30. Se esci ed incontri il principe Azzurro, ricordati che è Carnevale
*Melissa*
La settimana passa velocemente e, in men che non si dica, mi ritrovo senza nemmeno rendermene conto di nuovo al weekend. Davide non è riuscito ancora a chiarire con Ashley. Nonostante abbia seguito il mio consiglio e si sia accampato sotto casa sua, non ha ancora avuto una spiegazione. Su sua richiesta ho provato a parlarci personalmente, ma ha sempre evitato l'argomento oppure mi liquidava con un "non ne voglio parlare" non molto educato. Ovviamente ho lasciato perdere, ma sono preoccupata per il mio amico, non lo avevo mai visto così giù di morale. Credo si sia preso una bella cotta per quella ragazza, spero solo che riesca a risolvere il prima possibile.
L'occasione si presenta il sabato sera. Riccardo nel tempo libero organizza eventi per un locale molto alla moda di Milano, e per l'occasione ci ha invitati tutti ad una serata a tema "Black and White". Ashley ha già confermato la sua presenza e Davide sfrutterà sicuramente l'occasione per chiarire la situazione una volte per tutte.
Keiko d'altro canto, nonostante non fosse felice di rivedere Ricky, è stata ispirata dal tema della serata ed ha passato tutta la settimana a confezionare gli abiti che io e lei avremmo dovuto indossare. Il sabato pomeriggio lo abbiamo passato insieme, ed alla sera ha tirato fuori le sue creazioni sconvolgendomi completamente.
Per lei ha pensato bene ad un abito a tuta nero, con un profondo scollo a "V" sulla schiena, il tutto arricchito da accessori bianchi compresa una cintura costellata di brillantini. Per me invece ha dato il meglio di sé e non in senso positivo. Controvoglia ho indossato un tubino bianco monospalla più aderente della mia vita, prendendomi pure parole perché, secondo la mia amica, le misure erano giuste e devo essere stata io ad essere ingrassata. Le decoltè nere dal tacco vertiginoso e la pelle troppo scoperta, non mi mettono per niente a mio agio, ma Keiko, con insistenza, alla fine mi ha convinto ad uscire di casa conciata in questo modo. Sicuramente passerò tutta la serata ad abbassarmi la gonna dell'abito, cosa che ho iniziato a fare non appena indossato, ma la mia amica ogni volta che se ne accorge mi rimprovera con parole poco carine.
Lentamente il nostro gruppo di amici si riunisce all'esterno del locale. Davide non fa altro che guardarsi in giro nella speranza di vedere Ashley e finalmente quando arriva si mette tranquillo in attesa dell'occasione giusta per parlargli a quattrocchi. Anche Alex è insieme a Silvia questa sera, nonostante quest'ultima sembri ancora arrabbiata per il trattamento ricevuto dal ragazzo, è comunque avvinghiata al suo braccio. Samuele e Riccardo arrivano per ultimi e dopo un veloce saluto, ci guidano verso l'entrata. Nell'attesa non avevo fatto altro che saltellare sul posto, Keiko mi ha permesso di indossare una lunga giacca nera, ma essendo mezza nuda sotto di essa stavo morendo di freddo.
Ci accomodiamo all'interno, lasciamo i cappotti al guardaroba e prendiamo posto intorno ad un tavolino con i divanetti. Per l'occasione tutto il locale è stato addobbato con elementi bianchi e neri, anche il personale, oltre che a noi, indossa abiti a tema. Riccardo ci fa portare una bottiglia per brindare e alzando i calici tutti lo imitiamo. Il Dj ha già cominciato a suonare, ma la pista è ancora vuota e ci sono ancora troppe luci accese. Restiamo a chiacchierare tutti insieme e, mano a mano che passa il tempo, si entra nel vivo della serata.
Noto Davide allontanarsi con Ashley, probabilmente alla ricerca di un po' di privacy, così afferro Keiko per un polso e la trascino a ballare insieme a me in pista. Dopo svariate canzoni Keiko mi fa segno di aver sete. Annuisco e, sudate ed euforiche, ci facciamo spazio tra la folla di persone che ormai hanno occupato la pista al centro del locale. Tra uno spintone e l'altro arriviamo alla zona bar, ed anche quella è gremita di gente che beve e chiacchiera. Ormai le luci sono soffuse e scandiscono ad intermittenza il ritmo delle canzoni, così fatico anche a vedere dove metto i piedi. Afferro Keiko e la porto vicino a me, in questi casi ho sempre paura che, data la sua piccola statura, me la possano schiacciare, anche se in realtà la mia amica mi ha più volte ricordato che è in grado di difendersi da sola. Arrancando ci avviciniamo al bancone, sventolo in aria la tessera che mi hanno dato all'ingresso e tento in tutti i modi di richiamare l'attenzione di uno dei tre baristi. Due di loro sono troppo distanti, così mi concentro su quello che sta chiacchierando con due ragazze ad un metro da dove mi trovo io.
«Ehi, mi scusi!» Urlo e lo vedo girarsi appena nella mia direzione. Gli mostro la tessera e lui mi fa un cenno con la mano per dirmi di aspettare un attimo. Attendo qualche minuti, mentre vicino a me Keiko sta perdendo la pazienza.
«Possibile che sia un calvario prendersi da bere?» Dice retoricamente. «Ma cosa sta facendo?» Domanda spazientita, non potendo vedere da dove si trova quello che accade.
«Parla con due tipe.» Spiego tirando il collo per vedere se sono già state servite, ed effettivamente hanno già il loro cocktail in mano.
«Mi scusi!!!» Urlo di nuovo e il barman mi lancia un'occhiataccia prima di tornare a godersi le attenzioni delle due donne. «Maledetto!» Borbotto indispettita.
«Che succede?» Chiede la mia amica, così le spiego la situazione e lei non ne è per niente felice.
«Ci penso io a quel maleducato! Si pentirà di aver parlato con quelle galline!» Keiko parte in quinta ed a suon di gomitate si fa spazio tra la folla.
«Barista!» Una voce mascolina alla mie spalle mi fa sobbalzare.
Il ragazzo, che fino a poco fa mi aveva deliberatamente ignorato, sbuffa e si avvicina nella mia direzione lasciando controvoglia le sue conquiste. Mi volto per vedere il proprietario di quella voce risoluta e sicura di sé e mi ritrovo davanti un angelo. L'uomo mi fissa con le sue profonde iridi marroni, siamo talmente vicini che posso vedere anche delle pagliuzze oro che rendono il suo sguardo luminoso. I capelli castani sono pettinati ordinatamente all'indietro, in netto contrasto con la camicia bianca che gli fascia le spalle larghe. Mi fa un sorriso serafico e i miei occhi percorrono il profilo squadrato della sua mascella, rasata con estrema cura che gli dona un aspetto sofisticato. Sono in paradiso? Si sistema il colletto con eleganze ed il suo sguardo, da gentile nei miei confronti, si trasforma in serio quando incontra il barista che ci ha raggiunti.
«Non ha sentito che la signorina la stava chiamando.» Sancisce autoritario. Il ragazzo borbotta delle scuse, ma sono troppo concentrata ad osservare il mio salvatore per ascoltarlo. Lo vedo porgere la sua tessera al barista.
«Cosa desidera bere, signorina?» La sua attenzione torna su di me e per poco non faccio un infarto. Cosa voglio bere? Forza cervello collabora... pensa... Rimango in silenzio torturando con i denti il labbro inferiore.
«Due Mojito!» Esclama Keiko tornata nuovamente accanto a me. Il ragazzo annuisce e striscia la carte dell'uomo prima di rendergliela nuovamente. I miei occhi sono ancora fissi su di lui che mi regala un sorriso gentile, mi rendo conto di star facendo la figura della stupida, ma ho perso momentaneamente l'uso della parola.
«Signorine, vi auguro un buon proseguimento di serata.» Ci saluta con un inchino appena accennato ed i suoi occhi indugiano nei miei. Il momento dura poco però, perché gira sui tacchi e sparisce nella folla.
«G-Grazie..» Farfuglio quando ormai l'ho perso di vista.
«Ottima prestazione, amica!» Mi prende in giro Keiko porgendomi uno dei due bicchieri che tiene in mano.
«Che idiota!» Borbotto tra me e me. L'uomo perfetto mi si presenta davanti ed io che faccio? Rimango a fissarlo come un ebete. Sospiro rassegnata della mia sfortuna. La mia amica ride divertita della mia faccia affranta e si prende tutti i meriti visto che, secondo lei, se quell'uomo ci ha offerto da bere, è solo perché è rimasto abbagliato dallo splendido abito che indosso.
Sgomitiamo nuovamente al tavolo dei nostri amici, ci troviamo seduti solo Davide, Alex, Samuele e Riccardo. Un insolito quartetto che brinda con degli shottini colorati scolandoli tutti d'un fiato. Sul tavolino davanti a loro sono ben evidenti i resti di giri di bevuta precedenti e, dalla loro quantità, non saprei definirne il numero. La cosa mi puzza un po', visto che Davide è da sempre astemio e, cosa ancora più strana, di Ashley non c'è nessuna traccia.
Essendo assetate, finiamo velocemente i nostri cocktail e Keiko mi propone di tornare a ballare raggiungendo il resto del gruppo in pista. Accetto volentieri, ma mentre la seguo vengo bloccata bruscamente per un braccio.
«Melissa, ti posso parlare?» Biascica Sam, che in poche falcate deve avermi raggiunto. La mia amica mi lancia un'occhiata preoccupata, ma io annuisco appena e la incito a proseguire senza di me. Non molto convinta si allontana e io vengo trascinata dal ragazzo nell'angolo più lontano dalla musica: quello vicino ai bagni.
«Volevo solo dirti che sei bellissima stasera.» Farfuglia, troppo vicino al mio viso. Mi allontano un po' per non essere tramortita dall'odore dell'alcool, ma dietro di me sbatto le spalle sulla parete.
«Grazie, Sam, sei gentile, ma ora vorrei andare a ballare.» Lo liquido, ma lui non sembra dello stesso avviso e fa un passo verso di me bloccandomi ogni via di fuga. Resta in silenzio a fissarmi in attesa di qualcosa... e alla fine capisco.
Succede tutto in un attimo, Silvia esce dal bagno, lui la nota con la coda dell'occhio e si fionda su di me. Preme il suo corpo contro il mio e, nonostante cerchi di respingerlo con tutte le mie forze, rimango sotto il suo controllo. La sua bocca zittisce la mia, in un assalto che non riesco a controllare. Cerca di insinuarsi con la lingua tra le mie labbra serrate più e più volte, le sue braccia mi stritolano in un abbraccio che non ha niente di affettuoso e la sua mano dietro la mia nuca mi spinge contro il suo viso. Non riuscendo a muovermi, comincio a morderlo con rabbia. Il panico si impossessa di me, la mia stupidità non ha limiti, come al solito mi sono lasciata abbindolare ed ora mi trovo qui, braccata contro un muro senza nessuna possibilità di difendermi. Senza diritto di scelta.
Sento gli occhi inumidirsi senza controllo, ma non smetto di agitarmi e continuo a reagire senza sosta. Lui non pare accorgersi di niente, troppo intento a rendere passionale un bacio che è solo una presa in giro. Per la seconda volta mi sento violata da lui, mi ha costretto a fare una cosa contro la mia volontà e mi sento come plastilina nella mani di qualcun altro.
Dopo quelli che mi sembrano minuti interminabili Sam si allontana da me e lascia la presa facendo un passo indietro. Di Silvia non c'è nessuna traccia, e lui mi fissa con un sorriso soddisfatto. Lo fisso di rimando trattenendo a stento le lacrime di frustrazione ed in quel momento che la mia mano colpisce, fuori controllo, la sua guancia lasciando lo stampo rosso delle cinque dita come promemoria.
«Non avvicinarti mai più a me.» Scandisco dura e lo supero velocemente, mentre lui incredulo, si porta una mano sul viso.
Corro lontano, senza nemmeno scusarmi con le persone che calpesto o spintono. Mi sento terribilmente in colpa con me stessa per aver permesso questo. Tiro su con il naso un paio di volte, non voglio scoppiare a piangere proprio qui, ho ancora una dignità. Mi pulisco la bocca con il dorso della mano, ma ho ancora l'orribile sensazione delle sue labbra premute sulle mie con forza.
Mi ha mentito e mi ha usato per i suoi scopi. Perché se è lui quello ad aver sbagliato sono io quella che si sente con la coscienza sporca?
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