pensieri sporchi sulla ragazza dal vestito bianco. Non posso permetterlo, non quando si tratta di lei.
«Ehi, amico, ho solo salutato. Perché non ti dai una calmata?»
Ho ancora le nocche spaccate a causa delle colluttazioni con Samuele, ma fremono comunque per spaccare la faccia anche a questo stronzo.
«Andiamo a casa, Alex.» La voce di Melissa arriva da dietro le mie spalle.
Si è alzata in piedi anche lei e suo respiro mi solletica il collo provocandomi un'ondata di brividi, che mi distraggono dal mio obiettivo. L'uomo riesce a divincolarsi dalla mia presa, la mia mano rimane sospesa a mezz'aria, la ragazza la afferra conducendola delicatamente lungo il mio fianco, una volta raggiunta la destinazione intreccia le sue dita alle mie mandandomi completamente in confusione.
«Andiamo a casa.» Sussurra vicino al mio orecchio.
Allunga una mano lasciando una banconota sul bancone, poi si avvia verso l'uscita trascinandomi dietro di sé, mentre io mantengo il contatto visivo con l'ubriacone.
Usciamo dal locale ed un'ondata di freddo ci fa rabbrividire entrambi. Melissa lascia la mia mano usandole entrambe per scaldarsi, strofinandosi velocemente le braccia. La mancanza del suo palmo nel mio mi fa sentire momentaneamente incompleto.
Camminiamo fianco a fianco e la osservo battere i denti, sentendomi completamente impotente davanti al suo disagio. Vorrei non indossare solo una camicia, ma avere anche una giacca da potergli offrire. Senza pensarci troppo mi avvicino a lei e le cingo le spalle con un braccio attirandola verso di me. Lei alza appena la testa e con un cenno mi ringrazia silenziosamente.
La sensazione di calore torna ad invadere il mio corpo, rimarginando tutte le pugnalate ricevute da mio fratello e sostituendo l'ira con una strana sensazione di pace. Mi guardo intorno e per la prima volta apprezzo ciò che vedo: non avevo mai fatto a caso a quanto può essere magica una città immersa nel silenzio della notte. Per qualche ragione a me sconosciuta, tutti i lampioni lungo la via sono spenti.
Alzo gli occhi per qualche istante e mi rendo conto che è costellato da puntini luminosi. La natura mi riserva uno spettacolo mozzafiato e mi rendo conto che era da anni che non mi fermavo a guardare le stelle ed, in questa strana serata, mi sembrano più luccicanti del solito. Non so se il motivo di ciò sia l'assenza di luce artificiale unita alla mancanza di nuvole o se semplicemente sono io che sto dando importanza a cose che finora sapevo esistere sopra la mia testa, ma non mi ero mai fermato a contemplare veramente.
Mi domando se il motivo per cui le stelle sono così illuminate sia per dare la possibilità a tutti quelli che si sentono smarriti di trovare un giorno la propria e se, per me, quel giorno sia finalmente giunto.
Fine prima parte
...
N/A
Buonasera a tutti! Siamo giunti alla fine di questa prima parte! Ho voluto suddividere la storia un po' come le strofe della canzone che c'erano nel prologo (ora modificato). Ogni parte indicherà una fase della storia e quindi di questo "cambiamento" di Melissa e/o di Alex.
Resto in attesa di sapere cosa ne pensate e cosa credete che accadrà. Che sia la svolta? :)
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